Wandering Sword RECENSIONE Un ottimo RPG in pixel art

Recensito su PC

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Yi Yuwen, il protagonista del gioco, si allena nell'arte della spada.

Qualcuno per caso ha detto Octopath Traveler?! A parte gli scherzi, chi di voi ha giocato o semplicemente conosce quel piccolo gioiellino strategico pubblicato da Square Enix avrà sicuramente già notato, o noterà guardando le immagini di questa recensione, le importanti somiglianze artistiche tra questi due titoli.

Ebbene, da questo momento in poi lasciate ogni pregiudizio alle spalle, perchè i punti in comune tra le due opere finiscono qui. Se in Octopath Traveler 2 (qui la recensione del gioco) si andavano ad impersonare 8 diversi protagonisti, in Wandering Sword si vive un’unica grande storia corale ambientata nell’antica Cina in un vasto open world ricco di vita.

L’opera sviluppata da Swordman Studio è un RPG single player in pixel art in cui si respira un profondo amore e rispetto per la cultura cinese, soprattutto per quanto riguarda le arti marziali, che sono al centro del mondo di gioco e di ogni avvenimento che ne porta avanti la trama.

Lo sviluppatore infatti è un piccolo studio indipendente di Shanghai e questo è il loro primissimo titolo. Scoprirete infatti leggendo fino in fondo questa recensione quanta cura sia stata riposta dal team nella caratterizzazione dei personaggi e dell’intera messinscena, che trova le sue radici nelle tradizioni del genere Wuxia.

Prima di entrare nel vivo della recensione di Wandering Sword è quindi doveroso fare un breve accenno a cosa sia il Wuxia, che letteralmente significa “eroe marziale”, così da capire meglio il tipo di esperienza che ci apprestiamo a vivere pad, o meglio, tastiera, alla mano.

Il Wuxia è un genere letterario cinese nato all’inizio del XX secolo che racconta le avventure di eroi marziali della tradizione cinese. I protagonisti di queste storie sono guidati da un codice morale e una volontà incrollabili che li inducono ad essere leali, a combattere per la giustizia e a vendicare i torti commessi dagli oppressori.

Wandering Sword recensione | Un mondo ricco di avventure

In Wandering Sword vestiamo i panni di Yi Yuwen, un giovane carovaniere proveniente da Liao City che si trova suo malgrado coinvolto in una faida tra due clan rivali. Lo scontro purtroppo coinvolge anche Yi e il suo gruppo e li porta ad essere avvelenati mortalmente dal clan Tianlong.

Fortunatamente però l’ospite che stavano trasportando è Qingxu, capo del rispettabile clan Wudang, che interviene appena in tempo riuscendo a salvare la vita a Yi. Una volta appreso della dipartita dei suoi compagni, Yi inizia un faticoso percorso di vita per diventare un grande guerriero e porre così fine alla loro crudeltà una volta per tutte.

Il gameplay di Wandering Sword può essere riassunto come quello di un classico RPG, composto da fasi di esplorazione e di interazione con i personaggi che abitano il mondo di gioco intervallate da battaglie più o meno intense, che sia contro un semplice cinghiale in una foresta o un esercito di banditi con tanto di boss.

Le fasi di esplorazione permettono al giocatore di muoversi liberamente e dirigersi nelle diverse aree che compongono il vasto open world del gioco. Avrete inoltre la possibilità di forgiare armi e armature, pescare, cucinare e addirittura di intrattenervi in combattimenti amichevoli con altri guerrieri in giro per il mondo. Insomma, le cose da fare non mancano di certo!

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Una cosa che personalmente mi ha stupito positivamente di questo titolo è la qualità della scrittura, soprattutto per quanto riguarda le missioni secondarie, che nella maggior parte delle produzioni di questo tipo si rivela spesso piuttosto abbozzata e composta da missioni scialbe e ripetitive che non si integrano a dovere con trama principale.

Fortunatamente però non è questo il caso, in Wandering Sword infatti i villaggi sono piccoli spazi vibranti, pieni di vita, personaggi e attività da intraprendere. Parlare con un NPC infatti porta spesso a ben più di qualche linea di dialogo extra o a semplici fetch quest.

Intendiamoci, di missioni di raccolta o di caccia al bandito di turno ce ne sono eccome, ma anche queste risultano quasi sempre ben integrate rispetto allo stato sociale in cui versa il mondo di gioco e risultano perfettamente adatte al percorso di Yi, che vuole aiutare il prossimo, portare giustizia nel regno e, al contempo, diventare più forte.

Gli NPC si rivelano infatti essere personaggi vivi, maestri e discepoli di arti marziali, ognuno con la propria routine comportamentale, che li porta a migliorarsi e diventare più forti, imparando loro stessi nuove tecniche e abliltà. Questo particolare sistema inoltre non ha il solo scopo di far vivere agli NPC le proprie vite e rendere l’intera messinscena più credibile.

Molti di loro infatti potranno essere reclutati, questo perché in Wandering Sword il mondo intero è governato dalla moltitudine di clan e scuole di arti marziali che lo popolano ed è quindi pieno zeppo di guerrieri di ogni tipo, oltre che ovviamente di mercanti, fabbri, dottori e gestori di locande.

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La magnifica arte marziale cinese

Come potrete immaginare in Wandering Sword si combatte, e anche tanto, ed è quindi il momento di analizzare nel dettaglio il combat system del titolo. Cominciamo col dire che gli sviluppatori hanno introdotto due diverse modalità di combattimento: il classico combattimento a turni tipico del genere RPG è infatti affiancato da un più moderno sistema in tempo reale.

Questa scelta permette da una parte ai fan degli RPG vecchio stampo di usare il tradizionale sistema di combattimento a turni e focalizzarsi così sulla strategia da usare in battaglia, dall’altra a chi si trova più a suo agio a menare le mani in tempo reale di concentrarsi sul tempismo e la precisione degli attacchi.

Personalmente ho trovato la modalità in tempo reale più caotica e l’ho usata unicamente negli scontri minori in modo concluderli più in fretta e mai in quelli più complessi, ma io sono anche un fan dei combattimenti a turni e questa è solo una mia preferenza personale.

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In ogni caso, indipendentemente da quale sia il vostro approccio agli scontri, in Wandering Sword vi troverete ad avere a che fare con centinaia di tecniche e stili marziali differenti da imparare ed affinare, così come di armi, armature e ogni sorta di equipaggiamento, in quello che si rivela essere un particolare quanto profondo sistema di progressione del personaggio.

Non si sale infatti di livello come nei più classici RPG tramite l’esperienza guadagnata in battaglia, dalla quale in questo caso si ottengono invece i Martial Point e del loot. La progressione vera e propria avviene imparando nuove tecniche e stili di meditazione, che si ottengono leggendo dei tomi dedicati e spendendo proprio i Martial Point per potenziarli.

Ci sono cinque diversi stili di combattimento nel mondo di Wandering Sword –Sword, Saber, Polearm, Fits Weapon, Hidden Weapon– e ognuno di essi dispone di quattro abilità specifiche –Normal, Special, Mighty, Unique– più altre due che sono invece comuni a tutti gli stili –Lightness, Cultivation– dedicate rispettivamente al rafforzamento dello spirito e alla meditazione.

E se pensate che tutto questo sia già abbastanza incasinato sappiate che non è affatto finita, perchè ancora più che delle tecniche di combattimento durante l’avventura avrete bisogno di sbloccare e potenziare i sei Meridian, speciali alberi delle abilità dedicati ai diversi settori del Qi.

Sbloccando le voci dei Meridian potrete potenzierete tutte le caratteristiche del personaggio, dall’attacco alla velocita, dal movimento all’evasione. Ma come si potenziano quindi queste abilità? Si devono utilizzare i Meridian Point, speciali punti abilità ottenibili solo imparando e potenziando le tecniche del ramo Cultivation.

Insomma, il sistema di combattimento di Wandering Sword non è proibitivo e si presta a diversi tipi di approccio, ma non deve essere assolutamente sottovalutato perchè è molto importante sapere quando usare le proprie tecniche perchè queste hanno un proprio periodo di cooldown che le rende inutilizzabili per qualche turno.

Inoltre è anche essenziale sapere dove posizionarsi per avere un ampio raggio d’azione e non essere mai colpiti alle spalle dal nemico. Serve quindi un pizzico di strategia per poter uscire vincitori dagli scontri più ostici e diventare così gli spadaccini più forti della Cina!

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Infine, non ne abbiamo ancora parlato approfonditamente ma nel nostro viaggio avremo modo di formare e controllare un intero party di guerrieri. Abbiamo già accennato a come il ruolo degli NPC non si esaurisca nel guidarci durante la narrazione tra una missione e l’altra, e voglio soffermarmi sulla grande utilità e versatilità che questi personaggi hanno in battaglia.

Alcuni NPC infatti si uniranno spontaneamente alla squadra, solitamente per brevi periodi e durante specifiche missioni della storia principale, per tutti gli altri invece starà a noi trovarli, reclutarli e potenziarli il più possibile in modo che ci supportino durante l’intera avventura.

Per permettere ciò è stato quindi introdotto un ulteriore sistema di gioco, quello dell’Affinity, ovvero il legame tra Yi e gli altri personaggi. C’è bisogno infatti di instaurare un forte legame con un NPC per far sì che possa unirsi al party e questo può essere ottenuto regalando al personaggio in questione oggetti di suo interesse.

Artisticamente sublime

Dopo aver esaminato a fondo la trama e la struttura di gioco di Wandering Sword, è il momento di spendere due parole sul lato tecnico del titolo. Non possiamo infatti esimerci dal fare un grande plauso all’ottimo utilizzo dell’Unreal Engine 4 da parte degli sviluppatori e di quello che sono stati in grado di creare a livello artistico.

Con un sapiente mix di pixel art e grafica 3D infatti, tanto i personaggi quanto soprattutto le ambientazioni risultano davvero suggestivi, con queste ultime animate in modo molto credibile, offrendo al contempo una buona diversità sia in termini di struttura, tra fortezze, caverne, montagne innevate e città arroccate, che di palette cromatica.

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Musicalmente parlando il gioco fa abbastanza bene il suo lavoro, con tracce quasi sempre azzeccate e riprodotte con i tipici strumenti tradizionali cinesi, che accompagnano in modo coerente la narrazione e ben si sposano con quello che avviene a schermo. L’unica pecca in questo senso è forse la non vastissima libreria a disposizione e la conseguente varietà dei temi.

Vi capiterà infatti più di una volta di ascoltare lo stesso motivetto o una sua variazione, sia a causa del backtracking che del riutilizzo di alcune tracce, anche se devo ammettere che quello degli scontri è sempre riuscito a darmi la carica anche dopo diverse ore di gioco.

Nulla da eccepire invece sul sound design, che riproduce in modo più che valido tanto gli effetti sonori di armi e tecniche speciali quanto quello dei rumori ambientali e dei diversi personaggi e creature che popolano il mondo di gioco.

Un RPG per tutti

Wandering Sword è un RPG moderno che guarda al passato. La sua modernità deriva principalmente dal fatto che non presenta combattimenti casuali e che di norma non richiede un grinding eccessivo, anche se alcuni punti dell’avventura sono dei veri e propri test al giocatore per capire se il suo livello sia effettivamente adatto a proseguire l’avventura.

In questi casi infatti se non avete una buona squadra e non vi siete mai fermati a fare qualche missione secondaria tra una principale e l’altra per potenziare il proprio personaggio, la situazione potrebbe risultare molto più ostica di quanto previsto inizialmente.

Una buona tattica infatti è quella di seguire un percorso misto che di tanto in tanto alterni alle missioni principali anche qualche secondaria, magari dando priorità a quelle più di spessore, in modo da arrivare preparati agli scontri più importanti.

La scelta di poter combattere a turni o in tempo reale poi dona al gameplay un feeling fresco e diverso in base alla tipologia di approccio, e non è raro che possiate decidere di usarli entrambi durante l’avventura. Ricordate però che potrete cambiare modalità di combattimento solo fuori dalla battaglia e mai durante uno scontro già iniziato.

Wandering Sword offre inoltre finali multipli che dipendono dalle scelte compiute dal giocatore durante l’avventura e questa caratteristica garantisce al titolo una rigiocabilità piuttosto alta, offrendo nuovi spunti di trama ed invogliando i giocatori più attenti alla lore a volerne sapere di più sul mondo di gioco e su come la storia dovrebbe concludersi.

Il gioco in ogni caso dispone di un discreto quantitativo di contenuti già durante la prima partita e, complice anche l’innalzamento del tasso di sfida nei punti cruciali della storia, vi serviranno un minimo di 30-35 ore per riuscire a portarlo a termine.

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Le note dolenti

Ovviamente Wandering Sword non è un prodotto perfetto e non è quindi esente da difetti. Le sbavature tecniche ci sono e a tratti risulta chiaro che si ha tra le mani la primissima opera di un nuovo studio di sviluppo, tanto nel bene quanto nel male.

Il gioco in ogni caso non presenta bug importanti e nel corso della mia partita non mi è mai capitato che si spegnesse improvvisamente durante una sessione ne di imbattermi in glitch che ne hanno causato dei crash o l’impossibilità di proseguire l’avventura. Il gioco risulta infatti sufficientemente pulito e rifinito.

I tutorial tuttavia non sono chiarissimi ed alcune meccaniche di gioco, come la possibilità di cambiare modalità di combattimento, vengono solamente accennate come consigli durante le poche schermate di caricamento, passando del tutto inosservate. Vi capiterà quindi di apprendere alcune caratteristiche del gioco solo attraverso la sperimentazione, nonostante comunque non sia mai niente che rischi di minare l’esperienza complessiva.

I menu inoltre non sono sempre ben leggibili e ogni tanto si crea un po’ di confusione a schermo, come ad esempio quando si spulcia l’inventario, che non dispone di filtri sufficienti ad organizzare in modo ottimale le risorse possedute dal giocatore, soprattutto verso le battute finali dell’avventura quando ci si ritrova ad averne davvero tante.

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Come nota negativa finale devo confermarvi che Wandering Sword non dispone purtroppo della traduzione in italiano, che è presente solamente in lingua inglese e in cinese tradizionale. Essendo una piccola produzione indipendente probabilmente c’era da aspettarselo, i piccoli sviluppatori dopotutto non dispongono quasi mai del budget necessario a tradurre i propri lavori in molte lingue.

La barriera linguistica tuttavia rimane tutt’oggi un muro piuttosto importante per i molti giocatori che non masticano benissimo l’inglese e per tutti quelli che semplicemente non hanno voglia di passare ore e ore a leggere un gran quantitativo di testi in una lingua straniera, soprattutto in opere di questo tipo che sono prive di doppiaggio.

Wandering Sword recensione | Conclusione

In uscita il 15 Settembre 2023 su PC, Wandering Sword (qui il link alla pagina Steam) è a conti fatti davvero un ottimo RPG in pixel art, un titolo in cui la somma dei suoi pregi supera di gran lunga quella dei suoi difetti e che rappresenta sicuramente un gran bel biglietto da visita per i ragazzi di Swordman Studio.

È certamente un prodotto di nicchia, pensato principalmente per gli amanti del genere e che a livello ludico non inventa nulla di nuovo, ma che fa bene quel che fa, immergendoci in una storia di vendetta e crescita personale credibile e sfaccettata.

Il fascino dell’antica Cina poi, con le sue tradizioni millenarie che ricordano molto da vicino quelle delle grandi opere Wuxia, rappresenta sicuramente un grande punto a favore della produzione. In conclusione quindi, se siete amanti degli RPG vecchia scuola e delle arti marziali questo titolo fa sicuramente al caso vostro.

Probabilmente non sarà il gioco rivelazione dell’anno, ma Wandering Sword ha qualcosa da dire, da raccontare, e a mio parere vanta il grande pregio di riuscire a farlo in modo più che efficace. Tanto mi basta per promuoverlo a pieni voti e attendere con un discreto interesse novità sui prossimi progetti da parte del team di sviluppo.

Se vi andasse di acquistare Wandering Sword ad un prezzo scontato, potete farlo seguendo questo link.

8.1
Un ottimo RPG in pixel art

Pro

  • Artisticamente molto ispirato
  • Il grande fascino dell'antica Cina e delle arti marziali
  • Ottima libertà nell'open world e buona varietà delle ambientazioni
  • I finali multipli garantiscono una buona rigiocabilità
  • Narrazione molto curata e personaggi ben caratterizzati

Contro

  • Il gameplay non inventa nulla di nuovo e in alcuni punti risulta un po' macchinoso
  • La colonna sonora forse meritava qualche traccia in più
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