The Last Remnant – Recensione The Last Remnant

Il futuro verrà forgiato dai Remnant del passato

The Last Remnant è giunto sugli scaffali di tutto il mondo in anteprima esclusiva (“semestrale”) per XBox 360 e, in seguito, approderà anche su PlayStation3 e PC. Eviterò di paragonare il titolo ad altri precedenti, cosa che generalmente distoglie l’attenzione da luci ed ombre della nuova uscita. Metterò così The Last Remnant su di un piedistallo temporaneo ed illusorio, trattandolo come unico e solo esemplare della sua specie.

Rush, è lui che impersonerete!

Il mondo dei Remnant e i suoi protagonisti

E’ ormai noto ai più, come il palato dei giocatori si sia affinato nel tempo, necessitando non solo di divertimento e buona giocabilità, ma anche di una trama coinvolgente e innovativa. Gli eventi porteranno il protagonista principale, Rush, a prendere le difese della sorella, ad affrontare per lei una grande avventura, che lo porterà a combattere una battaglia più grande di lui. All’origine di tutto un’eredità; d’altronde, lo sappiamo tutti… la famiglia non si sceglie. Proseguendo nella storia, vivrete alcuni colpi di scena (niente di che, a dire il vero) che accentueranno lo spessore  stesso della trama, che si dipana fra eventi politici e rivalità di dubbia natura. Il cast principale dei personaggi è variegato, e accoglie le quattro razze principali del pianeta: i Mihra (dall’aspetto umano), i Sovani (dalle orecchie a punta simili a gatti egiziani e con quattro braccia), gli Yama (razza possente, simile in alcuni dettagli a creature acquatiche) ed infine i Qsiti (simili a ranocchi ma bipedi e con grandi orecchie pendenti).  Attenzione particolare va a Rush, che apparirà a volte più come un anti-eroe per i suoi modi egoistici; egli vestirà il ruolo del protagonista, unico e solo gestibile nei movimenti. Parlando di anti-eroi, troviamo nel gioco alcune figure tetre e malvagie riprese dai classici stereotipi nipponici; cosa che, comunque, non sminuirà il loro fascino. Il mondo in cui ci troveremo immersi è diviso sostanzialmente in regni più o meno delimitati ed in rapporti non del tutto pacifici; la guerra incombe su molti territori. Le città, che saranno esplorabili per settori, sono caratterizzate quasi tutte da uno stile pseudo arabesco, e tutte col loro rispettivo Remnant. Proprio questi forniscono lo spunto per il titolo; si tratta, nello specifico, di antichi manufatti che faranno da perno conciliatorio nella tela della trama. Un mondo costellato di Remnant, misteriosi e singolari artefatti di un tempo lontano, di provenienza ignota e dai molteplici usi, che hanno pian piano sconvolto gli equilibri del mondo stesso ed i cui misteri non svelerò, lasciandovi giustamente l’onore e l’onere di scoprirli in solitaria. Nelle città si aggirano, pacificamente, tutte le razze. Qui potrete fare acquisti e quant’altro verrà illustrato più avanti e, come unica pecca di stile, troverete forse troppi abitanti simili tra loro… persino nella stessa via.
Le restanti zone esplorabili, popolate da mostri raramente pacifici, saranno in genere grotte, promontori o lande desolate e simili.

La barra Informazioni, in alto, sarà presente quasi sempre e finirete così con l’ odiarla

Il Gameplay

Se prima ho tracciato le linee essenziali del mondo che vi troverete davanti, ora ne illustrerò le meccaniche, partendo dal gameplay. Il brio tutto nuovo di cui si avvale The Last Remnant è appunto il nuovo gameplay, studiato ad hoc. Incontri casuali tagliati e meccaniche di gioco che fondono la strategia, il Quick Time Event e un’azione tempistica generale, sono gli elementi che lo compongono. Potrete usare delle unioni (squadre), composte di massimo cinque unità, di cui uno sarà il Leader. Il numero totale di ersonaggi che andrete a controllare, infine, si aggirerà intorno ai venticinque. Fra questi, avremo personaggi principali e non. I principali, per’altro, saranno per lo più ospiti autonomi. Difatti l’arruolamento, che potrete svolgere nelle varie città, sarà un’attività che non disdegnerete di compiere, dato l’elevato numero di nemici che vi troverete man mano ad affrontare. Combattere da soli è, infatti, sinonimo di suicidio. L’arruolamento avverrà tramite le Gilde, che all’inizio saranno le uniche a darvi guerrieri disponibili, dietro compenso; più avanti incontrerete anche dei volontari. Non vi s’imprima l’immagine di un sistema fin troppo complicato, perché risulterà tale solo nei primi istanti di gioco; lo sviluppo graduale della storia, accompagnato da un ottimo tutorial, vi permetterà di stare al passo. Iniziata la battaglia, i Leader delle singole Unioni impartiranno gli ordini (un singolo ordine viene eseguito da tutta l’Unità del Leader) e qui, a seconda di quale Unione avversaria selezionerete e di altre piccole variabili, potrete far eseguire semplici attacchi, supportare Unioni alleate in difficoltà, eseguire attacchi di potenza superiore, cambiare posizione attraversando il campo di battaglia, usare le arti guerriere o le arti mistiche (consumando per entrambe PA), curarvi e curare gli altri, far usare l’istinto e, avanzando nel gioco, molto altro ancora. Prima di dare gli ordini, dando inizio al turno, potrete controllare (e solo in quel lasso di tempo) tutto ciò che c’è da sapere sullo scontro che state per affrontare. Potrete vedere in alto, in un’apposita barra, il Morale bilanciato più o meno a vostro favore, a seconda della situazione. Questo determinerà, nel combattimento, l’efficacia delle vostre azioni. Potrete vedere più generalmente la "vita" delle Unioni avversarie e delle vostre, con il numero dei rispettivi membri. Potrete inoltre studiare i movimenti da compiere, attraverso una minimappa, per mettere così in atto le vostre strategie. Questo è, in una breve sintesi, quel che potrete fare ed osservare, prima di dare inizio alla battaglia. E’ della massima importanza ricordare che le Unioni hanno dei PV (punti vita), condivisi e costituiti da quelli delle unità controllate; ciò significa che, una volta azzerati i PV di una vostra Unità, andrete incontro alla sconfitta di tutta questa (ovviamente questa regola vale anche per gli avversari e gli ospiti). Una volta dati i rispettivi ordini, il turno ha inizio. Una serie di messaggi vi informerà su come sta andando la battaglia. Vedrete eseguiti gli ordini da voi dati, sempre che qualche avversario non ve lo impedisca. Sono, come annunciato prima, parecchie le variabili che determinano la buona riuscita degli ordini; l’orientamento vostro e dei nemici ne è un esempio. Non mi dilungherò oltre, rovinandovi le sorprese che il gameplay regala, con i vari messaggi e i “Quick Time Event”, che saranno introdotti in alcuni momenti della battaglia.Questi ultimi, fra l’altro, sono piuttosto semplici da svolgere e non troppo costrittivi. Li troverete per di più molto naturali e ben inseriti nella struttura del gioco. Quel che non vi ho ancora ben illustrato è come darete inizio alle varie battaglie. I mostri sono visibili sullo scenario ed uno singolo indica, comunemente, un Unione con un numero variabile di Unità nemiche. L’I.A. che li comanda, sia prima sia dopo i combattimenti, è sempre ben gestita, garantendo costantemente un buon livello di sfida tanto che, alle volte, alcune loro piccole astuzie possono condurvi al classico Game Over. Sopra i mostri appariranno delle icone, che vi segnaleranno la loro natura e la loro reazione alla vostra presenza. Per coinvolgerli in una battaglia, dovrete premere il grilletto destro, rilasciando un raggio che coinvolgerà gli avversari compresi al suo interno. Attenzione però perché, se le loro icone non sono contornate di rosso per avervi notato questi, a seconda della loro natura più o meno pacifica, tenderanno ad innervosirsi. E’ un fattore importante, quello di essere i primi ad attaccare, perché vi garantirà una morale tendenzialmente alta, nonchè di iniziare per primi il turno. Le icone le potrete trovare anche in città,ma solo su alcuni cittadini che, con tre puntini  (“…”) segnaleranno il loro desiderio di parlarvi. Se le icone saranno contornate di rosso, avranno qualcosa di importante da dirvi. Nelle città troverete di tutto, per quanto l’esplorazione, condizionata da una mappa tridimensionale della città stessa, limiterà profondamente l’esperienza stessa di visitarla. Quel che troverete, oltre ai vari negozi, della cui merce imparerete l’ultilità, sono le sotto-missioni, le Gilde e altro ancora. L’accrescimento delle statistiche delle singole Unità che avrete ingaggiato, oltre a quelle di Rush, cresceranno solo combattendo; mentre la quantità delle Unità ingaggiabili aumenterà solo con lo sviluppo della trama. Per il resto, nel “menù del gruppo” potrete organizzare le tattiche delle Unioni, ma anche l’equipaggiamento e le arti di Rush; che vi renderete presto conto di dover organizzare al meglio, per riuscire a sopravvivere agli scontri.

Una delle prime immagine rilasciate

La sostanza

Andiamo ora a parlare di quelle che sono le meccaniche di gioco di questo GDR; ottime e coinvolgenti, ma non del tutto innovative.
Le battaglie saranno piacevoli da guardare e spesso vi terranno sulle spine, ma non si riveleranno mai del tutto improbe. L’esplorazione (seppur limitata alle città) avrà gran rilevanza nel corso della vostra avventura. Il motore di gioco Unreal Engine 3 è stato ben sfruttato dalla Square-Enix, che ha tuttavia ottenuto risultati di poco superiori alla media. Si noti che spesso, in alcuni scenari, l’ambiente in cui ci si muove non interagirà a dovere: troverete ad esempio pozzanghere che, calpestate, non andranno a modificare la loro struttura. Bisogna anche sottolineare che il gioco non riproduce bene le movenze dei personaggi ( vi basterà osservare Rush correre, per rendervene conto), soprattutto durante le scene di intermezzo “non dirette”. Per il resto, le texture sono spesso in ritardo (cioè compaiono dopo un paio di secondi ), mentre i poligoni degli ambienti e delle persone sono ottimi, con un eccellente utilizzo delle palette dei colori. Si noti inoltre che il tutto supporta i 1080 p/i. Autore delle musiche è Tsuyoshi Sekito (noto per le sue composizioni in Final Fantasy VII Advent Children, Metal Gear 2: Solid Snake e Final Fantasy X); queste si rivelano sempre piacevoli e adatte alle varie situazioni di gioco. Gli effetti sonori, d’altro canto, risultano alle volte inadatti. La qualità del sonoro rimane tuttavia ottima (supporto : Surround 5.1). La longevità garantita dalla “quest” principale, non meno di 30 ore, è soddisfacente e farà felici i più, senza contare la moltitudine di missioni secondarie disponibili, che aggiunge ancora un bel pò di carne al fuoco. La trama e la caratterizzazione di Rush sono solo relativamente degne di nota. Una nota di biasimo, infine, per i lunghi caricamenti che, in alcune occasioni interminabili, spezzano drasticamente le dinamiche dell’azione.

Note importanti:

– All’inizio di una Nuova Partita vi saranno mostrate le impostazioni, che consiglio vivamente di non modificare, viste le incomprensioni che queste possono creare, soprattutto per qul che riguarda i sottotitoli.
– I caricamenti potrebbero divenire con il tempo frustranti, visto anche il loro elevato numero all’interno del gioco. Considerando, però, l’arrivo della New Xbox Experience, potrete installare il gioco in modo da ridurne la durata in modo soddisfacente.

Per finire…

Hiroshi Takai (non troppo famoso per i suoi lavori passati) riesce ora, con The Last Remnant, a smuovere qualcosa nel giocatore, nonostante non si possa notare nel titolo una ventata di freschezza veramente degna di nota. La qualità offerta dal titolo è ottima: per gli appassionati, un acquisto da fare ad occhi chiusi e, per chi volesse rischiare nell’incertezza, rischi pure senza troppi crucci.
Nonostante il gameplay possa sembrare ostico, si rivelerà rapidamente non solo entusiasmante, ma anche relativamente semplice da comprendere, con qualche particolare in costante evoluzione. Tutto quel che compone The Last Remnant potrà essere di vostro gradimento; vi troverete ad avere a che fare con un gioco impegnativo, a cui dedicare un minimo di passione, per poterne poi godere appieno. Qualche ulteriore aggiunta sarebbe stata certo ben accetta: troppi aspetti del gioco sono stati limitati, e si sarebbe apprezzato più impegno da parte dei curatori di questo progetto, che pare in parte mortificato nelle sue grandi potenzialità.

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