Kenshi – Recensione

Recensito su PC

Finalmente Kenshi, l’RPG in salsa post apocalittica di Lo-Fi Games, è uscito dall’Early Access dopo anni di continui e corposi aggiornamenti. Nonostante questo però, la versione disponibile attualmente su Steam è ben lungi dal poter essere definita “definitiva”, in quanto gli sviluppatori hanno chiaramente fatto capire che Kenshi è un gioco destinato alla continua evoluzione, grazie ai contributi e ai consigli della nutrita community che si è venuta a creare in questa decennale fase di accesso anticipato.

La più evidente particolarità di Kenshi è che si tratta di un gioco di ruolo puro, dove noi, tramite i nostri personaggi, potremo interpretare per davvero quello che vorremo. O quello che riusciremo a diventare, perché Kenshi è un gioco davvero complesso e, soprattutto, impegnativo.

La promessa di poter “essere quel che vogliamo” è stata fatta già un sacco di volte nella storia degli RPG, ma solo pochi altri titoli riescono a mantenere la promessa come Kenshi.

In pratica, Lo-Fi Games ci mette a disposizione un intero mondo parallelo, un pianeta selvaggio e per larga parte inospitale, evidentemente scampato a una qualche sorta di apocalittica catastrofe che ha fatto regredire gli esseri senzienti (di diverse specie e sotto razze) a un livello quasi pre-industriale, costretti a muoversi per pericolose lande spesso infestate da bande di predoni, cannibali o cose ancora peggiori. Non c’è storia, zero, neppure un minimo canovaccio. Saremo soltanto noi, la nostra voglia di sopravvivere e la nostra determinazione a prosperare.

L’assoluta mancanza di una trama prestabilita lascia al giocatore la possibilità di decidere lui stesso cosa farne del personaggio e quale condotta tenere. Sappiate comunque che a ogni azione corrisponde un qualche tipo di reazione, quindi dovremo costantemente fare i conti con le situazioni che andremo a creare. Se, solo per esempio, diventeremo tristemente famosi per i nostri remunerativi commerci di schiavi (si, potremo fare anche quello se vorremo, e anche di peggio!) non dovremo stupirci se le carovane o le persone che incontreremo fuori dagli insediamenti scapperanno a gambe levate nel vederci arrivare o, se più forti ed equipaggiate di noi e del nostro gruppo, ci attaccheranno senza pietà. A meno che non siano interessate al commercio di schiavi, in qual caso…

Questa è l’essenza di Kenshi, la totale libertà di azione, totale nel vero senso della parola, e il pagarne le conseguenze sempre e comunque. In pratica, costruirsi una sorta di “vita parallela” su questo strano e inospitale mondo.

Kenshi

A livello di gameplay, Kenshi si presenta appunto come un classico RPG con una robusta iniezione di componenti survival. Dovremo infatti tenere sempre in considerazione livelli di fame e sete, oltre che di benessere fisico vario, sia per noi che per i nostri seguaci, umanoidi o animali (si, ovviamente potremo anche addomesticare bestie più o meno riconoscibili… se ne saremo in grado). Oltre alla componente sopravvivenza, avremo anche editor per la costruzione e successiva gestione di insediamenti di vario tipo. Insomma, un bel po’ di carne al fuoco.

Proprio questa quantità di cose da poter fare, unita alla già citata totale libertà di azione, potrebbe disorientare e scoraggiare all’inizio un giocatore meno esperto o meno appassionato di titoli del genere. La curva di apprendimento di Kenshi è infatti tremenda, quasi brutale. Appena creato il nostro personaggio saremo soltanto delle creature semi indifese e senza risorse, sole sulla superficie di un pianeta assassino. Le prime ore saranno dunque durissime e, anche per colpa di un’interfaccia non intuitiva a sufficienza, specialmente per la mole di opzioni da gestire, spesso demotivanti. Far crescere un personaggio richiede lunghissime e noiose sessioni di addestramento, così come il cercare e recuperare risorse di svariato genere in giro per l’immenso modo di gioco. Insomma, Kenshi è un gioco enorme e più che vario, ma di una lentezza allucinante.

Tutto quello che troveremo nelle nostre peregrinazioni è gestito in maniera più che buona dalla IA del gioco. Moltissimi sono i parametri che possono variare, con relative conseguenze, e il computer fa quasi sempre un eccellente lavoro nel plasmare quello che ci circonda a seconda della piega che hanno preso gli eventi. Peccato per le conversazioni con gli svariati NPC, che si riducono a pochissime, almeno per un gioco del genere, linee di dialogo spesso anche un po’ ripetitive. Il grandissimo difetto di Kenshi, è però il suo comparto grafico. Purtroppo, che “l’ossatura” del gioco ha visto la luce ormai più di cinque anni fa è un elemento non trascurabile che purtroppo si fa sentire, sia a livello di appagamento grafico che di gestione di alcuni poligoni. Si potrebbe anche sorvolare, soprattutto se appassionati di enormi giochi di ruolo sandbox, ma un giocatore meno predisposto vedrà nel comparto grafico un serio problema che, aggiunta alla pessima immediatezza del gameplay, affossa di brutto un titolo altrimenti superbo.

Kenshi


Kenshi è, come già detto, un vero e proprio gioco di ruolo, con infinite potenzialità, ma è anche un gioco duro e assolutamente non adatto a giocatori alle prime armi o poco interessati al genere. Buono nel complesso, ma anni di early access si sono fatti sentire.

7.3

Pro

  • Mondo enorme e "vivo"
  • Totale libertà di azione
  • Longevo

Contro

  • Grafica antiquata
  • Interfaccia a volte poco chiara
  • Punitivo e con una curva di apprendimento troppo ripida
Vai alla scheda di Kenshi
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