Kya: Dark Lineage – Recensione Kya: Dark Lineage

Ci fu un tempo nella vecchia storia PS2 in cui gli i giochi action/adventure spopolavano come non mai, e questo Kya: Dark Lineage non fa eccezione, inserendosi nella moltitudine di giochi usciti in quel periodo. Era l’autunno 2003, quando la software house Eden Games fece uscire questo divertente gioco, purtroppo oscurato da produzioni maggiori e più famose che gli hanno impedito di avere il successo che si sarebbe meritato.

 

Guardare ma non toccare

Tutto ha inizio in una tranquilla giornata di primavera: Kya e il suo fratellastro Frank sono comodamente a casa e tutto sembra andare per il meglio. La tranquillità però non poteva certo durare a lungo. Ben presto Frank scopre nel laboratorio segreto del padre un baule che trasporta lui e la sorella in uno strano mondo popolato da creature bizzarre: i Nativ. Kya verrà a conoscenza proprio dal capo dei Nativ della loro triste storia: sono infatti perseguitati ormai da tempo dai perfidi Wolfun, esseri simili a lupi comandati dal malvagio dittatore e mago oscuro Brazul. Come se ciò non bastasse, la nostra protagonista si accorge che l’adorato fratello è scomparso, e durante la sua ricerca capirà che l’unico modo per tornare a casa sarà raccogliere i pezzi di uno strano medaglione, sparsi per le varie isole cui è collegata la città dei Nativ.
La nostra protagonista apprenderà anche che i Wolfun non sono altro che Nativ trasformati nientemeno che da Brazul in persona: sarà compito nostro liberarli grazie alla magia dei Nativ e fare in modo che si ribellino finalmente all’oppressione di Brazul.
Si può dire che la trama non manchi di originalità, riuscendo a regalare un’esperienza di gioco piuttosto coinvolgente, grazie anche a qualche incredibile colpo di scena.

Un arcobaleno di colori

Con la grafica del gioco gli sviluppatori hanno fatto davvero un buon lavoro: i vari livelli che lo compongono sono tutti splendidamente realizzati e lascia a bocca aperta soprattutto la grande quantità di colori di cui è composto ogni modello poligonale. La colorazione variopinta dei livelli ricorda non poco quella di numerosi titoli platform, cosa che rende decisamente piacevole l’impatto visivo. Un altro aspetto che colpisce il giocatore è la sensazione di vastità offerta dalle varie isole a cui è collegata la città dei Nativ: esse presentano infatti ambienti aperti e interamente esplorabili, gestiti alla perfezione dal motore grafico del gioco. Se però da un lato colpisce la vastità delle isole, dall’altro non convince fino in fondo il livello di dettaglio, a volte decisamente carente in alcuni punti dei livelli. Anche la realizzazione dei personaggi è ben curata e la grafica in stile super-deformed si adatta perfettamente al tipo di gioco e alla particolare ambientazione fantasy. Una menzione speciale la meritano le animazioni facciali della protagonista, che non mancano di strappare più di una risata durante le sezioni cruciali del gioco.
 

Uno dei classici combattimenti

Dolci note

Piacevole e vario risulta anche il comparto sonoro. I motivetti a disposizione sono molteplici e ben si adattano ai diversi scenari, benché talvolta possano stancare durante le fasi di esplorazione più lunghe. Il cambio di musica fa inoltre egregiamente il suo dovere, sostituendo tempestivamente il motivo durante i combattimenti e le fasi cruciali della storia. Parlare di musica non è tuttavia sempre appropriato: in alcuni livelli vi sembrerà infatti di ascoltare un insieme di suoni più che vere e proprie musiche.  Anche il doppiaggio è ottimamente realizzato ed è completamente localizzato nella nostra lingua: è estremamente piacevole ascoltare i personaggi parlare italiano, in un tempo in cui pochi giochi vengono completamente tradotti nella nostra madrelingua.


Un villaggio da ricostruire

La longevità di Kya: Dark Lineage è decisamente elevata per un titolo di questo tipo: impiegherete moltissime ore ad esplorare a fondo tutte le vaste ambientazioni di cui è composto il gioco, specialmente se volete liberare tutti i 100 e oltre Nativ intrappolati dalla maledizione. Man mano che libererete i Nativ, essi non spariranno nel nulla ma ritorneranno gradualmente al loro villaggio, ricostruendo gran parte degli edifici che erano andati distrutti dai Wolfun. In questo modo, l’ambiente si ripopolerà di nuovi negozi ed edifici. I primi vi forniranno oggetti utili per proseguire nella vostra avventura, mentre i secondi saranno teatri di particolari sfide, anche in multiplayer, che vi permetteranno di giocare contro uno o più amici e aumentare così la dose di divertimento e le ore di gioco.

Una delle fasi di gioco in cui bisogna sfruttare le correnti


Un gradito mix

In termini di gameplay, gli sviluppatori di Kya D.L. si sono decisamente sbizzarriti e sono riusciti nell’impresa di mescolare tra loro vari generi di gioco, alcuni anche decisamente diversi, alternando fasi di picchiaduro, esplorazione e platform.
I combattimenti hanno infatti elementi caratterizzanti ogni picchiaduro che si rispetti: una barra di energia per ogni personaggio e una serie di mosse di lotta decisamente varie e non tutte così facili da eseguire. Non mancheranno poi le sfere di mana, indispensabili per lanciare magie ed esorcizzare i Wolfun.
Per ciò che riguarda le armi, la nostra sarà molto particolare: un boomerang usato sia come fermacapelli che come fedele distruttore nelle mischie, nonché come arma di precisione nelle fasi di esplorazione più delicate. Vi saranno infatti anche delle sezioni puramente stealth, in cui è preferibile agire nell’ombra, piuttosto che gettarsi tra le fauci del nemico, alternandosi a vere e proprie fasi platform in stile Rayman. Infine, non mancheranno anche passaggi più “sportivi”, come le sezioni che vedono Kya a bordo di uno snowboard e quelle a cavallo di strani esseri chiamati Jamgut. Giocheranno inoltre un ruolo fondamentale particolari venti e correnti, presenti ovunque nel vasto mondo dei Nativ e dei Wolfun, che vengono utilizzati da Kya sia come mezzo di trasporto per catapultarsi delle varie isole, sia come mezzo per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili.
Particolarmente utili e intuitivi sono l’inventario e la mappa, quest’ultima essenziale al fine di individuare tutti i Wolfun non ancora liberati e le aree non ancora esplorate del livello. L’unica cosa che fa un po’ storcere il naso è il sistema delle telecamere: non sempre faranno il loro dovere in maniera ottimale, facendoci perdere ogni tanto la bussola nelle fasi più frenetiche dell’avventura.

Una parte dei numerosi e colorati livelli di gioco


The End?

Tutto sommato,  questo Kya: Dark Lineage è un titolo decisamente divertente e giocabile, ma che purtroppo non ha ottenuto il successo che si meritava. Decisamente curato è infatti il comparto tecnico e interessante e perfettamente riuscita è la sensazione di novità che viene trasmessa al giocatore, grazie al sapiente mix di diversi generi di gioco.
Peccato per il filmato finale: chi lo ha visto infatti si aspettava sicuramente un seguito, purtroppo mai arrivato. Per chi non ha ancora dimenticato la nostra cara, vecchia PS2, questo è sicuramente un titolo che merita di avere un piccolo posto nella vostra collezione.

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