Chorus – Recensione (PlayStation 5)

Recensito su PlayStation 5

Chorus si presenta chiaramente come un titolo di nicchia, che non tenta di mettersi alla pari delle grandi produzioni e che passa anche un po’ in sordina tra gli appassionati. Nonostante questo il gioco di Deep Silver ci ha riservato più di qualche sorpresa, per saperne di più vi basterà continuare a leggere la nostra recensione di Chorus per PlayStation 5.

Chorus

Redenzione tra le stelle

La nostra storia, la storia di Nara, inizia in un momento in cui la protagonista deve affrontare i suoi demoni. In particolare racconta del senso di colpa che prova dopo aver annientato un intero pianeta per seguire il suo comandante accecato di potere. Ora cerca di redimersi aiutando gli abitanti dell’enclave contro La Cerchia. Tormentata dal suo passato però, inizialmente accompagneremo Nara durante la sua ricerca di un pezzo di lei, ormai abbandonato da fin troppo tempo.

Chorus

Forseken, la sua vecchia nave senziente che ha dovuto lasciarsi alle spalle dopo la catastrofe da lei causata, però non ha alcuna intenzione di fidarsi della vecchia amica. Grazie al personaggio di Forseken (Forsa) affrontiamo il tema del libero arbitrio e la voglia della nave di non essere più solo un mezzo a disposizione della guerriera. Vedremo quindi crearsi un legame particolare tra i due, con momenti di sfiducia reciproca e discussioni, ma anche altri in cui si ricordano i vecchi tempi da compagni.

La storia avanza comunque senza mai catturare completamente il giocatore, ma sembra più un presupposto per farlo divertire con i moltissimi combattimenti spaziali tra astronavi. Anche la personalità della protagonista non riesce a convincere totalmente e senza provocare alcuna emozione neanche nei momenti chiave della narrazione.

Chorus

Battaglie spaziali a non finire

I combattimenti sono ovviamente il fulcro dell’avventura, ma forse lo sono troppo. Questi da subito risultano molto intuitivi, senza quella difficoltà tipica dei giochi di questo genere. Gli inseguimenti e le sparatorie tra astronavi sono estremamente soddisfacenti e aumentano di difficoltà con l’avanzare della campagna, diventando di conseguenza sempre più divertenti e impegnative. Dopo qualche ora però queste battaglie continue iniziano a dare un senso di ripetitività all’utente; in Chorus infatti ci troviamo per il 90% del tempo a dover far esplodere le navi nemiche. Ad attenuare leggermente questa sensazione ci pensano i potenziamenti di Nara e di Forsa: sbloccheremo per esempio la possibilità di teletrasportarci dietro al nemico per raggiungerlo all’istante, oppure potremo acquisire la possibilità di rompere velocemente lo scudo degli avversari grazie a un colpo specifico. Questi potenziamenti potranno essere sviluppati ed equipaggiati negli hangar, che non sono altro che dei menù in cui potremo analizzare ogni parte della nostra nave per migliorarla. Avremo bisogno, ovviamente, di materiali per poter potenziare Forsa, e questi si troveranno casualmente in giro per la mappa o le otterremo dopo aver distrutto un nemico. Anche le missioni secondare serviranno per migliorare gli attributi di Forsa perché ci faranno ottenere materiali.

Anche per quanto riguarda le missioni secondarie il problema della varietà si ripropone. Infatti non ci sono differenze sostanziali tra missioni principali e secondarie poiché ci troveremo in ogni caso a dover affrontare ondate di nemici, o per raggiungere un luogo specifico o per difendere un alleato. Quindi nonostante le battaglie funzionino e siano effettivamente molto divertenti, alla lunga tendono ad annoiare e rischiano di far perdere la voglia di continuare a giocare.

Chorus

Tecnicamente Chorus fa il suo, riesce a restituire un ottimo impatto grafico e una buona stabilità anche durante i momenti più concitati. Tra laser, esplosioni, molte navi a schermo e galassie a fare da sfondo l’immedesimazione è assicurata. Il problema arriva però quando ci si ferma, il ritmo rallenta e la voglia di esplorare quel magnifico spazio prende il sopravvento. La mappa risulta vuota e con l’interazione ridotta al minimo. Tolte le missioni secondarie e qualche collezionabile ci resta solo una magnifica vista da ammirare.

Fa invece un buon lavoro il DualSense che, nella versione PS5, riesce a far immergere il giocatore ancora di più nel mondo di gioco. Ovviamente non si raggiungono i picchi di Returnal o Rathet & Clank: Rift Apart, ma comunque ogni arma sottoporrà il grilletto a una diversa tensione e i colpi subiti da Forsaken li percepiremo attraverso il feedback aptico.

Chorus


Chorus è un buon titolo, che riesce a intrattenere e divertire il giocatore presentando dei combattimenti adrenalinici. Purtroppo però il titolo di Deep Silver si ferma qui e non riesce a osare varietà durante il corso dell’avventura. Le missioni troppo simili tra loro e la trama che non riesce a catturare l’attenzione rischiano di portare presto alla noia. Un titolo che certamente può regalare belle sensazioni grazie a combattimenti coinvolgenti e semplici da padroneggiare, ma che diventano sempre più impegnativi, il tutto all’interno di una bellissima cornice fatta di stelle e galassie lontane.

7.2

Pro

  • Intuitivo e semplice da padroneggiare
  • Tecnicamente ottimo
  • Combattimenti divertenti e adrenalinici...

Contro

  • ...anche se un po' troppi e ripetitivi
  • Trama poco coinvolgente
  • Poca varietà tra missioni principali e secondarie
Vai alla scheda di Chorus
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