Sega Mega Drive Classic Collection – Volume 2 – Recensione Sega Mega Drive Classic Collection – Volume 2

Ritorno al… passato?

Il vero e proprio culmine della "Console War" è rappresentato senza ombra di dubbio dalla generazione dei 16 Bit; il Sega Mega Drive e il Super Nintendo hanno scritto in maniera indelebile nelle pagine delle memorie d’infanzia e di giovinezza di molti odierni videogiocatori, ma tutto questo non toglie che alcuni dei titoli presentati all’epoca non siano godibili anche adesso che ci troviamo in un mondo dominato dalle console di nuova generazione, con grafiche fotorealistiche, sistemi per l’audio d’ambiente, controlli superinterattivi e chi più ne ha più ne metta; chi meglio di SEGA è capace di riportare alla luce ancora una volta un po’ di pagine di storia? Vediamo insieme che cosa hanno messo insieme in questo Sega Mega Drive Classic Collection Volume 2 (accidenti che nome lungo).

12 in un colpo

Non molto tempo fa venne pubblicata la prima di queste serie di collection per PC; Sega Mega Drive Classic Collection Volume 1, comprendeva ben 10 titoli della famosa software house nipponica, quali: Sonic, Comix Zone, Altered Beast e Space Harrier II. Purtroppo però includere in 10 soli giochi la creme de la creme del Mega Drive è cosa piuttosto ardua. In questa seconda veste, ci ritroviamo per le mani ben altri 12 pezzi da 90 (più o meno), giusto per andare a rimpinguare un po’ l’archivio retrò di SEGA, ma procediamo per gradi ed analizziamoli bene uno per uno.

Si parte con Ecco Jr, sequel di Ecco and the tides of time (o Ecco the Dolphin II per alcuni); si tratta di un gioco di avventura in cui ci troveremo alla guida di un piccolo delfino e di alcuni suoi amici marini all’interno di un oceano sconfinato, dal design e dalle caratteristiche grafiche davvero notevoli per l’epoca.

Fatal Labyrinth è il secondo titolo in ordine di selezione, anch’esso un gioco di avventura; si tratta di uno dei classici più vecchi per questa console. Uscito nel 1991, narra le vicende di Trykaar, un giovane guerriero scelto dal suo villaggio per  recuperare il sacro calice dagli artigli del demone e salvare così la sua terra dalla distruzione.

Dall’avventura si passa ai platform con Alex Kidd in: The Enchanted Castle: la piccola scimmietta che una volta era la mascotte di casa SEGA (rimpiazzata poi da Sonic), nella sua unica apparizione su console 16 bit. Questo è probabilmente uno dei migliori pezzi mai apparsi sul Mega Drive, difficile, lungo ma soprattutto divertente.

Non poteva certo mancare anche un gioco "particolare": Bonanza Bros. È un titolo in cui gestiremo due bizzarri ladri alle prese con la loro scalata al successo. E’ piuttosto difficile classificarlo sotto un determinato genere, in quanto utilizza delle meccaniche di gioco molto singolari, ma il divertimento e le risate non mancheranno di certo, soprattutto se giocato in coppia.

Super Thunder Blade è uno di quei vecchi esperimenti per emulare le 3 dimensioni. Si tratta di uno sparatutto in terza persona (o almeno ne ha tutto l’aspetto) in cui saremo alla guida di un’ elicottero armato fino ai denti. Piacerà a parecchi, soprattutto per la sua incredibile somiglianza con Afterburner e Space Harrier.

Continuando a parlare di giochi retrò davvero seri, non si può non menzionare E-Swat, uno dei giochi d’azione che probabilmente ha messo le basi per molti titoli odierni. Si tratta di un misto tra azione e platform davvero ben riuscito, in cui ci troveremo catapultati nel futuro nei panni di un agente delle forze speciali equipaggiato di una tuta altamente tecnologica, alle prese con l’organizzazione criminale E.Y.E.

Ancora un po’ di platform avventurosi con Kid Chameleon, un titolo rilasciato nel 1992 che ha carisma ed originalità da vendere. Sono presenti ben 100 livelli di gioco, alcuni lunghissimi ed altri brevissimi, ma tutti farciti di percorsi nascosti, nemici e trappole; una vera sfida anche per i giocatori più esperti.

Ristar è una pietra miliare per i collezionisti, un gioco piuttosto raro da trovare (in versione cartuccia d’epoca ovviamente) che non manca mai di alimentare le battaglie all’ultimo secondo su ebay. Bando alle ciance, si tratta di un vero e proprio capolavoro del genere platform, soprattutto per quanto riguarda il comparto tecnico.

In mezzo a tanti platform e avventure, un classico come Golden Axe II non poteva certo mancare. La maggior parte dei giocatori lo ricorderà sicuramente meglio per la sua versione coin-op, ma averlo tra le mani e poterci giocare senza necessariamente infilare monetine in un cabinato, dà sicuramente una certa soddisfazione. Per chi non lo conoscesse, questo è il progenitore degli odierni Hack’n Slash.

Si torna a parlare di sparatutto con Galaxy Force II, anch’esso un tentativo di emulare il 3D. Si potrebbe benissimo paragonare ad uno Starwing di stampo SEGA, seppur non sia propriamente all’altezza del paragone. Probabilmente avrebbero anche potuto ometterlo dalla lista dei classici.

Per aggiungere un bel po’ di condimento all’insalata, un puzzle game come Columns è certamente un tocco di classe non indifferente; l’unica cosa strana è il fatto che non l’abbiano incluso nella prima collection, chissà come mai.

Il “dulcis in fundo” è rappresentato niente meno che da Sonic 2, a parere di molti il miglior capitolo della saga, soprattutto per la possibilità di giocare in due. Grafica da urlo (per l’epoca) e gameplay da infarto: probabilmente il pezzo migliore di tutta la lista.

Requisiti irrisori

Al giorno d’oggi è praticamente impossibile trovare un PC che non riesca a far girare giochi con questi requisiti tecnici, eppure un problema sussiste: essendo titoli di una console ormai in pensione, giocarli con mouse e tastiera risulta piuttosto ostico per chiunque, soprattutto per quanto riguarda pezzi come Sonic 2 o altri più difficili come Kid Chameleon. E’ quindi necessario usufruire di un joypad con almeno 3 tasti per potersi godere a pieno il tutto, altrimenti si rischia di abbandonarlo su uno scaffale ancora prima di aver terminato anche solo uno dei giochi.
Per il resto si può dire che il lavoro di SEGA sia molto buono; all’interno del disco sono presenti perfino i manuali di ogni titolo, ed il sistema gestionale delle rom risulta semplice ed intuitivo, in più, come se non bastasse, è possibile anche utilizzare diversi filtri grafici per aumentare le prestazioni visive ed auditive del tutto, cosa che ovviamente all’epoca non era possibile fare con un normale Mega Drive.

 
Il retrò piace a tutti ?

Che dire? Una bella carrellata di titoli storici è sicuramente appagante e divertente da giocare, soprattutto per chi si divertiva con questi titoli già negli anni ’90; ma la nostalgia ed il divertimento possono non colpire un pubblico più giovane, soprattutto quella schiera dei “nati con la PlayStation”, che potrebbe snobbare una collection simile, seppur ben fatta.

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