Samurai Shodown – Recensione

Recensito su PlayStation 4

SNK affila le lame.

Stiamo vivendo una seconda età dell’oro dei titoli di combattimento: dopo più d’un decennio di moderato silenzio sulla scena occidentale, i picchiaduro stanno tornando ad animare i nostri Arcade Stick, sgomitando tra loro per aggiudicarsi il podio del miglior titolo della generazione. Ne abbiamo davvero viste delle belle, a partire dai Sayan di Arc System Works, passando per la rivoluzione della gestione risorse escogitata dal team di Ed Boon in Mortal Kombat 11, per finire col ritorno ai ritmi frenetici dei vecchi fasti della saga in Super Smash Bros. Ultimate.

La SNK Corporation, un tempo regina del genere, pioniera delle tecniche di combattimento digitali, dopo aver osservato i suoi competitor inondare di tecniche mortali combattute a suon di round i nostri schermi, ha deciso di affrontare ancora una volta le luci della ribalta e riportare in auge una delle sue vecchie glorie: Samurai Shodown. Se il ricordo di Samurai Shodown: Edge of Destiny vi fa storcere il naso, potete tirare un sospiro di sollievo: siamo lontani dai goffi tentativi di rinnovare il brand che tutti ricordiamo con orrore. Stavolta SNK fa sul serio.

Il suono della memoria

La squisita Pixel Art caratteristica delle incarnazioni appartenenti al secolo scorso ha ceduto il passo ad un più moderno Cel Shading, che forte di un utilizzo più che valido di Unreal Engine 4 è in grado di donare un colpo d’occhio decisamente piacevole ai combattimenti 2D che andremo ad analizzare. La maggior parte dei suoni, contrariamente all’aspetto grafico, sono rimasti simili o addirittura invariati rispetto ai primi capitoli della saga, basta ascoltare l’annunciatore decretare l’inizio del round 1 con un sonoro “Ipponme!” per finire preda di un potente effetto nostalgia.

Samurai Shodown - Recensione

Una volta riconosciuto e approvato l’inconfondibile carisma del titolo, che si rinnova senza rinnegarsi, non possiamo esimerci dal celebrare l’unicità di Samurai Shodown. Dimenticate le interminabili stringhe di Dragon Ball FighterZ o le spettacolari Combo di Scorpion, in grado di palleggiare l’avversario tra calci e colpi di arpione. In Shodown non si concateneranno più di un paio di colpi, con attacchi singoli in grado di togliere enormi porzioni della barra della vita tramite la singola pressione di un tasto.

La via del Bushido

Stiamo assistendo ad un duello all’arma bianca tra formidabili combattenti, in grado di sopraffare il nemico con una manciata di colpi ben assestati. Il ritmo dello scontro è ragionato, cadenzato, ogni errore letale. Per infliggere danni ai nostri avversari avremo accesso ai classici colpi “debole, medio, forte” accompagnati dall’immancabile calcio. La maggior parte degli attacchi forti è in grado di coprire enormi pozioni di schermo con risultati devastanti sulla barra vitale, tuttavia questi attacchi sono davvero molto lenti, prevedibili e naturalmente punibili.

Samurai Shodown - Recensione

Sebbene l’offensiva appaia soverchiante, le opzioni difensive non sono da meno: interviene la parata a impatto, in grado di ribaltare il momentum dell’incontro, caratterizzata da una finestra d’inserimento piuttosto permissiva. Durante lo svolgersi degli incontri, vedremo i nostri combattenti esibirsi molte volte in parate perfette, soprattutto contro attacchi potenti lanciati a cuor leggero. Alle opzioni difensive si aggiunge la schivata sul posto, ottimo tool in grado di sorprendere l’avversario e regalare all’esecutore un generoso contrattacco. La tecnica più spettacolare da esibire durante un incontro è il disarmo: un particolare contrattacco in grado di far volare via l’arma dalle mani dell’avversario, che fino a quando non riuscirà a raccoglierla sarà costretto a combattere a mani nude.

Gestione risorse

Ogni personaggio ha naturalmente accesso a delle mosse speciali che ne caratterizzano il kit, generalmente disponibili nelle tre varianti “leggero, medio, forte”. L’input di queste mosse è quanto di più classico il genere conosca, a partire dal celeberrimo: giù, avanti, pugno. La risorsa comune a tutti i personaggi, caratterizzante di questa incarnazione di Samurai Shodown è la Furia: subendo e infliggendo colpi all’avversario, accumuleremo del prezioso meter, e una volta riempita la barra relativa, potremo scatenare la nostra furia per entrare un uno stato temporaneo in grado di migliorare le nostre capacità e scatenare dei letali attacchi finali. È perfino disponibile un colpo finale utilizzabile normalmente durante lo scontro, in grado di ridurre in un sol colpo la quasi totale vitalità dell’avversario.

Samurai Shodown - Recensione

Queste incredibili tecniche mortali e la barra della furia sono tuttavia accessibili una volta sola a partita, non a round. Sulla scia di quanto introdotto in Mortal Kombat 11 i ragazzi di SNK hanno deciso di implementare questo particolare aspetto della gestione risorse vista nel titolo Nether Realm, potenziando a dismisura l’efficacia delle mosse, ma rendendone vitale il dosaggio. Sicuramente questa è una meccanica che ci interessa e che approviamo, ma avremmo preferito un pizzico di personalizzazione in più da parte del team di sviluppo, in quanto si percepisce la necessità a monte di adottare una formula moderna da accompagnare alla propria interpretazione del genere.

Modalità di combattimento

Il vero tasto dolente della produzione è incarnato dalla scarsità di contenuti proposti dall’offerta, che sembra essere quasi esclusivamente orientata allo scontro multigiocatore e all’esport. La modalità storia è una mera sequenza di incontri contornata da Cutscene tanto brevi quanto modeste, più simile a una modalità Arcade e lontana anni luce dall’esperienza quasi cinematografica proposta da Mortal Kombat 11 o dalla proposta narrativa di FighterZ.

Samurai Shodown - Recensione

Se la storia ci lascia perplessi, l’offerta offline propone poco altro: una time attack e un survival decisamente trascurabili, accompagnate da una sorta di multigiocatore asincrono in cui allenare la proria IA e combattere contro i bot degli altri giocatori che ricorda alla lontana la modalità Amiibo di Smash Bros. Perfino le modalità online sono piuttosto scarne, con la possibilità di ospitare stanze amichevoli o di disputare match classificati. Siamo lontani dalla maturità dell’offerta di Mortal Kombat 11, che con la sua Kombat League in questi giorni sta facendo parlare si sé.

Samurai Shodown - Recensione

 

Samurai Shodown è un titolo che gioca di fondamentali, dove bisogna dimostrare di avere nervi saldi, saper attendere l’errore dell’avversario e prevederne le mosse, un picchiaduro dove una singola imprecisione può risultare fatale. La letalità della danza delle lame è realistica e coinvolgente, in un titolo di combattimento che vuole inscenare uno scontro di menti, più che di meccaniche. Queste caratteristiche, forti della mancanza di contenuti dedicati al single player, non rendono Samurai Shodown un titolo adatto a tutti, ma lo destinano esclusivamente agli appassionati del genere che intendono di proposito vivere quest’esperienza, a proprio agio con un titolo pensato per un multigiocatore competitivo e spietato, che poco si presta a pomeriggi spensierati sul divano in compagnia di amici. Noi, dal canto nostro, ci siamo divertiti “da morire”.

8.3

Pro

  • Combattimenti unici e letali
  • Cast memorabile

Contro

  • Desolante scarsità di contenuti
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