Tacoma – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Quasi un anno fa Tacoma, secondo progetto di Fullbright, faceva il suo debutto su Xbox One e PC, a quattro anni di distanza da Gone Home, il walking simulator che ha proiettato il developer nell’Olimpo della scena indie. Nonostante un successo inferiore rispetto all’opera prima, il secondo lavoro di Fullbright si è rivelato sufficientemente profittevole, e ora approda su PlayStation 4 (e 4 Pro con supporto 4K) con un late port che ci apprestiamo ad analizzare.

Tacoma

Non avendo avuto l’occasione di testare la versione primigenia di Tacoma, non ci focalizzeremo unicamente sulle caratteristiche del port, ma ci soffermeremo in modo approfondito anche sul gioco.

La seconda opera di Fullbright è ancora una volta un walking simulator da vivere tutto in prima persona. L’anno è il 2088, l’ambientazione la stazione spaziale Tacoma, di proprietà della Venturis Corporation, che spedisce sul posto Amitjyoti Ferrier con il compito di recuperare alcuni file nonché il modulo fisico contenente ODIN, l’Intelligenza Artificiale dell’intera struttura. Da alcune ore i membri dell’equipaggio sembrano essere spariti nel vuoto cosmico.

Tacoma è un tunnel disseminato di botole dalle quali si raggiungono le diverse aree: in ciascuna di esse, Amy deve recuperare dei dati inserendo un apparecchio nell’apposito alloggiamento. Durante il tempo di download, il giocatore è libero di esplorare – con il livello di minuziosità che più gli si confà – gli ambienti, trovando documenti, oggetti e soprattutto registrazioni AR, (cioè in realtà aumentata) attraverso le quali fare chiarezza su quanto sia accaduto all’equipaggio. In queste fasi sono disponibili i comandi play/pause, fast forward e rewind, per consentire ad Amy di seguire tutti i numerosi ologrammi e carpirne il maggior numero possibile di informazioni, come ad esempio codici di sicurezza.

Tacoma

Fullbright ha voluto realizzare un’esperienza character-driven ancor più che story-driven: il comparto narrativo è più esile – e omissivo – di quanto ci si possa aspettare, mentre i personaggi sono tutti ben caratterizzati e ricchi di sfaccettature, da scoprire ascoltando i dialoghi (che godono di un’ottima recitazione), accedendo alle loro corrispondenze private durante le registrazioni AR e rovistando nei loro alloggi privati.

Il modo “giusto” di fruire di Tacoma è proprio questo: essere curiosi, sempre e ovunque. Trattandosi di un walking simulator, non esistono veri e propri ostacoli a livello di gameplay, ma sono comunque presenti piccoli puzzle, per lo più legati a materiale opzionale, che fruttano anche un buon quantitativo di trofei d’argento e d’oro, oltre che a un platino ottenibile in cinque o sei ore. La longevità – ovviamente, considerato il genere di appartenenza – è limitata: bastano meno di tre ore per giungere ai titoli di coda, e la rigiocabilità è scarsa (anche se qualcuno potrebbe pensare di fare una seconda run con la Commentary Mode di cui diremo sotto). A questo punto, tanto vale godersi l’esperienza al massimo, cercando tutte le possibilità di interazione previste da Fullbright e tutte quelle informazioni di contorno che rendono il cast così vivo (beh, più o meno… N.d.R.) ed eterogeneo.

Tacoma

Dopo esserci soffermati lungamente sul gioco in generale, occupiamoci nello specifico del port per PlayStation 4, uscito lo scorso 8 maggio. Innanzitutto, Tacoma ha lo stesso prezzo (€ 19,99) su tutte e tre le piattaforme, e ancora per qualche ora sarà acquistabile per € 14,99 (ma su PlayStation Store questo prezzo sarà appannaggio degli utenti PS Plus).

Per quanto attiene, invece, alla qualità del porting e ai contenuti, bisogna constatare che non vi sono apprezzabili differenze rispetto alle versioni già uscite. Durante la nostra prova si è verificato un solo grosso inconveniente tecnico, dato da un pesante calo del frame rate che si è risolto solo salvando e uscendo dal gioco (unica opzione di salvataggio disponibile) e poi caricando la partita. L’unica novità è costituita dalla Commentary Mode, in cui è possibile ascoltare numerosi commenti “in pillole” degli sviluppatori, attivabili tramite le icone sparse negli ambienti di gioco. Tale modalità, peraltro, è stata resa disponibile lo scorso 8 maggio anche per gli utenti PC e Xbox One.

Tacoma


Tacoma è un ottimo walking simulator, anche se probabilmente Fullbright non è riuscita a raggiungere la stessa intensità che caratterizza Gone Home, la sua opera prima. Fortunatamente il porting è stato svolto con diligenza, sicché la versione per PlayStation 4 si è dimostrata all’altezza delle altre.

8

Pro

  • Ottimo doppiaggio
  • Cast eterogeneo e interessante
  • Nuova Commentary Mode (aggiunta a tutte le versioni del gioco)

Contro

  • Meno intenso di Gone Home
  • Prezzo relativamente elevato in rapporto alla longevità
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