Immortals of Aveum RECENSIONE di uno shooter che non ce la fa

Recensito su Xbox Series X

Immortals of Aveum - Recensione
Immortals of Aveum (2023)

Ho fatto veramente fatica a recensire Immortals of Aveum, lo devo chiarire immediatamente, un po’ per fornire una solida chiave di lettura di queste mie parole, un po’ per tentare di catturare l’attenzione in merito a un titolo che è comunque degno di essere analizzato; non tanto come videogioco tout court, ma come espressione di una creatività che è venuta gradualmente a mancare laddove invece questo genere di intrattenimento dovrebbe esserne il ricettacolo più pregiato.

Immortals of Aveum è un titolo immensamente noioso a giudizio di chi scrive, tanto quanto lo squarcio che affligge il magico mondo della nuova IP di casa Electronic Arts.

Nonostante infatti l’avventura action approdata su PC e console di ultima generazione si proponga al pubblico come un divertente e frenetico sparatutto in prima persona quasi vecchia scuola, mi verrebbe da definirlo un incrocio tra Serious Sam e Skyrim (passatemi il paragone per quello che è), Immortals of Aveum finisce per cadere su così tanti punti da chiedermi per quale motivo non si sia lavorato un po’ di più per evitare che una buona idea, ricca di spunti e potenzialmente in grado di intrattenere discretamente il giocatore, si sia trasformata in una perfetta occasione mancata, non certo per innovare ma quantomeno per regalare una buona dose di sano intrattenimento scanzonato rifinito al punto giusto.

Nel magico mondo (scontato?) di Immortals of Aveum

Jak è un semplice abitante dei bassifondi di Seren, una città costruita a ridosso di un antico ponte eretto in tempi arcaici da parte di una civiltà estinta e sconosciuta, il cui cammino è destinato a incrociare quello dei Magni, una congrega di poderosi guerrieri dotati di sconfinati poteri impegnata a combattere una guerra senza tempo per il controllo della misteriosa magia che permea le lande di Aveum.

In seguito all’invasione di Seren da parte di Sandrakk, capo dell’Ordine delle Maschere e generale dell’esercito di Rasharn, Jak, nel cui profondo risiede un potere dalla natura imperscrutabile, si ritroverà presto privato della sua unica famiglia e arruolato tra i ranghi degli Immortali, i combattenti della luce, che in seguito a un addestramento della durata di cinque lunghi anni lo trasformeranno in un potente Magno in grado di controllare tutte e tre le essenze della magia di Aveum: un Triarca.

Immortals of Aveum - Recensione
Sandrakk mi ha ricordato tantissimo il Principe Azzurro di Shrek, solo con qualche anno in più sulle spalle

Quanto ho appena descritto è più o meno ciò che avviene solamente nelle prime due ore di Immortals of Aveum, un incipit decisamente avvincente reso particolarmente vivido da un livello di recitazione assolutamente degno di un film popolato da buoni attori.

I problemi iniziano a presentarsi solamente in una fase successiva, quando ci si accorge che nonostante gli ottimi spunti e la messa in scena di una lore particolarmente ricca, sebbene per nulla originale, il ritmo narrativo di Immortals of Aveum inizia a barcollare, trascinando il giocatore all’interno di un’alternanza ben poco bilanciata di momenti di intrattenimento scritti in maniera banale non sempre funzionali a una storia a sfondo pseudo-ambientalista, e sessioni di gioco piatte, immerse in mappe che per quanto piacevoli alla vista, non offrono alcun particolare stimolo, se non la ricerca di qualche forziere da aprire o puzzle da risolvere, per lo più in maniera ripetitiva.

La vicenda prosegue dunque in maniera piuttosto lineare, lasciandosi vivere abbastanza passivamente come farebbe un qualsiasi fantasy direct-to-video dei tempi andati, intrattenendo il giusto ma lasciando costantemente in bocca quel sapore di già visto ben conosciuto a chi mastica il genere da abbastanza tempo da averle sperimentate veramente tutte.

Tuttavia, per nostra fortuna, Immortals of Aveum prova a non mollare e mette da parte forse volutamente l’obiettivo di raccontare una storia ben orchestrata, affidando completamente il fulcro dell’esperienza a un sistema di combattimento essenziale in stile FPS classico, dove però vagonate di incantesimi con cui spazzare via ogni nemico prendono il posto di mitragliatrici e armi da fuoco di ogni tipo.

Prendete un mago di Skyrim e immaginatelo strafatto di steroidi

I combattimenti a dir poco frenetici di Immortals of Aveum sono a mio modesto parere l’unica nota veramente positiva del titolo firmato Ascendant Studios; nonostante infatti possano frequentemente risultare caotici e di difficile lettura, in particolare nelle fasi più avanzate di gioco dove non solo le orde di nemici si fanno più numerose e agguerrite ma Jak dispone di un maggior quantitativo di abilità, delle meccaniche di combattimento essenziali e immediate riescono a mantenere saldo e alto il livello di divertimento del giocatore, facendo quasi dimenticare le più noiose sessioni di esplorazione a mio avviso collocate svogliatamente tra una battaglia e l’altra.

Immortals of Aveum - Recensione
Le abilità di Jak permetteranno anche di interagire con elementi ambientali per aprire passaggi e risolvere enigmi

La forza del gameplay risiede tutto nella natura magica del mondo di Aveum, un potere gargantuesco incanalato con mirabile capacità dai Magni e dai rari Immortali Triarchi, come il nostro Jak, protagonista a cui è stata donata la possibilità di combattere e muoversi tre le mappe di gioco sfruttando tutte le essenze di questa forza sconosciuta, connotate dai colori primari rosso, verde e blu.

In guerra con la magia

Ognuna di queste essenze magiche è in grado di garantire a Jak differenti stili di combattimento e svariate abilità, suddivise principalmente come di buona regola tra attacco e difesa.

Immortals of Aveum propone una lista veramente sconfinata di possibilità da questo punto di vista, promettendo fin da subito di garantire, e poi mantenendo la parola, una grandissima varietà di tecniche di combattimento capaci di far sentire il giocatore potente tanto quanto il personaggio che controlla.

Ai normali attacchi si aggiungono infatti anche ulteriori abilità speciali chiamate Furie e Domini, magie talmente portentose da annichilire in pochi istanti corpose ondate di nemici.

Una valanga di accessori e ninnoli, come talismani, anelli e bracciali, equipaggiabili e potenziabili al fine di dotare Jak del massimo della potenza possibile, si unisce poi alla presenza di un discretamente gustoso albero della abilità diviso per colori con cui poter ulteriormente sprigionare il potere più assoluto del protagonista della storia.

Immortals of Aveum - Recensione
Grazie alle abilità difensive sarà possibile attaccare i nemici e proteggersi contemporaneamente

Un sistema di perfezionamento delle statistiche piuttosto semplice e scontato ma che si amalgama alla perfezione con un combat system talmente essenziale da risultare ben congeniato, richiamando talvolta nella sua “banalità” pietre miliari quali Hexen, Unreal o Quake.

Sensazione ampiamente restituita anche dalla dinamica dei movimenti del personaggio, così fluidi e immediati da far apparire Jak privo di peso e scattante come un fulmine; un genere di animazione che se osservato con uno sguardo moderno potrebbe risultare datato e poco consono a un titolo di questo livello produttivo, ma che allo stesso tempo ricorda il sistema di controlli tipico degli sparatutto in prima persona di un tempo, che personalmente, da buon figlio degli anni ‘80, apprezzo particolarmente.

Un comparto tecnico che non riesce a dare il meglio su console

Immortals of Aveum, sebbene in prima battuta tenti di mostrare i muscoli, non gode a mio giudizio nemmeno di un comparto artistico e grafico di particolare risalto, mostrando a schermo un quantitativo infinito di elementi costruiti su design ampiamente già visti, sia per quanto riguarda l’architettura del mondo di gioco che per le armature, per non parlare dei nemici e dei personaggi protagonisti, la cui estetica, per quanto di buona fattura, non sconvolge con alcun guizzo di creatività, restituendo aspetti e volti a dir poco trascurabili e privi di carisma, se non in un paio di casi.

Non è possibile spendere parole clamorosamente dolci nemmeno per il comparto tecnico, che nel corso della nostra prova su Xbox Series X non ha mai brillato particolarmente, renderizzando in moltissimi casi immagini relativamente poco definite, texture sfocate e lievi cali di framerate, arrivando in almeno un paio di casi addirittura a bloccarsi.

Immortals of Aveum - Recensione
Immortals of Aveum sa anche regalare scorci degni del miglior fantasy, peccato non mantenga un buon livello per tutta la sua durata

Un gioco molto bello da vedere, ma non così tanto, che se supportato in maniera opportuna con patch correttive potrà dare indubbiamente il meglio di sé esclusivamente su PC, l’unica piattaforma per il momento completamente in grado di valorizzare l’impiego delle inedite tecnologie del motore grafico, Niagara e Nanite.

E in effetti sarebbe un vero reato non sottolineare la meraviglia del caos messo in scena dall’Unreal Engine 5 (qui alla sua prima applicazione commerciale all’interno di un videogioco non prodotto da Epic Games) nelle situazioni di combattimento più forsennate, caratterizzate da palate di effetti particellari necessari per descrivere le decine di attacchi lanciati da miriadi di nemici provenienti da ogni direzione.

Sound design Principe di svogliatezza

Probabilmente le mie parole suoneranno come un disco rotto ma non sono in grado di esprimermi positivamente nemmeno per quanto riguarda l’audio del titolo di Ascendant Studios, sentendomi però in dovere di spezzare ben più di una lancia a favore del doppiaggio italiano, che ho trovato di assoluta buona fattura e in grado di coinvolgere perfettamente il giocatore. Una qualità con tutta probabilità più unica che rara.

Per il resto Immortals of Aveum, sfortunatamente, non riesce infatti a distinguersi, proponendo un comparto audio oltremodo essenziale, popolato da un sound design piuttosto canonico e da una colonna sonora che, perdonate l’affermazione brutale, sembrerebbe a tratti “pescata” da una libreria stock.

In conclusione di questa recensione di Immortals of Aveum

Più vado avanti nella stesura di questa recensione e più mi chiedo che senso possa mai avere impiegare oltre 5 anni di sviluppo per portare sul mercato un progetto così piatto da sembrare costruito con il pilota automatico, caratterizzato da una linea narrativa piacevole ma sceneggiata banalmente, che non decolla mai e che non brilla per originalità, puntando quasi tutto su un gameplay action divertente e forsennato, frutto dell’esperienza dell’ex Sledgehammer Games Bret Robbins, ma in definitiva talmente semplice e canonico da risultare completamente fuori tempo o adatto a titoli più orientati alla competizione che a campagne single player, se non altro a parità di condizioni.

Con questo non voglio dire che un titolo che non porta alcun genere di innovazione non abbia senso di esistere, sono tuttavia convinto che arrivare a investire così tanto tempo e denaro in una produzione dal risultato contemporaneamente di alto profilo e banale, nel senso più stretto del termine, rappresenti una testimonianza concreta della perdita della bussola da parte di molti sviluppatori e publisher, il cui operato appare sempre più di frequente come un tentativo abbozzato di fare breccia nell’immaginario dei giocatori con dei titoli vorrebbero creare, per motivi del tutto comprensibili, ma che non sono in grado di realizzare.

6.5
Un ottimo spunto tramutatosi in una perfetta occasione sprecata

Pro

  • Combattimenti frenetici e divertenti
  • Storia banale ma gradevole
  • Buon doppiaggio italiano
  • Longevo il giusto
  • Graficamente piacevole anche se non eccelso come potrebbe sembrare

Contro

  • Tecnicamente non all'altezza
  • Eccessivamente banale e ripetitivo nelle meccaniche
  • Complessivamente poco originale e già visto
  • Comparto audio privo di mordente
Vai alla scheda di Immortals of Aevum
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