Need for Speed: Hot Pursuit – Recensione Need for Speed: Hot Pursuit

Ritorno alle origini?

Need For Speed III: Hot Pursuit, terzo capitolo della serie Need for Speed e pubblicato da Electronic Arts, uscì nel 1998 e raccolse subito un grande successo grazie alla particolare possibilità di impersonare sia un pilota di corse clandestine che un poliziotto impegnato a far rispettare la legge contro queste ultime. Il suo sequel, Hot Pursuit 2, non fu da meno, e continuò sulla scia preferita dai fan raggiungendo anch’esso un elevato numero di vendite.
Dopo questi due capitoli, la serie Need For Speed (NFS) aprì quel fortunato e amato capitolo dello stile "Underground": palesemente ispirato all’acclamato film The Fast and The Furious, uscito qualche tempo prima ma tornato ai botteghini col secondo capitolo proprio lo stesso anno del primo NFS: Underground (2003), quest’ultimo aggiungeva alla classica matrice di corse clandestine la possibilità di "personalizzare la propria auto". Motore, pneumatici, freni, N20 (o NOS), paraurti, alettoni e minigonne sono solo alcuni degli elementi che era possibile modificare e installare sul proprio bolide: grazie soprattutto a questo elemento, la serie ebbe un grande successo e si ripropose più avanti (anche se con nomi diversi) in titoli come NFS: Most Wanted e NFS: Undercover. Negli ultimi anni però, e soprattutto con Need For Speed Shift, si è assistito ad un cambio di rotta che ha spezzato il fronte dei fan facendo sorgere notevoli dubbi sulla strada che la serie volesse intraprendere: da sempre un arcade dinamico e dall’animo "illegale", con Shift si stava passando ad una sorta di simulazione automobilistica che tradiva la più che decennale tradizione della saga.
Dopo numerose critiche, positive e negative, ecco che nel 2010 Electronic Arts decide di tornare in gioco rispondendo seccamente a quei fan che all’annuncio di Shift 2 avevano ormai salutato il vecchio stile "Underground": Need For Speed Hot Pursuit torna con grande stile, e lo fa ispirandosi proprio alle vere origini, quelle appunto di Hot Pursuit. Niente più circuiti e gare, dunque, ma, per chi non se lo aspettava, niente più garage e modifiche: solo il NOS sopravvive in questo nuovo bisogno di velocità, mentre auto esotiche costose e fiammanti rimpiazzano senza appello motori potenziati, turbine, freni e sospensioni da gara. L’azione rimane sulla strada, ma non si vive più a un quarto di miglio.


Mappa approssimativa di Seacrest County

Burnout: Hot Pursuit

Se due più due fa quattro, allora anche il "nuovo" stile unito allo sviluppo da parte di Criterion Games toglie ogni dubbio su quanto sia accaduto per questo Need For Speed: a parte il concept di gioco (corse clandestine, inseguimenti, NOS, ecc..), infatti, di Need For Speed non si può proprio parlare, se si considera la somiglianza incredibile di questo capitolo con altri della storia di Criterion.
Si potrebbe sfidare chiunque a giocare a Hot Pursuit, poi bendarlo, sostituire il gioco con Burnout Revenge e scoprire se oltre ad una differenza grafica possa notarne altre. Tolta l’esplorazione libera alla ricerca di gare e negozi, tolta la possibilità di modificare la propria auto, tolto qualsiasi vincolo di costo (niente più vincite con le quali acquistare le nuove auto, ma solo un enorme garage a propria completa disposizione), tolta una trama che spingeva il giocatore alla conquista del mondo delle corse clandestine, ci si accorge subito che c’è molto di diverso dagli ultimi capitoli in stile Underground della serie. Se poi si aggiunge che tutta l’interfaccia di gioco è praticamente quella di Burnout, che sono state inserite sequenze di incidenti spettacolari, che sono state introdotte le armi (come strisce chiodate e impulsi elettromagnetici), che il sistema di vincita delle auto è determinato dalla "Taglia" (la quale aumenta vincendo le gare) e che i veicoli sono divisi in categorie di potenza crescente (Sportive, Performance, Super, ecc…), tutto in perfetto stile Burnout, ci si chiede perché questo gioco porti ancora il nome di Need For Speed.
Questa situazione poteva anche essere intuibile considerando che Criterion Games è proprio la Software House "madre" della serie Burnout, ma forse nessuno si sarebbe mai aspettato una tale influenza che fa sì tornare tutto alle prime origini, ma lo fa con uno stile tutto preso in prestito da un gioco che non si può nemmeno definire rivale proprio a causa delle profonde differenze nello stile.
Se però si riesce a superare tutto questo, allora ci si può preparare a gustare uno dei Need For Speed (o dei Burnout, non fa molta differenza) più belli e adrenalinici mai visti.

Il Buono, Il Veloce e il Cattivo

Need for Speed Hot Pursuit si presenta bello, veloce, rude al punto giusto, con tanta azione e pochi scrupoli sui perdenti. Grazie alla doppia modalità (Pilota o Poliziotto) riesce sicuramente a soddisfare qualunque giocatore amante del genere, che si stia cercando l’ennesima adrenalinica corsa contro la legge o magari l’allettante possibilità di vendetta contro i pirati della strada. Seacrest County, infatti, è il paradiso delle auto: i piloti più veloci e temerari trovano il loro habitat naturale nelle autostrade a quattro corsie o nelle zone periferiche piene di tornanti e saliscendi, mentre i poliziotti più agguerriti ricevono il permesso di fermare con la forza qualsiasi bolide si permetta di infrangere la legge. Il bello è forse proprio questo: la polizia, grazie all’unità speciale SCPD, ha la completa autorizzazione ad usare la forza (anche causando gravi incidenti) per fermare qualunque pilota opponga resistenza; ma se i poliziotti non fanno sconti, i piloti, da parte loro, non si lasciano certo intimorire.


Utilizzo dell’IEM da poliziotto: se si riesce a mantenere il bersaglio
sotto tiro, la scarica è assicurata

Inizia così per il giocatore una scalata parallela verso l’elite della corsa clandestina o della "sicurezza" nelle strade, con la possibilità di diventare sia il più pericoloso dei ricercati che il migliore dei poliziotti, acquisendo un livello sempre maggiore di Taglia.
La Taglia è l’elemento più determinante del gioco: dopo aver iniziato ovviamente da zero, aumentandola è possibile sbloccare nuove auto, nuove categorie, nuove sfide, accrescendo contemporaneamente il proprio livello ricercato/poliziotto; tutto questo vincendo le gare, guidando bene, migliorando i record, catturando piloti (nel caso dei poliziotti) o compiendo azioni fuorilegge (nel caso dei piloti).
Per ogni livello Taglia si possono acquisire circa quattro ricompense, spesso rappresentate da nuove auto sempre più potenti (e di tanto in tanto di categorie superiori) che vanno ad aggiungersi al garage senza alcuna spesa o altro onere per il giocatore. Niente più vincite in denaro e acquisti mirati, ma solo un ampio parco macchine, le quali, una volta "sbloccate" (raggiungendo la taglia prefissata), diventano disponibili a proprio piacere e di volta in volta del colore preferito.
Per salire di livello bisogna semplicemente correre e possibilmente vincere; ottenendo infatti uno fra i primi tre piazzamenti (per i piloti) o raggiungendo gli obiettivi entro i tempi prefissati (per i poliziotti) si può vincere una medaglia fra il bronzo e l’oro, equivalente a un certo ammontare di taglia, che, unito a qualche altro bonus (per la guida o per delle catture, ad esempio), arrotonda il premio finale e si va ad aggiungere al totale precedente.
L’aumentare di questo totale permette il passaggio a livelli di taglia più alti, così come l’accesso a categorie di auto più potenti. Partendo con le Sportive (potenti ma comuni), si passa alle Performance (bolidi da 400 cv), poi alle Super (auto dalle alte prestazioni e dei marchi più prestigiosi), alle Esotiche (veicoli da oltre 300 km/h e molto rare) e infine alle Hyper (veri e propri prototipi capaci di raggiungere persino i 400 km/h), per entrambe le carriere (anche se nel caso della polizia le categorie hanno nomi differenti).

Più si va avanti nel gioco più le macchine sono veloci e più pericolose diventano le armi a disposizione. Quest’ultima caratteristica rappresenta una novità nel mondo di Need For Speed, innovazione che però si adatta perfettamente all’interno delle numerose e varie sfide presenti lungo le due carriere.
Se i poliziotti possono contare però su Blocchi Stradali, Elicotteri, Strisce Chiodate e Impulsi IEM, i piloti si difendono bene, e, anch’essi dotati di strisce e IEM, si aiutano con i Disturbatori (in grado di disattivare i sistemi della polizia, anche quelli offensivi) e il Turbo, ovvero una potente scarica di NOS che per qualche secondo spinge ininterrottamente il proprio veicolo oltre ogni suo limite di velocità. Queste armi non sono però infinite, e la loro disponibilità varia di evento in evento; sta al giocatore saperle sfruttare al momento e contro l’avversario giusto.

A proposito di eventi, ve ne sono presenti in tutto diverse tipologie divise tra le due carriere: per quanto riguarda i piloti si ha la classica Gara, la Gara a Tempo (ovvero una sfida cronometrata da un punto A a un punto B nel minor tempo possibile), l’Anteprima (uguale alla Gara a Tempo ma a bordo di un veicolo più potente non ancora sbloccato), il Duello (uno contro uno fra due piloti, spesso con veicoli preassegnati dal gioco), la Caccia (dove bisogna sfuggire alla polizia in un testa a testa completo di armi a disposizione) e l’Hot Pursuit, modalità principale del gioco costituita in pratica da una Gara classica dove però interviene in misura massiccia anche la polizia. Le armi a disposizione possono essere usate sia contro l’SCPD (che tenta in tutti i modi di bloccare i piloti) sia contro gli altri avversari, in uno scontro all’ultimo sangue verso il traguardo finale; guidando come poliziotto, invece, bisogna cimentarsi nelle Risposte Rapide (l’equivalente della Gara a Tempo, mascherata da risposta ad una chiamata urgente di rinforzi), Interceptor (ovvero la Caccia ma nei panni del poliziotto che deve fermare il pilota) e ancora una volta l’Hot Pursuit, stavolta dalla parte dei "buoni" che devono catturare i "cattivi". Vedendo realmente le gare potrebbero nascere molti dubbi su chi effettivamente sia il buono o il cattivo, ma una cosa è certa: che si tratti di un pilota o di un poliziotto, in Need For Speed Hot Pursuit quello che conta veramente è essere il più veloce.


Contro tutto il mondo

Nonostante nella modalità principale sia possibile avviare sessioni di Guida Libera in qualsiasi tracciato si preferisca, la vera alternativa agli eventi della Carriera è costituita dalla validissima modalità Online. In questo titolo, infatti, Electronic Arts e Criterion Games si sono impegnate a sviluppare un inedito sistema di gestione online, l’Autolog, in grado di confrontare in tempo reale e in aggiornamento continuo tutte le performance del giocatore e della sua cerchia di amici, metterli in contatto e proporre sfide contro i migliori record di ognuno.
Dopo essersi connessi automaticamente all’avvio del gioco, ciascun giocatore ha a disposizione non solo la modalità principale online, ma l’intero sistema Autolog per scattare foto e stabilire nuovi record, per poi condividerli sul proprio "Muro" e sfidare i propri amici (e non solo) e batterli. L’Autolog individua inoltre gli amici dei propri amici, permettendo così di estendere la propria cerchia (così come le sfide a disposizione), nonché di guadagnare anche qualche trofeo/obiettivo (creati esclusivamente per questa funzionalità). Sono anche disponibili due voci riguardanti le Notizie NFS (con comunicati di Criterion Games per i videogiocatori) e lo Store (dove è possibile acquistare gli stessi elementi presenti su PSN o Marketplace), ma il cuore di tutto questo sta senza dubbio in una giocabilità online senza precedenti nella serie. Potendo scegliere tra Gara, Interceptor e soprattutto Hot Pursuit, il divertimento e la sfida arrivano a livelli mai visti: grazie a sale d’attesa sempre piene di giocatori di ogni abilità, eventi di gioco perfetti per il multiplayer (l’Hot Pursuit su tutti) e un sistema di bilanciamento che assegna ogni giocatore una volta alla squadra dei piloti e una volta a quella dei poliziotti (a gare alterne), si riesce a gustare un’esperienza di gioco avvincente, adrenalinica e così appagante da tenere incollati per ore e ore allo schermo. Gareggiare contro avversari umani mette su strada tutta l’esperienza e la furbizia di ciascun giocatore sino ad arrivare a soluzioni, manovre, fughe e scontri impensabili, con la possibilità di trovare persino avversari che nei momenti critici riescono a nascondersi nel buio a fari spenti, o che, dopo aver preso vantaggio, invertono la direzione per mandare in confusione i poliziotti che lo inseguono. Online, la varietà si affianca alla velocità, ed entrambe regalano una scossa di puro divertimento e azione che da sola vale l’acquisto del gioco:. L’impegno di Criterion, consapevole di aver puntato molto sul multiplayer in rete, regala a Need For Speed quell’elemento capace di farlo arrivare all’eccellenza e che mai era stato a questi livelli nei titoli precedenti.
Un’esperienza impareggiabile, senza la quale Hot Pursuit, pur rimanendo un titolo di ottimo livello, perde tantissimo valore.


Il livello grafico è veramente elevato in questo capitolo

Dreamshot!

Che questo titolo dovesse avere una grafica mozzafiato non è una sorpresa per nessuno, ma arrivare ad un livello di dettaglio così alto, anche e soprattutto per quanto riguarda gli incidenti e i danni, supera quanto si è visto finora nei precedenti NFS, e trova un rivale agguerrito solo in un certo Gran Turismo 5 per PlayStation 3.
La collaborazione col team di EA DICE regala al gioco delle ambientazioni vaste, varie e curate soprattutto nei riflessi (dove DICE aveva già ottenuto ottimi risultati grazie a Mirror’s Edge), mentre l’abilità di Criterion si vede tutta nella spettacolarità degli scontri, con incidenti degni del miglior Burnout pieni di fumo, sgommate sul fondo stradale, frammenti di vetri e auto in volo. Dopo ogni impatto, leggero o pesante, contro un altro veicolo o sui bordi della strada, ciascuna auto riporta i "segni" di quanto avvenuto in maniera fedele e adeguata, sino al punto di vedere le scintille dovute al toccare del paraurti semidistrutto sull’asfalto o il lunotto posteriore quasi a pezzi a causa dei tamponamenti della polizia. Dopo un certo ammontare di danni, inoltre, l’auto può definitivamente distruggersi e determinare così la fine dell’inseguimento o la cattura da parte della polizia, a dimostrazione che non si tratta solo di graffi, ma di un "accartocciarsi" graduale che allarma il giocatore sulle condizioni del proprio veicolo.

Un altro grande risultato è rappresentato dall’ottimo senso di velocità che si riceve durante la gara: se si sta viaggiando a 300 km/h infatti lo si nota benissimo, così come le ripartenze dopo un incidente trasmettono il giusto senso di lentezza (ma anche di accelerazione); esemplare, infine, l’effetto del Turbo, il quale sembra a sua volta "incollare al sedile" il giocatore stesso.
Non da meno si può considerare la realizzazione delle auto, tutte fedelissime e sgargianti, veramente numerose (anche se piloti e polizia condividono un parco macchine identico) e di marchi automobilistici differenti (tra i quali si nota una netta prevalenza di Porsche). Strade, altre vetture, elicotteri e tutto il resto si mantiene ad un livello di dettaglio grafico più che soddisfacente, per un risultato complessivo che senza dubbio salta agli occhi e li delizia.


I segni della lotta per la vittoria sono ben visibili su questa Nissan 370Z

Per quanto riguarda l’audio, Criterion ed EA, grazie alla loro vastissima esperienza, non hanno certo avuto problemi a mettere su una colonna sonora di gran livello e soprattutto adatta alla tipologia di gioco. 30 Seconds To Mars, Benny Benassi, Weezer, Plan B sono solo alcuni dei numerosi artisti inclusi in una OST che come al solito trasmette carica e adrenalina in ogni gara. Stavolta, secondo le più recenti abitudini di EA, chiunque non dovesse gradire le scelte degli sviluppatori può liberamente creare un proprio album sulla console, aggiungere i propri brani preferiti e poi selezionare la nuova tracklist dal menù delle impostazioni; la gestione è un po’ più rozza (a volte il volume non si abbassa durante i filmati di intermezzo) ma il risultato è ovviamente massimo.
Altrettanto eccellenti gli effetti sonori, con le sirene della polizia squillanti ed estenuanti e i rombi dei motori assordanti, così come le varie derapate, i cambi con tanto di fiamme dagli scarichi e soprattutto gli incidenti, tutto dettagliatissimo, capace di trasmettere un profondo realismo e di creare un’atmosfera dove il giocatore viene inglobato sino a sentirsi parte integrante dell’azione su schermo.


Tornate a giocare

C’è poco da dire, forse solo in pochi potrebbero non amare questo titolo, mentre la maggior parte dei giocatori, fan e non, lo ricorderanno come uno dei migliori Need For Speed di sempre. Grafica e sonoro di alto livello, uniti ad un gameplay dinamico e adrenalinico, pieno di azione, incidenti e spettacolarità allo stato puro, trovano il loro punto massimo di espressione in una modalità Online eccellente, che garantisce una longevità pressoché infinita ad un titolo che anche senza non è per niente breve. Il sistema Autolog attua una gestione completa di tutte le funzionalità online, e grazie al sistema di confronto tra amici aumenta sempre di più il livello di sfida in una corsa verso il record imbattibile. La modalità Carriera, infine, longeva e ricca di eventi sempre diversi e unici, spinge il giocatore verso nuovi limiti grazie anche ai trofei/obiettivi da conquistare. Se ci si chiede cosa non vada in questo NFS, l’unica risposta potrebbe riguardare questo cambio di stile improvviso che lascia ancora una volta da parte l’anima "Underground" della serie, compresi acquisti, modifiche alle auto ed esplorazione libera (ben differente dalla modalità "Guida Libera"). Il fronte dei fan, dunque, potrebbe dividersi nuovamente, ma in fin dei conti, Underground o meno, Burnout o meno, Need for Speed Hot Pursuit è un titolo veramente da lodare, soprattutto per chi può permettersi di sfruttare tutte le funzionalità Online.
Non si vivrà più a un quarto di miglio, ma l’azione rimane nelle mani di Need For Speed.

 

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