The Mirror Lied – Recensione The Mirror Lied

Da diversi anni a questa parte il mercato videoludico si è impossessato di una grande fetta di utenza, anzi grandissima. Il motivo di questa affermazione è dovuto spesso all’accessibilità dei videogiochi odierni, talvolta del loro essere “facili”, in aggiunta ad un’ingegnosa commercializzazione di questa tipologia di prodotti. Le grandi case purtroppo sono sempre meno propense ad offrire al giocatore un’esperienza di gioco realmente immersiva, un’esperienza nella quale l’utente può percepire sulla propria pelle le vicende che accadono in gioco. E’ ripetitivo dirlo ogni volta, è vero, ma è anche giusto ricordare a tutti quanti che non servono grandi tecnologie e neppure infiniti studi di mercato e di ricerche per riuscire a creare un gran gioco. A volte possono bastare anche poche cose, tra cui la passione di un developer, le sue idee innovative e la sua voglia di sperimentare nuove vie artistiche nel videogioco.

The Mirror Lied avrebbe tanto da insegnare in questo senso, perchè seppure abbia una longevità di soli 20-30 minuti riesce a racchiudere nel suo piccolo cuoricino di gioco indie un’esperienza ludica di altissimo livello, capace di catturare letteralmente il giocatore e trasportarlo in una realtà mistica, piena di arte di suoni, di sensazioni e di tensione.

Dopo una breve introduzione verremo catapultati all’interno del gioco nei panni di una bambina senza volto. Non ci verrà detto in alcun modo cosa dovremo fare, perché saremo noi a doverlo scoprire autonomamente girovagando per gli ambienti proposti dal titolo, che in questo caso sono costituiti dalle stanze di una misteriosa abitazione, la quale scopriremo essere piuttosto inquietante e “viva” rispetto alla realtà. Ma è questo il vero problema: E’ veramente la realtà? O stiamo sognando? O tutto quanto è un’immensa metafora? Giungeremo infatti alla conclusione del titolo senza realmente saperne molto di più di quando lo abbiamo iniziato, sarà la nostra immaginazione a dover fare le giuste supposizioni. 

Sta arrivando… Birdy sta arrivando

Entrando più nel dettaglio, come abbiamo già detto poche righe sopra vestiremo i panni di una bambina, che sola si troverà a dover vagare in questa casa (creata dal suo inconscio?). Seguendo il corso della sua vicenda scopriremo presto quanto le atmosfere e la situazione in cui lei si trovi sia terrificante. Tra chiamate improvvise al telefono, il ticchettio continuo di un orologio ed avvenimenti sovrannaturali, la nostra bambina dovrà scoprire cosa sta accadendo, chi è questo Birdy di cui sente parlare e perché la figura di quest’ultimo personaggio sia così angosciante e determinante alla fine del percorso della piccola. Senza dire altro sulla trama vi assicuro che il gioco enfatizza molto sul fattore “attesa”, e questo più proseguiremo si farà sempre più ricorrente e turbante.

Nel complesso comunque The Mirror Lied si rivelerà piuttosto semplice. Più che un RPG, a tratti è un’avventura grafica, nella quale dovremo raccogliere oggetti, interagire con gli stessi ed utilizzarli per risolvere una manciata di puzzle che faranno da collante alla “trama” del gioco. Non ci saranno combattimenti ai quali far fronte, non ci verrà chiesto di uccidere alcuna creatura (forse), perché il tutto ruota attorno ad un concetto di sola interattività con l’ambiente circostante. Potremo infatti compiere un gran numero di azioni all’interno del gioco, anche se la maggior parte saranno fine a se stesse e con il solo scopo di rendere più reale l’esperienza di gioco. Un esempio può essere la possibilità di accendere e spegnere le luci, così come far fluire l’acqua dai rubinetti , tirare lo sciacquone del bagno o suonare al pianoforte; Ogni oggetto avrà una sua utilità (o inutiltà, a seconda dei casi) e dovremmo capire se sarà necessario al proseguimento dell’avventura.

Un 2D che fa paura

The Mirror Lied è stato sviluppato da Kan Gao, compositore che assieme al suo piccolo team ha deciso di utilizzare RPG-Maker come motore di gioco. Per chi non conoscesse l’engine si tratta principalmente di un software adatto anche ai neofiti, che permette comunque rese grafiche poco elaborate. Il gioco infatti è completamente in 2D (non isometrico), l’interfaccia è semplice e forse un po’ spartana, ma la resa finale degli ambienti e gli effetti di luci ed ombre sono comunque riusciti a rendere il titolo godibile seppure presenti limitazioni a livello tecnico. Ed a dire il vero, oltre alla trama, sono proprio questi effetti che riescono a creare la tensione e l’ansia che The Mirror Lied vuole immettere nel giocatore. Tutto questo in aggiunta ad un comparto sonoro che fa del gioco uno dei suoi punti di forza. Tra effetti sonori di ogni tipo ed una colonna sonora che potremo sorbirci in “loop” questo aspetto è stato realizzato ottimamente e verrà curato maggiormente anche nei suoi prossimi lavori (To the Moon ad esempio, le cui musiche saranno composte da Laura Shigihara, compositrice del ben più conosciuto Plants vs Zombies).



Tutto finisce

The Mirror Lied è un’esperienza che vuole cambiare il modo di vedere i videogiochi, un esperimento che vorrebbe insegnare, ma che in realtà non insegna, perché ciò che vedremo e percepiremo nel gioco sarà qualcosa di personale e difficilmente condiviso allo stesso modo tra gli altri giocatori. Il titolo è freeware quindi non potete trovare alcuna scusa per non giocarlo e se proprio non vi piacerà avrete perso si e no 30 minuti della vostra vita. In definitiva mi sento di definirlo come la rinascita di emozioni che in questo panorama stanno decedendo sotto la mole di soldi che oggigiorno i grandi imprenditori del settore investono unicamente per ricavare altri soldi senza dare nulla di profondo e permanente in cambio.

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