Journey to the Savage Planet – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Ritrovarsi, per calcolo o per incidente, soli su di un pianeta sperduto e (potete giurarci) anche ricco di situazioni e di forme di vita pronte a farci la pelle, è di sicuro un tema piuttosto ricorrente nella storia videoludica recente. Basti pensare al chiacchierato No Man’s Sky o a quella piccola perla che si è rivelato Subnautica. Journey to the Savage Planet ci catapulta proprio in una situazione di questo genere, ma lo fa in una maniera tutta sua, tingendo il tutto con una forte dose di ironia e demenzialità, proponendoci un’avventura fresca, interessante e a tratti geniale, assolutamente capace di presentarsi a testa alta al confronto dei suoi diretti concorrenti con i quali, nel bene o nel male, condivide più di un elemento.

Journey to the Savage Planet, sviluppato da Typhoon Studios e pubblicato da 505 Games, si presenta come una produzione in bilico tra l’indie e il titolo AAA, essendo stato realizzato con un budget neanche paragonabile a quello di produzioni più blasonate, ma che mantiene comunque un livello tecnico davvero impressionante. Il gioco ci mette nei panni, o sarebbe meglio dire nella tuta ambientale, di un anonimo impiegato della Kindred Corporation, azienda che (e sono davvero orgogliosi di dirlo) si posiziona ben al quarto posto nella classifica delle corporazioni impegnate nell’esplorazione dello spazio profondo. Bene quindi, ma non benissimo.

Non va benissimo neppure il nostro atterraggio su di un misterioso pianeta inesplorato, che ci farà uscire dal sonno criogenico con il modulo esplorativo semi distrutto e poco più che la nostra professionalità (alquanto dubbia tra l’altro, stando alle schede che ci riguardano!) per sopravvivere in un ambiente potenzialmente ostile. Ah, e ci sarebbe anche quella piccola questione di reclamare un mondo adatto alla colonizzazione per la gloria della Kindred che, ricordiamolo, è quarta in lizza nella conquista del cosmo, mica bruscolini!

Journey to the Savage Planet

Come avrete intuito, la vena demenziale si nota fin dai primi momenti di gioco, partendo dalla selezione del proprio avatar (mamma mia che facce, N.d.R.) e proseguendo con gli assurdi e martellanti commercials e video motivazionali che vengono riprodotti dal computer di bordo della navetta. Computer che possiede anche una IA parlante che, in teoria, dovrebbe supportarci durante la nostra esplorazione ma che in pratica, non perde occasione per prenderci in giro con i suoi “jingle”. La prima cosa che dovremo fare, sarà sicuramente quella di riparare la nostra navicella alla meno peggio, così da poterla poi utilizzare come base semi permanente e laboratorio di ricerca.

Per fare tutto questo, dovremmo esplorare minuziosamente l’ambiente o, per meglio dire, gli ambienti che ci circondano, analizzare e catalogare forme di vita di varia natura e, naturalmente, cercare materiali utili per le riparazioni e i successivi upgrade di armi ed equipaggiamento, una volta in possesso dei quali potremo accedere a zone e regioni fino ad allora inaccessibili. Durante la nostra esplorazione saremo chiamati a risolvere svariati enigmi ambientali, molto spesso risolvibili coinvolgendo la bizzarra fauna locale.

Journey to the Savage Planet

A proposito delle strane creature che incontreremo, dovremo imparare a conoscere le loro abitudini e caratteristiche peculiari quanto prima, sia per poterle affrontare al meglio in caso di pericolo, sia per sapere sempre se possono essere in qualche modo utili durante la nostra esplorazione. Il gameplay di Journey to the Savage Planet è quello di un action in prima persona. Il nostro personaggio sarà in grado di percorrere in lungo e in largo le lande aliene camminando, saltando, correndo e, a patto di sviluppare la giusta attrezzatura, anche volando.

Risultano straordinariamente precise e mai frustranti anche le sezioni “platform”, dove dovremo saltare e arrampicarci su alberi e sporgenze e che, in questo tipo di giochi, risultano spesso imprecise e sforzate.

Journey to the Savage Planet

Grafica e sonoro, fanno davvero un ottimo lavoro, gestendo i colori e le animazioni dell’ambiente che ci circonda senza nessuna esitazione, senza cali di frame rate di sorta anche sulla ormai obsoleta PlayStation 4 slim su cui abbiamo provato il gioco (disponibile anche su Xbox One e PC, in esclusiva Epic Store).

Le uniche pecche che abbiamo notato in Journey to the Savage Planet sono un sistema di combattimento un po’ troppo impreciso (ma non stiamo parlando di un qualsiasi FPS, va detto) e una certa ripetitività alla lunga, pecca che viene comunque diluita da una pressoché totale libertà di approccio all’ambiente circostante. Quindi starà a noi cercare di trovare una maniera fantasiosa per portare a termine un compito.

A tutto questo aggiungiamo la possibilità di affrontare la nostra esplorazione in compagnia di un amico, grazie alla modalità multiplayer collaborativa, che male di certo non fa, soprattutto alla longevità del titolo.

Journey to the Savage Planet


Il nostro giudizio finale su Journey to the Savage Planet non può essere che decisamente positivo. Siamo di fronte a un titolo non ad alto budget, e in alcuni punti si vede, ma molto più divertente e incisivo di tanti titoli più blasonati. Tanti pregi e pochi trascurabili difetti, fanno di questo titolo una vivamente scelta consigliata per gli amanti dell’esplorazione… e dello humor trash!

8.5

Pro

  • Colorato e divertente
  • Demenzialità trash
  • Libertà di azione

Contro

  • Alla lunga un po' ripetitivo
Vai alla scheda di Journey to the Savage Planet
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