A Game of Thrones: Genesis – Recensione A Game of Thrones: Genesis

Il ciclo di romanzi fantasy "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" (A song of Ice and Fire), scritto dall’autore George R. R. Martin, ha acquisito ormai da tempo una fama internazionale, appassionando lettori in tutto il mondo grazie alla sua dose d’intrigo politico e dinastico unito alle sempre valide ambientazioni fantastiche ispirate fortemente dal medioevo europeo. Il gioco di cui parleremo adesso non è nient’altro che un titolo ispirato proprio al primo romanzo della saga "A Game of Thrones"

Rivalità dinastiche

A Game of Thrones – Genesis, ci offre la possibilità di giocare nei panni delle più famose dinastie di Westeros, il continente in cui si svolgono la maggior parte delle vicende della saga letteraria. Le otto case nobili giocabili (Targaryen, Stark, Tully, Arryn, Tyrell, Baratheon, Martell e Lannister) si contenderanno di fatto con ogni mezzo la vittoria finale. L’obiettivo? ovviamente il trono! Nel "gioco" per arrivare ad esso tutto è permesso, che sia tempo di guerra o di pace, e forse è proprio nel tempo in cui le spade non vengono sguainate che i metodi più subdoli e sporchi serpeggiano per le terre di Westeros, allo scopo di preparare il terreno per l’ inesorabile guerra. Il nemico è sempre in agguato e il desiderio di pugnalare alle spalle possibili avversari è ugualmente vivo, non c’è un attimo di tregua, soltanto una lotta che proseguirà fino all’ultimo istante e con qualsiasi mezzo. L’ ambizione del gioco è cercare di trasmettere al giocatore le seguenti sensazioni per tentare di immedesimarci nel clima d’intrigo e di lotta dinastica presente nella saga lettereria, ma il gioco sarà riuscito del tutto in quest’ambizione?

 

 


Guerra e Subdoli colpi bassi

Dopo aver fatto una breve ma fondamentale descrizione di quella che è la filosofia che sta dietro al gioco, ora è possibile parlare degli aspetti pratici di quest’ultimo per valutare quanto le due cose coincidano. Quali sono esattamente le meccaniche del titolo? Beh queste ultime sono senz’altro molto interessanti, a meno che non si giochi la campagna; di norma la prima fase è sempre quella della "Pace", ovvero un momento in cui la lotta tra le varie fazioni in campo non è iniziata e l’obiettivo dei giocatori (o della CPU) sarà utilizzare questa fase per consolidare la propria posizione e portarsi in vantaggio in vista del momento in cui la situazione inizierà a diventare incandescente. In che modo si può costruire questo vantaggio? Ma ovviamente sabotando i nemici e cercando più alleati possibili! Infatti in giro per la mappa troveremo vari avamposti (Castelli, Città, Miniere, etc…) che sarà necessario far schierare dalla nostra parte per riceverne vantaggi economici e tattici, i modi per farli sono molteplici, come ad esempio inviare un emissario a contrattare un’alleanza con una città; tuttavia, nello stesso istante il nemico potrebbe usare una canaglia per corrompere il nostro agente in modo che a nostra insaputa compia delle alleanze false a tutto vantaggio del nemico, ma potremo scoprire il complotto facendo esaminare la nostra unità da una spia impedendo così i piani del nemico. Anche la suddetta spia però potrebbe essere rilevata ed assassinata dal nemico, così come quest’assassino potrebbe essere stato sedotto da una nostra nobildonna facendogli compiere omicidi finiti. Insomma, avrete capito che in questa fase il vantaggio si costruisce in modo subdolo e non solo, un nostro apparente alleato potrebbe rilevarsi nostro nemico, potremo credere di aver il controllo di numerosi avamposti e scoprire solo all’inizio della guerra che quest’ ultimi erano tutti schierati con il nemico. Ma quanto dura la fase della Pace? Beh sono le varie fazioni a deciderlo, uccidere un contadino in territorio nemico rende più fragile la pace, liberare unità nemiche prese in ostaggio la rafforza, ma in ogni caso la guerra potrebbe scoppiare in ogni momento, basterebbe soltanto far entrare delle unità militari in un avamposto schierato con un’altra casa nobiliare: ciò significa istantaneamente guerra, ma sarà una scelta spesso rimandata per il semplice fatto che se viene fatta un’azione simile quando l’indicatore della "Pace" è ancora in favore di quest’ ultima, la fazione che ha intrapreso l’azione ostile verrà pesantemente penalizzata nel punteggio necessario per ottenere la vittoria, quindi il viaggio verso l’inevitabile conflitto sarà sovente graduale.

 

 

L’Estetica del potere

Sembra tutto molto bello, e probabilmente in parte lo è: come vedete le meccaniche sono molto interessanti e c’è da spendere una parola sul fatto che tutto questo si sposa davvero bene con la modalità multigiocatore, rendendo le partite tra giocatori umani potenzialmente avvincenti. Tuttavia, c’è qualcosa che non va, qualcosa che fa storcere il naso, sarà un’interfaccia un po’ spartana? Sarà la narrazione della campagna in singolo che è narrata in modo un po’ datato con delle ormai superate finestrelle di dialogo? No, non è solo quello, la grafica arretrata pesante potrebbe essere la risposta in effetti, e anche il comparto sonoro che poteva dare di più a qualcosa di così epico. In realtà forse la cosa che fa storcere di più il naso sono le animazioni, praticamente assenti o fuori fase, ad esempio due eserciti si scontrano e delle unite iniziano a morire, ogni tanto qua e la qualcuna sferra un attacco ma senza che ciò abbia veri effetti pratici; ciò è un vero peccato perché nel nostro percorso per raggiungere il trono l’occhio avrebbe voluto la sua parte e l’avrebbe meritata.

 

 

Conclusione

Un titolo strategico in tempo reale che con con alcune meccaniche ci offre la possibilità di provare ad immedesimarci nell’affascinante "Gioco" per ottenere il trono, sicuramente qualcosa di molto evocativo, peccato per le pecche grafiche e per l’ottimizzazione che avrebbe potuto essere migliore. Il gioco mantiene comunque delle valide attrattive soprattutto per chi ama gli strategici, però valutato nel complesso forse non merita di essere stato commercializzato alla relase ad un prezzo forse troppo elevato per quello che è il titolo.

 

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