Secret Files: Tunguska – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Cosa si cela dietro la misteriosa sparizione di uno scienziato e gli inspiegabili avvenimenti di Tunguska? Scopriamolo assieme!

Sono passati quasi trent’anni da Maniac Mansion, uno dei primissimi punta e clicca della storia rilasciato originariamente per Commodore 64 e Apple II nel 1987, ma il genere fra alti e bassi ha continuato a dire la sua in un mondo videoludico stra-dominato da action e shooter, spesso l’uno la minestra riscaldata dell’altro. Negli ultimi anni, a farla da padrone in un settore che storicamente è andato via via restringendo il suo bacino d’utenza, ci ha pensando l’ormai moribonda Telltale che, con le sue creazioni di elevata qualità spesso basate su IP terze di massa, ha ridato fiato a un settore elettro-ludico ingiustamente accantonato.

Purtroppo, ogni favola ha una fine felice o infelice che sia e, indirettamente, con Telltale è scomparsa probabilmente una buona parte delle produzioni degne di questo settore.

Il titolo di cui parleremo oggi, Secret Files: Tunguska, è appunto un’avventura grafica realizzata originariamente nel 2006 da Jörg Beilschmidt e riproposta in veste rinnovata da Deep Silver per Nintendo Switch, ispirata al celebre Evento di Tunguska. Per chi non lo conoscesse, esso è un evento dai contorni estremamente misteriosi avvenuti in una località della Siberia la mattina del 30 giugno 1908, a seguito del possibile impatto o esplosione, non ancora del tutto certo, di un grande meteorite o di una cometa.

L’evento straordinario, che ancora oggi nell’est è al centro di miti, leggende e speculazioni al limite del complottismo, causò l’abbattimento di milioni di alberi e il bagliore dell’esplosione venne avvertito fino a 700 km di distanza. In questo clima di nebulosa enigmaticità, avvengono le (dis)avventure di Nina Kalenkov, figlia di un importante scienziato misteriosamente scomparso. La nostra eroina, armata di coraggio, comincerà a indagare sulla sparizione e, quasi immediatamente, le sue ricerche la spingeranno in Siberia e, appunto, nella remotissima regione di Tunguska.

Siberia I love you!

Partiamo subito dall’analizzare quello che è probabilmente il cuore pulsante di ogni avventura grafica, ovvero la trama. Secret Files. Tunguska non brilla particolarmente da un punto di vista di intreccio narrativo e caratterizzazione dei personaggi. Il motore su cui si muovono le vicende narrate durante l’avventura non saranno né originali né particolarmente sorprendenti ed elaborate, tanto più che già intorno alla metà di una run completa del gioco, la quale solitamente si attesta intorno alle 10 ore, avremo sufficienti elementi per avere un quadro abbastanza chiaro della vicenda. In aggiunta, come già citato, lo spessore dei personaggi sarà “relativamente spesso” e, persino la protagonista, risulterà piuttosto scontata e china ai cliché, come una sorta di Lara Croft wanna be sbiadita e ridotta all’osso.

Secret Files: Tunguska incentra una larghissima fetta del suo gameplay sui canoni classici del genere, senza di fatto proporre novità o espandere concetti classici con l’aggiunta di meccaniche particolari. Ecco che, tolti un esiguo numero di dialoghi, saremo chiamati per la maggior parte del tempo a osservare attentamente gli ambienti di gioco alla ricerca di punti d’interesse (avremo una funzione opzionale apposita per evidenziarli), di oggetti o quant’altro, i quali ci serviranno per procedere innanzi. In linea di massima, il livello medio degli enigmi proposti dal gioco non sarà particolarmente impegnativo e, un fan Die-Hard dei point and click non incapperà in rompicapo particolarmente impegnativi, vista anche la tendenza del gioco a “ridurre le possibilità” di soluzione grazie a una limitata scelta di oggetti utilizzabili, come era abitudine delle avventure grafiche di qualche anno fa.

Ars logica

Nonostante il titolo non sia estremamente difficile, non mancheranno sezioni piuttosto ostiche e a tratti illogiche o totalmente slegate all’apparenza da quello che ci accade attorno, le quali andranno a rendere la fluidità del titolo piuttosto zig-zagata. In aggiunta, la sopracitata funzione presente nel nostro diario che ci indicherà direttamente cosa fare nello scenario, avrà la funzione al contrario di facilitare la vita ai neofiti del settore che approcciano magari per la prima volta a un’avventura grafica. Nonostante ciò, il titolo nel complesso risulterà sufficientemente godibile, anche e soprattutto per una insperata vena comica che traspare in molte situazioni e dialoghi innescati dai protagonisti del gioco.

Da un punto di vista meramente tecnico, l’adattamento Switch (l’ultimo di una lunga serie di “saltelli” di piattaforma in piattaforma) porta con sé una serie di sopraccigli inarcati. Il primo, senza dubbio, riguarda l’inspiegabile complessità dei comandi, i quali saranno piuttosto articolati e addirittura varieranno parzialmente a seconda della modalità in cui utilizzeremo l’ibrida Nintendo (ovvero in modalità portatile, connessa al nostro fido televisore o in modalità da tavolo). A venirci in soccorso è la possibilità di utilizzare il touch screen di Switch, la quale si rivelerà fin da subito la scelta più logica in molte delle situazioni meccaniche da affrontare e che, purtroppo, ci obbligherà quasi direttamente a utilizzare la console Nintendo in modalità portatile per comodità.

Tecnica…mente!

La versione Switch del titolo porta con sé alcune migliorie grafiche di rilievo, seppure il titolo mostri sempre e comunque la sua vera età nonostante il “lifting”. Sebbene siano evidenti i miglioramenti estetici, come una differente saturazione dei colori e una serie di texture ambientali di risoluzione più elevata, alcuni dettagli ci “sbatteranno in faccia” tutto il peso di un gioco uscito nel “lontano” 2006, come una legnosità definita dei movimenti e delle animazioni o dettagli dei volti dei personaggi piuttosto spartani e vetusti. Anche in questo caso, la modalità portatile di Switch, sfruttando uno schermo “ridotto”, ci aiuterà a rendere meno evidenti questi limiti, che saranno al contrario sin troppo visibili su di un normale televisore.

In linea generale, non sono stati riscontrati bug o imperfezioni degne di nota e, almeno da questo punto di vista, il gioco è scorso senza intoppi. Il comparto sonoro, al contempo, risulta piuttosto anonimo e trascurabile, andando ad appesantire ancora di più la resa complessiva del titolo. Anzi, se ci soffermiamo sul doppiaggio (il titolo non è stato tradotto in italiano), noteremo una certa carenza a livello recitativo, a cui si unirà una inspiegabile latenza fra sonoro e sottotitoli.

Secret Files: Tunguska


In definitiva, Secret Files: Tunguska è un titolo mediocre che, nonostante gli sforzi, mostra in pieno la sua età e tutti i suoi limiti. Nonostante il titolo sia in fin dei conti passabile, un comparto tecnico vetusto e solo parzialmente rimodernato, unitamente a una serie di scelte discutibili e una sceneggiatura non precisamente da oscar, lo rendono una scelta valida nel caso in cui…non ci siano altre scelte valide.

5

Pro

  • Restyling grafico pregevole
  • Adattamento alla console di discreto livello
  • Una valida alternativa...

Contro

  • ... se non ci sono valide alternative
  • Trama non particolarmente elaborata
  • Controlli macchinosi
  • Mostra in pieno la sua reale età
Vai alla scheda di Secret Files: Tunguska
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