Metal Gear Solid HD Collection – Recensione Metal Gear Solid HD Collection

Solitamente, le prime righe di una recensione hanno l’onere di presentare il gioco che si andrà ad analizzare, citando velocemente sviluppatori, casa produttrice ed eventuali prequel. Una prassi che in questo caso ha poco motivo di essere: la saga di Metal Gear non ha bisogno di presentazioni. Partorita dalla prolifica mente di Hideo Kojima, e sbarcata su Playstation con il fortunato episodio di Metal Gear Solid, la saga ha proseguito imperterrita sino alla generazione in HD, con il quarto episodio.

Il titolo che ci apprestiamo a recensire non è altro che una collection in HD, contenente il secondo e il terzo episodio (nella loro versione speciale Substance e Subsistence), datati rispettivamente 2001 e 2004 ed usciti per la nera Playstation 2, e Metal Gear Solid: Peace Walker, capitolo legato a doppio filo con MGS3 e nato originariamente per la portatile PSP nel 2010. Finalmente, anche gli utenti next generation hanno la possibilità di giocare una delle saghe più importanti e riuscite dell’intero panorama videoludico, e ciò era quantomeno scontato in un periodo in cui ogni software house sta rilanciando cofanetti in HD di tutte le sue saghe più famose.

Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty

Ambientato due anni dopo Metal Gear Solid, il secondo capitolo permette al giocatore di vestire nuovamente i panni di Solid Snake, leggendario guerriero ormai ex membro FOXHOUND, e Raiden, soldato biondo alla sua prima missione. All’epoca della sua uscita suscitò non pochi malcontenti, sia per la presenza di un nuovo protagonista, Raiden, che rubava la scena a Snake per la quasi totalità dell’avventura, sia per un approccio troppo narrativo. Se a distanza di tempo molti pareri negativi si sono zittiti, ciò che salta subito all’occhio rigiocando oggi il secondo capitolo di Kojima, seppur in HD, è la sua componente tecnica. Si deve ammettere che i quasi 11 anni sul groppone si fanno sentire tutti. Sia per quanto concerne la pura veste grafica, che pur se convertita in 720p ripropone le texture e gli accorgimenti dell’epoca, sia per quanto riguarda il puro gameplay, MGS2 non è invecchiato benissimo. Abituati agli approcci dinamici dell’ultima generazione, è quasi scombussolante ritrovarsi a che fare con un sistema di telecamere fisso, una mira in prima persona scomodissima e un ritmo relativamente lento. Intendiamoci, sono tutte considerazioni da giocatore moderno, perché all’epoca MGS2 funzionava più che bene e si faceva apprezzare senza problemi. Basteranno pochi minuti per abituarsi, e per ritrovarsi tra le mani una piccola perla: la trama rimane una delle componenti migliori, ma anche gli elementi stealth hanno ancora motivo di esistere, sempre che riusciate a chiudere un occhio su alcune lacune dell’IA nemica.
Se non avete mai provato il titolo questa è l’occasione per farlo. I giocatori di vecchia data troveranno l’aggiunta degli obiettivi un motivo valido per ripiombare nei panni di Raiden e Snake. Peccato per alcune mancanze rispetto alla versione Substance, come il minigioco dello skate.
 


Metal Gear Solid 3: Snake Eater

Il terzo episodio della saga torna indietro di parecchi anni, negli psichedelici anni 60, per catapultarci nel turbolento passato di Big Boss, vero e unico protagonista di questo meraviglioso capitolo. Meraviglioso perché Snake Eater prende tutti gli elementi di Sons of Liberty e li rinnova, ampliando a dismisura la componente Stealth. Non è sbagliato considerare MGS3 come lo stealth action migliore nella vecchia generazione (ma a dir la verità regge il confronto anche con molti esponenti moderni), senza dimenticare la splendida storyline, sempre all’altezza degli elevati standard della saga.
Tra i tre titoli presenti in questa collection MGS3 è quello che riesce a farsi apprezzare di più. Graficamente parlando, il pur minimo rinnovamento ha giovato parecchio, è ciò è vero specialmente per gli ambienti naturali che, se all’epoca fecero gridare al miracolo, rimangono un bel vedere anche a molti anni di distanza. Dal punto di vista del Gameplay, Snake Eater rimane tra i migliori della saga, sia per quanto concerne la mimetica modificabile per ogni evenienza e la profonda meccanica delle ferite (è necessario curare ogni ferita in maniera appropriata, da quelle da proiettile ai morsi, passando per danni da caduta e fratture), sia per quanto riguarda il miglioramento di tutti gli elementi già proposti in Sons of Liberty, compresa l’IA avversaria che per la prima volta risulta molto più realistica. C’è poi da aggiungere la profonda e appassionante componente narrativa che, pur non riuscendo a superare l’inarrivabile primo episodio, risulta superiore a quella di Sons of Liberty. Peccato per alcune mancanze rispetto alla versione Subsistence, come la divertente caccia alle scimmie di Ape Escape. Rimane comunque una lacuna soprassedibile, in virtù della bontà di un titolo che chiunque dovrebbe giocare. Come per Sons of Liberty, la presenza degli obiettivi rappresenta un valore aggiunto che dovrebbe invogliare i veterani del titolo a rigiocarci nuovamente. Da segnalare la presenza, come in Subsistence, dei primi due gloriosi capitoli della saga, ossia Metal Gear e Metal Gear 2, usciti originariamente per MSX.
 

Metal Gear Solid: Peace Walker

Peace Walker è il titolo più recente dei tre, uscito due anni fa per la console portatile Sony e rappresenta, in pratica, il quinto capitolo della saga. Qualitativamente parlando è forse il meno appassionante del lotto, ma merita comunque di essere giocato. La trama si allaccia direttamente a quella di Snake Etarer e ci getta nuovamente nei panni di Big Boss, alle prese con una crisi in quel del Sud America, in un crescendo che porterà il nostro protagonista a creare la fama dei Militaires Sans Frontieres. Ovviamente, il fatto che fu pensato originariamente per PSP leva al tiolo gran parte dell’esperienza cinematografica che caratterizza gli altri esponenti della saga. Laddove MGS2 e 3 fanno largo uso di riuscitissimi filmati, Peace Walker opta per un originale fumetto elettronico, che non regge il confronto ma si fa apprezzare nonostante tutto. Ciò che veramente differenzia Peace Walker dai due predecessori, a parte la sua natura originariamente portatile, è un gameplay molto più moderno, che deve praticamente tutto a Guns of the Patriots (MGS4) e che permette addirittura il multiplayer online. La vera, grande pecca è rappresentata dal lato tecnico, perché l’aumento di risoluzione non fa che amplificare tutti i difetti e le approssimazioni grafiche, che sulla PSP ovviamente non si notavano. Se fosse stato ideato e pensato direttamente per console casalinghe ci ritroveremmo sicuramente un prodotto migliore, sia graficamente che ludicamente parlando (infatti è inutile negare che i comandi rendono molto di più sul Pad che non su portatile). Ciononostante, Peace Walker rimane un degno esponente della saga che rappresentata, e fa enormemente piacere poterselo gustare su una console HD. 
 

 


Verdetto finale

Metal Gear Solid HD collection rappresenta un must have per tutti i fan accaniti della saga, ma un acquisto intelligente anche per chi si fosse perso uno o più dei tre episodi qui proposti. Non c’è dubbio che la collection sia un proposta ricca e ben confezionata, ma ciò che lascia davvero l’amaro in bocca è la mancanza del primo, intramontabile episodio. C’è chi tira in ballo motivazioni di natura tecnica, secondo cui il porting del primo, oramai datato episodio, richiedesse troppo tempo e lavoro. Ma è una scusa che non regge, perché sarebbe bastato inserire l’ottimo The Twin Snake, remake del primo capitolo uscito nel 2004 per Gamecube, che utilizza lo stesso motore grafico di Sons of Liberty.  Quale che sia la vera motivazione, è una mancanza che si fa sentire parecchio, specialmente in natura della presenza di Peace Walker.
Nonostante tutto, la collection HD di una delle saghe più amate di sempre rimane un acquisto obbligato per ogni vero appassionato, ma anche un acquisto consigliatissimo a tutti, specialmente per chi non ha mai provato i tre titoli qui proposti.

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