Summer Game Fest, secondo Salvatore Cardone

Summer Games Fest

Il Summer Game Fest di quest’anno, a essere estremamente sincero, mi ha fatto dimenticare quanto mi manca l’E3. Da appassionato di vecchia data e da, ormai, addetto ai lavori da un bel po’ di tempo, non posso negare quanto mi senta in qualche modo orfano della gigantesca kermesse, ma quest’anno, finalmente, sento che qualcosa è cambiato.

Non è cambiato, di certo, il look sempre super figo e sopra le righe di Geoff, chiariamolo subito, ma a mutare, in qualche modo, è stata la concezione stessa della fiera o, per meglio dire, delle fiere estive che hanno un po’ rimpiazzato quella che era il glorioso Electronic Entertainment Expo.

Lo voglio dire senza girarci troppo intorno: che hype! Era da tanto che non mi sentivo così euforico e speranzoso guardando al futuro prossimo (e non solo) del medium videoludico, ed è proprio merito di quanto ho visto durante questi giorni, raggruppati come al solito in un weekend super turbolento e faticoso per noi addetti ai lavori, ma allo stesso modo entusiasmante per gli appassionati e per il mio lato da giocatore.

Ho visto tante cose belle, ho iniziato già a fare i cerchietto rossi sul calendario aspettando i vari Starfield, Lies of P, Forza Motorsport o la grande batteria di JRPG targati Atlus annunciati da Microsoft, per non parlare della grande voglia di poter provare con mano prodotti meno “pompati” dalla critica ma che sembrano ugualmente super interessanti e promettenti.

Al contempo, però, ho visto anche alcune cose veramente brutte o, per meglio dire, alcune situazioni non mi hanno dato quella stessa sensazione di ottimismo che ho respirato in altri momenti. Siete curiosi di scoprire di cosa parlo? Ebbene, non vi resta che continuare la lettura di queste quattro parole dedicate alla kermesse appena conclusasi.

Summer Game Fest: quello che mi piace

Non voglio fare troppi giri di parole, né ho intenzione di girare intorno al gigantesco elefante nella stanza, di cui voglio subito occuparmi.

Partiamo, dunque, da Microsoft (e da Bethesda, ovviamente): che conferenza ha fatto l’azienda californiana? Ammettiamolo, facciamoci un esame di coscienza; in quanti avrebbero immaginato una conferenza così feroce e vorace da parte di Phil e della sua squadra? Non molti, immagino, e per quanto già vedo molte persone rivendicare il concetto di “eh ma, Microsoft è costretta a rincorrere” credo che fosse veramente complicato riuscire a prevedere tutto questo.

Microsoft ha tirato fuori per il suo Summer Game Fest (seppur con un evento a sé) non un coniglio bianco dal cilindro, bensì un Bugs Bunny in modalità Berserk che ha spazzato via critica specializzata, addetti ai lavori e appassionati, con una quantità e una qualità di annunci che hanno reso il futuro prossimo dell’azienda a dir poco roseo.

Certo, è evidente che tutti gli occhi sono subito stati puntati su Bethesda e sul suo titanico Starflied, bello come Captain America e forte come Thor, ma soprattutto gigantesco come Hulk, ma è tutta l’intelaiatura di Microsoft e dei suoi studi di produzione più illustri e dimostrare e testimoniare il grande cambio di rotta che l’azienda sembra aver definitivamente intrapreso.

Summer Game Fest

Di motivi per gioire, d’altronde, ne abbiamo veramente tanti e io, in particolare, sono rimasto letteralmente folgorato, per fare qualche esempio, da Metaphor: Re Fantazio. Il nuovo JRPG targato Atlus sembra veramente super figo, tanto sul piano estetico e del setting quanto su quello ludico, così come l’idea di poter – finalmente – recuperare quel capolavoro di Persona 3, in versione Reloaded, mi sta letteralmente facendo impazzire, videoludicamente parlando.

Di esempi, però, ne possiamo veramente tanti. Da appassionato di RPG di stampo occidentale, anche Avowed ha già solleticato non poco la mia fantasia. Il gioco si preannuncia un po’ come una via di mezzo tra il più recente di The Outer Worlds e un fantasy più puro in stile The Elder Scrolls, e mi ha veramente fatto un’ottima impressione.

Insomma: senza troppi dubbi, credo che la medaglia d’oro di questo Summer Game Fest vada data a Microsoft senza troppi indugi, anche considerando un fattore che ormai si da quasi sempre per scontato ma che, in realtà, non dovrebbe essere così. Tutto questo ben di Dio, infatti, arriverà come sempre dal day one sul Game Pass e scusatemi se è poco.

Summer Game Fest: quello che non mi piace

Non voglio essere cattivo, né ho qualche tipo di interesse in merito, ma devo ammettere che lo spettacolo offerto da due aziende come Capcom e Ubisoft durante questo Summer Game Fest mi ha parecchio deluso.

E, se vogliamo ammettere che alla fine quel o che Ubisoft ha mostrato non è manco poi così malaccio, non posso invece chiudere un occhio su quanto fatto vedere (o meglio NON fatto vedere) da Capcom, anche considerando il forte periodo di splendore che la compagnia sta vivendo negli ultimi anni.

Tra rinvii, poche nuove IP interessanti all’orizzonte, un silenzio sempre più assordante sul futuro di Resident Evil dopo l’ottimo Village e l’assenza di Monster Hunter, le uniche gioie che hanno accompagnato la kermesse della compagnia nipponica sono quelle portate in dote da quel gran pezzo di fregno che sembra essere Dragon’s Dogma 2.

Ecco, quella si che è una killer app in grado di salvare un evento quasi fallimentare, ma penso che, comunque, alla fine della giostra sia troppo poco per promuovere Capcom, al netto delle grandi cose che sta facendo vedere ultimamente.

Discorso fondamentale diverso, ma in qualche modo legato, per Ubisoft. Nell’azienda canadese, fatemi dire senza peli sulla lingua, ci vedo sempre più una voglia patologica di rimanere ancorati al passato e di adagiarsi sugli allori. Ubisoft non vuole più sorprendere, non ne sembra più in grado, e sicuramente Avatar: Frotniers of Pandora ne è l’emblema.

Ho visto nel titolo, attesissimo da molti, una grandissima mancanza di idee e, peggio ancora, pochissima voglia di osare e di andare a botta sicura, rimanendo, come sempre, ancorati a una comfort zone diventata sempre più scomoda.

Summer game fest

Anche Assassin’s Creed Mirage, per quanto molto figo, mi ha dato l’idea di essere un qualcosa di effimero, sfuggente. Ho ascoltato le parole di un noto content creator al riguardo, e mi ha aperto gli occhi in tal senso, facendomi comprendere quanto i miei timori fossero un po’ in qualche modo fondati.

Per intenderci, questo “ritorno alle origini”, per quanto figo, sembra essere fin troppo in contrasto per i nuovi standard della serie per rappresentare un qualcosa su cui fare affidamento, ma piuttosto un piccolo “regalo” fatto da Ubisoft, prima di un taglio potenzialmente difficile e drastico con le origini della serie.

È difficile per me parlare “male” di Ubisoft, ma penso che, senza molti dubbi, insieme a Capcom e forse anche di più, contando anche le gesta recenti dell’azienda, sia la candidata più forte per aggiudicarsi la terribile maglia nera del tour dei videogiochi della Summer Game Fest e di questa estate spaventosamente fredda nel clima ma potenzialmente rovente per i videogiocatori.

La sorpresa: Kunitsu-Gami: Path of the Goddes

Prima vi parlavo male di Capcom, ma in realtà qualcosa di buono (oltre a Dragon’s Dogma) l’azienda nipponica l’ha mostrato. Sto parlando di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, un titolo action puro che sembra volersi rifare con forza a pilastri del genere come Onimusha e Ninja Gaiden, con una veste estetica ambiziosa e squisitamente ammiccante.

Il titolo sembra infatti attingere a piene mani dal folklore giapponese sul piano delle ambientazioni e soprattutto dell’iconografia generale che ruota intorno a esso, e anche sul piano tecnico, grazie all’ottimo RE Engine, sembra avere un’aria potenzialmente molto ben curata e affascinante.

Al momento, purtroppo, del gioco conosciamo molto poco, ma da grande appassionato sia del genere sia dell’immaginario “occulto” nipponico in generale, questo nuovo progetto di Capcom mi ha dato delle ottime sensazioni, e sono proprio curioso di scoprire, nei prossimi mesi, come il tutto andrà a svilupparsi. E poi, tornando al discorso Microsoft, il titolo sarà incluso dal day one nel Game Pass. Cosa volere di più dalla vita?

Summer Game Fest


Il messaggio più importante  che passa in questo periodo, con o senza E3, è che il mondo dei videogiochi è più vivo che mai. Grazie anche al Summer Game Fest mi sono fatto e ci siamo fatti un’idea su quello che ci aspetta nel breve (e non solo) futuro e sono assolutamente convinto che possiamo ritenerci tutti quanti soddisfatti.

Certo, qualcuno ha fatto meglio, qualcuno ha fatto peggio, ma la morale della favola è molto semplice: anche nel 2023, al netto di tutti i problemi della vita reale, della guerra, della crisi economica e via dicendo, giocare è meraviglioso e spero che lo sarà per sempre. 

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