Sherlock Holmes: Nemesis – Recensione Sherlock Holmes e il Re dei Ladri

Arriva completamente tradotto in italiano da parte di FX Interactive l’avventura grafica Sherlock Holmes e il Re dei Ladri, episodio di una saga che vede protagonista il popolare investigatore britannico.

 
Holmes contro tutti

I creatori di questa saga hanno ormai abituato gli appassionati ad aspettarsi di tutto, inclusi cross-over che vedono coinvolti mummie o persino Cthulhu. Questa volta Holmes è alle prese con il famoso ladro francese Arsenio Lupin, che giunto a Londra sfida apertamente il detective con una lettera ove dichiara la sua intenzione di compiere furti di importanti artefatti all’interno della capitale. La lettera stessa è oggetto stesso di indagine, contenendo difatti allusioni al bersaglio che solo l’intuito di Sherlock potrebbero svelare.
Uno scontro tra due intelletti elevati, con un uguale ego ma con fini rivolti all’opposto: uno alla giustizia, l’altro al crimine. La chiave per la vittoria è in mano al giocatore.


 

Prevenzione del crimine

Come descritto, questa volta abbiamo a che fare con crimini che devono ancora verificarsi e la cui prevenzione è affidata completamente alla genialità di Holmes – ciononostante, il giocatore deve talvolta guidare anche altri personaggi di supporto, fra i quali non  poteva ovviamente mancare il fido dottor Watson, suo assistente.
Sebbene questo possa far sperare in bivi nella trama, così non è, trattandosi di fatto di una classica avventura lineare in cui ogni evento e soluzione sono predefiniti. La mancanza di originalità non corrode comunque la qualità del titolo, in cui un gameplay efficace e una buona cura del dettaglio sono alla chiave di tutto: come ogni esponente di questo genere, l’esame degli ambienti e oggetti e il dialogo con i personaggi portano alla soluzione degli enigmi, che si presentano vari e con difficoltà crescente. Naturalmente presenti anche un inventario, una mappa e un diario. A eliminare la frustrazione ci pensa un sistema di aiuti che fornisce suggerimenti al giocatore sulla situazione in corso di risoluzione (di cui suggeriamo di non abusare per non rovinare l’esperienza di gioco), ma soprattutto una peculiare caratteristica di questa saga, ovvero la possibilità di passare dalla terza alla prima persona. Ciò permette al giocatore di poter goder appieno dei dettagli degli ambienti tridimensionali del gioco e di avere un maggior controllo, con risultati fantastici per coloro che detestano la "lentezza" delle avventure grafiche e desiderano libertà visiva.

 

 

Stile fine ‘800

Abbiamo anche citato la cura del dettaglio: trattandosi di un videogioco basato su personaggi della letteratura, il rispetto dell’atmosfera risulta fondamentale. Per la riuscita di ciò, è necessario anzitutto che trama e caratterizzazione dei personaggi siano di buon livello, come è inoltre lecito attendersi da un’avventura grafica – e su questo il gioco non fallisce affatto. Gradevoli inoltre i numerosi riferimenti ai capitoli precedenti della saga, sicuramente apprezzabili da chi segue la saga da tempo. Di buon livello anche il doppiaggio.
Le prime pecche saltano fuori sul piano grafico: tradizionalmente il genere offre un’appagante esperienza visiva grazie alla cura artistica, ma quando si abbandonano fondali pre-renderizzati bidimensionali ed entra in gioco la terza dimensione, non si può chiudere un occhio sui difetti. Le texture risultano poco definite, specialmente negli ambienti aperti, e le animazioni sono troppo meccaniche, cosa che salta all’occhio soprattutto durante le scene d’intermezzo, e gli effetti dinamici (luci, ombre eccetera) sono ridotti all’osso. Una maggior cura degli effetti grafici e più filtri avrebbero sicuramente giovato.
Un motore vissuto quindi, che non permette al titolo di essere al massimo splendore.

 

 

Caso risolto

Siamo di fronte a ciò che può essere definito come né più né meno che un buon gioco. Sherlock Holmes e il Re dei Ladri è un’avventura grafica accessibile e gradevole che non fa altro che proseguire sulle ali dei suoi capitoli precedenti, la cui grafica comincia a sentire il peso degli anni ma che ciononostante permette comunque l’apprezzamento del titolo.

 

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