Hysteria Project – Recensione Hysteria Project

C’erano una volta i libri-game: serie di storie fantascientifiche dove durante la lettura si diventava veri e propri protagonisti della narrazione, potendo scegliere ad ogni pagina la strada da intraprendere e l’azione da compiere. In base alla scelta si veniva rimandati ad un’altra pagina del libro, e così via di bivio in bivio finché non si approdava ad uno dei finali preparati dagli scrittori/sceneggiatori. Col tempo, lentamente, il libro game si è trasformato in videogioco, divenendo avventura testuale prima, avventura grafica poi e, in tempi recenti, reincarnandosi in capolavori di narrazione videoludica come il recente Heavy Rain, giusto per citare un nome illustre. Questa breve lezione di storia potrà anche sembrarvi un po’ forzata, ma è necessaria per porre l’accento sul concetto di scelta: scelte che ci portano da una pagina all’altra, da una schermata all’altra, o da una scena all’altra di un videogame, così come accade in Hysteria Project. Originariamente sviluppato per iPhone e recentemente convertito per iPad, il titolo sviluppato da BulkyPix entra a far parte anche del catalogo Minis per PS3 e PSP.

 

 

Hysteria Project è improntato sulle scelte: saranno queste a fare la differenza tra la vita e la morte

 

 

Il peso di una scelta

Il gameplay di Hysteria Project porterà indietro nel tempo i fan dei videogiochi in FMV (Full Motion Video Based Games): chi era già videogiocatore all’inizio degli anni ’90 ricorderà forse Sewer Shark, Space Ace, o Night Trap. Chi non avesse invece idea di cosa stiamo dicendo non si preoccupi, Hysteria Project è tanto retrò quanto semplice: in sintesi non controlleremo direttamente li movimenti del nostro personaggio ma, scegliendo di volta in volta l’azione da compiere tra una rosa di opzioni possibili, avremo l’onere di assistere impotenti alle conseguenze che le nostre scelte porteranno con loro. Alcune volte si tratterà di risolvere semplici enigmi, come decifrare una cartina e scegliere ai vari bivi la strada da prendere, altre volte dovremo invece scegliere nel breve tempo a disposizione l’azione giusta per portare a casa sana e salva la pelle: combattere o scappare? Restare nascosti e al sicuro o cercare un’arma? La soluzione corretta è solamente una, e non sempre è la più logica o ragionevole.

Oltre alle scelte già menzionate, il gameplay del titolo si compone anche di alcuni quick time event abbastanza semplici, dove la pressione dei tasti che appaiono sullo schermo con il giusto tempismo si traduce in particolari azioni mostrate sullo schermo, come restare nascosti controllando il respiro (e quindi non facendo rumore), liberarsi quando si è imprigionati, schivare trappole esplosive, e via dicendo. Va detto che il porting da iPhone non ha giovato alla varietà dei QTE presenti, che per essere completati necessitano della sola pressione dei tasti X e O. Nonostante questo bisogna ammettere che comunque tali eventi sono abbastanza coerenti con le azioni mostrate (per correre, ad esempio, è richiesto di premere alternativamente a ritmo i due tasti) favorendo l’immersione del giocatore nell’avventura.

 

 

I Quick Time Event sono semplici da eseguire, ma abbastanza coerenti con le azioni da compiere

 

 


Adrenalina fin dal primo secondo

Dal punto di vista della trama, Hysteria Project sembra preso di peso da una qualsiasi pellicola horror di culto. Assisteremo a qualche immagine confusa dei nostri ricordi e poi, dopo un attimo di buio, ci risveglieremo imprigionati in un capanno degli attrezzi nel bosco. Fuggire sarà il nostro unico pensiero, mentre un inseguitore (o forse più di uno?) incappucciato e armato di falce ci perseguiterà cercando di impedirci di uscire dalla brughiera. "Evil Dead" o "Saw" sono solo i primi due paragoni cinematografici che ci vengono in mente tra i molti che potremo citare per farvi meglio comprendere la sensazione di claustrofobia e terrore che Hysteria Project intende trasmettere.

Sfortunatamente l’inizio è talmente adrenalinico che, con il proseguo dell’avventura, il gioco non riesce a tenere sempre la tensione ad un così alto livello, e alcune sezioni potranno annoiare i giocatori meno pazienti. Il finale (come in ogni horror che si rispetti) è volutamente aperto, e gli sviluppatori lasciano intendere di voler creare altri capitoli. Da questo punto di vista siamo impazienti di vedere se i prossimi lavori di BulkyPix saranno in grado di sopperire alle mancanze che impediscono a questo primo capitolo di appassionarci come dovrebbe.

 

 

Noi che fuggiamo all’impazzata e il nostro nemico che ci insegue camminando: un classico!

 

 

In prima persona fa più paura

L’intera vicenda narrata in Hysteria Project è rappresentata utilizzando una visuale in prima persona, espediente sicuramente efficace per favorire l’immersività nell’azione e rendere il giocatore parte integrante di quanto accade sullo schermo. Per quanto riguarda questo aspetto possiamo dirci soddisfatti del lavoro fatto da BulkyPix, anche se non possiamo esimerci dal segnalare la scarsa qualità del comparto video del gioco. L’idea di comporlo interamente con sequenze filmate ed interpretate da attori in carne e ossa ha certamente contribuito a dare il giusto realismo al tutto; purtroppo, una compressione video portata quasi al limite dell’accettabile – forse ancora tollerabile se vista su iPhone, ma certamente al di sotto delle reali potenzialità della PSP – rende troppo confuse alcune scene in movimento, minando quel contatto che si crea tra gioco e giocatore e che permette di immergersi nell’azione e di sentirsi fino in fondo parte di essa.

 

 

Purtroppo la compressione video rende confuse le scene più concitate (vedi angolo a destra)

 

 


Stridore di violini

Come ogni horror degno di questo nome, anche Hysteria Project ha una colonna sonora appositamente creata per infondere ansia nel giocatore. Il tema principale non è molto vario, ma considerata la breve durata dell’avventura calza a pennello per sottolineare il patos crescente durante la fuga disperata del protagonista. Solo una nota, a nostro avviso, stona nella composizione: la musica si interrompe durante alcuni caricamenti e mentre si effettuano le scelte proposte dal gioco: questa soluzione ci è parsa incomprensibile per non dire fastidiosa, dal momento che le continue interruzioni della colonna sonora ne minano in larga parte l’efficacia. Resta comunque il fatto che le musiche di Hysteria Project sono ben curate e di sicuro effetto, e proprio l’averle notate nonostante le continue interruzioni ci ha fatto capire la bontà del lavoro svolto dai compositori.

 

 

La richiesta di scegliere l’azione da intraprendere, purtroppo, interrompe la musica

 

 


Si può fare di più

Una volta portato a termine Hysteria Project si ha come la sensazione di aver giocato al primo capitolo di quello che dovrebbe essere (e, speriamo, che diventerà) un qualcosa di più grande. La scarsa longevità – completare l’avventura vi richiederà poco meno di un’oretta di gioco – e la qualità grafica non al top sono largamente compensati dal basso prezzo: il Mini è infatti acquistabile al prezzo di 1,49 Euro. Il fattore prezzo è ciò che ci fa rivalutare quello che altrimenti avremmo considerato un gioco troppo caro per quello che offre. La possibilità di portarsi a casa a così poco una storia horror tutto sommato interessante ci spinge a considerare Hysteria Project uno di quei Minis da provare almeno una volta, giusto per il gusto di non avere tra le mani sempre i soliti titoli dal solito gameplay. La nostra curiosità è comunque rivolta ai futuri capitoli della saga: se questi saranno in grado di sopperire alle mancanze del primo episodio, aggiungendo magari QTE più complessi e qualche enigma di maggiore spessore, presteremo certamente molta più attenzione ai prodotti che BulkyPix ci proporrà in futuro.

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