Assassin’s Creed: Brotherhood – Recensione Assassin’s Creed: Brotherhood

Ancora una volta.

È bastato un anno esatto ad Ubisoft per lanciare il terzo capitolo di Assassin’s Creed, quello che molti hanno voluto definire un 2.5 essendo per l’appunto una realtà già conosciuta e nota nel secondo episodio e nulla di nuovo. Ci ritroveremo nei panni di Ezio, ancora una volta e come l’ultima volta, sempre nelle stesse realtà, con l’aggiunta di Roma e Napoli e non più solo Firenze e dintorni. Lo sviluppo ha fatto storcere il naso a diversi videogiocatori, ovviamente, proprio perché l’estratto videoludico si proponeva come unico obiettivo quello di aggiungere una modalità multigiocatore: per evitare che però il tutto restasse una mera espansione si è programmata anche una continuazione delle gesta degli Auditore, che probabilmente a qualcuno sembrerà una forzatura della sceneggiatura. Ovviamente siamo qui per evitare che tutto ciò venga confermato e nella speranza che Ubisoft possa colpire ancora dopo il successo del secondo capitolo, che andò anni luce oltre quanto poté offrire la prima uscita di Assassin’s Creed.

Tra passato e presente

La storia di Desmond ed Ezio riprende da lì dove si era interrotta nel capitolo precedente: il nostro contemporaneo sta scappando dai Templari e insieme a Lucy sta cercando un nuovo luogo dove impiantare l’Animus e riprendere la ricerca osmotica con i suoi antenati. Ezio, da parte sua, sta tornando a Monteriggioni con suo zio Mario Auditore dopo essere fuggito dal Vaticano, dove ha avuto il mistico incontro con Minerva e le rivelazioni riguardanti la razza degli Assassini. La permanenza a villa Auditore però non sarà delle migliori e ben presto la famiglia Borgia si farà viva nuovamente con un potente attacco alla famiglia che ha attentato alla vita di Rodrigo, il Papa Borgia e primo vero nemico della setta: la cittadina viene messa a ferro e fuoco e dopo una sessione di combattimento lo stesso zio di Ezio perderà la vita lasciando Monteriggioni nel totale scompiglio. Ezio e i restanti abitanti del borgo saranno costretti a fuggire e mentre tutti saranno indirizzati a Firenze, il Nostro proverà a raggiungere Roma ma cadrà claudicante al suolo per poi finire nelle mani di Machiavelli, che lo aiuterà a riprendersi dalle ferite, dall’onta e dal rancore spinto dalla vendetta.

Nel frattempo Desmond dovrà recuperare numerosi ricordi e si ritroverà ben presto alla Monteriggioni del presente dove Villa Auditore è tenuta ancora in condizioni perfette esternamente tra macchine, motorini e motociclette, segnali di STOP e di precedenza e anche con qualche generatore di corrente disseminato per le mura dell’edificio. Qui dovrà intrufolarsi nel Santuario, scoprire in prima persona i segreti degli Auditore e venire sempre più a capo della problematica della lotta che ancora una volta vedrà i Templari, la Abstergo Industry di Vidic, lottare con gli Assassini, razza superiore che lotta per il libero arbitrio dell’umanità.

 
Confraternita

È necessario avviare la trattazione del prodotto con l’analisi della modalità multigiocatore, sia perché rappresenta la grande innovazione della saga arrivata al terzo capitolo e sia perché andando ad analizzare il complesso ludico della modalità a singolo giocatore risulterebbe una mera copia di quanto già fatto nelle precedenti sedi di recensione.

La nostra modalità inizierà con una sequenza introduttiva che ci spiegherà tutto delle funzionalità del multiplayer: innanzitutto avremo a disposizione dieci classi tra cui scegliere il nostro personaggio (2 sono disponibili tramite DLC e sono l’Ufficiale e l’Arlecchino). Una volta scelto il nostro alter ego verremo catapultati in una missione di assassinio: avremo una bussola con un indicatore azzurro che indicherà la direzione della preda; più ampio sarà l’indicatore più vicina sarà la preda, ma se questo indicatore inizierà a lampeggiare sappiate che la preda vi ha avvistato e non appena vi avrà nel suo raggio d’osservazione inizierà a scappare e sarete costretti ad inseguirla. In alto a destra poi avremo a disposizione il ritratto della nostra preda e una curva azzurra che vedrà il suo indicatore interno scendere qualora il nostro status di incognito dovesse scendere: questo sarà causato dalla mancanza di silenziosità o anche dalla poca capacità di nasconderci e mimetizzarci che avremo. Ad ogni uccisione conclusa con furtività al massimo avremo un determinato punteggio che ci permetterà di concludere le nostre missioni con livelli qualitativi sempre più alti.

Una volta terminata la nostra sessione di gioco avremo modo di provare le modalità di gioco. San Donato, Castel Gandolfo, Firenze, Forlì, Roma, Siena e Venezia saranno le città a disposizione per le nostre missioni: esisteranno poi varie versioni di gioco dalla ovvia partita classificata alla partita privata fino alla partita che non creerà danni alla vostra classifica. All’inizio l’unica modalità a disposizione sarà quella Ricercato che vi metterà tutti contro tutti e solo con l’aumentare del livello sarà possibile cambiare modalità arrivando alla Alleanza dove la situazione muterà solo sotto il punto di vista dell’avere degli alleati, per l’appunto. L’aumento del livello ci permetterà anche di sbloccare altre classi, come ad esempio il Ladro e altri abbigliamenti per il nostro alter ego, che quindi passerà da un vestito classico a qualcosa di sempre più elitario. Il punteggio che ci permetterà di salire di livello è ovviamente condizionato, come dicevamo prima, dalla qualità e la quantità delle uccisioni. Ogni piccola sbavatura porterà una diminuzione dei punti, come ad esempio il dover uccidere l’avversario in corsa o con uno scatto.

Le partite saranno sempre basate su sei giocatori e se non sarà raggiunto quel minimo non si potrà avviare la missione. Quando tutto sarà pronto avrete dieci minuti di tempo per uccidere quante più prede possibili e per sfuggire quante più volte possibili dai vostri aguzzini: potrete essere preda e predatore, insomma, in ogni momento. All’uccisione di ogni vostra preda ve ne sarà assegnata una nuova, ma potrete anche perderla per degli eventi che andranno a compiersi: l’uccisione da parte di un altro cacciatore o magari un vostro errore e l’uccisione di un passante, che comporterà la fine del vostro contratto d’uccisione. Nell’arco della sessione ci sarà anche la possibilità di portare a termine determinate sottomissioni che possono essere quella dell’ammazzare una preda con del veleno o quella di avvicinarvi con un travestimento: tutte queste porteranno un bonus nel punteggio e di conseguenza nell’aumento di livello. Ci sono 50 livelli di progressione e ognuno di essi sbloccherà delle abilità in più per il vostro personaggio, dalle armi avvelenate alle armi da fuoco fino ai travestimenti e agli scatti rapidi per saltare addosso ad una preda quanto prima.

Per quanto il tutto spinga ad uccidere sempre più e sempre con più classe per raggiungere i livelli più alti quanto prima, c’è da dire, comunque, che la modalità multiplayer, impostata in tal modo, non può offrire una profondità degna di quello che ci aspettavamo: il dover basare tutta l’esperienza di gioco su un semplice "uccidi e vieni ucciso" in stile Assassin’s Creed rende il tutto, a lungo andare, noioso e banale essendo questa l’unica modalità a disposizione.

Le novità di Roma e le debolezze di Ezio

Ezio è invecchiato: il medico glielo farà notare quanto prima che alla sua età certe cose non si possono più fare. Ecco quindi che noteremo come la sua agilità sia andata a scemare: il doppio salto imparato a Venezia nel precedente capitolo è completamente sparito, ma di rimando Roma e le ambientazioni che troverete saranno disegnate ad hoc per le vostre capacità. Il vostro arsenale sarà sempre lo stesso e inizierete la vostra avventura con le armi basilari, dovendo recuperare nel corso del tempo ciò che vi aiuterà a diventare sempre più temibile. Ovviamente la corsa acrobatica è sempre presente nel complesso delle vostre azioni e con essa anche la differenza del profilo che intenderete acquisire: basso o alto a seconda delle vostre azioni.

Non aspettatevi migliorie dal combattimento: i nemici vi verranno sempre addosso uno alla volta e le vostre capacità, che oramai dopo tre capitoli dovrebbero essere affinatissime, renderanno ancora più facile tutto il sistema: avrete dalla vostra poi una inusuale mossa, il calcio, che sembrerà quasi del tutto invincibile creando una disparità notevole nella lotta. Le guardie ora saranno armate con pistole e armi da fuoco, fornite gentilmente dai Borgia, che hanno innalzato a Roma fortezze quasi inespugnabili per controllare la città e assoggettarla: camminando per la capitale del Mondo, infatti, vi ritroverete spesso in delle zone proibite, nelle quali appena entrerete sarete bersagliato da eserciti di guardie al servizio di Cesare Borgia; per far cadere il predominio in queste zone dovrete incendiare le torri che presidiano l’area e ne avrete pieno possesso: solitamente in queste aree sono presenti anche edifici da restaurare, partendo dalle scuderie fino alle più semplici botteghe. Le scuderie, delle quali la prima sarà obbligatoria sbloccare e restaurare, vi permetteranno di gestire i vostri cavalli personali, richiamabili in un qualsiasi momento e in un qualsiasi posto, che non sia ovviamente al chiuso, con un fischio: inoltre potrete accudire il vostro cavallo e perfezionarlo sotto molti aspetti, dalla battaglia alla velocità. Tutti gli edifici che andrete a restaurare porteranno un introito nelle vostre tasche ad ogni intervallo preciso, come accadeva a Monteriggioni nel secondo capitolo.

La terza grande novità dell’aspetto di Brotherhood sarà il dover vestire i panni di Maestro della Confraternita: Ezio non potrà debellare Roma da solo e avrà bisogno di un drappello di uomini che si messa a sua disposizione. Ovviamente per fare questo avremo bisogno anche di addestrarli e inviarli in operazioni, che ovviamente non potremo gestire se non selezionare, fuori dall’Italia, come in Spagna o in Germania: sembra un qualcosa di marginale, ma in effetti tale realtà non lo è. Proprio la scelta da parte degli sviluppatori di voler eliminare e sopprimere le missioni secondarie ci costringerà ad eseguire queste operazioni con perizia e meticolosità per evitare di ritrovarci a combattere da soli contro le guardie papali. Sarà necessario quindi equipaggiare e potenziare a dovere la nostra confraternita e scegliere adeguatamente anche le missioni in cui manderemo i nostri drappelli.

Hic manebimus optime!

Lo sviluppo targato Ubisoft si afferma sempre più una forma d’alto livello di tourist game, com’è d’uopo definirlo ora, che ci porterà a visitare altre città meravigliose della nostra penisola arrivando sino alla capitale. Roma ci metterà a disposizione tutti i suoi monumenti migliori, dal Colosseo al Pantheon, col primo che sarà completamente visitabile, senza dimenticare gli stereotipi delle Terme, che non saranno quelle di Caracalla ma sicuramente simili, che daranno accesso anche a numerose cripte: nelle prime ore di gioco avrete, infatti, l’occasione di accedere anche alla Domus Aurea di Nerone, che oramai si trova sottoterra a causa delle nuove costruzioni rinascimentali: qui ripercorrere tutta la civiltà romana prima di tornare ad assaporare le realtà del Campidoglio e delle numerose zone classicheggianti della città Eterna.

I modelli dei vari personaggi sono invece immutati rispetto al precedente capitolo: il sistema grafico è lo stesso e con esso anche il motore, ovviamente. Non ci sono però rallentamenti nè azioni confuse, tantomeno la telecamera crea difficoltà nelle fasi più concitate. Tutto è regolare e liscio, tant’è che il comparto grafico risulta davvero perfetto e impeccabile. Stessa cosa dicasi per il sonoro, anche se in alcune occasioni capita di ritrovare uno sfasamento acustico: una voce troppo alta, un rumore troppo basso, nonostante il rumore sia stato prodotto nelle vicinanze e la voce venga da lontano; bilanciamenti che hanno sempre un po’ afflitto la saga di Assassin’s Creed. Per il resto il doppiaggio è di per sè ottimo e riprende a pieno il successo dei precedenti capitoli.

Conclusione

Insomma, era necessario Assassin’s Creed Brotherhood? Una modalità multiplayer che a lungo andare si presenta noiosa e stantia non merita sicuramente un intero nuovo prodotto videoludico: il protagonista, Ezio, è rimasto lo stesso di un tempo, e con lui anche gli upgrade che andrete a raccogliere nel corso del gioco, ma almeno si accompagna a delle novità stilistiche legate alla Confraternita. Le vere aggiunte di questo capitolo, a livello di single player, rappresentano proprio quest’ultima realtà evidenziata oltre alla necessità di poter sfruttare a meglio il vostro cavallo e gestire acquisti e restauri nella città di Roma come un vero impresario, situazione però già affrontata a Villa Auditore a suo tempo. Il combattimento resta sempre lo stesso e non riesce ad innalzarsi dalla monotonia dell’uno contro uno: le combo saranno anche state velocizzate permettendoci di, ucciso un avversario, passare immediatamente al successivo, ma non immaginatevi un combattimento caotico e rissoso.

Tirando le somme quindi si potrebbe restare un po’ basiti da questo Assassin’s Creed 2,5 che si pensava potesse nascere e morire solo con la modalità multiplayer ma che riesce comunque ad inserire una modalità singleplayer dall’incirca 15 ore, priva di lineari e ammorbanti, termine esatto, missioni secondarie ma comunque cosparsa di raccolte di collezionabili quali bandiere, piume e monili. Per il terzo anno consecutivo stiamo rigiocando allo stesso prodotto, che ogni anno ci regala una piccola aggiunta, ma che ci costringe come sempre a saltare sui tetti, affacciarci dal balcone e scivolare a terra per uccidere un avversario. Per chi non si stanca mai questa è la strada giusta da seguire per molti altri anni, ma per chi si è stancato già vedendo ancora Ezio in copertina, bisognerebbe pensare a qualcosa di innovativo.

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