Ridge Racer – Recensione Ridge Racer

Inoltre, come giustificare l’inspiegabile, ovverosia una delle peggiori accoglienze che un gioco può offrire al giocatore che è quella dell’obbligatorietà di una connessione a internet per il primo accesso al gioco? Se una condizione del genere può già apparire seccante su un titolo pc, proporre una politica del genere su un titolo portatile è semplicemente grottesco.

Questa semplicità nella costruzione del gioco, sia che si attribuisca al ridotto tempo di sviluppo che a una concezione di pubblicazione in crescendo, si riflette in tutti gli aspetti. La struttura di gioco prevede tre sole, basilari, modalità: la modalità online, vero fulcro del gioco, e qui chiamata Wolrd Race; gara singola, o Spot Race, dove viene data al giocatore l’unica possibilità di confrontarsi con avversari controllati dalla cpu; il classico Time Attack, per raffinare in modo maniacale i propri tempi e addestrarsi duramente per diventare il ridge racer perfetto.

 

Facciamo un giretto per vedere che cosa danno al cinema…
          

Al momento della creazione del nostro account, dovremo scegliere il nostro team tra i quattro presenti nella Planetary League del gioco. I simboli con i quali sono stati rappresentati i team richiamano le quattro forme geometriche che sono da sempre simbolo del brand Playstation e che qui non c’è sicuramente bisogno di ricordare. Sempre secondo quanto riferitoci da Shinoda, questa è una scelta che prende spunto dal touch pad posto sul retro di PSVITA: la continua ripetizione dei quattro elementi in serie presente sul pannello posteriore avrebbe infatti ispirato la progettazione di un gioco incentrato sulle potenzialità del social gaming offerte da Vita, relegando così la parte single player a un mero allenamento in vista della prossima connessione alla Planetary League. Eppure, anche nella World League non troveremo nient’altro che corse singole o ghost di altri player da scaricare e superare in velocità (per poi caricarli basandosi su ranking globale o sulla propria posizione geografica). Poco, troppo poco. 

 

Considerando che i tre percorsi disponibili sono sì appaganti ma tutt’altro che sufficienti a soddisfare l’utenza di una nuova console alle prese con un titolo di lancio, e che gli aggiornamenti attualmente disponibili sono unicamente tracce musicali provenienti dai passati capitoli della serie, è naturale giudicare il Ridge Racer finito sugli scaffali come un esperimento acerbo e un prodotto in qualche modo incompleto. Febbrario è il mese in cui, a detta dello sviluppatore, i primi aggiornamenti sostanziosi verranno rilasciati in Giappone. Attenzione, però: si parla di un rilascio graduale di sei circuiti e otto nuove vetture nell’arco di tre mesi, un’operazione che si concluderà quindi solo a fine Maggio (nessuna data è stata comunicata per l’Europa al momento della stesura del pezzo). 

 

Che questa visione di Ridge Racer come lavoro incompiuto sia altamente negativa è sicuramente indiscutibile; non lo è, però, se ci si lascia rendere complici dalla sfida che il gioco propone. L’approccio al gioco resta, invariato e forse un po’ vecchiotto, pur sempre genuinamente divertente: accelerare, derapare, accelerare con il fine unico di trionfare sugli avversari diventando il pilota perfetto, imbattibile. L’archetipo dell’arcade. Nessuna sportellata, nessuna scorrettezza. La perfezione della propria guida come unica arma per la vittoria, tutto il resto è un ingombrante ammasso di inutilità che Ridge Racer, da sempre, preferisce lasciare agli altri racing game (sta solo a voi decidere se la sfida fa per voi).  

 

 

In Breve
 

Un esperimento di pubblicazione interessante che resta, però, soltanto un esperimento. È chiaro che alla determinata volontà di lanciare un prodotto che solchi altre strade nella commercializzazione dei DLC e del Digital Delivery non faccia da contraltare una cura altrettanto considerata del prodotto immesso sugli scaffali. Poiché, da che lato la si guardi, una concezione così linearmente progressiva dell’opera di Namco-Bandai non fa che eliminare le possibilità di successo di un racing game altrimenti solido sotto il profilo della sua natura arcade e del suo discreto comparto tecnico. 

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