The Complex – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Silenziosi e introversi, i giochi in FMV (Full Motion Video) sono rimasti ai margini del mercato per molti anni, senza scomparire mai del tutto. Il genere è rimasto un po’ impantanato nei suoi limiti, lasciandosi superare da produzioni che hanno accantonato le riprese dal vivo e preso in prestito elementi dai punta e clicca, intraprendendo così nuove strade autoriali con i vari titoli di Telltale Games, Dontnod e Quantic Dream. I cosiddetti film interattivi nel corso degli anni hanno continuato a proporre idee, aggiornandosi nella recitazione e nella regia per rincorrere il livello qualitativo del cinema. Anche se ludicamente limitati, alcuni di essi sanno ancora intrattenere in modo sorprendente, come ha dimostrato Black Mirror: Bandersnatch l’anno scorso su Netflix.

Wales Interactive è una delle poche software house ancora attiva su questo tipo di esperienze, sviluppando o pubblicando titoli come The Bunker, Late Shift, The Infectious Madness of Doctor Dekker e The Shapeshifting Detective. Sviluppato insieme a Good Gate Media e Little Jade Productions, The Complex è l’opera più recente di questo genere, e si avvale di una trama interessante e della partecipazione di personalità dello spettacolo sicuramente non anonime.

La storia di The Complex è stata scritta da Lynn Renee Maxcy (autrice, tra le altre cose, di alcuni episodi di The Handmaid’s Tale) e ci porta in un futuro non troppo lontano nei panni di Amy Tenant (Michelle Mylett), una dottoressa impegnata nel soccorso umanitario nel Kindar, una nazione fittizia (presumibilmente nel Sud-est asiatico) oppressa da un regime totalitario che ha utilizzato armi batteriologiche contro i propri cittadini dissidenti. Dopo un breve e tragico prologo, la vicenda si sposta cinque dopo anni a Londra, dove Amy sta portando avanti una ricerca su nanocellule capaci di effetti curativi miracolosi. La sua presentazione agli investitori viene però interrotta da una notizia preoccupante: una stagista del suo team ha avuto un violento collasso mentre era in metropolitana. Amy dovrà quindi analizzare la ragazza nel laboratorio dell’impenetrabile Complesso di ricerca di Nathalie Kensington (Kate Dickie), ma finirà col restare prigioniera al suo interno assieme alla sua vecchia fiamma, il dottor Reese Wakefield (Al Weaver).

Durante il film saremo chiamati a prendere delle decisioni che faranno variare le scene successive e influenzeranno sia il nostro rapporto con i personaggi coinvolti, sia un sistema di statistiche di personalità: onestà, coraggio, curiosità, intelligenza e sensibilità. La somma di tali parametri potranno influenzare il finale tra otto di quelli disponibili.

The Complex

Le performance degli attori sono sicuramente soddisfacenti, ed è facile notare la differenza con la media di questo tipo di produzioni. Purtroppo è la sceneggiatura che ci è sembrato scricchiolare in diversi dettagli poco chiari, e diverse situazioni richiedono una buona sospensione di incredulità.

Probabilmente il tutto sarebbe stato narrato meglio se non fosse stato messo al servizio di un albero di scelte poco ispirato. Il film non riesce a creare un vero dilemma morale nello spettatore, che sarà portato a scegliere senza troppi pensieri la “strada buona”, anziché delle alternative ciniche poco solide. Solo nelle battute finali ci siamo ritrovati indecisi su come voler procedere. E già in questo risiede un pesante difetto: le narrazioni a scelta multipla di questo tipo dovrebbero mettere alla prova a più riprese le convinzioni dello spettatore, che sarà poi curioso di tornare a vedere le varie alternative per una sincera curiosità, senza sentirsi in colpa.

The Complex

L’aspetto di The Complex che ci ha deluso maggiormente, però, è che molte delle scelte che possono essere compiute durante la storia non cambiano davvero il finale. Ci sono alcune scelte che sul momento sembrano dirottare la trama su un binario totalmente diverso e nuovo, ma che in realtà si rilevano poco influenti, risistemandosi automaticamente sul corso principale. The Complex può effettivamente finire in modi diversi, ma solo dopo essere passato per forza attraverso gli stessi momenti principali. Abbiamo sbloccato tutti i finali disponibili, e ci sentiamo di dire che degli otto finali annunciati solo circa la metà sono veramente differenti, i restanti sono varianti non troppo dissimili. In diversi, troppi casi abbiamo inoltre notato che le nostre scelte innescavano sì delle scene diverse, ma dal risultato identico. In alcuni casi persino inconcludenti.

The Complex

Si tratta comunque di una storia abbastanza interessante che vi terrà occupati per circa un’ora e mezza per una visione completa. I meno portati con la lingua inglese saranno felici di sapere che sono presenti i sottotitoli in italiano, anche se ci è dispiaciuto constatarne la qualità amatoriale. Abbiamo anche potuto notare una certa “scattosità” video di alcune scene.

Una volta terminata la prima visione potrete ricominciare da capo e compiere scelte differenti. Per velocizzare il processo è stata inserita una gradita funzione che ci permette di saltare le scene già viste (che non funzionerà nel caso se ne sblocchi una nuova). Inoltre è presente un’opzione che permette di mettere in pausa automaticamente quando è necessario prendere una decisione; opzione perfetta per gli indecisi e soprattutto per coloro che giocano in streaming, che in questo modo hanno il tempo di coinvolgere i propri utenti.

The Complex

The Complex è chiaramente più un film che un videogioco, e in quanto tale ha dei limiti intrinsechi. Il suo prezzo di 12,99 € è tutto sommato ragionevole per un’esperienza che potrà intrattenervi per alcune ore a trovare tutte le varianti di percorso e tutti i finali disponibili (magari per conquistare un facile Platino su PS4), ma che non mette in secondo piano la scarsa variabilità del suo albero di scelte, che non vi farà sentire di cambiare in modo incisivo la storia in corso. Il confronto con Bandersnatch purtroppo è inevitabile, e da quel punto di vista purtroppo non c’è sfida.

6.8

Pro

  • Storia interessante
  • Buone performance attoriali
  • Opzioni utili

Contro

  • Albero di scelte poco consistente
  • Diverse scelte ininfluenti o inconcludenti
  • Varietà di finali deludente
  • Occasionali scatti video
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