Nightshade – Recensione Nightshade

Dal Coin-op al joypad

Tra i videogiochi da bar che hanno fatto storia, i giocatori di vecchia data ricorderanno senza ombra di dubbio Shinobi, uno dei titoli di punta della “Grande S” (non la Sony) che nel 1987 è stato tra i giochi più gettonati in assoluto. Dopo varie conversioni per diverse consoles, uscite a cavallo dei primi anni ’90, la serie ha subito un periodo di oscuramento quasi totale, per poi tornare a fare capolino nel 2002 sulla console a 128 bit di casa Sony, con un completo restyling 3D e una storia del tutto nuova. L’esperimento fatto dal team Overworks non sortì però i risultati desiderati: il gioco era piuttosto ostico da concludere e la concorrenza nel campo degli action game non era certo da meno; di conseguenza le vendite non andarono secondo le aspettative. A distanza di un anno, però, lo stesso team di sviluppo ritenta l’impresa con un sequel pieno zeppo di stravolgimenti narrativi e con un nuovo protagonista, questa volta femminile. Nightshade (meglio conosciuto come Kunoichi nella versione giapponese) forse ha qualcosa di fresco da offrire ai fan dei videogiochi di ninja; ma sarà davvero così?

Akujiki la spada maledetta

Hotsuma, il capo del clan ninja Oboro fu l’unico della sua stirpe ad opporsi alla sete omicida della spada maledetta; colui che impugna Akujiki è destinato a nutrire la sua lama con il sangue e lo Yang dei nemici, altrimenti la spada divorerà lentamente l’anima del suo stesso padrone.
Dopo gli avvenimenti che videro l’inesorabile caduta di Tokyo, Hotsuma comprese che il vero potere di Akujiki sarebbe stato troppo perfino nelle sue mani, così decise di distruggerla una volta per tutte, ma il gesto dello shinobi non fece che alimentare altri fuochi bramosi della spada, dando vita ad una nuova battaglia per il controllo di tale potere.

Hibana è una kunoichi (donna ninja) al servizio della “Shinobi agency”, un’agenzia governativa che si serve di ninja per missioni ad alto rischio.
Sin da piccola Hibana ha dimostrato di avere talento nelle arti dell’ombra, tant’è che venne presa sotto l’ala del maestro Jimushi, che ne modellò le abilità rendendola la letale assassina che è oggi. Dopo l’abbandono del suo maestro, però, la ragazza perse ogni entusiasmo, dedicandosi al lavoro quasi con completo disinteresse; questo almeno fino a quando in una nuova missione gli si para di fronte una figura familiare.

Fantasmi dal passato

Se avete giocato al precedente titolo, sicuramente ricorderete l’estrema difficoltà da cui era caratterizzato Shinobi: combattimenti frenetici, energia che diminuiva col passare del tempo e la completa assenza di checkpoint, se non ai boss di fine livello. Per fortuna i programmatori hanno ben pensato di ridurre in modo consistente quelle che probabilmente erano considerate delle pecche di gameplay per alcuni giocatori, senza però togliere mordente al gioco. Sono diverse le migliorie apportate a questo titolo, partendo principalmente dal campionario di mosse a disposizione della protagonista: Hibana potrà affrontare orde di nemici a suon di calci di diverso tipo, incantesimi Ninjutsu, Shuriken, e due diverse varianti di spade. Concatenando i diversi colpi sarà possibile eseguire combo veramente spettacolari, e nel caso ci siano molti mostri sullo schermo, anche qui si potrà eseguire la mossa Tate, una letale concatenazione di omicidi, che molto spesso risulta più una variante scenica che non una necessità per raggiungere la fine del livello.
Per essere più precisi, il Tate altri non è che una combo a tempo (anche questa già vista in Shinobi); dopo aver dato il colpo di grazia al primo nemico, partirà un conto alla rovescia che sarà visualizzabile sotto la barra di energia; entro questo tempo limite dovremo uccidere un secondo nemico per riazzerare il conteggio, e così via fino ad arrivare all’ultimo avversario presente in battaglia, che, una volta ucciso, darà il via alla reazione a catena che vedrà tutti i mostri tranciati in due parti ed Hibana in una delle sue diverse pose di vittoria.

Anche il design dei livelli è cambiato: tutto è molto più colorato, le aree sono farcite di nemici e di oggetti distruttibili, cosa che renderà un po’ più divertente la ricerca di power up e delle monete d’oro che ci serviranno per sbloccare gli extra del gioco. Inoltre, ci ritroveremo spesso anche a combattere battaglie aeree, una nota decisamente positiva per quanto riguarda il gameplay.
Alla fine di ogni livello verremo anche valutati in base alla nostra prestazione con il classico voto in lettere; in questi conteggi verrà presa in considerazione ogni cosa, come: il numero di combo massime realizzate, il massimo numero di Tate, tempo impiegato, numero di morti e perfino gli oggetti raccolti; detto in parole povere, prendere una "A" sarà davvero difficile.

Tecnicamente parlando

Che dire? Abbiamo per le mani un buon action game con tanti spunti che lo rendono godibile, ma che ne è dell’aspetto tecnico?
Pare che i punti di forza di Nightshade si basino perlopiù sulla giocabilità e la longevità, purtroppo però la veste grafica e quella sonora risentono fortemente di cura e dettagli.
Il character design è incentrato principalmente sulla protagonista e su alcuni boss, che risultano davvero ben fatti, ma i nemici regolari, soprattutto quelli non umani, sono caratterizzati da modelli poligonali sotto tono, talvolta rasenti al ridicolo. Stesso discorso per le textures, quasi per nulla curate se non sulle forme della sexy Hibana; più di una volta infatti ci sembrerà che il nostro giocatore sia incollato su un contesto che non gli appartiene. Le pecche grafiche, però, purtroppo non sono finite: anche se ne sono state cambiate le strutture, i livelli appaiono il più delle volte spogli, nonostante siano più appetibili e vari di quelli visti nel precedente gioco; l’unica cosa che si potrebbe salvare graficamente sono forse le cutscene fra un livello e l’altro, discretamente ben fatte.
Il sonoro è un altro aspetto che lascia un po’ a desiderare, non tanto per le musiche che passano quasi “inosservate”, ma più per gli effetti sonori, che spesso sembrano di dubbia provenienza.
Per il resto la struttura scenografica, la longevità ed il sistema di controllo, fanno sì che il gioco sia comunque godibile e divertente. La storia si articola molto bene in più punti, con diversi colpi di scena e dei bei dialoghi, anche se un po’ carenti di carisma. Per quanto riguarda il sistema di controllo, ci potremo abituare a gestire il tutto in poco tempo, anche con l’aiuto del comodo e completo tutorial inserito in mezzo al menù delle diverse modalità di gioco disponibili.

Roba da Ninja

Nightshade non è un brutto gioco, ma certamente il mercato offre di molto meglio. Ovviamente se avete amato Shinobi o se siete comunque fans della saga, avrà di che farvi divertire, ma siamo sicuri al 100% che non sarà un acquisto obbligato per nessuno. Il lavoro di Overworks merita comunque uno sguardo, se non per la veste tecnica, almeno per la sfida che può rappresentare per i giocatori meno esperti.

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