Guardian War – Recensione Guardian War

Micro Cabin e il 3DO

Per la seconda volta nella sua storia la Micro Cabin prova l’avvicinamento alla console Panasonic, dopo aver sviluppato un poco convincente simulatore di vita casalinga. L’approccio con la console americana cambia notevolmente e viene sperimentato un titolo dall’aspetto nuovo, sia graficamente che come impostazione del genere. Guardian War, infatti, curioso RPG di stampo prettamente nipponico, proverà ad ergersi a titolo di riferimento per tutti gli accaniti possessori del 3DO che ancora non avevano potuto godere di un titolo prettamente di stampo gioco ruolistico e che si erano dovuti limitare ai picchiaduro della Naughty Dog e svariati platform.

Muto come un golem

Guardian War non punta affatto sulla trama, presentando già dall’inizio un protagonista, un golem, completamente muto e privo di emettere qualsivoglia suono dalla bocca che ha deciso di schierarsi dalla parte del bene. Nelle prime battute, dopo un affascinante filmato iniziale che vi mostrerà la situazione incombente sul mondo intero, avrete un rapido quanto piatto dialogo con la divinità che vi accompagnerà nella vostra avventura. 
Azrael, anche definito come Evil in questo gioco, appunto il male e quindi avversario del Godness che si ergerà a vostro mentore, è l’avversario di turno che scaglierà contro di voi quanti più possibili avversari in modo tale da arrestare la vostra rincorsa alla pace sulla terra. Inoltre, Azrael ha ritenuto opportuno schierare nel suo esercito i golem, ovvi compagni della vostra protesi digitale che quindi si ritroverà a dover affrontare la sua famiglia nello scontro tra Bene e Male. 
Niente di estremamente particolare e niente di fin troppo studiato, e lo si nota facilmente dall’assenza di dialoghi o scambi di battute tanto da far scemare il tutto in una misera forma di monologo da parte dell’interlocutore di turno.

Tra vermi e scheletri

Guardian War ci metterà subito a contatto con una atipica world map che cercherà di dare l’idea di libertà di movimento, anche se subito noteremo che saremo costretti a seguire dei percorsi pre impostati. Immediatamente, senza un tutorial che possa gettarci nella battaglia con un po’ più di coscienza o altro, saremo chiamati a combattere il primo scontro.  Qui, nel momento topico del gioco, Guardian War dà tutto se stesso.
All’ingresso di ogni dungeon riceverete una comunicazione di servizio da parte del vostro protettore che vi dirà quanti mostri sono presenti sul campo di battaglia: il numero varia dai 10 ai 20 e calcolando che voi siete soli, all’inizio, rende la battaglia davvero impari ma altrettanto stimolante per gli amanti del difficile. La mappa è ovviamente divisa, com’è logico per un RPG tattico, in quadranti che permetteranno al vostro alter ego di muoversi in direzioni tattiche verso i vostri avversari, segnati in rosso sulla mappa; gli ostacoli saranno segnati in bianco e la vostra posizione in blu; infine in giallo sarà contraddistinta l’uscita. 
L’innovazione nel genere tattico apportata dalla Micro Cabin è sicuramente la possibilità di poter muovere il nostro golem nel campo di battaglia: se nei capostipite del genere, infatti, dovevamo limitarci a selezionare la casella meta del nostro guerriero, stavolta con le frecce direzioni potremo guidare dove meglio crediamo il nostro golem, con ovvia possibilità di rivedere le nostre mosse e ripeterle a piacimento fino a trovare la posizione esatta per sferrare l’attacco. Una volta arrivati a destinazione avremo quindi la possibilità di colpire a seconda della nostra abilità, della nostra posizione e del nostro nemico. Il sistema delle abilità si sviluppa come ogni RPG passando per le classi, all’inizio unica ovvero il Knight, e per i punti acquisiti di livello in livello: avremo un livello per classe e un livello per il guerriero, quindi mentre col primo potremo sviluppare nuove abilità, col secondo potremo vedere aumentare i nostri parametri.  
Quando andremo a selezionare l’avversario che dovrà subire la nostra ira avremo la possibilità di leggere tutte le sue caratteristiche in una tabellina sottostante che per un attimo andrà a sostituire quella dove vengono segnati i nostri parametri: dopo il colpo la tabella si aggiornerà un attimo per poi sparire. Se avanzerà capacità di movimento potremo spostarci dalla posizione ora occupata, altrimenti il turno passerà immediatamente al nemico.
Richiamare la mappa sarà una cosa molto instantanea (Tasto B) e il menù ci permetterà in qualsiasi momento di analizzare la nostra situazione e usare gli oggetti di cui abbiamo più bisogno (Tasto C).

Il 3D del ’93

Guardian War è completamente sviluppato in grafica 3D, sicuramente un ottimo risultato calcolando che stiamo parlando di un gioco sviluppato nel 1993 su una console che non aveva molte aspettative nella quinta generazione dei videogiochi. 
Tutti i fondali delle battaglie sono diversi tra di loro e ritroverete lo stesso sfondo solo se andrete a ripetere la battaglia nel luogo precedente; tutti gli avversari sono in 3D e abbastanza dettagliati come anche le animazioni per gli attacchi e le difese accompagnati da buoni giochi di luce. Unica grande pecca è la gestione della telecamera che sarà gestita del tutto dalla CPU e non vi permetterà di vedere attorno a voi cosa accade.
Per quanto riguarda il sonoro segnaliamo subito il doppiaggio interessante e sicuramente sviluppato con delle voci che ci avrebbe fatto piacere sentire di più, perchè come detto anche poc’anzi i dialoghi sono ridotti all’osso. La colonna sonora riesce ad accompagnare discretamente l’avventura senza eccellere eccessivamente e senza cadere in una monotonia esagerata.

Il must-have del 3DO

Sebbene privo di storia, sviluppo dei personaggi, anzi del personaggio, analisi introspettiva dei protagonisti della storia e tutto ciò che rende un RPG un genere diverso dagli altri, Guardian War si erge a must have per il 3DO. 
Miscelato con una grafica che sicuramente ai suoi tempi aveva lasciato stupiti e con un sistema di gioco che ricalca i capolavori del genere aggiungendone anche la possibilità di muoversi liberamente con le frecce direzionali, questo RPG tattico è quello che i possessori della console Panasonic dovrebbero assolutamente avere. Ovviamente non si può consigliare lo stesso a chi della console americana non ha mai sentito parlare o comunque non ne è possessore, dato che il gioco sicuramente non vale la candela, in questi anni dove esiste certamente di meglio. In un’altra epoca si sarebbe sicuramente consigliato Guardian War come un ottimo passatempo a chi ama un sistema tattico a classi ben sviluppato (si contano nove classi disponibili con due sotto classi ciascuna) e una gestione più difficile del combattimento.

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