Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded – Recensione

Recensito su PlayStation VR2

É una regola non scritta del mondo dell’intrattenimento…

…e forse della cultura in generale: ci sono molti modi di interpretare un genere. Snyder e il film “medio” MCU dimostrano come il genere supereroistico possa mostrarsi in esempi così diversi l’uno dall’altro, “Sound of Silence” dei Disturbed è molto più pesata sul piatto dell’esasperazione di chi si ritrova in mano un mondo rotto rispetto all’originale di Simon & Garfunkel che invece era più un messaggio che voleva richiamare all’attenzione verso un futuro al confine dell’inevitabile, e se ti parlo del genere zombie ti verrà sicuramente in mente almeno una manciata di film o giochi che affrontano l’argomento. Uno dei franchise che nel 2009 e nel 2019 è stato però più in grado di catturare l’attenzione del pubblico forse ormai stanco del solito post-apocalittico è sicuramente stato Zombieland, di Ruben Fleischer: l’umorismo sempre bilanciato nel tragicomico, la violenza quasi messa in secondo piano rispetto all’assurdità del mondo nel quale Tallahassee e 406 si ritrovavano, e in generale il tono scanzonato ma capace di sorprendere per la profondità emotiva di alcuni personaggi sono stati tutti elementi di un franchise del quale ho sempre apprezzato la relativa voce fuori dal coro.

Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded_recensione

Frutto di una curiosità dovuta

Adocchiato sin da subito fra i titoli di lancio di PlayStation VR2, Zombieland: Headshot Fever – Reloaded ha catturato velocemente la mia curiosità: scoperto solo a posteriori che era arrivato finalista ai VR Awards del 2021, la combinazione di sparatutto e un combat-system basato su combo stava involontariamente facendo appello ad una parte di me al quale un po’ mancano gli shooter da sala giochi. É con questa mentalità che ho approcciato il titolo di XR Games: aspettative alte, pronto a divertirmi come un dannato, e, spoiler… credo onestamente sia un system seller per PlayStation VR2.

La complessità del “poco”

In Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded la meccanica centrale è piuttosto semplice e immediata: sopravvivere al livello pieno di zombie usando un’arma principale (dai proiettili infiniti) e un’arma secondaria/speciale (più potente ma per questo con meno munizioni), cercando di completare alcuni obiettivi secondari e inseguendo la vetta di una leaderboard. Nulla da far gridare al miracolo, no? Quello che però secondo me poco si capisce del potenziale del VR e, in questo caso, di PlayStation VR2 è che il contesto virtuale è in grado di aggiungere uno spessore non indifferente a core-loop di gioco che altrimenti cadrebbero velocemente, agli occhi di guarda e gioca, nello stantio. In questo, infatti, visto da fuori, Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded è l’ennesimo sparatutto in prima persona, ma, come ogni Game Design che si rispetti, non è il verbo di gioco che ti si permette che conta, o la loro quantità, ma quanto profondo e su quanti “oggetti” puoi svolgere quel verbo. Il mantra del titolo è sicuramente stato “Fare poco ma farlo bene”, e in questo senso il gioco è un centro completo.

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L’eleganza dell’uccidere

Ti parlavo di combo, prima, e ti starai chiedendo come è possibile che sia stato messo un sistema di combo in uno sparattutto in prima persona. Beh, la risposta è talmente geniale da far sembrare stupid* a posteriore: i colpi alla testa. Riprendendo a piene mani una delle prime regole che il franchise stesso di Zombieland ci ha spiegato nei film, ognuno dei nostri nemici può essere abbattuto più rapidamente con almeno due colpi alla testa e farlo ci fornirà due opportunità contemporanee di gameplay, ossia un breve slowmotion, che non solo ci permetterà di mirare meglio alle teste degli altri non-morti ma ci darà un momento per riprendere il respiro, e farà partire una combo che manterremo attiva continuando a colpire al cranio gli altri affamati avventori del livello. É qualcosa di inerentemente semplice, da spiegare e controller alla mano, ma tra la durata piuttosto breve dei livelli (sotto i 2 minuti), il feel di gioco e questa dannatissima combo ti ritroverai a ripetere ogni livello almeno 5 volte per inseguire un tempo migliore, o il completamento di tutti gli obbiettivi bonus. Va fatto un plauso davvero enorme al team di XR Games per la pulizia di questo Game Design, per la sua eleganza semplice e per come tutto sia funzionale al divertimento di chi gioca.

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Homo mortuus

Ovviamente non esiste divertimento senza variabilità, e Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded non ci mette molto a introdurre nuovi e nuovi tipi di zombie, da quelli che ci correranno addosso ad alte velocità, a tank in grado di continuare indenni nella loro marcia dopo che gli avremo scaricato addosso un’intero caricatore, fino a particolare non-morti che agiranno da buff per quelli vicini, aumentandone velocità e danno. Il mix di questi lungo i livelli è praticamente perfetto, e la scelta di rendere fissa la disposizione di ognuno dei nemici non fa che aumentare il grado di perfezione che chi gioca percepisce di poter raggiungere, e verso il quale suda run dopo run. Se inizialmente basta qualche prova per una “perfect run”, i livelli più in là (sono 12 più 12 versioni alternative di essi) ti richiederanno ben più che sangue freddo per arrivare anche solo a completare il livello.

Analogico e digitale in perfetta sincronia

Ad aggiungere pepe al tutto c’è la meccanica di ricarica, poiché sia la nostra arma principale (solitamente qualche forma di pistola o simili) che la nostra secondaria (fucili a pompa, mitragliatrici leggere, etc) necessitano di essere ricaricate, e lo faremo “manualmente” grazie ad un utilizzo geniale dell’analogico destro come sgancio del caricatore dell’arma, per poi portare controller e arma virtuale verso il nostro bacino e il nuovo caricatore. Gestire bene i momenti di ricarica è un altro elemento chiave nell’approccio da perfezionista che Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded ti spinge ad avere, e il senso di urgenza e dinamicità che crea nelle situazioni più concitate trova davvero difficilmente eguali nella mia memoria di giochi recenti. 

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Un gameplay di varietà?

Musica e sound design sono altri proiettili nella già ben rifornita cartuccia di questo titolo VR, strumenti perfettamente coordinati con il resto dell’orchestrale esperienza di gioco e che ne potenziano ed esaltano il risultato. A livello tecnico non ho nulla da riferirti, se non una piccola propensione a caricamenti a schermata nera che a volte (solo a volte) interrompono il flow di gioco fra l’hub di gioco principale e l’effettiva missione. Sempre all’interno dell’hub puoi accedere al potenziamento delle armi e alla selezione di quali perk portare con te alla prossima run (Doppia pistola? Un casco per proteggerci dalla perfetta mira degli zombie tiratori? Doppio potere d’attacco all’ultimo proiettile del caricatore?); a questi si aggiunge un utile poligono di tiro che, oltre a permetterti di allenarti, ti fornirà preziosa carta igienica da scambiare con potenziamenti per le armi. Sì, la moneta di gioco in Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded è la carta igienica, ma d’altronde cosa ti aspetti serva di più in un mondo post-apocalittico? I soldi o la carta igienica? Il poligono di tiro offre diversi tipi di sfide, tutte molto divertenti; i potenziamenti alle armi, dall’altro lato, non sembrano essere resi perfettamente evidenti a livello di gameplay, e solo poche volte ho sensibilmente notato la differenza fra, ad esempio, una pistola di livello 1 e una di livello 3.

Curve d’apprendimento perfette

Un ultimo appunto lo voglio fare sulla difficoltà: Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded ha una scala di aumento della difficoltà che è perfetta, e ogni livello è calibrato in modo tale da essere ottimamente propedeutico a quello successivo. L’ultimo livello in assoluto è particolarmente difficile ma, anche in questo caso, sei perfettamente pront*: insomma, sì difficile ma non ingiusto.

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Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded è un titolo davvero a pochi passi dalla perfezione, un must-have per qualsiasi posseditrice o possessore di PlayStation VR2. Il tono action-comico è straordinariamente adatto ad un videogioco e il perfetto connubio per un visore, quello di Sony, finalmente comodo e immediato da usare. Concatenare un colpo alla testa dietro l’altro dà una soddisfazione senza eguali e il fattore rigiocabilità del titolo di XR Games è parte del DNA di una delle esperienze più divertenti dell’ultimo decennio. Non posso che essere curioso di ogni futuro sviluppo per un team che si unisce a testa alta al piccolissimo gruppo di sviluppatori e sviluppatrici che sono stati in grado di prendere un titolo su licenza per creare un gioco che, nei confini di quanto dettato dall’IP, diverte e funziona quanto i tripla A che popolano le nostre console. Avete la mia curiosità e tutta la mia attenzione.

Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded RECENSIONE - Un vero system seller per PSVR2

Zombieland VR: Headshot Fever Reloaded è un titolo davvero a pochi passi dalla perfezione, un must-have per qualsiasi posseditrice o possessore di PlayStation VR2.

9.5
Il titolo da comprare se avete un PlayStation VR2

Pro

  • Gameplay semplice, efficace ed immediato
  • Il sistema di combo è narrativamente coerente con i film
  • Il modo in cui il team ha reso la manualità dell'usare un arma nei controller PSVR 2 è geniale
  • La varietà di nemici è ben calibrata e la curva di difficoltà talmente dolce da quasi non essere percepibile

Contro

  • Qualche caricamento a schermata nera di troppo
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