Intervista alla Chocobo Band

Dalle origini, al tour italiano con Nobuo Uematsu. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band modenese

Chocobo Band logo

Uniti da una profonda passione per Final Fantasy e le sonorità metal, la Chocobo Band ha saputo trasformare le iconiche melodie della celebre saga in un repertorio originale di cover e riarrangiamenti.

Dopo tanti anni di attività, a marzo hanno avuto l’onore non solo di incontrare personalmente Nobuo Uematsu, ma di accompagnarlo lungo l’Italia esibendosi come apertura per i quattro concerti che il Maestro ha tenuto insieme al suo gruppo: i conTIKI.

Con tanta curiosità, abbiamo avuto il piacere di incontrarli e scambiare con loro alcune parole.

Chocobo Band

Chocobo Band | Le origini

Come nasce Chocobo Band?

L’evento che portò alla nascita della band fu il primo concerto di Nobuo Uematsu in Italia nel 2007, al quale parteciparono tre di noi: Mike (chitarra/voci), Gafo (basso) e Rick (tastiere).

In quella occasione l’Orchestra sinfonica toscana “I Nostri Tempi” suonò, insieme ad un coro di circa trenta persone, alcuni tra i brani più famosi dei vari Final Fantasy alla presenza del Maestro Uematsu stesso.

Era la prima volta che ascoltavamo arrangiamenti di una potenza così evocativa. L’emozione che provammo fu talmente intensa che, una volta usciti dal concerto e asciugate le lacrime, ci mettemmo alla ricerca di un modo per rivivere quelle sensazioni e, se possibile, farle provare anche ad altri.

Eravamo tutti musicisti, quindi l’idea di formare una band dedicata al Maestro fu la scelta più naturale.

Dopo tre anni il progetto Chocobo Band divenne realtà con la prima line-up e una scaletta di brani interamente strumentali presi dagli album dei The Black Mages (la band rock di Uematsu in quel periodo).

Nel corso degli anni, il sound della band si è evoluto parecchio e ora non ci limitiamo più a fare cover dei brani, ma li rendiamo nostri creando riarrangiamenti originali, modificandone le strutture e talvolta aggiungendo testi inediti ispirati alle vicende dei personaggi e dei rispettivi giochi.

Chocobo Band

Il rapporto con Final Fantasy

A proposito dei vostri riarrangiamenti, trovo che siano davvero azzeccatissimi. Qual è il processo creativo che vi porta ad intuire che un certo brano potrebbe sposarsi bene con un determinato genere?

Innanzitutto grazie per il complimento! Il processo creativo di solito deriva dalle influenze musicali personali di ogni membro della band.

Anche se il denominatore comune di ogni membro della Chocobo Band è il metal, ognuno di noi ascolta e conosce bene generi davvero disparati come ambient, lo-fi, jazz, j-pop, elettronica e musica classica.

Grazie a questa moltitudine di influenze non è difficile trovare affinità tra i brani delle colonne sonore e generi all’apparenza molto lontani fra di loro.

Inoltre, i brani di Uematsu sono davvero eterogenei, cosa che aiuta parecchio questo processo.

Quando la scintilla scatta, l’idea viene proposta ed utilizzata come base su cui lavorare, poi tutto il gruppo aggiunge la propria parte finché non si trova un equilibrio che soddisfa tutti.

Ciò che cerchiamo sempre però, è di fare in modo che il brano finale abbia un sound “Chocobo Band” che lo renda abbastanza differente dall’originale senza però tradirne l’essenza.

Nel caso del Groovy Set (il set acustico in cui reinterpretiamo i brani in generi più “leggeri”), quasi sempre le idee partono invece da una jam session in cui prendiamo il brano originale e “giochiamo” a suonarlo con strumenti atipici, sperimentando finché non troviamo il sound giusto con cui reinterpretarlo.

La colonna sonora di Final Fantasy è sempre stata composta da Uematsu, ma le cose stanno cambiando. Avete avuto necessità di variare approccio nel reinterpretare altri compositori, Yoko Shimomura su tutti?

Per ora abbiamo lavorato solo con due brani di Yoko Shimomura (Somnus e Apocalypsis Noctis da FFXV), per cui il processo creativo non è stato molto differente rispetto a quanto descritto in precedenza.

Sicuramente in futuro aggiungeremo in scaletta altri brani dagli ultimi capitoli e in quell’occasione potremmo dover aggiustare un po’ il tiro.

In un’intervista del 2017 Uematsu stesso disse che le colonne sonore dei videogiochi, soprattutto quelle orchestrali, stavano iniziando ad assomigliare un po’ troppo a quelle dei film e, con meno sperimentazione, il rischio è che diventino un po’ tutte uguali.

Purtroppo è una cosa che abbiamo notato anche noi: le colonne sonore dei Final Fantasy dal XII in poi hanno arrangiamenti orchestrali epici e evocativi, ma a volte manca un po’ di quella personalità e quella unicità che avevano i brani di Uematsu, il che li rende non abbastanza incisivi e memorabili da essere rimaneggiati nello stile Chocobo Band.

Qual è il rapporto di Chocobo Band con Square Enix?

Abbastanza complesso. Non è facile per una realtà piccola come la nostra avere un contatto diretto con loro. Questo ci ha creato non poche difficoltà per le trattative sui diritti di utilizzo dei brani per il nostro ultimo album, e non solo.

Fortunatamente, sembra che le cose stiano cambiando e quindi speriamo che questo rapporto possa finalmente migliorare.

Siete apprezzati anche oltre i nostri confini nazionali. Quali sono le località presso cui avete avuto maggiore successo?

L’Europa, soprattutto a livello di live show, ci ha sempre dato molte soddisfazioni. Abbiamo suonato in Germania, Ungheria, Austria e ad ogni concerto abbiamo sempre trovato un’organizzazione eccellente e un pubblico davvero calorosissimo.

Abbiamo anche tanti fan sparsi in America, Asia e svariate altre parti del mondo che, prima o poi, speriamo di incontrare dal vivo. Insomma, ci piacerebbe molto poter estendere il progetto Chocobo Band il più possibile anche all’estero.

Chocobo Band

Il tour con Uematsu

Avete infine avuto l’opportunità di conoscere Nobuo Uematsu. Cosa potete raccontarci dell’incontro?

E’ stato senza dubbio un momento unico e irripetibile. Uematsu in pubblico è una persona molto riservata e schiva, infatti i primi contatti con noi si sono limitati alla celebre “cortesia giapponese” con inchini, saluti e poco altro.

Nei pochi giorni in cui siamo stati con lui e la sua band (i conTIKI), pian piano abbiamo iniziato a conoscerli un po’ meglio e a costruire un rapporto che è passato dal semplice rispetto reciproco a qualcosa di un po’ più profondo.

Uematsu, come il resto dei componenti della sua band, è una persona curiosa, alla mano, molto amichevole e che ama divertirsi. Ha una passione smodata per le Vespa e le birre artigianali e non manca momento in cui non lo ricordi.

E’ sempre stato gentilissimo e cordiale con noi, ha seguito con interesse sia i nostri soundcheck sia i nostri concerti; ha persino espresso il suo apprezzamento nei confronti della nostra band davanti al pubblico di Roma, cosa che ci ha emozionato tantissimo.

Ma ciò che più ci ha colpito è stato che alla fine del tour eravamo entrati in confidenza con tutto l’entourage tanto da ridere e scherzare in giro per il backstage, cenare, brindare insieme e festeggiare con loro i compleanni di alcuni membri della band.

Se si considera che per tutta la Chocobo Band Uematsu non è solo un idolo leggendario, ma ha letteralmente cambiato il nostro modo di ascoltare e scrivere musica, conoscere anche il suo lato umano è stato davvero qualcosa che non avremmo mai immaginato e di cui siamo immensamente grati.

Con un repertorio così vasto, come si svolge la scelta dei pezzi da eseguire durante i concerti di Chocobo Band, o in questo caso, un pre concerto?

Mettere insieme una scaletta efficace è molto più difficile di quanto possa sembrare poiché ci sono tantissimi fattori di cui tenere conto.

Il tempo a disposizione e il luogo dell’evento giocano un ruolo fondamentale: in una fiera le ballad non rendono molto, mentre i brani più “metal” in un piccolo pub potrebbero dare fastidio.

Alcuni brani, come One Winged Angel, non possono assolutamente mancare e bisogna considerare inoltre le pause tecniche necessarie, ad esempio, per cambiare le chitarre.

La cosa più importante però è saper mantenere il “flusso” dello show. Ad esempio mettere insieme tre ballate lente all’inizio del concerto potrebbe far annoiare il pubblico, così come non è una buona idea accodare brani lunghi come Dancing Mad (12 minuti).

In quanto Chocobo Band dobbiamo anche saper conciliare le preferenze di un pubblico molto variegato; c’è chi viene a sentirci per il metal e chi invece è appassionato di videogiochi e magari preferisce sonorità più rilassate ed evocative.

Infine, per i concerti con Uematsu abbiamo chiaramente dovuto tener conto dei brani che lui avrebbe portato con la sua band, in modo tale da non sovrapporci.

In breve, abbiamo passato quasi due mesi a valutare e sistemare le scalette, poi abbiamo deciso di farne tre differenti per essere sicuri di accontentare tutte le esigenze.

Chocobo Band

Progetti futuri

Quando possiamo aspettarci il prossimo album della Chocobo Band?

Siamo finalmente in dirittura d’arrivo, si tratta solo di sistemare le ultime questioni burocratiche con Square Enix e dovremmo essere in grado di renderlo disponibile. Non possiamo ancora sbilanciarci troppo con le date, ma speriamo di farlo uscire entro quest’anno.

Siamo davvero contenti del risultato finale; molti brani li abbiamo già proposti in sede live con ottimi riscontri e non vediamo l’ora che possano essere apprezzati anche nella comodità della propria casa.

I contenuti di questo editoriale sono recuperabili anche in forma audio sul podcast Floppy Disk:

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