The Centennial Case: A Shijima Story – Recensione

Recensito su PlayStation 5

I full motion video game rappresentano un genere ibrido che miscela le potenzialità del cinema a quelle del videogioco; sebbene siano parecchi i prodotti sul mercato che hanno avuto il coraggio di sperimentare in questa direzione, la maggior parte è relegata tra i valori produttivi dell’industria indie.

Per questo motivo ho subito drizzato le antennine, quando Square Enix ha voluto dire la sua proponendoci un primo trailer di The Centennial Case: A Shijima Story. Tra Koichiro Ito e Yasuhito Tachibana dietro la macchina da presa, il prestigio necessario a sfornare e inscenare una detective story interattiva come si deve c’era tutto, mi dicevo. Come fin troppo spesso accade, mi sbagliavo.

The Centennial Case: A Shijima Story ci vede impegnati a risolvere una serie di omicidi ambientati in varie linee temporali, tutti a far leva sullo stesso perno: la famiglia Shijima e il frutto dell’eterna giovinezza del quale sono custodi e garanti. La fase d’indagine prevede semplicemente di visualizzare una serie di filmati in successione, carpendo indizi da utilizzare in un secondo momento tramite la pressione di un tasto dedicato.

The Centennial Case : A Shijimma Sory - Recensione

Fin da questa prima fase di The Centennial Case: A Shijima Story è stato chiaro che nessun indizio sarebbe mai stato celato a noi spettatori, in quanto ogni volta che durante un filmato appare qualcosa di rilevante, appare su schermo un pop-up gigante che urla: premimi. Ergo la fase di indagine mi ha visto spettatore passivo di una serie di scene girate, scritte e interpretate in maniera troppo spiccatamente didascalica.

Siamo nel regno delle soap opera, dove una regia banale fa da cornice a una fotografia che farebbe invidia ai sogni più estremi del Duccio di Boris (“apri tutto!”), mentre gli attori si limitano a recitare un copione poco ispirato. Benino in lingua giapponese, malissimo in inglese, dove addirittura l’audio è fuori sincrono (almeno durante la scena d’apertura, dopo la quale sono immediatamente corso a impostare il voice acting originale).

The Centennial Case : A Shijimma Sory - Recensione

Una volta assistito passivamente o quasi allo sviluppo del caso, vengo trasportato nel mental palace della detective, dove mi è stato prontamente chiesto di associare in una scacchiera indizi e domande al fine di produrre diverse deduzioni. Anche qui l’esperienza è risultata in tutti i casi talmente tanto guidata da essere frustrante: è impossibile sbagliare. Vuoi perché le caselle si possono associare solo a indizi corrispondenti (come un puzzle), vuoi perché il gioco quasi ti chiede di produrre tutte o quasi le deduzioni al fine di andare avanti (corrette e folli), ho composto questo puzzle diligentemente per ogni caso (ribadisco è impossibile sbagliare, non ci sono penalità e vengono forniti anche aiuti) fino ad arrivare alla bramata fase di deduzione finale.

La deduzione finale altro non è che un ennesimo filmato con risposte a bivi che in caso di errore ci propone di riprovare a dare la risposta, fino ad imbroccare tutte le risposte e chiudere il caso. Durante le deduzioni ci viene perfino proposta una sorta di filmato con stick-figure 3D che vanno a mimare le ipotesi, un po’ alla Phoenix Wright. Eppure perfino i personaggi della serie Ace Attorney del 2001, ci fornivano un minimo di interattività durante le scene con le figure.

The Centennial Case : A Shijimma Sory - Recensione

In Ace Attorney durante le ricostruzioni 3D potevamo ruotare la camera, osservare la scena del crimine da angolazioni differenti e ci veniva chiesto di spremerci le meningi. In The Centennial Case: A Shijima Story non accadrà mai nulla di tutto questo. Eppure credo fortemente che il target medio di una tipologia di prodotto come questo sia attirato dalla parte di crime solving, o per lo meno intrigato dalla promessa di casi se non sorprendenti, almeno interessanti.

Purtroppo gli scenari proposti non sono né machiavellici né abbastanza complessi da garantire quel fioco barlume di effetto wow durante la risoluzione di un caso. Si limitano a svolgere il minimo sindacale per inscenare una detective story che puzza di soap e ammicca al fanservice di un target che ho difficoltà a definire. Chi scrive è un appassionato di Sir Arthur Conan Doyle, di Agatha Christie e ha letto col fiato sospeso tutte le avventure di Hercule Poirot, del vecchio Sherlock, ma ha anche sbranato gli episodi de “La signora in giallo”, di “Colombo” e tifato per Shinichi Kudo, quindi la promessa di una detective story interattiva è sempre allettante, soprattutto con lo spettro dei primi capitoli della serie Ace Attorney a gravare come un macigno su ogni proposta videoludica. Non ci siamo.

The Centennial Case : A Shijimma Sory - Recensione

The Centennial Case: A Shijima Sory manca il bersaglio sotto diversi punti di vista: dalla trama dei singoli casi tutto sommato accettabile, ma talmente guidata da banalizzare ogni sforzo di scrittura, passando per una regia anonima che si limita al compitino e una direzione della fotografia tutto fuorché ispirata, culminando con una prova di recitazione dimenticabile da parte del cast. Tuttavia, se siete completamente digiuni del genere e cercate un entry point guidato alla risoluzione di misteri crimini interattiva, dove il game over non esiste, come non esistono deduzioni sbagliate, se volete un’esperienza guidata che non vi faccia mai spremere le meningi, questo potrebbe essere il titolo per voi.

7

Pro

  • Buono per i neofiti

Contro

  • Esperienza guidatissima
  • Registicamente povero
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