Exile’s End – Recensione

Gli anni ’90 sono stati un periodo d’oro sia per gli sviluppatori di videogames che per gli scenografi di film: capolavori sono nati in quel periodo in entrambi questi settori e hanno influenzato il decennio a venire. La fantascienza poi ha sfornato perle quali Alien2001: Odissea nello spazio tanto per citarne qualcuno. Mentre per i videogiochi sono nati addirittura titoli che hanno creato un genere, come Metroid, capace insieme a un altro titolo storico come Castlevania di creare i “metroidvania”, da tutti i videogiocatori apprezzati e dai nostalgici amaramente rimpianti.

Non sono esempi fatti a caso questi ma hanno una connotazione ben specifica nella creazione di Exile’s End, frutto del sudore dello studio Magnetic Realms, un ottimo indie dal sapore di retrogame.

Exile's End

La storia è semplice: c’è una nave nello spazio, con a bordo una truppa di mercenari spaziali pagati per scoprire come mai, improvvisamente, si siano interrotte le comunicazioni su un pianeta adibito a colonia mineraria. Poco prima dell’arrivo l’astronave ha una misteriosa avaria e l’equipaggio si mette in salvo tramite le capsule di salvataggio. Difficile non trovare una forte analogia con il titolo del 1986 Alien 2 diretto da James Cameron, e questo dona valore aggiunto a Exile’s End dotandolo di una trama già collaudata e forte di un successo planetario. Per comprendere al volo l’atmosfera di questo titolo una citazione è d’obbligo:

“Allora tesori, cosa state aspettando il caffè a letto? Questa è un’altra splendida giornata. Una giornata nei marines è come una giornata al Grand Hotel: ogni pasto è un banchetto; ogni busta paga è una fortuna; ogni formazione è una parata.”

Il sergente Apone (Al Matthews) – Alien Scontro Finale

La vera natura di Exile’s End viene fuori a questo punto esibendo un’atmosfera pacata in piena grafica a 16 bit in quello che si rivelerà un metroidvania in tutto e per tutto. Troveremo infatti gli elementi tipici del genere a incominciare dal protagonista che inizia la sua avventura con una dotazione scarsa e che gli permette di fare ben poco. La tuta che lo protegge infatti si è rotta e non gli permette né di usare sensori né di vincere con facilità la gravità del pianeta alieno. Solo con il proseguire della storia troveremo il modo di ripararla e potenziarla ottenendo così feature importanti come la capacità di non morire se si cade da mezzo metro di altezza, o il doppio salto che ci permetterà di raggiungere zone altrimenti inaccessibili e molto altro ancora.

https://youtu.be/-a4vMz6g_vA

E come se non bastasse il nostro sventurato mercenario è anche disarmato e solo. Nella difficile operazione di ritrovare altri eventuali sopravvissuti dovremo fare i conti con entità ostili e non sarà affatto facile affrontarle armato solo di sassi e della nostra prontezza di riflessi nello schivare pallottole. Niente di nuovo insomma, ma va detto che il format funziona sempre dannatamente bene. Ma come sempre non sono tutte rose e fiori e gli elementi penalizzanti compaiono anche in Exile’s End; non sono molti a dire la verità ma sono difficilmente perdonabili visto la quantità di titoli similari da cui si poteva trarre ispirazione e dalle possibilità hardware notevolmente migliorate rispetto agli anni ’90.

Exile's End

Tanto per cominciare non sono presenti punti di salvataggio durante il percorso che affronteremo, ma ci sarà solo un checkpoint automatico a ogni cambio stanza. Inoltre vista la potenza acquisita negli anni dalle console sarebbe stato lecito aspettarsi una mappa più vasta e più ricca di particolari. La scelta cromatica, probabilmente voluta per enfatizzare il mondo alieno, la solitudine e l’ansia, rende però spoglia l’intera veste grafica a 16-bit e a volte si va a confondere con gli elementi in primo piano, in primis con i nemici. Infine l’IA dei nostri avversari lascia davvero a desiderare così come lascia a desiderare anche la difficoltà basilare degli “enigmi ambientali” che incontreremo lungo il percorso. Peccato perchè le premesse c’erano tutte per sfornare un titolo di successo.

Exile's End

A onor del vero risolleva l’esperienza di gioco un buon comparto audio e la molteplicità di aree segrete che rendono un po’ più varia e longeva la storia. Anche la varietà di armi è da considerarsi un punto a favore cosi come i power up della nostra tuta che ci permetteranno di accedere a zone della mappa normalmente precluse. Un escamotage vecchio e tipico del genere metroidvania ma non per questo meno funzionale anche oggi.

Exile's End

Per fortuna gli sviluppatori hanno implementato, rispetto alla versione Steam, il cross-save tra piattaforme Playstation, e due modalità sbloccabili una volta completato il titolo. La prima in stile Endless Run, e la seconda con un livello di difficoltà maggiore. Esiste anche una modalità Survival, che ci vede affrontare orde di nemici in scenari appositamente disegnati. Non è tutto: rispetto alla versione per PC sono state aggiunte altre stanze segrete da scoprire, forse con l’intento di accrescere la durata del titolo e una classifica online in grado di raffrontare i punteggi e tempi con i giocatori di tutto il mondo.

Exile's End

La trama inoltre, nonostante sia costellata di lacune e soluzioni semplicistiche, si unisce bene alla caratterizzazione grafica degli ambienti e all’esperienza audio. Sorretta da un minimo di dialoghi, la storia è capace di immedesimare e lasciare in bocca quel gusto di “situazione in sospeso” quasi come una sorta di thriller fantascientifico in cui, da un momento all’altro, può fare la sua comparsa l’insospettabile entità nemica aliena. Tutto questo è in grado di incollare il giocatore allo schermo facendogli perdere la cognizione del tempo, arte in cui il genere metroidvania è sempre stata maestra. Ecco quindi un’ultima chicca tratta sempre dal medesimo film che ben identifica le emozioni che proverete durante la vostra avventura in Exile’s End:

“Siete sull’ascensore per l’inferno… In discesa!”

Il soldato Hudson (Bill Paxton) – Alien Scontro Finale


In poche parole Exile’s End è un titolo divertente e appagante, in pieno stile anni ’90, ma non esente da pecche. Il giudizio rimane comunque molto più che sufficiente ma la cura mostrata dal team di sviluppo poteva essere maggiore nel realizzare quello che molti chiedono a gran voce, un ritorno in auge del genere metroidvania. Peccato perchè sarebbe bastato davvero poco, magari una mappa più ampia e una maggiore cura nella parte grafica, per ottenere un vero e proprio capolavoro. Consigliato come passatempo purtroppo più veloce di quello che avremmo sperato.

7

Pro

  • Buona giocabilità
  • Ottimo revival anni '90

Contro

  • La trama mostra alcune lacune
  • La mappa risulta scarna e breve
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