The Spectrum Retreat – Recensione Nintendo Switch

Recensito su Nintendo Switch

Nintendo Switch nella sua breve vita, si sta ritagliando un posto molto importante nell’industria videoludica indipendente. L’ammiraglia Nintendo infatti sta diventando punto di riferimento per gli indie, grazie anche al programma Nindies. Questo ha portato a una corsa al porting su Switch per tutti gli indie in sviluppo negli ultimi anni che cercano di ritagliarsi il loro spazio su console. Dopo l’ottimo Hollow Knight e Hyper Light Drifters, uno dei numerosi altri titoli a partecipare a questa corsa è The Spectrum Retreat, Puzzle Game fortemente narrativo sviluppato da Dan Smith Studios.

Nel mercato indie però, ancor più che coi tripla A, serve sapersi distinguere e The Spectrum Retreat ci prova, senza veramente riuscirci ma regalando comunque un prodotto valido.

The Spectrum retreat

L’avventura inizia con il protagonista muto, Alex, che si risveglia in un hotel con un cameriere alquanto particolare che gli suggerisce di andare a pranzo. Questo hotel è il Penrose, ma Alex non sa come ci sia arrivato, ne come uscire, finché non riceve una chiamata particolare che da inizio alla sua avventura. Il titolo si divide in due parti essenzialmente, quella puramente narrativa ed esplorativa all’interno del Penrose, e quella Puzzle all’interno di un sistema di prove che potranno far evadere il nostro Alex.

Sottolineiamo subito come la netta divisione delle due sezioni sia probabilmente il maggior difetto di The Spectrum Retreat. Il punto di forza del titolo è l’atmosfera inquietante e misteriosa dell’albergo, che è riuscita a farci sentire intimoriti dalle stesse pareti nelle sezioni in cui si disobbedisce alla normale routine. Questa forza però non è ben sfruttata, difatti nelle sezioni esplorative del Penrose si potrà far poco nulla, mentre le sezioni a enigmi portano in ambientazioni totalmente diverse e per nulla ispirate.

The Spectrum retreat

Gli enigmi in se si comportano molto bene, evolvendo in maniera interessante e non banale, ma senza mai raggiungere picchi di eccellenza che possono vantare altri titoli come The Witness. Si tratta di puzzle che coinvolgono dei cubi colorati e delle barriere da superare utilizzando il colore giusto, ma progressivamente vengono inserite dinamiche interessanti e divertenti, pur con la breve durata di ogni prova da superare.

Questa tendenza al far bene qualcosa senza però distinguersi troppo ne qualitativamente ne concettualmente si riflette anche sulla narrativa. La storia di The Spectrum Retreat è buona, interessante e pone di fronte a un bel dilemma sul finale. Ma il modo in cui questa è impostata ricorda molto diversi altri walking simulator, tanto che persino la storia in sé da quella sensazione di già visto. Il doppiaggio dei pochi personaggi presenti è promosso, grazie a una buona performance della voce che ci accompagnerà per più tempo in assoluto e delle scelte intelligenti nel doppiaggio dello staff dell’albergo.

The Spectrum retreat

Risulta un peccato però avere elementi promettenti o persino ben fatti – l’atmosfera su tutti – sminuiti dall’insieme dell’opera. Al posto di puntare su un particolare, Dan Smith ha deciso di unire più ispirazioni, con un risultato buono ma che ci ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Il porting su Nintendo Switch si comporta bene, con prestazioni ottime e un impatto grafico soddisfacente anche in modalità portatile. Un po’ meno performanti i comandi, che possono risultare poco precisi quando si parla di dover puntare degli oggetti distanti.

Gli analogici Switch infatti non sono il massimo per poter mirare con precisione. Da sottolineare la buona colonna sonora, principale elemento, assieme al design, che rende l’hotel Penrose inquietante, ma che fa anche da buon accompagnamento per gli enigmi.

The Spectrum Retreat


In definitiva, The Spectrum Retreat è un buon titolo, ma che non risalta nel mercato di cui fa parte. Piuttosto che puntare su un elemento e svilupparlo il meglio possibile, Dan Smith ha tentato di unire elementi diversi, trovando un armonia funzionale in superficie, ma che limita molto la potenzialità dell’atmosfera. Un discorso simile lo si può rivolgere anche al comparto narrativo, ben fatto ma che non offre nulla di nuovo, sorprendente o memorabile.

6.9

Pro

  • Atmosfera convincente nel Penrose Hotel
  • Enigmi ben sviluppati
  • Storia ben scritta....

Contro

  • ...Ma non particolarmente originale, nè memorabile
  • Tante buone idee ma poco sviluppate
  • Comandi poco precisi su Nintendo Switch
Vai alla scheda di The Spectrum Retreat
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