Chaos;Child – Recensione

Come già discusso nella recensioni di Hakuoki: Kyoto Winds e Steins;Gate 0, il genere visual novel ha una buona diffusione nella comunità videoludica orientale, ma non altrettanta risonanza in quella occidentale. Chaos;Child, sequel di Chaos;Head, è uscito inizialmente nel 2014 per Xbox One e poi essere distribuito anno dopo anno su piattaforme differenti, dispositivi iOS e Android compresi.

Chaos;Child

A dispetto di una partenza iniziale non molto esaltante, Chaos;Child ha nel complesso venduto un numero di copie sufficiente a soddisfare le aspettative degli sviluppatori e non solo: il titolo, per quanto di nicchia, è stato infatti ben recepito sia dalla critica che dal pubblico. Purtroppo – e prevedibilmente – non è presente una localizzazione italiana, sicché è indispensabile una discreta conoscenza della lingua inglese (o giapponese) per godere appieno della narrazione, che come intuibile rappresenta il fulcro di Chaos;Child, per via della presenza di numerosi termini in slang e qualche gioco di parole che una competenza prettamente scolastica non permetterebbe di cogliere.

Vestendo i panni del neomaggiorenne Takuro Miyashiro, il giocatore si troverà a indagare su una serie di omicidi; ciò che inizialmente sarà una quasi giocosa caccia al tesoro di un gruppo di ragazzi impegnati nella stesura del giornalino scolastico, si rivelerà ben presto qualcosa di molto più complesso e inquietante. Il mood del titolo oscillerà costantemente tra la leggerezza degli slice of life dei vari protagonisti di cui ci si troverà a prendere il controllo e situazioni paranormali, che sfoceranno a tratti anche nel gore.

Chaos;Child

I banter tra i comprimari e la narrazione sono sfaccettati e molto ben scritti, sicuramente vittime di inevitabili ingenuità e cliché culturali tipici dei prodotti giapponesi di questo genere, ma comunque contestualizzati in maniera soddisfacente e perfettamente in grado di coinvolgere il giocatore/spettatore.

Altri punti forti di Chaos;Child sono l’ottima qualità grafica degli ambienti in cui si svolgono le vicende e l’accompagnamento musicale, composto da Takeshi Abo e sempre in linea con gli eventi e i dialoghi a schermo.

Nonostante carattere e psicologia di Takuro Miyashiro e dei suoi amici e conoscenti siano agli antipodi rispetto al videogiocatore medio occidentale, Chaos;Child riesce comunque a fornire dei punti di vista convincenti delle vicende, permettendo a chiunque abbia una conoscenza adeguata dell’inglese di immedesimarsi facilmente nel loro punto di vista, senza che neppure gli scambi di battute più “quotidiani” risultino pesanti da seguire.

Chaos;Child

La storia di Chaos;Child prevede diverse strade alternative, dipendenti dalla capacità del giocatore di compiere determinate scelte e collegamenti tra gli avvenimenti e i vari casi di omicidio; ulteriore varietà è fornita dalle Delusion, ovvero allucinazioni – a tutti gli effetti dei sogni ad occhi aperti – del protagonista, che è possibile assecondare in direzione positiva o negativa, o impedire del tutto.

Questo aumenta non poco la rigiocabilità del titolo, dato che ripetere determinate sequenze con scelte diverse può davvero fare la differenza e condurre la storia a finali completamente diversi, con la True Ending praticamente impossibile da ottenere durante la prima run. È comunque presente sia un sistema di salvataggio tradizionale che un quick save, per permettere al giocatore di provare strade diverse senza per forza rigiocare alla storia dal principio.

Ultimi, ma non meno importanti, la presenza di una galleria per musiche, immagini e personaggi sbloccati durante l’avventura e un utilissimo glossario per i termini e citazioni presenti in gran numero durante i dialoghi in game.

Chaos;Child

Chaos;Child è una visual novel che riesce a soddisfare un gran numero di palati diversi grazie alla buona qualità estetica, musicale e narrativa: i personaggi convincono e gli eventi, per quanto pesantemente influenzati dal paranormale, sono scritti in maniera tutt’altro che superficiale. Per quanto faccia parte di un genere poco diffuso in occidente, quindi, questo gioco merita senz’altro un’occasione nel caso sia riuscito a suscitarvi anche una minima curiosità per ciò che offre.

8.6

Pro

  • Ottimo comparto artistico
  • Cerebrale e inquietante al punto giusto
  • Punti di vista interessanti

Contro

  • Localizzazione esclusivamente inglese
  • Sezioni psicologiche particolarmente prolisse
  • Il paranormale a volte la fa un po' troppo da padrone
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