The Legend of Legacy HD Remastered RECENSIONE | Un porting insipido

Recensito su PlayStation 5

The Legend of Legacy HD Remastered recensione

NIS America sta svecchiando il suo parco titoli con diversi porting sulle console di attuale generazione. Dopo la serie The Caligula Effect, Ys VIII e IX e infine, The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel 3 e 4, questa volta è il turno di The Legend of Legacy HD Remaster, porting in alta risoluzione dell’omonimo JRPG di FuRyu.

Giunto su Nintendo 3DS nel 2015 in Giappone e nel 2016 in Europa, quella di TLOL è un’avventura che non riuscì al tempo suscitare degli apprezzamenti da parte di pubblico e critica, nonostante le sue ispirazioni sono riconducibili ai serie come SaGa e Final Fantasy. Tuttavia l’operazione di restauro attuata da FuRyu non ci ha convinto.

The Legend of Legacy HD Remastered RECENSIONE | Si ritorna sull’isola di Avalon

Nel panorama degli JRPG The Legend of Legacy ha una caratteristica piuttosto anacronistica per il genere: mentre siamo abituati ad avere un protagonista fisso e un party che man mano si espande, qui il titolo che fu sviluppato da Cattle Call e Grezzo (con tanto di supervisione di Atlus) permette di scegliere con quale personaggio avviare l’avventura.

Questo non solo influenza l’inizio del viaggio, ma anche il cast che andrà a comporre il party nelle prime ore di storia, con la possibilità ovviamente di poter reclutare gli altri membri successivamente. Con un inizio diversificato, iniziare dunque la storia con un certo personaggio può determinare ciò che scoprirete durante il suo svolgimento, invitandovi ad assaporarne la rigiocabilità.

Il JRPG di FuRyu colloca il suo racconto sull’isola di Avalon, scoperta dagli esploratori dieci anni prima della sequenza iniziale con cui si apre la storia. In essa si cela la leggenda dello Star Graal, il cui potere secondo alcuni è quello di donare l’eternità a chiunque ne entri in possesso. Una diceria che tuttavia attirerà i sette protagonisti sull’isola.

Ogni personaggio coinvolto arriva ad Avalon con scopi e motivazioni ben differenti, delineando così un cast prettamente particolare. Tuttavia tutti quanti si stabiliranno nella città di Initium e da lì intraprenderanno un viaggio per scoprire luoghi inesplorati alla ricerca delle singing shard che, sparse ovunque riveleranno passo dopo passo la storia di questo luogo misterioso.

Insomma, per qualsiasi avventuriero quest’isola riemersa dall’oceano è un contenitore di miti e misteri, ma anche di pericoli data l’elevata presenza di creature assai pericolose. Ciononostante, la storia si mostra pressoché piatta, a tratti persino irrilevante nonché priva di qualsivoglia coinvolgimento.

Nonostante possa sembrare allettante l’incipit imbastito dalla produzione, questo non si evolve a sufficienza da garantire uno sviluppo capace di mantenere alta l’attenzione del personaggio e la sua frammentazione grava ulteriormente sulla fruizione del racconto. Ed è un problema se l’intera esperienza si basa completamente sul grinding e sul riempimento delle mappe.

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Un gameplay non proprio convincente

The Legend of Legacy HD Remastered riadatta il gameplay della versione 3DS su console, riproponendo a piè pari un sistema di combattimento molto classico. Con un party composto da tre personaggi possiamo decidere la posizione delle unità tra la prima linea e le retrovie, e scegliere che tipo di approccio dovranno adottare in battaglia.

Nello specifico, possiamo decidere se un componente del gruppo potrà dedicarsi esclusivamente alla difesa dei suoi compagni o alla eliminazione dei nemici, dettando così un carattere puramente tattico. Sulle possibilità offerte dal battle system non troviamo però elementi di rilievo: il JRPG di Furyu infatti riprende i connotati dei suoi colleghi più vetusti, dando l’impressione di vivere un’esperienza classica.

Ciò che grava sul gameplay è un sistema di progressione poco influente o persino mal tarato: in assenza di punti esperienza e parametri da assegnare ai nostri compagni di viaggio, le abilità di quest’ultimi si evolvono in base all’utilizzo in una maniera quasi del tutto casuale. Infatti, alcune skill potrebbero piegarci più tempo con un eccessivo utilizzo o viceversa.

La crescita dei personaggi dunque non gode di un sistema più classico costituito dagli immancabili – e piacevolissimi – level-up, bensì si basa su un criterio puramente randomico che ha decisamente poco appeal. Nonostante i suoi sforzi, il titolo arranca nel proporre un’esperienza intrigante, che spinga il giocatore ad affrontare i nemici in battaglia.

Questo perché, a causa del completo affidamento sul grinding, affrontare i mostri di Avalon risulta essere più un dispiacere che quasi un piacere. Un problema che spezza quel fattore “avventura” nonché loop di gameplay che spesso accomuna gli JRPG, che vede i protagonisti combattere fino allo sfinimento per diventare sempre più forti e affrontare sfide insormontabili.

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L’esplorazione è uno degli aspetti primari di The Legend of Legacy. In particolar modo, lo scopo ultimo del racconto è quello di esplorare in ogni suo angolo ciascuna regione che compone Avalon, fino a riempire completamente le mappe. Questo ovviamente delinea un senso di scoperta dato che la cartina si riempirà di informazioni e luoghi d’interesse da noi scoperti.

D’altro canto però sarà proprio questa una delle attività principali proposte dal JRPG, invitandoci a passeggiare all’interno delle aree per completare ogni mappa. Questo perché, rivendendo le mappe ai venditori otterremo una grossa somma di denaro in base alla percentuale di scoperta. Un procedimento necessario ma purtroppo fin troppo ripetitivo, che si appesantirà nelle fasi avanzate della storia.

Come esperienza, The Legend of Legacy si mostra dimenticabile, che arranca in ciò che propone e non riesce a capitalizzare quegli elementi (come la progressione) che sono tra i fondamenti del JRPG, e opta per un grinding sfrenato a dir poco stressante se non addirittura deleterio per tutti coloro che pensavano di vivere un’avventura stimolante.

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Un porting pigro

Come abbiamo riportato nell’introduzione, NIS America e in particolare FuRyu, stanno svecchiando il proprio parco titoli con i porting più disparati di produzioni piuttosto di nicchia. Se solo qualche mese fa discutevamo di come la riproposizione di The Caligula Effect 2 risultasse poco convincente, in The Legend of Legacy HD Remastered la situazione è anche peggiore.

Nonostante su Nintendo 3DS la versione originale aveva riscontrato delle limitazioni a causa dell’hardware, su PlayStation 5 ci saremmo aspettati di assaporare quanto meno un’esperienza tirata a lucido e migliorata, che potesse almeno rendere giustizia a un JRPG rimasto lontano dai riflettori. Invece siamo dinanzi a un’operazione che va oltre la pigrizia.

Non solo la qualità dell’immagine è rimasta pressoché invariata rispetto alla controparte originale, ma anche la fluidità con cui questa gira è insufficiente, specie per un’hardware come quello di PlayStation 5 (ma anche PlayStation 4 se vogliamo). Parliamo di una remastered che non riesce a proporre dei normali sessanta fotogrammi al secondo, ancorando l’esperienza ai classici 30fps.

Mentre in altri casi sarebbe un dettaglio poco influente, bisogna tenere presente che in un’operazione di restauro il comparto tecnico e quello grafico vengono limati affinché l’esperienza possa risultare migliore rispetto a quella originale,  dando così anche maggiore risalto ad alcuni aspetti del gameplay.

E come se non bastasse, l’assenza di una traccia audio giapponese è persino più assurda nel momento in cui altri lavori simili proposti da altre aziende riescono a integrare il parlato originale laddove mancava nella versione occidentale. A maggior ragione fatichiamo a trovare un motivo valido per rimettere piede su Avalon.

The Legend of Legacy HD Remastered recensione

The Legend of Legacy HD Remastered ultime considerazioni: avevamo bisogno di un porting simile?

Al suo tempo, The Legend of Legacy non impressionò pubblico e critica, identificandosi come un titolo piuttosto acerbo e privo di elementi significativi che lo possano rendere appetibile agli appassionati degli JRPG. Il porting confezionato da NIS America e FuRyu non solo lo ribadisce, ma peggiora le sensazioni percepite nel titolo.

Di fronte alla moltitudine di remastered che effettivamente apportano dei netti miglioramenti non solo contenutistici, ma anche tecnici, a chi si rivolge questo porting in alta definizione? Noi stessi fatichiamo a trovare una risposta, ma ciò che possiamo aggiungere è che di certo ci troviamo di fronte a un lavoro sconclusionato e pigro, di cui certamente non sentivamo bisogno.

4.5
Un porting dimenticabile

Contro

  • Non aggiunge nulla al gioco originale;
  • Porting insufficiente;
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