The Last of Us – Modalità Realismo DLC

Ammettiamo che reinserire The Last of Us nella nostra Playstation 3 ci ha offerto un misto di emozione e timore: molte volte i titoli così importanti stupiscono grazie alla foga del momento, rivelandosi con il tempo avventure nate per essere vissute pienamente e intensamente una volta soltanto. L’ultimo DLC disponibile con il season pass del capolavoro dei Naughty Dog, però, ci ha offerto un’occasione troppo ghiotta: oltre alle nuove armi e mappe disponibili per la modalità multiplayer, infatti, ci ha stuzzicato con l’introduzione della nuova modalità realismo qui trattata, dagli sviluppatori descritta come una delle esperienze più difficili che avessimo mai visto. Come potevamo non accettare la sfida?

Reale, non difficile

Innanzitutto una doverosa premessa: la modalità Realismo di TLOU non si caratterizza per una difficoltà a la Dark Souls, in grado di far sbroccare anche il più composto dei videogiocatori. Non vi troverete di fronte a boss dall’inaudita potenza, quanto più a rivivere l’avventura di Joel ed Ellie come se i due fossero davvero nel mondo reale. Non stiamo parlando di dettaglio grafico, ovviamente (per questo ci sarà l’edizione Remastered su PS4, ma è un’altra storia), quanto di semplice e puro gameplay: nella modalità realismo i Naughty Dog sono riusciti ad accentuare tutti gli elementi appartenenti alla sfera del survival che, affrontati ai livelli di difficoltà inferiori, erano fortemente mitigati dalla componente irreale/videoludica.

Iniziamo dalla modalità ascolto: ditele addio. Niente nemici visibili attraverso i muri, niente elementi visuali che ci mostrano quando un infetto è sveglio o guarda nella nostra direzione. Volete sapere cosa c’è dietro l’angolo? Sporgetevi e guardate, a vostro rischio e pericolo. Dopotutto se ci sarà un nemico sarete sempre armati, giusto? Giusto, o forse no: in modalità realismo non avrete hud in sovrimpressione sullo schermo: la salute di Joel va interpretata dalle sue movenze e, cosa più importante, i proiettili nel caricatore sono da contare. Sarà sempre possibile fare l’inventario delle risorse a disposizione togliendosi lo zaino e accedendo al menu di pausa – che in effetti però non mette il gioco in pausa, esponendo il nostro alter ego a qualsiasi pericolo proveniente dalla zona circostante – ma capirete bene che durante un combattimento un comportamento del genere è impensabile. Un po’ come accadrebbe nella realtà, quindi, affrontare la modalità realismo significherà dimostrare di avere abbastanza sangue freddo per non lasciare che il panico prenda il sopravvento, mantenendo la lucidità necessaria per sapere quando cambiare arma e quando utilizzare le relative risorse a disposizione.

È ovvio, detto questo, che gettarsi a testa bassa contro qualsiasi avversario – umano o infetto che sia – non potrà che tramutarsi in un prematuro game over. La modalità realismo di TLOU va affrontata interamente con un approccio stealth, tranne che nei rari momenti in cui è il gioco stesso a costringerci a combattere in campo aperto. Pensandoci bene, d’altronde, è come Joel ed Ellie si comporterebbero nella realtà: nessuno, se non gli eroi dei videogiochi e dei blockbuster hollywoodiani, si sognerebbe di correre in giro sparando a mostri mutanti o a soldati armati di tutto punto. Restare nascosti affidandosi a volte anche un po’ alla fortuna dà finalmente una forte scossa alla componente survival di The Last of Us, forse una delle più grandi mancanze del titolo nella sua precedente versione: sebbene i fan di Uncharted abbiano già imparato a starsene buoni e a centellinare i proiettili, da Pittsbourgh in avanti TLOU metterà davvero alla prova la vostra voglia di avventura, costringendovi ad angoscianti attese accovacciati nell’ombra, pronti ad attaccare un nemico alla volta sapendo che, una volta scoperti, le chance di uscirne vivi saranno pressoché nulle.

Ma torniamo al titolo di questo paragrafo: la modalità realismo (lo dice anche il nome stesso) è da definirsi “reale”, non semplicemente “difficile”. Lo ripetiamo per farvi capire come i Naughty Dog non abbiano reso frustrante il livello di difficoltà alzando semplicemente la potenza dei nemici, quanto piuttosto abbiano ottimizzato l’esperienza survival di The Lst of Us per renderlo meno gioco e più esperienza a tutto tondo: se in sessioni di combattimento obbligate – come fuori dalla scuola nella città di Bill – la difficoltà è volutamente calibrata verso il basso, per il restante 99% del gioco dovrete agire furtivamente e fare di tutto per non essere scoperti. L’impressione sarà di comportarsi esattamente come si farebbe nel mondo reale se si avessero risorse scarse e si fosse costretti ad affrontare gli infetti e i nemici armati presenti nell’avventura. Non stiamo quindi parlando di difficoltà tout-court, di un semplice innalzamento degli HP e della forza di attacco dei nemici: la modalità realismo è un affinamento estremo della componente survival di TLOU, pensata per dare un taglio più vero ed emozionante all’intera esperienza.

Si ricomincia

The Last of Us è un’esperienza indimenticabile. Il suo collocarsi a metà tra il frenetico action e il film interattivo lo ha reso un ibrido tra Uncharted ed Heavy Rain che lo ha fatto amare alla follia dal popolo Playstation. Se da una parte non siamo ancora convinti che il remake in full HD per Playstation 4 ci spingerà a vestire nuovamente i panni di Joel, sicuramente ci siamo divertiti con questa nuova modalità realismo. Vera, intensa, emozionante, quasi mai frustrante anche nelle battaglie contro i gruppi di infetti o contro l’ultimo boss nei panni di Ellie. Naturalmente, il nuovo livello di difficoltà è disponibile anche per il DLC Left Behind, e anche in questo caso l’esperienza risulta più intensa e adrenalinica, date le scarse risorse di cui dispone Ellie rispetto al ben più armato Joel. Che abbiate acquistato il season pass o che stiate cercando una scusa per rivivere una delle avventure più interessanti dell’anno passato, insomma, questo DLC di The Last of Us è esattamente quello che fa per voi: a nostro parere, tutti i possessori del gioco dovrebbero farci un pensiero.

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