Moonglow Bay – Recensione

Recensito su PC

Moonglow Bay, sviluppato da Bunnyhug e pubblicato da Coatsink, è un gioco dal genere piuttosto insolito, anche solo nell’accostamento delle due parole che ne costituiscono i pilastri a livello di esperienza: Moonglow Bay è infatti definito dai suoi stessi dev come un RPG di pesca.

Vi avevamo detto che è un titolo insolito, no?

Nel contesto di questa sua unicità di “facciata”, Moonglow Bay non inizia con la migliore delle premesse: dopo la scelta del nostro protagonista e del suo partner (tanto di cappello ai dev per aver inserito la possibilità di una relazione omosessuale e la possibilità di scegliere il proprio pronome), la nostra dolce metà infatti scomparirà, apparentemente inghiottita dai flutti durante una spedizione di pesca al largo della baia che dà il nome al gioco, ambientato nella costa orientale del Canada negli anni ’80.

Questo primo contrasto fra il mood che l’artstyle farebbe supporre e quello che invece le vicende impongono è solo un antipasto di una certa dissonanza di fondo che, pur non arrivando a irretire, lascia un po’ basiti. A un anno dalla tragedia, la cittadina di Moonglow Bay è bloccata su dei binari che portano sempre più velocemente all’annullamento: nessuno va più al largo a pescare, complice la paura di una natura che sembra essere finalmente rivoltata contro l’essere umano, e questo sta portando abitanti e città sempre più verso il baratro, soprattutto economico.

Moonglow Bay

Presi dalla voglia di rispettare il desiderio della persona che per così tanto abbiamo avuto la fortuna di avere accanto e forse ancora incapaci di affrontarne davvero la scomparsa, decidiamo di provare a salvare il salvabile, a partire dalla nostra attività di pesca e man mano cercando di portare questa ventata di nuova speranza anche al resto dei nostri concittadini.

È qui che veniamo faccia a faccia, finalmente, con quello che è il core-loop di Moonglow Bay: pescare, usare il pescato per creare piatti deliziosi da vendere o regalare, coltivare relazioni e riparare la città, tanto nei rapporti fra le persone, quanto fisicamente investendo nelle loro abitazioni e attività. È un loop relativamente semplice, letto così, ed è qui che un secondo contrasto si palesa: lo stile visivo di Moonglow Bay ci farebbe pensare a un’avventura leggera, dalla relativa profondità e dalla breve durata, mirata a riempirci di quel balsamico senso di “casa” e “famiglia” che spesso, nelle vite caotiche che viviamo, ci dimentichiamo, però la struttura che sostiene questo titolo è profonda e quasi simile a un RPG alle prime armi, qui declinato in salsa fishing.

Moonglow Bay

Certo, il fine primario di Moonglow Bay è assolutamente quello di rilassarci, (ri)portandoci ai primordiali ritmi di una natura che si muove senza noi, quando le lasciamo il modo di farlo, però è davvero difficile non trasformare la propria esperienza di gioco in una sorta di girone infernale in eterna rotazione fra l’andare a pescare sperando di catturare specie nuove, ripetere per la dodicesima volta i mini game legati al cucinare i piatti, e mettere il piatto in vendita sperando che basti per fare i soldi che ci servono per investire in uno scafo migliorato per il nostro peschereccio.

Se percepite una forte sensazione di grinding attanagliarvi nel leggere queste parole, non possiamo consolarvi più di tanto: Moonglow Bay, in diverse situazioni, assomiglia proprio a un lavoro, tanto da riuscire a tracciare dei parallelismi involuti con un altro franchise che fa di attività quotidiane il proprio game-loop. Stiamo proprio parlando di Animal Crossing, e, proprio come il titolo di Nintendo, la linea rossa di demarcazione fra attività ludica e performance para-lavorativa è incredibilmente sottile e attraversata di continuo.

Moonglow Bay

Esistono comunque elementi che ci facilitano di molto l’esperienza, prima fra tutti l’immediatezza dei comandi e delle meccaniche di gioco (sono molti i giochi nei quali ci ritroviamo a pescare e, ve lo assicuriamo, potrebbe anche esservi inutile un tutorial, ormai), secondariamente la mancanza di conseguenze legate al non andare a letto ogni 24 ore circa, particolarità che, a differenza della vita vera, Moonglow Bay non ci farà mai sperimentare di prima mano. Il sound design fa il suo lavoro, senza infamia né lode.

Sono diversi i micro-archi narrativi messi in piedi per fornire al player un costante momento di forza e praticamente tutti terminano con un confronto con un “mostro marino leggendario” che puntualmente si rivela essere solamente arrabbiato o ferito, culmine di una “boss battle” che ci vede usare le meccaniche di pesca già imparate ma con un livello di challenge leggermente più elevato: funzionano, senza dubbio, ma si poteva osare un po’ di più.

Moonglow Bay

Sono diversi gli aspetti nei quali Moonglow Bay sembra volersi “accontentare”: il senso di progressione non sembra troppo studiato, con bruschi singhiozzoni qui e lì, la mini mappa è a pochi passi dalla completa inutilità, e la navigazione dei diversi biomi (da acque ghiacciate e bollenti geyser) è piacevole ma costantemente azzoppata da una telecamera verticalmente scomoda che non ci dà modo di guardare molto avanti a noi.

L’aspetto più approfondito, ovviamente, è quello legato ai metodi di pesca e ai pesci stessi: ci sono più di 100 specie, in Moonglow Bay, e potremmo catturarli con una semplice canna da pesca, alla quale cambiare lenza e amo, ma anche con delle reti a strascico o, una volta sbloccate, delle trappole da lasciare in acqua almeno 24 ore. Ogni pesce pescato potrà essere venduto singolarmente o cucinato in una serie di deliziosi piatti dalla difficoltà e costo crescente ma che ci garantiscono un guadagno mediamente maggiore rispetto alla vendita del pesce… sfuso. Come già detto, i mini giochi legati al cucinare sono semplici e ben fatti, ma non riescono a sfuggire del tutto dall’ombra della ripetitività. Moonglow Bay offre anche un’opzione Co-op, drop-in e drop-out: questo significa che la persona con la quale vogliamo giocare può entrare e uscire dalla partita senza soluzione di continuità, feature sicuramente gradita nel momento in cui si volesse affrontare il titolo di Bunnyhug in compagnia.

Moonglow Bay


Moonglow Bay è un titolo che esteticamente colpisce fin da subito, ma questa sua forte e caratteristica identità non è sempre associata a una profondità di design, aspetto che si palesa solo in alcune sue componenti. Se inizialmente mood e feel di gioco sono molto d’impatto, non passa molto tempo prima che la ripetitività del game loop si renda evidente e appesantisca l’esperienza. In toto Moonglow Bay è un gioco che, se ci entrate senza troppe aspettative, sarà in grado di divertirvi quanto basta; prendetelo un po’ come un necessario respiro fra due titoli magari molto più massivi e impegnativi, un piacevole svago dalla mastodonticità di alcuni dei titoli in uscita in questi mesi.

6.5

Pro

  • Visivamente originale
  • Alcuni aspetti di design sono approfonditi
  • Il game loop è semplice...

Contro

  • ...però rischia di stancare velocemente.
  • La progressione a volte è fumosa.
Vai alla scheda di Moonglow Bay
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