Modern Combat 5: Blackout

Gameloft è una software house che, fin dagli albori, ha dimostrato di credere nel sempre più crescente mercato mobile riuscendo non solo ad aggiudicarsi lo sviluppo di giochi di brand importanti, come Marvel, Hasbro, Mattel, Columbia Pictures, Twentieth Century Fox, ma sviluppando e portando avanti personali IP dal discreto successo, come Brain Challenge, N.o.v.a., Asphalt e Modern Combat giunto proprio in questi ultimi tempi al suo quinto episodio dal titolo “Modern Combat 5: Blackout

Datemi un pretesto per sparare!

Caydan Phoenix è un mercenario al soldo della Gilman Security, una società privata che opera in ogni parte del mondo. La storia inzia con un dialogo tra il nostro protagonista e la sua collega Sophie “Roux” Daviau, nel quale Caydan espone alcune delle sue preoccupazioni riguardo agli strani attacchi dell’esercito di liberazione mondiale insinuando che la stessa Gilman abbia un ruolo in tutto questo; da qui prende il via la primissima sessione di gioco, un flashback di Phoenix che ci porterà a Venezia, dove tutto sembra aver avuto inizio.

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Il gioco si fa serio

Il nuovo FPS della casa Francese, riesce a stupire per quanto riguarda il comparto tecnico; luci, ombre, modelli poligonali, ambienti perfettamente ricreati, fanno presto dimenticare che stiamo usando un telefono o un tablet per giocare a quello che solo qualche anno fa avremmo visto su console. Non solo il level design è quanto di meglio si sia visto fino a oggi su questi dispositivi, ma eccelle anche in fluidità e dimostra un framerate costante anche nelle situazioni più concitate. Non è presente nessun selettore di difficoltà, ma il gioco presenta una difficoltà crescente con il progredire delle missioni e un I.A. degna di questo nome; non di rado infatti vedremo i nemici cercare nascondersi dietro il riparo più vicino, o scappare dopo aver visto una granata; d’altro canto, anche gli alleati faranno il loro gioco, aiutandovi attivamente durante la missione.

Voglia di Gamepad

La grafica di MC5 dimostra che, se ben sfruttati, tablet e smartphone sono delle ottime piattaforme di gioco, tuttavia è da sottolineare quanto il sistema di controllo sia in realtà schiavo di una soluzione tecnica che poco si addice al genere. Certo, si diceva la stessa cosa qualche anno fa, in relazione a FPS e RTS per console, ma qui il grosso ostacolo è il feedback tattile che un touch screen non è in grado di garantire. Seppur disponibile una vastissima scelta di personalizzazioni, che spaziano dai classici aiuti come mira e fuoco automatici, arrivando fino alla scelta di sensibilità di touch e giroscopio, è innegabile quanto sia necessaria una buona dose di concentrazione e pazienza. Il problema si sarebbe risolto, se gli sviluppatori si fossero concentrati sul supporto ai gamepad esterni MFI, ma purtroppo, a oggi, non è ancora stata introdotta. Sempre relativo ai controlli, è bene sottolineare quanto sia più pratico giocare su un tablet, schermo più grande e maggior spazio per poter muovere le dita senza ostruire parti importanti dell’area di gioco.

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Nessun contenuto a pagamento, conta solo la propria abilità

L’integrazione con il servizio Game Center dei sistemi iOS permette di giocare su più device condividendo i progressi fatti, in questo modo potrete giocare indistintamente su iPhone o iPad senza preoccuparvi di dover gestire due “carriere” differenti; livelli, punti esperienza, gruppi, impostazioni, tutto sarà disponibile in breve da un dispositivo all’altro senza alcuno sforzo. Per garantire una discreta longevità, in MC5 sono presenti quattro classi differenti di soldato, ognuna con i suoi punti di forza e le sue abilità; maggiore è l’abilità o l’arma, maggiore saranno i punti esperienza richiesti per abilitarla, punti esperienza che si possono acquisire solo giocando e completando alcuni obbiettivi; si perché questa è un altro importante punto di forza di questo titolo, che, a differenza del trend attuale, a parte il costo iniziale d’acquisto, non prevede nessun tipo di acquisto in-app. Sarà quindi l’abilità e la costanza del giocatore a fare la differenza.

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Longevo e ben strutturato

Perché MC5? A dirla tutta offre un FPS calibrato per il supporto sul quale è stato pensato e creato; le missioni hanno una durata media di 5-10 minuti, ciò permette di giocare tutto d’un fiato senza preoccuparci di dover salvare o di arrivare ad un check point (tra l’altro nemmeno previsto). Il single player è composto da ben sei ambientazioni e circa 50 missioni, se già questo non dovesse convincervi, sappiate che Modern Combat 5: Blackout ha una ricca sezione multiplayer, nella quale sarà possibile sfidare altri giocatori, in singolo o in gruppo o prendere parte a missioni speciali temporanee; avete paura di non riuscire a parteciparci? Niente paura, abilitate le notifiche push e riceverete un avviso, trenta minuti prima dell’inizio della missione.

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[signoff icon=”quote-circled”]Inutile nasconderlo, Modern Combat 5: Blackout è un FPS che attinge a piene mani da brand più famosi e blasonati, la trama non brilla certo per originalità, ma quando si tratta di tirare le somme, ci si accorge di avere tra le mani un prodotto eccellente sotto molti punti di vista; certo alcuni punti restano in sospeso, come il supporto ai gamepad MFI e magari all’Apple TV, mentre altri, come la richiesta di una connessione sempre attiva, potrebbe far storcere il naso a chi vorrebbe giocare gustandosi esclusivamente la modalità single player; restiamo comunque più che soddisfatti, da quello che giudichiamo, oggi, come il migliore sparatutto mobile attualmente in circolazione.[/signoff]

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