Football Manager 26 recensione

Recensito su Steam

L’essenza di Football Manager risiede nella sua capacità di distillare e simulare non solo la complessità tattica e finanziaria del calcio moderno, ma anche la sua componente più viscerale: il tifo. Il termine stesso, radicato nell’antica parola greca tỹphos che originariamente indicava il delirio febbrile e lo stato di torpore indotto dalla malattia, evoca una condizione di passione estrema e, spesso, irrazionale.

Il tifoso, in questo senso, è colui che vive il gioco in uno stato di ardore quasi febbrile, un’eccitazione emotiva che travalica la semplice logica e si traduce in devozione totale. La saga di Sports Interactive non si limita a offrire al giocatore una panchina virtuale, ma lo immerge in questo universo di aspettative smodate e ansia gestionale. Per l’appassionato, sedersi alla plancia di comando di un club è l’atto finale di questa febbre, il desiderio di esercitare un controllo totale su quella fonte di gioia e sofferenza che è la propria squadra.

Qualunque tifoso farebbe carte false per veder sollevare l’ambita coppa dalle grandi orecchie alla propria squadra del cuore. E se nel mondo reale questo sogno si scontra da anni con una dura e implacabile realtà sportiva, esiste da tempo un simulatore che offre la realizzazione di questo desiderio: un’oasi virtuale dove è possibile rimboccarsi le maniche, esercitare il proprio acume gestionale e, attraverso il duro lavoro e la strategia, condurre il proprio team al successo e alla gloria.

In Football Manager, il giocatore trascende la mera figura di allenatore in campo, assumendo l’onere e il privilegio di essere il Deus ex machina dell’intera società sportiva. Il ruolo del manager è un crogiolo di responsabilità che va dalla guida tecnica della prima squadra alla complessa arte della gestione dirigenziale. Il successo, infatti, si costruisce tanto sul rettangolo verde quanto nelle stanze dei bottoni: il manager dialoga e negozia costantemente con la dirigenza, plasmandone le aspettative e le ambizioni. È suo compito primario creare e modellare lo staff tecnico e non tecnico, affinando le competenze dei collaboratori per garantire l’eccellenza in ogni reparto, dalla preparazione atletica allo scouting.

Il gioco offre la libertà strategica di decidere cosa gestire direttamente e cosa delegare ai propri fiduciari, permettendo una presa diretta su ogni aspetto, o in alternativa una conduzione delegata alle figure specialistiche. Questa rete di collaboratori si estende poi al cruciale settore del mercato, dove il manager determina la politica acquisti e cessioni, scegliendo se agire autonomamente nelle trattative o affidarsi ai rapporti scrupolosi degli osservatori, gestiti anch’essi attraverso l’interazione con i capi scout. Infine, il ruolo manageriale si estende al piano comunicativo e psicologico, gestendo i delicati rapporti con la stampa, tessendo le lodi del club e fronteggiando le crisi, e curando le dinamiche individuali con i giocatori, monitorandone il morale, gestendone il minutaggio e negoziandone i contratti, in un incessante equilibrio tra autorità e empatia.

Footbal manager 26
La nuova interfaccia grafica

Seven nation army

Il lancio di Football Manager 26 si configura come un evento carico di significati e un crocevia obbligato per la storica saga di Sports Interactive, sviluppata con meticolosa passione sotto la guida di Miles Jacobson. La serie, la cui origine risale ai fasti di Championship Manager creato dai fratelli Collyer ben trentatré anni or sono, ha sempre mantenuto un ciclo di sviluppo a cadenza annuale che alterna una maggioranza di edizioni votate al perfezionamento incrementale, a più rari capitoli di autentica rivoluzione tecnica.

Tali salti generazionali sono essenziali per ribadire il titolo come il simulatore manageriale di calcio più realistico e profondo sul mercato, un primato che si nutre di un costante affinamento delle meccaniche e del database globale, ma è stata proprio la necessità di un salto generazionale epocale, trainato dalla transizione al motore Unity e dall’introduzione di una interfaccia utente completamente nuova e rivista, a innescare una crisi senza precedenti.

L’attesissima edizione FM25, destinata a essere il vessillo di questa nuova era, è stata prima oggetto di molteplici e preoccupanti rinvii e poi, in una mossa storica di onestà intellettuale e commerciale che ha colto di sorpresa l’intera industria, completamente cancellata. Miles Jacobson ha candidamente ammesso il fallimento tecnico e l’impossibilità di rilasciare un prodotto che si trovava in uno stato non degno, dichiarando apertamente che commercializzarlo in quello stato inferiore avrebbe “danneggiato la serie per sempre”.

Questa decisione drastica, che ha avuto un costo finanziario e di immagine enorme per lo studio, ha di fatto lasciato gli appassionati a bocca asciutta per due anni, intensificando a livelli spasmodici l’attesa per questo nuovo capitolo. Football Manager 26, dunque, si presenta con l’arduo compito non solo di mantenere tutte le promesse rivoluzionarie previste per l’edizione precedente, ma anche di sanare la ferita e recuperare la fiducia di una community esigente e storicamente fedele, inaugurando degnamente la nuova era tecnica del franchise.

A ciò si aggiunge l’integrazione del calcio femminile, che non è una semplice e superficiale aggiunta di contenuti, ma una delle promesse più significative e una vera e propria rivoluzione etico-simulativa per il medium videoludico, il cui lungo travaglio è iniziato con l’annuncio ufficiale nel lontano 2021. Questo passo segna il riconoscimento di un movimento sportivo in espansione e ambisce a costruire un unico e coeso ecosistema calcistico senza divisioni di genere all’interno della simulazione.

L’integrazione iniziale si concentrerà su quattordici campionati giocabili in undici nazioni, arricchita da licenze importanti come la Barclays Women’s Super League, un’iniziativa che è stata accolta con generale entusiasmo della community, la quale percepisce l’enorme opportunità per aumentare la profondità e la longevità delle carriere, offrendo un nuovo sandbox manageriale tutto da esplorare.

Dal punto di vista dello sviluppo, Sports Interactive ha assicurato un’attenzione meticolosa: sono state effettuate sessioni dedicate di motion capture su calciatrici reali per garantire animazioni accurate e sono state modellate dinamiche di gioco e di mercato specifiche per il contesto femminile, come l’incidenza di contratti più brevi e un modello di rischio infortuni differente. Questo evidenzia uno sforzo profondo che va ben oltre la mera trasposizione dei dati, ambendo a rappresentare la realtà del calcio femminile con la serietà e la verosimiglianza che merita, consolidando le basi per il futuro della serie.

A rafforzare il senso di autenticità contribuiscono anche le licenze ufficiali di rilievo, come quelle relative alla Premier League e alle prestigiose competizioni FIFA, che per la prima volta portano stemmi, kit, volti e marchi originali all’interno del gioco, aumentando notevolmente il senso di immersione. Un elemento di fondamentale continuità è infine rappresentato dalla decisione di includere la compatibilità dei salvataggi da FM23 e FM24, un ponte rassicurante che permette ai giocatori di portare avanti le loro lunghissime saghe manageriali nella nuova architettura tecnica di FM26.

Il passaggio al motore Unity, a differenza del caso del 2009 in cui fu introdotta solo la grafica tridimensionale della partita senza toccare l’interfaccia, rende questa edizione un caso unico e coraggioso in cui si è scelto di rifondare contemporaneamente la cosmesi grafica della partita e l’interfaccia utente, un progetto di tale portata che necessita di pazienza e test per ottimizzare una revisione così profonda.

Con la regia televisiva c’è qualche inquadratura interessante

We are the champions

Il primo impatto con la versione preliminare di Football Manager 26 rivela, tuttavia, la natura eminentemente sperimentale e, purtroppo, le ineliminabili scorie di uno sviluppo visibilmente travagliato. Le prime ore di gioco espongono immediatamente un livello di mancanza di rifinitura e perfezionamento inedito per la serie.

Le imperfezioni emergono già nelle prime ore di gioco e sono endemiche, manifestandosi con bug e glitch grafici, campi che non si compilano con i dati richiesti, pulsanti che non conducono alla pagina desiderata e che spesso non rispondono affatto, oltre a schermate che impiegano diversi secondi per caricarsi, spezzando il ritmo di gioco e generando frustrazione.

Eppure, nonostante l’ineludibile dovere di segnalare tali asperità iniziali, credo che questi inconvenienti non tarderanno a essere risolti. La profonda dedizione e l’evidente passione che da sempre animano il team di sviluppo nella cura e nel continuo miglioramento della loro creatura ludica costituiscono una garanzia storica. È lecito attendersi, quindi, che questi problemi, seppur attualmente gravosi, diverranno presto un fugace e sbiadito ricordo nell’evoluzione della serie  grazie a prossime patch correttive.

Al di là dei problemi tecnici che ci si augura possano essere almeno parzialmente risolti nella versione di lancio, la prima novità macroscopica è la nuova interfaccia utente (UI) completamente ridisegnata, un segnale forte di rinnovamento atteso da tempo, ma il cui impatto è inevitabilmente spiazzante per la vecchia guardia.

I veterani infatti, abituati ad anni di navigazione a menù laterali, si troveranno costretti a una vera e propria ri-alfabetizzazione dell’ecosistema di gioco, dove il cuore della nuova UI è il “Portal” centrale, un hub di informazioni gestito tramite riquadri e pannelli cliccabili, con le aree di interesse generale piazzate nella parte alta dello schermo anziché a lato.

Sebbene l’estetica sia indubbiamente migliorata, moderna, colorata e piacevole alla vista, la funzionalità ne risulta pesantemente sacrificata, in un chiaro tentativo di conciliare la navigazione PC/Mouse con un sistema più adatto a Console/Controller, tendenza che si avverte sgradevolmente nella divisione delle sottocategorie spesso confusa e poco intuitiva.

Diverse schermate importanti sono state traslocate in percorsi che il cervello del giocatore fatica a memorizzare, a differenza del sistema precedente che premiava l’intuizione. Esempi concreti di questa macchinosità si manifestano in processi che in passato richiedevano due o tre clic, ma che ora esigono giri giganteschi: per consultare la classifica dei cannonieri di un campionato, ad esempio, non è sufficiente cliccare sul pannello del campionato per vedere il riquadro apposito, ma occorre evidenziare un testo specifico per accedere a una schermata di statistiche, quindi cliccare su un ulteriore pannello riassuntivo, filtrare per “statistiche giocatore” e solo dopo aver impostato il filtro su “attacco”, cliccare sul riquadro “gol fatti” per accedere finalmente alla classifica marcatori.

L’interfaccia in partita tra un’azione e l’altra.

Nessuno allo stadio

Questo percorso eccessivamente lungo e innaturale è emblematico della nuova logica, una difficoltà che non risparmia nemmeno i dettagli più minuti, come la consultazione dei risultati di un osservatore nella scheda giocatore, che non è più immediata ma richiede di sfogliare diverse schede come se si girassero le pagine di un libro, rendendo gli approfondimenti faticosi e richiedendo una perdita di tempo in navigazioni aggiuntive per assemblare tutte le informazioni necessarie, in netto contrasto con l’esperienza precedente che premiava la capacità di ricavare dati preziosi da una singola schermata.

Questa macchinosità intrinseca è aggravata dai problemi di stabilità, che rendono ogni accesso ai menù una scommessa estenuante in cui il giocatore non sa mai se il fallimento nell’ottenere un’informazione sia dovuto alla sua incapacità di comprendere la nuova logica o a un malfunzionamento tecnico. Anche le funzionalità avanzate nella gestione di un gruppo, come richiedere una riunione con la squadra o discutere il ridimensionamento del minutaggio, sono sepolte sotto un numero maggiore di schermate, ostacolando il raggiungimento di un quadro d’insieme rapido. Inoltre, si nota una preoccupante limitazione nella personalizzazione delle liste e delle visualizzazioni, un passo indietro in termini di controllo ed immediatezza.

Per quanto riguarda il Match Day, ovvero la partita giocata, il salto al motore Unity ha portato i miglioramenti grafici attesi: la grafica delle partite è visivamente migliorata con un aspetto più moderno, una migliore illuminazione, colori più vivi e texture più definite, pur rimanendo, ovviamente, anni luce indietro rispetto ad altre simulazioni calcistiche sul mercato.

L’aspetto più riuscito e piacevole di questa transizione, tuttavia, sono le animazioni, ora più fluide e realistiche, specialmente nei movimenti di preparazione a un tiro o un passaggio e nella fluidità dei contatti. Il nuovo motore non brilla solo a livello tecnico, ma si percepisce un aumento del realismo nelle scelte dei giocatori e in tutte le componenti di un match, dal giro palla, ai dribbling agli scatti in velocità, rendendo ogni giocatore molto più veritiero nelle decisioni e l’impressione generale molto più vicina a una partita vera di quanto non lo fosse nell’edizione del 2024.

Un dettaglio del pubblico.

In questo non si può non applaudire il lavoro svolto sul Match Engine, anche se permangono le scorie di una realizzazione affrettata: la navigazione dei menù interni alla partita è anch’essa estremamente macchinosa e le statistiche, prima liberamente osservabili e personalizzabili, ora richiedono multipli click per informazioni normalissime, con l’apice dell’inspiegabilità rappresentato dall’impossibilità di cambiare telecamera nel replay del gol, o nell’impossibilità di aprire la scheda di un giocatore cliccando il nome dalle tattiche, una strana regressione di funzionalità in un capitolo che celebra un rilancio tecnico ed una ripartenza.

Tuttavia, il profondo rinnovamento del motore tridimensionale non è esente da occasioni mancate che denotano la necessità di ulteriori perfezionamenti. Nonostante l’evidente balzo in avanti nella fluidità, l’assenza di nuove angolazioni di telecamera e la mancata implementazione di animazioni più ricche e diversificate per le esultanze dei giocatori in momenti salienti, come il goal, rappresentano lacune che non passano inosservate.

Pur riconoscendo la portata straordinaria di questa edizione, la più rivoluzionaria e complessa nella storia della serie, e comprendendo come lo sforzo primario sia stato indirizzato verso la stabilità strutturale, queste aggiunte estetiche e di immersione sono elementi che, con ogni probabilità, saranno delegati e risolti nei capitoli successivi, seguendo il consolidato ciclo di perfezionamento graduale della saga.

Nonostante l’impatto iniziale disorientante e le criticità relative alla UI, è fondamentale sottolineare che, al di là dei bug e delle ovvie scorie di un progetto di tale portata, il cuore pulsante dell’esperienza simulativa rimane intatto. La profondità tattica e l’insuperabile dettaglio gestionale, che da sempre definiscono il successo del franchise, non sono andate perdute, ma sono state semplicemente traslocate all’interno della nuova veste grafica. L’introduzione della meccanica “In Possesso” e “Non in Possesso” rappresenta l’innovazione tattica più ambiziosa da anni, fornendo al manager la possibilità di definire il comportamento della squadra in modo specifico per le diverse fasi di gioco.

Il sistema di reclutamento è stato rinnovato e potenziato con strumenti ispirati a TransferRoom, promettendo una gestione del mercato più vicina alle dinamiche reali. Inoltre, i valori numerici delle abilità e delle capacità dello staff sono state sostituite da giudizi, un piccolo tocco che differenzia lo staff dalla squadra.

In sostanza, i dati, la metrica e la complessità, da cui i veterani attingono la linfa vitale del gioco, sono ancora tutti lì, preservati nella loro bellezza e completezza. E’ un capitolo sperimentale e al momento ancora imperfetto, ma è anche profondamente ambizioso e un passo necessario per proiettare la serie nel futuro, a condizione che Sports Interactive dimostri la necessaria pazienza e prontezza nello stabilizzare la nuova architettura con gli aggiornamenti post-lancio.

Uno dei tanti esempi di bug e visualizzazioni errate.

Football manager 26 in conclusione:

Dopo aver dissezionato le luci e, soprattutto, le ombre di Football Manager 26, il momento della sintesi critica si rivela complesso. Ci troviamo di fronte a un capitolo che, per audacia e portata delle sue innovazioni, è destinato a essere ricordato come il più rivoluzionario e necessario degli ultimi quindici anni. È un’edizione che non si è limitata a perfezionare, ma ha avuto il coraggio di rivoluzionare, dopo aver toccato il fondo ed aver cancellato l’edizione precedente, gettando le basi della simulazione calcistica per il prossimo decennio.

La promessa è quella di un simulatore più realistico, con un Match Engine migliorato nelle scelte e nelle animazioni dei giocatori, e un dettaglio gestionale che, nonostante l’occultamento iniziale nei nuovi percorsi, resta intatto nella sua insuperabile profondità. Tuttavia, il prezzo di tale ambizione è stato pagato in stabilità e immediatezza. Le scorie di uno sviluppo travagliatissimo si sono manifestate in un’interfaccia utente (UI) esteticamente gradevole ma funzionalmente macchinosa, che obbliga il veterano a percorsi innaturali e farraginosi. La presenza di bug endemici e l’assenza dei consueti standard qualitativi per la release iniziale, sebbene si confidi verranno presto risolti dalla nota dedizione del team, non possono essere ignorati in una valutazione oggettiva.

Quest’ultima incarnazione non può essere giudicata solo per la sua esecuzione attuale, ma deve essere valutata per il suo potenziale futuro e per il coraggio dimostrato nel compiere il salto generazionale che la serie richiedeva. È un capitolo che richiede pazienza, un atto di fede da parte del tifoso. Per il momento, la mia valutazione riconosce l’enorme potenziale e le innovazioni strutturali, pur sanzionando le gravi imperfezioni di utilizzo e stabilità. Questo voto è un encomio all’audacia e un credito di fiducia per il futuro, nella ferma convinzione che la vera essenza di FM26 emergerà pienamente solo dopo le patch correttive che stabilizzeranno questa nuova versione del gestionale di calcio più famoso al mondo.

8
Football Manager 26 è un capitolo profondamente ambizioso e rivoluzionario che paga il prezzo dell'instabilità iniziale, rappresentando al contempo il futuro inevitabile della serie e la sua versione più macchinosa e imperfetta di sempre.

Pro

  • Possibilità di proseguire le carriere delle vecchie versioni.
  • Nuovo motore grafico per le partite.
  • Visione e Coraggio nel proporre una nuova ripartenza per la serie.

Contro

  • Stabilità e Rifinitura
  • Funzionalità presenti misteriosamente eliminate
  • Ri-alfabetizzazione forzata per i veterani della serie
  • Serve un po' di fiducia per un nuovo sistema che ha bisogno di tempo per essere testato e migliorato a dovere
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento