Valorant – Recensione

Recensito su PC

Riot Games è tornata. Dopo essersi seduta sul trono dei MOBA per più di 10 anni, ha dichiarato guerra al mondo dell’eSport con una line up di titoli da capogiro. Dopo aver detto la sua sugli Auto Chess con Teamfight Tactics e aver sperimentato con successo l’universo dei Card Games con Legends of Runeterra, punta agli sparatutto.

Stiamo parlando di Valorant, shooter squisitamente competitivo che raccoglie la ricchissima eredità del genere per incanalare tutta l’esperienza maturata al fine di proporre un titolo al cardiopalma, dove strategia, abilità personale, studio e meccaniche la fanno da padrone. Dopo un periodo beta da record, che ha contato più di 3 milioni di giocatori, 470 milioni di ore di streaming guardate e, record dei record, 34 milioni di ore guardate in un singolo giorno, è pronta alla release.

Ancora una volta Riot Games propone una formula Free to Play in tutto e per tutto, dove potremo andare ad acquistare con moneta sonante esclusivamente elementi cosmetici relativi alle reskin delle armi. Niente skin e nuove vesti quindi per i personaggi, al fine di garantire un’esperienza più chiara possibile al giocatore, dove l’identità di ogni agente vuole essere il più riconoscibile possibile nei concitati scontri a fuoco che ci attendono.

Valorant - Recensione

La formula di gameplay è quanto di più classico proposto dal rodato sistema di Counter Strike: Global Offensive. La partita si svolge in due momenti: durante la prima (o seconda metà) saremo chiamati a difendere una delle quattro mappe disponibili al lancio contro un team dal numero simmetrico di 5 attaccanti, i quali dovranno riuscire a innescare una Spike (classicamente la bomba di CS) e difenderla fino all’esplosione, per scambiarsi di ruolo e divenire noi stessi gli attaccanti.

Le aree in cui piazzare la Spike sono ben delimitate e differiscono di mappa in mappa, sono generalmente due agli antipodi, fino ad arrivare a tre siti, in uno scontro alla meglio dei 13 round. Differentemente da Counter Strike, Riot ha scelto un numero dispari come momento di fine partita per evitare qualsivoglia pareggio e decretare con certezza vincitori e vinti.

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Il sistema di economia rispecchia ancora una volta quanto già visto in CS:GO, inizieremo quindi con un “Pistol Round” in cui avremo pochi crediti a disposizione e potremo scegliere di acquistare a inizio round una pistola differente o un’abilità extra per il nostro agente, quindi il team vincitore del primo round avrà accesso a una economia più forte per disputare il round successivo, avendo accesso ad armature e armi.

Valorant si distingue in maniera evidente dai suoi competitor grazie a un intelligente sistema di abilità speciali, uniche per ogni agente, che potranno fare la differenza tra la vita e la morte. A differenza dalle armi, un’abilità non utilizzata non verrà perduta in caso di morte alla fine del round, ma conservata. Dovremo tuttavia andarla ad acquistare nuovamente in caso di utilizzo, in quanto le abilità speciali degli agenti hanno cariche limitate che vanno sapute sfruttare al meglio nei momenti salienti della partita.

Valorant - Recensione

La maggior parte delle abilità rivestono in ogni caso un importante ruolo di utility, come piazzare telecamere nascoste per avvistare i nemici, precludere l’accesso a una particolare zona grazie a un muro, schierare dei droni tattici per esplorare un corridoio pericoloso o evocare coltri di nebbia per gestire la visuale della squadra nemica. Sono veramente pochissime le abilità in grado di procurare danno diretto, come ad esempio le granate di Raze, la nostra demolitrice brasiliana.

Ogni uccisione o morte ci conferirà una stack per l’abilità suprema e una volta che ne avremo accumulate cinque potremo scatenare il potere latente del nostro agente. Anche in questo caso (Raze a parte), queste abilità si concentrano ancora una volta sul ruolo di utility. Cypher potrà scoprire per qualche breve istante dove si nascondono gli agenti del team nemico, Sage potrà riportare in vita un alleato, Viper creare una nube tossica in grado di zonare gli aggressori e il focosissimo Phoenix avrà accesso a una seconda vita temporanea.

Valorant - Recensione

La letalità è quasi totalmente affidata all’abilità del giocatore di sparare con la propria arma, dove mira e riflessi la fanno da padrone in maniera molto più preponderante rispetto alla maggior parte dei competitor di Valorant presenti sul mercato. Lo spray delle armi va controllato alla perfezione, perché nella maggior parte dei casi solo il primo colpo andrà a segno in coincidenza col nostro puntatore e gestire la raffica è davvero impegnativo e richiede decine, se non centinaia di ore di allenamento.

Sparare in corsa è impossibile, per garantire un colpo fermo dovremo rimanere assolutamente immobili durante tutto il periodo di fuoco, pena mancare con certezza tutti i colpi diretti al bersaglio, perfino se la nostra mira è fissa sulla sua testa. Per quanti riguarda il parco armi, Valorant va sul sicuro e propone un arsenale compito, che fornisce opportunità di fuoco per tutti i gusti, partendo dai mitragliatori leggeri, passando per gli automatici e culminando con gli immancabili cecchini. Quasi ogni arma ha uno stile di gioco tutto suo e per padroneggiarle tutte serviranno davvero tantissime ore di allenamento, così come capire quale arma è la più adatta a seconda del nostro posizionamento, dell’agente e del round in corso è vitale.

Valorant - Recensione

Valorant sembra perfetto. È la naturale evoluzione degli sparatutto competitivi, l’anello di passaggio verso il futuro del genere che sognavamo ma che non abbiamo mai osato immaginare, dove l’abilità del singolo e il gioco di squadra incarnano un connubio ineccepibile. Cosa manca a Valorant? Quasi tutto quello che non sia gameplay. Rispetto ai contenuti della Clesed Beta sono stati aggiunti solamente 1 agente e 1 mappa, mentre noi sognavamo un lancio faraonico in grado di farci sognare grazie a una lore affascinante e immergerci in un ricchissimo universo narrativo.

A oggi di Valorant, della sua storia e dei suoi personaggi non sappiamo quasi nulla e se non fosse per le brevi battute che i vari agenti si scambiano all’inizio di ogni round, non avremmo nemmeno un accenno alla lore che sognavamo. Siamo molto lontani dal lancio di Overwatch di Blizzard, dove ancora prima di gettarci a capofitto nei duelli avevamo già goduto di cortometraggi dedicati, trailer e approfondimenti che erano stati in grado di farci appassionare al vivissimo universo di gioco tanto da sognare addirittura una campagna single player.

Valorant è gameplay, tutto qui. Sarà così per sempre? Ovviamente no. Se ripensiamo al lancio di League of Legends, ormai più di 10 anni fa, ci torna alla mente con gran nostalgia un MOBA che grazie al suo gameplay era stato in grado di stregarci, con ritratti dei personaggi appena abbozzati, una landa degli evocatori esteticamente fuori forma e artwork neanche lontanamente paragonabili a quelli dei quali possiamo godere a oggi.

Valorant - Recensione


League of Legends oggi goda di trasposizioni a fumetti firmate Marvel, cortometraggi dedicati, spin off e addirittura una serie TV in arrivo. Durante la nostra chiacchierata con Riot Games, siamo stati rassicurati, quello che sogniamo per il futuro di Valorant arriverà, passo dopo passo. Sebbene questa strategia di lancio possa far storcere il naso a molti e anche noi che scriviamo abbiamo vissuto diversi momenti di delusione per il lancio sotto tono, crediamo tuttavia che il cuore pulsante dei titoli di Riot Games sia il gameplay e che la fretta possa essere cattiva consigliera. Quando il sistema di Ranked sarà live scaleremo le classifiche sacrificando ore di sonno, al lancio del competitive avremo il naso attaccato al monitor per non perdere nemmeno un headshot e quando la storia del mondo di gioco sarà pronta ci affezioneremo alle vicissitudini degli agenti. Perché Valorant è un gioco incredibile e siamo pronti a vivere ogni momento della sua evoluzione.

8.9

Pro

  • Letale, strategico, Valorant
  • L'evoluzione dello shooter eSport

Contro

  • Pochi contenuti al lancio
  • Lore del mondo di gioco assente
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