Duke Nukem Forever – Recensione Duke Nukem Forever

Infine, come ultimo aspetto, non ci resta che citare brevemente la trama e il tipo di narrazione scelta per raccontarla. Duke si è sempre contraddistinto per essere il Chuck Norris della situazione: un duro senza macchia e senza paura in grado di fare tutto e di farlo meglio degli altri. Un eroe muscoloso che indossa solo e sempre canottiera e occhiali da sole, al quale basta avere un nemico da abbattere e un mitra tra le mani per esprimere il meglio di sé e piacere ai suoi fan. Tutto quanto abbiamo appena detto era probabilmente vero ai tempi in cui il Duca era al massimo della sua popolarità: in un periodo in cui gli FPS erano agli esordi e, per la maggior parte, presentavano uno stile più cupo e cruento in voga grazie a nomi altisonanti come Wolfenstein e Doom, la cafoneria e la strafottenza di Duke Nukem avevano senz’altro il potenziale necessario per far breccia nel cuore di molti fan. Oggi, dobbiamo dirlo ancora una volta, i tempi sono cambiati: gli shooter moderni fanno sempre più attenzione a raccontare una trama con almeno un briciolo di originalità, anche quando il protagonista non è ben caratterizzato e gli eventi narrati sono solamente un mero pretesto per mettere mano alle armi. La trama di Duke Nukem Forever, invece, si racconta in poche parole: gli alieni sono tornati avanzando una finta offerta di pace; in realtà vogliono conquistare la Terra e sbarazzarsi una volta per tutte di Duke, che li ha cacciati al primo tentativo di invasione; compiono però un madornale errore quando rapiscono le giovani fidanzate dell’eroe, che decide di scendere in campo e rispedire gli invasori da dove sono venuti. Una trama dal gusto retrò che non dispiacerà forse ai vecchi fan, ma che apparirà probabilmente troppo scarna alle nuove generazioni, cresciute con gli scaffali dei negozi stracolmi di FPS di ogni tipo, forma e colore.


Lo stile tamarro di Duke, un tempo unico e riconoscibile, ai giorni nostri rischia di non essere apprezzato

Come possiamo valutare, allora, Duke Nukem Forever? Secondo noi, alla luce dello spirito con il quale è possibile giocarci: il titolo di Gearbox rappresenta in tutto e per tutto quello che era Duke Nukem 3D, portandolo nell’era moderna. Se questo sia un bene o un male lo lasciamo decidere a voi, limitandoci a farvi presente alcuni punti chiave per indirizzare il vostro giudizio. Innanzitutto ci preme che abbiate ben chiaro che Duke Nukem Forever non assomiglia in alcun modo a titoli mass-market come Killzone, nei quali il gameplay è tutto improntato all’azione e in un certo qual modo tarato su un utilizzo più multi- che single-player. In secondo luogo, collegandoci a quanto appena detto, aggiungiamo che le parti platform rappresentano una buona percentuale del tempo di gioco (la cui longevità raggiunge abbondantemente le 12 ore), chiamando il giocatore a risolvere semplici enigmi durante momenti in cui non si mette mano alle armi anche per parecchi minuti. Tutto questo per dirvi che, a nostro modo di vedere, Duke Nukem Forever si potrebbe identificare come un gioco vintage che, purtroppo, non riesce ad essere né carne né pesce: se da una parte bisogna lodare il tentativo di riproporre le meccaniche dello storico Duke Nukem 3D tanto caro ai fan, infatti, è necessario sottolineare ancora una volta come il caratteristico gameplay del precedente capitolo non sia probabilmente in grado di incontrare il favore delle nuove generazioni di videogiocatori, sempre più esigenti e ormai abituati ad un mercato saturo di FPS di ogni tipo, nel quale anche un “cannone” grosso come quello di Duke Nukem rischia di non fare abbastanza rumore.


Anche in Forever il Duca mantiene sempre il suo savoir-fare strafottente

Nei panni del nuovo giocatore: la curiosità

Se tra di voi c’è qualche giocatore che non ha mai provato Duke Nukem 3D, probabilmente si starà chiedendo per quale motivo tantissimi fan apprezzeranno il personaggio del Duca e giocheranno a questo titolo anche se non sarà all’altezza delle loro aspettative. A maggior ragione, anzi, voi stessi vi stupirete di come un gioco in grado di generare così tanto hype possa rivelarsi poi come un’immensa nube di fumo e niente più.

Peccando forse di eccessiva ridondanza vogliamo essere il più possibile trasparenti e ribadire quanto detto in modo più velato durante la recensione: Duke Nukem Forever non vi piacerà. Se proprio siete interessati al personaggio il nostro consiglio è quello di andare a recuperare il vecchio Duke Nukem 3D, ancora oggi in grado di dare molte soddisfazioni. Solamente giocando a quel titolo capirete il vero spirito del Duca e allora, se vorrete, potrete affrontare con il giusto spirito anche questo Forever. Giocando subito al nuovo capitolo, senza aver prima effettuato il  riscaldamento appena consigliato, vi scontrerete inevitabilmente contro un titolo troppo distante dai moderni canoni dello shooter in prima persona, e non sarete in grado di cogliere quanto di buono c’è in Duke Nukem Forever. Tutto questo, naturalmente, se siete abbastanza curiosi da volervi spingere a provare una parte di storia, per poi gioire e rattristirvi insieme a tutti gli altri fan ritrovando il Duca sulle attuali piattaforme videoludiche. In caso contrario, volgete pure la vostra attenzione ai brand più conosciuti, in grado di offrire un’esperienza sicuramente più attuale e in linea con gli esigenti standard del mercato.

 


Cosa spinge un fan a tanto collezionismo per un gioco non eccelso? Tanti, tanti ricordi…

 

Nei panni del fan: il cuore

Non nascondiamoci ma ammettiamolo: Duke Nukem Forever lo abbiamo chiesto noi. Chi vi scrive si mette in prima fila tra i fan del Duca, e ammette di essere andato in visibilio ad ogni annuncio, screenshot, notizia o dichiarazione, soffrendo e gioendo nella speranza che il nuovo capitolo della serie del Duca vedesse infine la luce. Lo abbiamo chiesto a gran voce, non pensando minimamente al fatto che forse ricordavamo Duke con l’amore e la nostalgia che si provano quando si pensa ai bei momento passati. Con il senno di poi comprendiamo che avremmo potuto considerare il Duca definitivamente finito e ricordarlo nella sua più grande apparizione (non dimentichiamoci che oltre a Duke Nukem 3D ci sono stati anche dei precedenti capitoli in 2 dimensioni), ma le leggi di mercato sono spietate: in un mondo che ci propone continuamente remake di vecchi film, cover di canzoni famose e giochi rimasterizzati in HD, era troppo ovvio credere che anche il Duca meritasse di rinascere.

Intendiamoci, questo Duke Nukem Forever non è interamente da buttare: ci sono una miriade di ambientazioni storiche, c’è il night club con le donnine (con un intero livello dedicato), ci sono gli enigmi e tutte le armi che abbiamo amato in passato. C’è un Duca più in forma che mai, con un campionario di battutacce irriverenti e da tapparsi le orecchie (a proposito: per carità, giocate a Forever in lingua originale) che faranno sicuramente scendere sul piede di guerra i benpensanti e i sostenitori dei videogiochi politically correct. Nonostante questo, manca qualcosa. A voi fan della prima ora, però, consigliamo comunque di provare il gioco e di godervelo fino in fondo: non si tratterà di rivivere i fasti di Duke Nukem 3D, ma sicuramente se vi giocherete nella giusta ottica vi potrete divertire come un tempo, apprezzando almeno in parte lo sforzo fatto da Pitchford e soci per portare nel nuovo millennio un personaggio importante come Duke Nukem.

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