Dungeon Hunter: Alliance – Recensione Dungeon Hunter: Alliance

Da qualche tempo ormai siamo abituati ad associare il nome e il logo di Gameloft a piccoli giochi presentati dapprima su iPhone e sulle console portatili, per poi approdare su X-Box Live Arcade o su PSN per essere distribuiti tramite il sistema della Digital Delivery. Dungeon Hunter, nato nel 2009 per il melafonino di casa Apple, non fa eccezione: con l’aggiunta del suffisso Alliance al titolo originale, il Dungeon Hunter per PlayStation 3 propone qualche aggiunta alla formula di base che in molti già conoscono. Che siate fan della serie da qualche anno o semplici curiosi, quindi, il nuovo Dungeon Hunter: Alliance Gameloft ha in serbo qualcosa per ognuno voi.


DH: Alliance è semplicemente l’originale Dungeon Hunter, con l’aggiunta della componente  multiplayer


Hack n’ Slash ed RPG

Le meccaniche di base di Dungeon Hunter: Alliance, giusto per citare i soliti noti e darvi subito l’idea di cosa stiamo parlando, sono prese un po’ da God of War e un po’ da Diablo. Frenate i bollenti spiriti: non stiamo di certo parlando di un capolavoro di gameplay Hack n’ Slash come quelli sfornati dai Santa Monica, né tantomeno di una profondità tale da permettere al titolo Gameloft di vedersela ad armi pari con il glorioso gioco di Blizzard. Nonostante ciò, ammettiamo che rispetto agli standard di Gameloft la versione PS3 di Dungeon Hunter si configura come sopra la media, dimostrandosi in grado di divertire, anche se probabilmente solo la cerchia di appassionati del genere.

Ma andiamo con ordine: all’inizio del gioco ci verrà chiesto di scegliere uno dei tre personaggi giocabili, ognuno con le sue specifiche caratteristiche: il mago, particolarmente adatto a combattere dalla distanza e a colpire più nemici con incantesimi sempre più potenti; il ladro, abilissimo negli scontri uno contro uno; il guerriero, la cui forza gli permetterà di sostenere a testa alta dei corpo a corpo con più nemici contemporaneamente. Scelto il nostro personaggio, inizieremo a farci strada tra i vari livelli a suon di scazzottate, raccogliendo lungo la via una serie di armi e potenziamenti da stipare nel nostro inventario. La moltitudine di oggetti e armi presenti in Dungeon Hunter: Alliance è forse la parte più curata del gioco, in grado tanto di allietare l’appassionato di RPG quanto di disorientare inevitabilmente l’utente meno esperto: già dopo la prima ora di gioco ci si ritrova con un altissimo numero di oggetti e punti abilità da distribuire, compito fondamentale per poter proseguire illesi attraverso i livelli successivi. Chi è poco avvezzo a questo tipo di meccaniche fatte di menu e sottomenu, quindi, è avvertito: in Dungeon Hunter non ci si può limitare a scegliere lo spadone più potente, o lasciare il noioso compito di decidere l’equipaggiamento al software della console, opzione comunque presente ma che non fa sempre scelte ottimali, ma bisogna piuttosto prepararsi ad un attento studio dei vari oggetti per poter compiere le scelte più adatte al proprio stile di gioco e al personaggio scelto in partenza.

Analizzando invece la giocabilità dal mero punto di vista dei comandi, Dungeon Hunter non brilla purtroppo per immediatezza e facilità di utilizzo: i personaggi sono controllabili sia con il classico Dualshock 3 che con il più recente Playstation Move. In entrambi i casi, nella bolgia dell’azione più frenetica, risulta molte volte difficile comprendere con la necessaria immediatezza la direzione in cui stiamo lanciando i nostri attacchi. Non aiutano, inoltre, una gestione delle collisioni non perfetta e l’eccessiva lentezza con la quale si muovono i personaggi (il guerriero soprattutto). Preparatevi quindi a una buona dose di morti premature prima di iniziare realmente a muovervi come si deve all’interno del mondo di gioco. Abbiamo deciso di evidenziare particolarmente questo aspetto negativo anche alla luce di un altro importante cruccio di Dungeon Hunter: Alliance: i caricamenti. Inspiegabilmente il titolo di Gameloft ha messo duramente alla prova la nostra pazienza mettendoci davanti a lunghi tempi morti con il pad tra le mani: se è possibile chiudere un occhio per quanto riguarda l’avvio del gioco, durante il quale è anche comprensibile un tempo di attesa più lungo, il caricamento che segue una morte sul campo di battaglia è decisamente sopra la media rispetto agli standard attuali, rischiando di spazientire i giocatori più esigenti.


Nelle situazioni più concitate risulta spesso difficile orientare gli attacchi nella giusta direzione

Fantasy, visivamente e concettualmente

Dal punto di vista grafico, il gioco, nonostante il passaggio all’alta definizione avvenuto con il porting da iPhone a PS3, non brilla particolarmente di luce propria. Le atmosfere sono di valida matrice fantasy, presentando dungeon e borghi medievali, foreste e castelli immersi nella nebbia: niente da eccepire per quanto riguarda il level design e la scelta delle ambientazioni, quindi. Purtroppo l’intera esperienza visiva è penalizzata da qualche rallentamento neanche troppo sporadico e da un livello di dettaglio non eccelso, sia per quanto riguarda gli ambienti che per quanto riguarda le animazioni di personaggi principali e nemici. Interessanti invece gli effetti di luce, che come al solito l’hardware di PS3 dimostra di saper gestire egregiamente anche nelle produzioni più modeste.

Un secondo aspetto dalle caratteristiche molto fantasy (anche se zeppa di cliché), in Dungeon Hunter: Alliance, è la trama: resuscitati dopo una prematura dipartita, dovremo vendicarci della regina, nostra consorte e causa della nostra morte. Durante il nostro viaggio, naturalmente, incontreremo molti personaggi e creature e saremo chiamati a svolgere una serie di missioni primarie e secondarie per un tempo totale di gioco che, considerando anche tutte le side quest, impegnerà gli appassionati per 15-20 ore.


Trama e stile grafico, quest’ultimo soprattutto nei dungeon, attingono a piene mani dalla mitologia fantasy

L’immancabile multiplayer

Trattandosi di un titolo riverniciato a nuovo appositamente per il PSN, Dungeon Hunter: Alliance non poteva peccare dal punto di vista dell’online. A dire il vero si tratta forse di uno degli aspetti meglio realizzati dell’intero gioco: da due (anche offline) a quattro giocatori potranno combattere contemporaneamente durante le missioni. Interessante la possibilità di impostare una differenza di livello massima tra i membri del party, in modo da non penalizzare i giocatori che hanno fatto meno level-up degli altri durante la campagna offline. Unico neo della componente multiplayer è il fatto che con tre sole classi di personaggi tra cui scegliere non sarà possibile avere un party abbastanza diversificato e vario da dare soddisfazione ai fan dei giochi di ruolo più articolati e complessi.
 


In quattro c’è più divertimento, peccato solo che le classi di personaggi con cui giocare siano tre

In conclusione

Dungeon Hunter: Alliance è il porting in alta definizione del titolo sviluppato da Gameloft per iPhone nell’ormai lontano (videoludicamente parlando) 2009. Con l’inserimento di una componente online curata e divertente, il gioco promette di divertire gli appassionati di Diablo e degli Action RPG che negli anni si sono ispirati al titolo di Blizzard Entertainment. A chi preferisce invece gli Hack n’ Slash segnaliamo che il gameplay di Dungeon Hunter: Alliance ricorda a tratti quello già visto in Hero of Sparta, clone di God of War sviluppato sempre da Gameloft, con tutte le limitazioni che derivano da una visuale isometrica che inquadra l’azione sempre dall’alto, sommate ad una risposta ai comandi non sempre fulminea come si vorrebbe. Tra le due categorie di giocatori appena elencate, comunque, siamo pronti a scommettere che il titolo in questione appassionerà soprattutto la seconda, in quanto solo i fan delle sub-quest e gli inguaribili collezionisti di oggetti saranno spinti al completamento del gioco. Chiudiamo con l’indicazione del prezzo del download, fissato a 13 Euro: per la qualità globale dell’esperienza e per le ore di gioco promesse, la cifra ci sembra corretta, anche se (lo ribadiamo), chi non si appassionerà all’avventura rischierà di abbandonare il gioco dopo un paio d’ore di combattimenti e di level-up. Insomma, non un gioco da avere ad ogni costo, ma sicuramente un piacevole diversivo per i fan del genere.

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