NBA2K14 – NBA 2K14

In Italia lo sport più amato è senza dubbio il calcio, ma il basket ha un numero di sostenitori che ultimamente non fa altro che crescere. Una delle discipline più tecniche, spettacolari e veloci esistenti merita una simulazione degna di questo nome. Dal punto di vista videoludico, successi del calibro di FIFA vengono riflessi sulla pallacanestro con la serie NBA 2K che negli ultimi anni si è dimostrata la migliore in assoluto, costringendo addirittura la “rivale” NBA Live a non venir nemmeno pubblicata. Quest’anno EA si è rimessa in competizione anche sul parquet e non sembra voler perdere ancora terreno nei confronti di 2K, che parte senza dubbio in vantaggio ma non può adagiarsi sugli allori. Riuscirà questo prodotto ad avere la supremazia cestistica anche quest’anno? 

Lebron al centro dell’attenzione

Come ogni anno, il titolo ruota attorno ad un tema centrale: Jordan due anni fa, ad esempio. Questa volta ha Lebron come portavoce, com’è facile intuire guardando la cover. Lo staff di Visual Concepts gli ha dedicato una modalità di gioco, “Verso la gloria”, dove ripercorreremo la storia sportiva del giocatore toccando però soltanto le tappe più significative per poi arrivare ad ipotetiche partite future del Prescelto, anche se c’è da dire che il nostro cammino si troverà ancora su dei binari prefissati: la scelta della destinazione post Miami, sarà limitata soltanto ad alcune squadre.
Nonostante ciò il progredire del gioco non è di sicuro trascurato: traspare la cura e la precisione dedicata a ripercorrere le tappe di LBJ verso la cima, tentando di spodestare il re assoluto Michael Jordan. A proposito di ciò, c’è da precisare che nella versione 2011, la carriera dell’asso dei Bulls veniva ripercorsa in maniera più minuziosa ma distaccata, mentre in “Verso la Gloria” questo distacco da superpartes non traspare: gli Heat saranno destinati a dominare sotto ogni aspetto. Questa esperienza, nonostante la cura per la “trama” e gli eventi particolareggiati, potrebbe non accontentare tutti gli appassionati.

Diverse vie per andare a canestro

Prima di andare a scoprire le svariate modalità di gioco è bene citare che, oltre alle squadre americane, quest’anno sono state introdotte anche alcune delle più forti compagini dell’Eurolega. Gli appassionati del campionato italiano ritroveranno Siena e Milano, il che è sicuramente una sorpresa gradita, anche se c’è da dire che “stonano” un po’ con le americane, contando inoltre che i roster delle franchigie del Vecchio Continente non sono aggiornati a dovere. Ci imbatteremo in alcuni quintetti base ormai obsoleti, o in giocatori che già nella stagione precedente avevano cambiato maglia. Interessante invece l’adozione dei palloni e dei loghi, oltre che del regolamento europeo nei match che coinvolgono le squadre occidentali in quanto, come ogni appassionato sa, le regole variano da NBA a FIBA.
Le squadre di Eurolega potranno scendere in campo solamente nei tornei personalizzati o nelle partite veloci, caratteristica limitante.
Tra le altre opzioni è da citare anche “La Mia Squadra”, versione cestistica dell’Ultimate Team di Fifa. Acquisendo delle carte che rappresenteranno allenatore, giocatori, campo da gioco ed altri elementi, tramite la VC (valuta virtuale di NBA 2K) guadagnata, formeremo il nostro team che manderemo per affrontare scontri sia online che offline. 
Novità invece per il “Mio Giocatore”: impersonando il nostro alter ego potremo intraprendere la nostra carriera anche online, in match 5 vs 5 che sicuramente aggiungeranno un pizzico di pepe in più alla già straordinaria tipologia di gioco. 
Stesso discorso vale anche per “Associazione” dove adesso sarà presente una nuova tipologia di gestione dei free agent e dei contratti. Saranno infatti maggiori le scelte che potremmo tenere in considerazione per i vari ingaggi, ma allo stesso tempo la concorrenza si farà sempre più forte e pesante. 
Nessuna innovazione per il classico scontro multiplayer online, il che non è comunque una nota negativa in quanto il servizio prestato dai server è buono, tanto da garantire buone performance per chi vuole godere nello sfidare avversari in “carne ed ossa”.

Defense!

Ciò che sin da subito si nota giocando a NBA 2K14 è la fluidità e la velocità del gioco: anche rispetto alle incarnazioni precedenti il miglioramento c’è e si vede. Sia i nuovi adepti che i fan di lunga data si dovranno abituare alla nuova impostazione del gioco. Per farlo basterà seguire i tradizionali Training Camp,  masticando a dovere i controlli e le tempistiche che, una volta assimilate, assicureranno una comodità di gioco senza pari. 
Come in 2K13 gran parte dei movimenti d’azione come le finte, i tiri, i fadeaway, sono delegati allo stick analogico sinistro: tali movenze sono però state rese molto più veloci e fluide rispetto all’anno scorso, tanto da renderle fulminee.
Lo stick inoltre non necessiterà più del modificatore (grilletti posteriori) che adesso svolgeranno funzioni diverse: il trigger destro potrà essere utilizzato per dar vita a passaggi veloci e spiazzanti, mirati a rendere contropiede o attacchi a sorpresa delle tattiche ancor più letali, mentre il sinistro attiverà lo Smart Play, una funzione che permetterà alla CPU di scegliere il passaggio più efficente a livello tattico. 

 

Sotto i riflettori

Una delle novità più evidenti e gradita è il nuovo engine fisico: i vari Chandler e Howard  faranno “sentire” il proprio peso in ogni tipologia di giocata, sia offensiva che difensiva. Soprattutto durante la seconda gli avversari sfrutteranno a dovere le loro doti fisiche e lo faranno in modo davvero fastidioso e ragionato: le squadre nemiche in difesa si faranno rognose, bloccando tagli e cercando di intercettare più palle possibili, cosa ormai ben nota ad ogni fan di NBA 2K. Non ci sono però soltanto pregi sotto questo punto di vista: di tanto in tanto infatti si vedranno giocatori del calibro di Bryant rimanere fermi o compiere passaggi che non hanno né capo né coda. Nel complesso l’esperienza di gioco è comunque positiva. 
Graficamente il titolo non offre un grandissimo salto di qualità nella versione PS3/ Xbox 360, mantenendosi sui suoi soliti standard e serbando il meglio per la versione della generazione successiva. 
Piccola magagna dal punto di vista sonoro è la telecronaca in versione europea che manca di mordente, al contrario di quella statunitense che è vistosamente più curata. La colonna sonora invece, selezionata direttamente da Lebron, si rivela essere azzeccatissima per il “playground indoor”, come per ogni edizione.

Slam Dunk

L’edizione che segna il passaggio da una generazione all’altra non brilla per innovazione ma ha saputo migliorare il suo comparto tecnico con alcune nuove ed interessanti funzionalità. L’introduzione dell’Eurolega mostra un avvicinamento al basket d’occidente, i miglioramenti del sistema di controllo, la fluidità rinnovata dei ritmi di gioco e la modalità carriera più divertente di tutte sotto l’intero profilo dei giochi sportivi. I difetti presentati oscurano soltanto in parte un titolo che offre una delle migliori simulazioni cestistiche di sempre.
 

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