Shallow Space – Anteprima

Gli amanti dei viaggi interstellari e dello spazio più profondo non possono di certo lamentarsi in questo periodo. Un po’ ovunque e un po’ in tutte le salse, stiamo infatti assistendo alla nascita di nuovi progetti videoludici ambientati fra le stelle. Come spesso accade, Steam risulta essere il contenitore più capiente anche per questo genere di giochi, specie dopo il ritorno in versione rimasterizzata di Homeworld. A questa lunga lista, a partire dallo scorso 21 ottobre potete aggiungere anche Shallow Space, un RTS che, almeno all’apparenza, ha molto in comune con la pietra miliare dei videogiochi riportata alla luce recentemente da Gearbox Software.

Nell’accumunare i due titoli siamo stati volutamente vaghi poiché, allo stato attuale, Shallow Space, sviluppato dal piccolo team indipendente Special Circumstances, è disponibile esclusivamente come accesso anticipato e, con molte probabilità, ci rimarrà ancora per parecchi mesi, dato che la build che abbiamo provato è solo una versione alpha ed i contenuti si potevano contare sulle dita di una mano. Anzi, per essere più precisi, sarebbe bastato anche solo un singolo dito.

Si tratta di una alpha e si sente

Come abbiamo detto in apertura, Shallow Space è a tutti gli effetti un RTS sci-fi ambientato fra galassie, costellazioni e nebulose, dove gli unici attori presenti sul palcoscenico sono solo le vostreastronavi e quelle nemiche. In questo momento, comprando Shallow Space su Steam ad un prezzo di17,99€, l’unica modalità di gioco in cui potrete cimentarvi sono le classiche schermaglie contro l’IA, mentre sia la campagna e soprattutto le sfide competitive online sono ancora inaccessibili. Prima di cimentarci nelle battaglie galattiche, da buoni giocatori PC, siamo andati a vedere le impostazioni grafiche disponibili, ovviamente per pomparle al massimo. Con un po’ di pregiudizio, ci aspettavamo il tanto classico quanto vago “qualità generale”, soprattutto per via degli 800 Mb scarsi necessari per installare il gioco, ed invece le opzioni grafiche spaziano dalle texture alle ombre, passando per il v-sync e l’anti-aliasing.

Dopo aver dato una ritoccatina alle opzioni, non ci restava altro che provare la modalità schermaglia, anche perché le alternative non è che poi fossero molte. Entrati in questa modalità, ci sono stati presentati quattro scenari, ognuno dei quali rappresentato da un diverso diverso pianeta. In ogni “mappa” sono poi disponibili due missioni, naturalmente una più semplice ed una più complicata, in apparenza anche divergenti per obiettivi. Facendo due rapidi calcoli ci siamo detti: “Beh, 2 missioni per 5 scenari sono già una buona dose di contenuti per una alpha”. In realtà, siamo tornati con i piedi per terra non appena ci siamo accorti che le missioni sono identiche per ogni ambientazione. Inoltre, dopo aver portato a termine entrambe le sfide, possiamo dire che, escludendo solo il livello di difficoltà e la presenza di una maggiore quantità di forze nemiche, anche queste ultime sono pressoché identiche fra loro e si portano a termine compiendo le stesse azioni.


Pimp my spaceship

 Nonostante il gioco sia ancora in alpha, Special Circumstances si è impegnata per dare una grande libertà al giocatore nella costruzione della propria flotta spaziale. Prima di accendere i motori e vagare in mezzo agli asteroidi ed alle nebulose, è necessario infatti scegliere le varie tipologie di astronavi, andando a selezionare sia i capitani, sia le singole navicelle, le quali sono si presentano in tre formati diversi: XL, L ed M. Naturalmente ad ogni taglia è collegato un costo diverso ed è dunque necessario bilanciare in modo adeguato la propria flottiglia, stando attenti al budget disponibile. La vera sorpresa positiva è però la presenza di una fase di vero e proprio editing, dove è ci è stata data la possibilità di personalizzare le nostre astronavi, non solo dal punto di vista estetico, ma anche dotandole di nuovi cannoni o scudi difensivi. Attualmente nell’editor non è previsto un sistema di crediti e, mettendo e togliendo innesti vari dalle navicelle, si deve tenere in conto solo una poco chiara barra dell’energia. Una volta inserito un sistema di missioni, ci aspettiamo dunque che, avanzando nel gioco, sarà possibile accumulare nuove risorse da spendere in questo hangar. Infine,Special Circumstances ha saggiamente dato al giocatore la possibilità di salvare le proprie creazioni, evitando così di dover ripartire da capo nella personalizzazione della flotta.

Ad oggi, pur riconoscendo in questa introduzione un’ottima trovata, dobbiamo comunque dire che il “tuningsi limita ancora a pochi elementi, quindi dovremo aspettare una versione più avanzata del gioco per sbilanciarci maggiormente.


In fondo al ciel…

Terminati i preparativi, ci siamo immersi nell’azione vera e propria e la prima cosa che abbiamo notato, oltre all’evidente somiglianza estetica con Homeworld, è stato il sistema di comandi. Dovendo gestire una quantità piuttosto elevata di unità, la micro-gestione di ognuna di esse sarebbe stata una meccanica davvero fastidiosa e, giustamente, Special Circumstances ha preferito concedere la possibilità di comandare dei piccoli raggruppamenti di astronavi e navicelle. Nonostante questa brillante idea, un’interfaccia ancora poco chiara, la gestione di un ambiente realizzato su tre dimensioni e una telecamera non facilissima da gestire, sono la causa di rotte errate e ci hanno portato non poche volte a perdere in giro fra le stelle dei pezzi della flotta. Per questo motivo, un po’ a discapito della spettacolarità, la soluzione più comodaper non perdersi fra le stelle è stata quella di tenere la telecamera in una posizione che possa simulare una visuale isometrica dall’alto. Per fortuna, già in questa alpha è possibile fare apparire su schermo sia la griglia della “mappa” sia le sfere di azioni delle navicelle, strumenti decisamente utili per navigare in sicurezza nello spazio.

Le uniche due missioni che abbiamo potuto testare – in realtà come accennato identiche fra loro – ci richiedevano di sondare alcune aree caraterrizate da alcune cinture di asterodi o piccole nebulose. Soprattutto nelle fasi di spostamento, per raggiungere queste zone di interesse, abbiamo notato forse un’eccessiva lentezza nel ritmo, che forse può dare l’idea di un movimento nello spazio sconfinato, ma che cozza brutalmente con le abitudini dei giocatori moderni. In ogni caso, una volta arrivati in prossimità degli obiettivi, si veniva agganciati dalle unità nemiche e, per favorire un approccio più tattico e studiato, Special Circumstances ha inserito una comoda pausa tattica, durante la quale abbiamo potuto dare con calma gli ordini alle nostre navi su chi fare fuoco. In realtà, una volta avviata la battaglia, non ci è sembrato ci fosse molto da fare e spesso abbiamo semplicemente assistito agli scontri come se fossimo solo degli spettatori, attendendo che le nostre forze sul campo avessero la meglio. A conti fatti, non possiamo di certo lamentarci dello spettacolo, dato l’abbondante uso di effetti particellari e lens flare.

Infine, il fatto che Shallow Space sia ancora in alpha lo denota anche l’impossibilità di salvare o caricare una schermaglia lasciata a metà, ma Special Circumstances pare avere le idee ben chiare sul suo prodotto, e sul sito del gioco sono presenti molte informazioni riguardanti i traguardi raggiunti e tutte le future introduzioni che verranno apportate a Shallow Space.

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