The Godfather II – Recensione Il Padrino II
Miti del cinema dietro un Pad
Quando sentiamo parlare di mafia, cosa ci viene in mente? A pochi sicuramente le morti di grandi uomini come Falcone e Borsellino, ma agli altri l’immagine di Vito Corleone, interpretato dal magistrale Marlon Brando che, con le guance cotonate e i modi lenti e autoritari di un maestoso predatore, tira avanti una delle più grandi famiglie mafiose a forza di frasi tipo: "Le farò una proposta… che non potrà rifiutare". Francis Ford Coppola ha fatto scuola senz’altro, come non c’è dubbio alcuno nemmeno sul fatto che il suo Padrino, e i successivi seguiti, sono entrati nell’Olimpo scintillante del cinema (meritevolmente, sarebbe da aggiungere).
Se con "Il Padrino" cinematografico parliamo di vero e proprio capolavoro, la qualità cala se tiriamo in ballo quello videoludico, gioco Free Roaming chiaramente ispirato a titoloni come Mafia. Lontano dall’essere un brutto gioco, e tanto meno un Flop, il primo titolo firmato Electronics Arts mancava però di mordente e, nonostante non seguisse la trama del film, mancava comunque del suo carisma e della sua complessità.
"Il Padrino II", uscito il 10 febbraio 2009 su PC, Xbox 360 e Playstation 3, riuscirà a bissare il discreto insuccesso del predecessore? Per saperlo non resta che continuare a leggere.
Dall’isola di Castro alla grande mela
Quando i Corleone si mettono in affari, lo fanno in maniera grandiosa, e quale posto migliore, per sporchi traffici migliori, se non Cuba? Ed è proprio nella piccola Repubblica cubana, paradiso malavitoso sognato e agognato, che Michael Corleone sceglie di gestire e portare avanti il suo impero economico. Eppure, quella che all’inizio sembrava una fortezza inespugnabile, verrà ben presto raggiunta dalle mire di conquista di un’altra famiglia mafiosa, i Rosato che, nel 1959, sono riusciti a minacciare seriamente la vita di Michael, aprofittando della rivolta del maresciallo Baptista. In questo scenario, tutt’altro che idilliaco, dovremo vestire i panni di uno dei picciotti di Corleone, Domic, e portare in salvo Michael nella grande metropoli New Yorkese, dove dovremo togliere dalla circolazione l’odiata famiglia antagonista.
Da questo momento in poi per Domic, e non con lui, inizia la vera scalata alla vetta mafiosa, visto che l’affare Rosato sarà nelle nostre mani e dovremo recuparare vecchi e nuovi racket e arroventare, con le pallottole, l’asfalto della città.
Questo, in parole povere, sarà l’incipit del gioco, che spiattellerà una trama convincente, ma non del tutto accattivante, fatta di scagnozzi, picciotti, corruzione e tanta azione. Insomma, se non amate il genere, siete avvertiti.
Alla riconquista della città
Calati finalmente nei panni di Domic, il quale potremo personalizzare quasi a nostro totale piacimento (scegliendone il taglio di capelli, l’altezza, la stazza e così via), ecco che veniamo a conoscenza della nostra missione, facile sulla carta, ma ben più ostica da concretizzare: fare piazza pulita delle organizzazioni avversarie, fino ad arrivare al loro cuore e prenderne il controllo.
Così, come in ogni titolo Free Roaming che si rispetti, avremo delle missioni primarie da portare a termine, che saranno le acquisizioni di traffici illeciti, prostituzione, estorsioni e altre attività squisitamente illegali, ed è proprio in questo campo ecco che "Il Padrino II" inizia a mostrare le sue carte. Per acquistare i vari racket dovremo servirci della visuale completa della città, chiamata "Visione del Don", che ci permetterà di osservare gli stati delle varie attività, il loro valore, la lista degli sgherri e via discorrendo. Sarà molto importante incutere paura alle famiglie rivali a causa dei loro sgarri, riempiendo l’apposita barra e prenderli così sotto la nostra protezione. Però il tutto non finisce qui, visto che un’attività senza un’adatta protezione non ha certo vita facile. Per proteggere la nostra nuova attività criminale dovremo assoldare delle guardie, pagarle con un salario giornaliero, e lasciarle pattugliare il perimetro scelto. Naturalmente, grazie ai soldi che guadagneremo grazie alla gestione dei racket, potremo potenziare le guardie, oppure comprare dei bonus speciali come giubotti antiproiettile, nuove armi e altri oggetti rari e utilissimi.
Oltre ai già citati scagnozzi, che potremo assoldare "rubandoli" alle organizzazioni rivali, ecco che faranno il loro ingresso, nelle meccaniche di gioco, anche i cosiddetti "uomini d’onore" speciali scagnozzi altamente fidati, che saranno caratterizzati, oltre alla possibilità di darci man forte negli scontri a fuoco, o usando delle abilità speciali in determinate circostanze. Le categorie di questi aiutanti saranno: il medico, che curerà i compagni; il bombarolo, capace di piazzare cariche esplosive in punti chiave; lo scassinatore, esperto in furti e nel forzare casseforti, porte e serrature. Naturalmente, come per gli sgarri semplici, anche gli uomini d’onore potranno essere potenziati grazie a semplici upgrade.
Oltre all’acquisizione dei racket, che costuitiranno le quest principali, ecco che si intrometteranno anche tutta una serie di sotto-quest, che andranno dal "pagare la mazzetta" a uno sbirro, per farselo amico, fino al giustiziare un uomo d’onore avversario, investendolo, buttandolo giù da un palazzo, impallinandolo, e chissà in quali altri violentissimi modi.
Purtroppo, se gli spunti possono sembrare intriganti, ecco che a rovinare le buone idee si insinua una ripetitività generale quasi estenuante, così che le varie quest diverranno una mera operazione meccanica costituita dall’andare in un posto, sparare, fare fuori scagnozzi e così via. E proprio parlando di picciotti, l’IA avversaria si rivelerà abbastanza deludente e abbastanza semplice da neutralizzare, trasformando le sparatore da frenetiche a noiose, nonostante i comandi del nostro Domic siano ben studiati e tutto sommato apprezzabili, così da aumentare il feeling dei vari scontri a fuoco.
Niente di meglio che una sparatoria tra mafiosi
Concludendo il discorso sul gameplay di Il Padrino II, non si può non ammettere che molte idee, come l’acquisizione dei racket, sono state ben congeniate e implementate, svolgendo il compito di vere e proprie carte vincenti del titolo. Le varie mancanze strutturali e una ripetitività logorante sparpaglieranno al vento tali carte, rovinando, anche se in maniera superficiale, tutto quel che di buono era stato pensato.
Per finire, non manca che spendere qualche parola sulla componente Multiplayer del titolo, qui assorta a un mero contorno più che una modalità vera e propria. Nei panni della squadra blu o della squadra rossa, dovremo partecipare ai classicissime modalità del genere, come il deathmatch o lo scontro a squadre, e tra quattro modalità abbastanza simpatiche, ossia: squadre, scassinatore, incendiario, assalto. Nonostanbte tutto, e nonostante anche la possibilità di vestire i panni del Padrino, la modalità Multi de "Il Padrino II " rimane abbastanza anonima e poco accattivante, fungendo il ruolo di riempitivo puro e semplice.
Lo smooking del Don
Parlando del comparto tecnico, ecco che si tocca un’altra nota dolente. Dopo il gameplay forse sottotono, il comparto grafico del Padrino II rischia di abbassare pericolosamente il voto finale del titolo. Nonostante il periodo storico sia stato riportato in vita in maniera impeccabile, con gli anni ’40-’50, che si rianimeranno sotto i nostri occhi, grazie a una ricerca sui costumi e le ambientazioni davvero notevole, il resto della baracca sembra tirarsi su a stenti, ben lontana dalla media alla quale siamo abituati oggi. Sin da subito, infatti, le texture ripetitive e i modelli poligonali faranno arricciare il naso. Se certi personaggi possono vantare una cura davvero dettagliata e realistica, per il resto del comparto poligonale ci troveremo davanti a pupazzoni mal disegnati e poco credibili, senza contare i poligoni ambientali, sotto la media e decisamente ripetitivi, così che gli scenari parranno ripetersi abbastanza spesso. In questo marasma di altalenante qualità, ecco che gli effetti particellari, figli del motore grafico di Dead Space, riescono a rialzare un po’ le sorti. Per carità, la grafica del Padrino II non fa così schifo, ma da un titolo di questo spessore e con i tempi che corrono, ci si aspetta molto di più.
Spostandoci nel comparto sonoro, invece, la musica cambia, eccome. I sottofondi musicali saranno sempre belli da ascoltare e doneranno spessore all’intera opera. Tra ritmi swing e strombazzate Jazz, ecco che rivivono i fasti di due decenni lontani come gli anni ’40 e ’50. Abbastanza buono anche il doppiaggio italiano, al di sopra della media (bassa) alla quale siamo abituati. Sembra che qualcosa si stia veramente smuovendo negli studi di doppiaggio italiani (anche se per ora Mass Effect e Bioshock rimangono tra le migliori performance).
Esempio lampante dell’altalenanza del comparto grafico
In Conclusione
Lungi dall’essere un pessimo titolo, e capace anche di inserire qualche idea abbastanza originale e intelligente, questo "Padrino II" manca però di mordente e fascino. Se avete amato alla follia la trilogia Coppoliana, difficilmente potrete trovare il carisma di un Vito Corleone anche nella controparte videoludica. La forza del titolo però sta nel fascino del Free Roaming e dell’ambiente mafioso, qui riprodotto in maniera spigliata, violenta e verosimile. Peccato che i clichè del genere, nel 2009, siano stati fin troppo soggetti ad abuso e si sente il bisogno di qualcosa di davvero nuovo e, soprattutto, meno ripetitivo e più impegnativo (la semplicità a volte è disarmante).
Per dare gli ultimi giudizi: "Il Padrino II" si rivela un titolo discreto, divertente in virtù di buone idee, ma nulla più. Se siete amanti del genere Free Roaming con qualche spruzzata criminale, e avete spremuto il primo Padrino, comprate il Padrino II a occhi chiusi. Se avete qualche dubbio, però, sarebbe meglio provare il gioco prima di prelevarne una copia dallo scaffale.