God Eater Resurrection – Recensione

La ricerca di fonti di energie alternative è uno dei temi centrali nella nostra società e argomento di studio per moltissimi ricercatori nel mondo, ma cosa succederebbe se nella ricerca di qualcosa per evitare di consumare il nostro pianeta si finisse per trovare e risvegliare qualcos’altro in grado di distruggerlo totalmente? L’Hunting Game di casa Bandai Namco ci mette davanti a un mondo post apocalittico dove l’ambizione non ha portato altro che alla distruzione e alla semi estinzione del genere umano.

God Eater Resurrection

Mai, Mai, scorderai…

Qualche anno prima delle vicende raccontate nel gioco alcuni scienziati scoprirono le Oracle Cell. Queste speciali cellule erano formate da tanti microrganismi che agivano in maniera sorprendente: ogni singolo componente cercava di sopravvivere evolvendo a una velocità spaventosa e adeguandosi a ogni condizione. Questi ricercatori capirono il potenziale di questi organismi e videro in loro il futuro dell’umanità che, potendo contare su una tale energia rinnovabile, avrebbe potuto fare passi da gigante. Tutto però andò nel verso sbagliato e queste piccole cellule divennero enormi mostri che cambiarono per sempre il futuro degli umani, ma non nel modo desiderato.

God Eater Resurrection

Questi abomini creatisi dal nulla si sono da subito mostrati difficili da abbattere, in quanto le loro cellule continuano a rigenerarsi sempre più velocemente e anzi molto spesso i danni recati loro con armi tradizionali non facevano altro che farli evolvere rendendoli pian piano immortali. Aragami, questo è il nome dato loro dagli abitanti della terra: un appellativo che nella cultura popolare viene accostato alla definizione “Dei del caos”; e cosa può uccidere un Dio se non un God Eater? I God Eater sono speciali soldati, scelti tra gli abitanti comuni perché compatibili con le Oracle Cell. Una volta selezionati vengono innestate loro le stesse cellule presenti negli Aragami, permettendogli così di controllare le God Arc, speciali armi che contengono anch’esse le Oracle Cell e che non permettono ai mostri di rigenerarsi una volta colpiti.

Questi God Eater vengono selezionati da Fenrir, l’associazione che garantisce la sicurezza sommaria del pianeta. Parliamo di sicurezza sommaria perché la maggior parte degli abitanti vive all’esterno delle mura di cinta costruite dal governo che contengono solo i soldati e i parenti degli stessi. Voi arriverete in un momento di rivoluzione per tutto il sistema,  e impersonificherete un God Eater New Type. Questa tipologia di guerrieri è costituita da individui in grado di controllare un tipo superiore di God Arc, chiamate appunto: New Type. Queste armi possono cambiare forma e diventare facilmente potenti armi corpo a corpo o letali fucili. La componente più importante però risiede nella loro capacità di diventare esse stesse in parte degli Aragami; a discrezione del God Eater infatti queste armi potranno rilasciare una grottesca bocca in grado di divorare i nuclei degli Aragami, uccidendoli molto rapidamente e fornendo importanti campioni per gli scienziati.

God Eater Resurrection

Come avrete capito dalla nostra introduzione God Eater, contrariamente ai suoi colleghi, punta molto sulla sua trama. Monster Hunter per esempio presenta da sempre una storia superficiale e del tutto secondaria; altri esempi come Toukiden invece provano a presentarne una ma spesso sfociano in ingenue banalità. Dobbiamo dire che invece la trama di God Eater Resurrection ci ha colpiti, sia per quanto riguarda i personaggi (ben costruiti sia caratterialmente che esteticamente), che per quanto concerne l’ambientazione apocalittica: il titolo fa centro in ogni aspetto.

Per chi non si accontenta della storia narrata nel gioco è inoltre stato creato un anime che narrerà le vicende di Lenka Utsugi, un protagonista che ricoprirà il ruolo destinato a noi nel titolo (in questa versione è anche possibile ricreare Lenka al 100%, ripercorrendo in un certo senso la sua storia)

Semplice e efficace 

Il gameplay di God Eater Resurrection è molto simile a quello di ogni altro Hunting Game Giapponese: all’interno dell’hub centrale vi verranno offerte delle missioni che se accettate vi porteranno sul campo di battaglia contro uno o più mostri enormi pronti a sbranarvi. Uccidendoli guadagnerete materiali per creare armi ed equipaggiamenti sempre più forti e utili ad uccidere mostri sempre più grandi e minacciosi.

God Eater Resurrection

Una volta presa la mano con il gioco rimarrete sicuramente sorpresi dall’incredibile chiarezza dei menù di gioco, che in titoli come questi tendono ad essere molto spesso confusionari. Ogni arma vi conferirà determinati aumenti alle statistiche, ben spiegati all’interno del menù al contrario di quello che avviene per esempio in Monster Hunter, e farà danni diversi. I danni si dividono in: fendenti, perforanti e frantumatori; ogni Aragami sarà debole a un diverso tipo di danno, quindi prima di ogni missione sarà bene controllare la scheda del mostro in questione.

Ovviamente questa semplificazione estrema ha portato anche a una profondità minore del titolo. Gli equipaggiamenti si limitano a: armi, scudi e accessori (equipaggiabili 2 per volta), e ai vestiti che però servono solamente per un fattore estetico. Il titolo comunque risulta comunque sufficiente sotto questo aspetto grazie ad abilità equipaggiabili e ad alcune mod implementabili nelle armi. Abbiamo anche la possibilità di un update dei singoli componenti purtroppo però tutto questo non basta e il titolo non riesce a competere a pieno con la profondità dei concorrenti.

God Eater ResurrectionGod Eater Resurrection Recensione

Oltre alla chiarezza del gameplay e alla trama, ciò che rende unico God Eater Resurrection sono i compagni: prima di ogni missione potrete selezionarne alcuni come supporti attivi e passivi. I supporti attivi vi aiuteranno sul campo di battaglia, mentre quelli passivi non saranno fisicamente con voi ma vi conferiranno delle ricompense bonus a fine missione. Ogni compagno può avere diverse abilità e equipaggiamenti, anche se il loro equipaggiamento base sarà più che sufficiente per completare più della metà dell’avventura senza problemi.

Porting amaro ma bello da vedere

God Eater Resurrection è un porting arrivato su PS4, PSVita e PC direttamente dalla PSP. Uscito originariamente nel 2011 in Europa questo capitolo arriva sulla nuova generazione in una veste totalmente rivista nelle texture, ma che lascia ancora a desiderare nei modelli. Se a un primo impatto infatti il titolo potrà sembrarvi molto pregevole, basterà guardare più attentamente per vedere dei poligoni fin troppo squadrati e degli ambienti parecchio spogli. Al netto di ciò però dobbiamo dire che il comparto grafico risulta più che sufficiente.

God Eater Resurrection

Non abbiamo inoltre riscontrato nessun calo di FPS durante le nostre cacce, anche contro i mostri più ingombranti o le orde più numerose. Ci sentiamo di promuovere quindi anche il lato tecnico del titolo, che seppur con una base vecchia di ormai sei anni si tiene bene in piedi.

God Eater Resurrection viene venduto insieme a God Eater 2: Rage Burst ad un prezzo di 50 €, tutto sommato molto conveniente considerato che a questo prezzo viene dato l’accesso a due titoli che insieme vi porteranno via almeno 300 ore di gioco totali solamente per portare a termine al meglio la campagna principale, che aumenteranno esponenzialmente se deciderete di giocarlo nel multigiocatore fino a quattro giocatori.

God Eater Resurrection

In Conclusione 

God Eater Resurrection è un buon Hunting Game, sicuramente meno profondo di altri concorrenti, ma che colma le sue lacune con una trama ben strutturata e dei personaggi memorabili. Come ogni titolo del suo genere rischia di annoiare i più e di risultare ripetitivo, ma d’altronde se acquistate un gioco del genere sapete a cosa andate incontro.

8

Pro

  • Trama e personaggi ben realizzati
  • Leggero da giocare (per essere un Hunting Game)

Contro

  • Modelli ancora troppo spigolosi
  • Poteva essere più profondo
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