Lunar: Silver Star Harmony – Recensione Lunar: Harmony of Silver Star

Bisognerebbe tornare al lontano 1992, trovarsi in Giappone e possedere un Mega CD per poter giocare alla prima versione di Lunar: The Silver Star, primo vero RPG edito da Game Arts (nota anche per aver lavorato successivamente a titoli come Grandia o Super Smash Bros Brawl); in seguito non sono stati pochi i remake (per Game Boy o Playstation) ma mai nessuno, in questi lunghi 18 anni, ha raggiunto il suolo europeo. Anche questa volta, purtroppo, Lunar conferma questo standard e mostra il suo ultimo enhanced remake solo in territorio Giapponese e Nord Americano, con la speranza che un buon successo del prodotto possa spingere i produttori a diffonderlo anche nel Vecchio Continente. 
Stavolta tocca alla Playstation Portable ospitare l’ultimo ritocco di Game Arts, con miglioramenti visibili su tutto l’apparato tecnico e un  trama che non stenta a far credere perché questo titolo sia ritenuto un classico nella storia degli RPG. Un gioco, completamente in inglese, che riesce a trasmettere in maniera sublime la leggenda di quattro grandi eroi seguiti dall’incredibile impresa di cinque ragazzi venuti dal nulla, ma pronti a tutto pur di salvare la propria amica e il mondo intero.


La leggenda del Dragonmaster

Come ogni RPG classico, un giovane, inizialmente inconscio del suo potenziale e del suo destino, per una serie di eventi e coincidenze si ritrova coinvolto in qualcosa di più grande di lui, un’avventura che lo porta a scoprire il vero se stesso e a tirare fuori l’eroe che nasconde, per poi compiere, alla fine del suo viaggio, l’impresa in grado di salvare il mondo. Lunar: Harmony of Silver Star (da adesso Lunar) parte con gli stessi presupposti: Alex è un giovane ragazzo di un piccolo paesello isolato dal mondo (Burg), cresciuto sin dall’infanzia insieme alla dolce e bella Luna, ragazza trovata appena nata dai genitori di Alex. Insieme a loro c’è Nall, un buffo ma simpatico gattino con le ali, nonché primo sostenitore del desiderio più grande del suo "padrone-amico": diventare un Dragonmaster. Sulle orme dell’ultimo ad aver rivestito questo ruolo, il grande Dyne, anch’esso di Burg (il paese dov’è nato Alex), il giovane eroe spera di diventare un giorno coraggioso e forte come il suo idolo e guadagnare così il titolo di nuovo Maestro dei Draghi. Ad avviare quella "serie di eventi e coincidenze" che immette il protagonista nelle mani del suo destino ci pensa Ramus, suo amico d’infanzia, che in un giorno qualunque convince i due compagni ad accompagnarlo nella "Caverna del Drago Bianco". Senza troppe sorprese, il gruppetto incontra proprio la bestia leggendaria, la quale pone Alex di fronte alla propria prova e, una volta superata, dona al ragazzo un oggetto leggendario insieme ad un diamante di drago, dando così inizio all’avventura vera e propria.
Il diamante ottenuto spinge i tre a partire verso Meribia, grande città dell’altro continente dove più facilmente si potrebbe ricavare un’ingente somma da quel tesoro così prezioso. Una volta raggiunta la località, però, il destino inizia a spingere il ragazzo verso la sua strada e gli permette di incontrare Master Mel, uno dei quattro eroi leggendari (insieme a Ghaleon, Lemia e lo stesso Dyne), che oltre quindici anni prima avevano salvato la dea Althena dal cattivo di turno.
I consigli di Mel e i tragici eventi che li seguono, costringono il giovane Alex a proseguire la sua avventura alla ricerca del potere di Dragonmaster nel tentativo di salvare la propria amica e il mondo intero dagli apocalittici piani del Magic Emperor, imbattibile maestro della magia che grazie al suo controllo sulla Vile Tribe (mostruose creature esiliate ai confini del mondo) minaccia di capovolgere l’ordine di Lunar e di assumere egli stesso i poteri incontrastati di un dio. Grazie all’aiuto di Mia, Nash, Jessica e Kyle, nonché di un misterioso Laike e di altri personaggi durante l’avventura, l’impresa del ragazzo sfida l’impossibile, sino a giungere al punto in cui la forza e l’abilità non sono più sufficienti per continuare ad andare avanti. In questo modo gli stessi dubbi di ciascuno prendono il sopravvento sulla determinazione e sulla fiducia nel proprio compagno, ma anche il cuore deve mettere da parte queste incertezze e insicurezze per fare strada ad un potere persino più forte della Magia dell’Imperatore.


Il gruppo al completo incontra il Drago Blu alla fine di un estenuante dungeon

Lunar è un titolo senza alcuna quest secondaria, missione aggiuntiva od obiettivo speciale: tutta l’esperienza di gioco si manifesta con l’avventura principale, capace di durare oltre 30 ore e di far provare al giocatore ogni elemento classico di un RPG, dalla ricerca dell’armatura leggendaria alla costruzione di un’aeronave, passando per il dungeon dove l’eroe aumenta la propria saggezza, o quello dove è costretto a sfidare la sua paura più grande per ottenere l’ultima vittoria. Ciò che si nota di più è che le trenta ore sono davvero tante, lente in alcuni casi e per i meno appassionati magari monotone, ma in ogni singolo istante esse vengono accompagnate da una storia perfettamente sviluppata in ogni suo dettaglio e che non rinuncia a nessun elemento, preferendo allungare la trama di qualche dungeon, piuttosto che correre il rischio di saltare frettolosamente da una parte all’altra dimenticando qualcosa. Ogni singolo discorso, ogni video, ogni passaggio per foreste, città, villaggi o dungeon, ogni azione diversa dal combattere e camminare si trova perfettamente collocata all’interno di un ordine generale diretto con maestria e puntigliosità, con grande cura degli innumerevoli dettagli. Tutto aiuta a definire meglio il carattere unico del personaggio, ciascuno partendo da uno stereotipo, ma sviluppandosi sino ad assumere una consistenza elevata nel carattere e nel carisma. All’interno della storia ogni personaggio si evolve e comporta perfettamente in linea con il carattere che dimostra, con azioni sempre giustificate (secondo il suo modo di agire e pensare) e in grado di esprimere al massimo la sua personalità. Più volte, nei momenti cruciali del gioco, diversi personaggi si dimostrano fedelissimi a loro stessi dando prova di grande coerenza, la quale unita alle ottime caratterizzazioni e agli intrecci relazionali con il resto del gruppo, riesce a formare cinque protagonisti tutti curati nella stessa impeccabile maniera.
Il punto di estrema forza di Lunar è dunque la trama, forse non la più originale e sorprendente, ma perfettamente narrata e sviluppata secondo per secondo con la massima attenzione a qualsiasi elemento e con tanta voglia di realizzare un lavoro ben fatto, indipendentemente dalla sua lunghezza in ore di gioco.
Queste ultime, tra l’altro, possono diventare un problema soltanto a causa del battle system, mentre la storia riesce a mantenerle tutte godibilissime e scorrevoli al punto giusto.


Uno dei tanti simpatici quadretti tra Jessica e Kyle

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