The Transformers: The Computer Game – Recensione Transformers: The Game
Transformers su PSP
Dopo il buono ma forse non adeguato successo della pellicola cinematografica, la battaglia tra Autobot e Decepticon si rimpicciolisce e approda anche su PSP. Il videogioco basato sul capitolo da poco uscito sul grande schermo si propone di attirare gli appassionati della saga (ma non solo) cercando di sfruttare inoltre la pubblicità derivante dal film. Transformers: The Game si fa attendere, stuzzica la curiosità dei fan, ma con il conseguente svantaggio di aumentare le aspettative. E’ forse anche questo elemento che cambia il punto di vista sull’intero gioco.
Perplessità iniziali
Il video d’introduzione è come in ogni gioco che si rispetti di egregio livello e non fa altro che aumentare l’acquolina in bocca. Arrivati al menù si è ancora avvolti in un alone di mistero, con molti dubbi: la grafica del video è notevole, lo stile estetico del menù un pò scarno. Tuttavia, il desiderio di controllare con le proprie mani i mitici robottoni alieni spazza via ogni indecisione e la voglia di iniziare a giocare è alle stelle.
Un altro menù, presentante una veste grafica adatta ai temi del gioco, nel quale ci verrà chiesto quali armi utilizzare ci separa dall’inizio vero e proprio: una volta avviata finalmente la partita, si ha il primo attimo di euforia ancora intenso, poi il senso critico inizia a prevalere su tutto il resto.
La prima immagine del gioco ci catapulta dietro Optimus Prime; si notano subito il paesaggio sul fondo definito quanto basta, una discreta visuale del campo di gioco (che si disperde poco dopo nella "nebbia") e un’orribile definizione degli oggetti intorno.
Le macerie sembrano figure geometriche tagliate con righello e squadretta, l’ambiente è privo di dettagli rilevanti, sono inesistenti i giochi di luce. L’unica nota positiva è data dal livello della definizione di Prime, che in quanto a realizzazione estetica e movimenti si avvicina moltissimo alla riproduzione cinematografica. Resta però una figura copiata e realizzata al computer, alla quale avvicinandosi inoltre si iniziano a notare le colorazioni grossolane e l’assenza di profondità della figura: in alcuni momenti il volto di Optimus o quello di Megatron vi sembreranno più piatti dei muri.
Senza ombra di dubbio in quanto a fantasia ed estro creativo i video designer del gioco hanno lasciato molto a desiderare. Cambiando la missione il risultato non migliora, ci si ritrova con uno sfondo diverso e un tramonto invece che una giornata nuvolosa; si notano ancora una perfetta realizzazione degli Autorobot e dei Decepticon, unico vero punto di forza del sistema grafico, ma anche i soliti movimenti macchinosi in un’ambientazione pure difficile da esplorare, soprattutto con personaggi "volanti" nella loro forma veicolare.
Le trasformazioni da robot a veicolo saranno possibili in ogni momento, ma quello che doveva essere un elemento da far girare la testa si realizza nella pura pressione di 2 tasti per affrontare questo o quell’altro futile obbiettivo. Nel film il momento della trasformazione era degno di culto, la spettacolarità e la cura con la quale i vari pezzi del veicolo andavano a formare la struttura dei vari robot rapivano e sbalordivano ogni spettatore; nel gioco si tratta di una formalità priva di quasi ogni accompagnamento grafico costituita da un passaggio immediato (se sarete in movimento) o da una rapida composizione (se lo farete da fermi) dalla forma robot a quella veicolo. Solo nell’azione opposta, se si è in accelerazione, la trasformazione avviene con un rapido balzo in avanti, come se si venisse lanciati nel mezzo dell’azione, ma nulla di più.
L’interattività dello scenario si limita all’utilizzo di auto o piccoli bunker come oggetti da lancio, mentre la distruzione di un ponte sarà la stessa in qualsiasi punto lo colpirete; spettacolo orribile per gli occhi sarà vedere l’entrata della galleria per la città crollare sotto i colpi di Starscream alla fine del primo livello. Gli scenari si ripropongono tutti molto simili, stereotipati e senza particolari effetti grafici che attirino l’attenzione del giocatore.
Sempre riguardante la realizzazione dei robot è l’altro elemento positivo di un pacchetto che ha deluso molto: l’estetica delle armi. Fra i quattro tipi diversi di armi trasportabili scelte fra 8 disponibili (inizialmente) ognuna presenta una propria realizzazione grafica, fra forma, colori e tipo di proiettile. Infatti il laser pesante 1, visibile sul braccio del vostro Autorobot, oltre ad avere una sua forma e una sua grafica avrà anche un proiettile di colore o tipologia proprio. Oltre questo, tutto il resto del sistema grafico si trasforma in un fastidiosissimo ostacolo fra la trama e la giocabilità.
Il punto di vista del giocatore rimane costantemente dietro il robot e più di metà schermo è occupato dalla sagoma di quest’ultimo: il mirino risulta essere sempre più spostato verso destra (in quanto non orientabile orizzontalmente senza spostare il personaggio) e tutto ciò che accade a sinistra può essere previsto solo utilizzando l’indispensabile radar in alto nello schermo.
Altra pecca che fa un pò annoiare è il continuo riproporsi degli stessi nemici uno dopo l’altro nei vari livelli senza profondi cambiamenti estetici: mettendo a parte i combattimenti contro i nemici più importanti, Decepticon o Autorobot, gli altri avversari si restringono a identici droni o carri armati ed elicotteri USA in serie ripetuta.
Insomma, un parco nemici molto ridotto, visibilità dello scenario ristretta, posizione del mirino fastidiosa e ambientazioni scarne, poco definite, grossolane e per nulla funzionali se non addirittura ostiche e macchinose. Un lavoro da principianti.
What you’ve done (?!?!)
Passando dall’estetica al sonoro, la "musica" non cambia. Se speravate magari di poter sentire anche solo in sottofondo la melodia della colonna sonora del film resterete molto, molto delusi. Non troverete nulla del genere. Seguendo lo stesso orientamento della produzione grafica, Savage ha trascurato parecchio anche il lato musicale del gioco, mettendo a disposizione una quantità minima di brani (tutti esclusivamente strumentali) senza carattere o melodie particolarmente azzeccate che paragonati a qualche suoneria polifonica non reggerebbero il confronto. Pochissime volte la musica riesce a caricare e trasportare il giocatore facendolo sentire parte del gioco, qualche volta è addirittura talmente inconsistente che non ce se ne accorge. Solo in passaggi troppo rari il tono aumenta e si inizia a sentirne qualche effetto, ma anche in battaglie cruciali come quella contro Megatron sarebbe meglio abbassare il volume della PSP e ascoltare qualcosa di proprio.
Per quanto riguarda invece il doppiaggio in italiano bisogna iniziare a spendere qualche parola di elogio.
Non si riesce a capire esattamente se le voci siano quelle originali del film, ma se non lo sono gli si avvicinano molto e sono perfettamente adatte. I dialoghi sono facilmente comprensibili, le parole ben scandite e le espressioni adeguate, con toni di voce sonanti o cupi a seconda delle situazioni. Forse un pò basso l’audio parlato dei video, per il quale occorre fare un piccolo sforzo in più ed evitare i rumori intorno per riuscire ad ascoltare e capire bene.
Gli effetti sonori invece sono abbastanza curati; niente di strabiliante, ma non ai livelli della colonna sonora. Raggi laser, distruzioni, esplosioni, rombi di motori e compagnia hanno una definizione accettabile e in alcuni casi gradevole.
Il rumore delle pale rotanti di Blackout o dei propulsori di Starscream è riprodotto egregiamente, un pò meno quello dei veicoli a motore "terreni", per quasi tutti lo stesso. Ben realizzati sono anche gli effetti dei proiettili, diversi per ogni tipologia e con qualche particolare dettaglio distinguibile fra le varie versioni della medesima categoria: ad esempio il laser n°1 risulterà più rapido e acuto, mentre il n°3 nettamente più grave e cupo.
Da notare infine il fracasso creato dalle parti meccaniche in movimento o durante gli scontri fra robot: vi accorgerete subito che i vostri Autorobot non cammineranno con andatura lieve e soffice, facendo sentire tutta la loro massa metallica ad ogni passo, così come non potranno passare inosservati i colpi vibrati contro qualsiasi vostro nemico che darà l’impressione di venire accartocciato (quando invece, a causa della scarsa realizzazione grafica, non subirà alcun danno visibile).
Un pacchetto decisamente migliorabile, soprattutto per quanto riguarda l’accompagnamento melodico, ma che non arriva tuttavia ai livelli deludenti della grafica. Mettere la colonna sonora del film sarebbe stata una carta assolutamente vincente.
Transformers alla ricerca dell’All Spark!
Avendo già riconosciuto prima l’intento di sfruttare la pellicola cinematografica per vendere più copie e la totale dipendenza del gioco da essa, la trama di Transformers: The Game non poteva di certo discostarsi troppo dagli eventi trattati sul grande schermo.
Tuttavia, la rigida riproduzione videoludica sarebbe risultata piuttosto noiosa e Savage non voleva deludere anche sotto quest’aspetto.
L’inizio è pressochè identico, anche se spiegato dal punto di vista di Optimus, e l’intento rimane quello di trovare e risvegliare Megatron per i Decepticon, impedire a questi di impossessarsi dell’All Spark per gli Autorobot, chiamati in difesa degli umani da Bumblebee.
A parte qualche piccola variazione e l’utilizzo di alcuni Decepticon diversi da quelli presenti nel film (gli Autorobot saranno solo quelli già visti) la storia prosegue sugli stessi binari fino alla morte di Megatron, con l’unica differenza che finalmente vengono messi a nudo i vari inganni e sotterfugi all’interno dei Decepticon. In ogni serie a fumetti o TV l'<<ENB1>> doveva contrastare non solo gli Autorobot, ma anche i suoi stessi "alleati": solitamente Starscream, ma anche diversi altri, hanno svariate volte cercato di rubare il potere al capo dei Decepticon e divenire a loro volta leader della fazione, ma quasi sempre senza successo a causa dell’eccessiva superiorità dell’eterno rivale di Prime. Stavolta però l’eliminazione di Megatron apre le porte ad un sipario necessariamente diverso da quelli visti sinora: i Decepticon continueranno a vivere? Si impossesseranno dell’All Spark? Chi diverrà il loro nuovo capo?
Ebbene, come nel film gli Autorobot la spuntano e rimangono a proteggere la terra, diffondendo il famoso appello di Optimus che richiama sul pianeta tutti i suoi simili sparsi per l’Universo. I Decepticon però non vengono del tutto eliminati e bisogna sopperire alla mancanza di Megatron. Ovviamente Shockwave, uno dei personaggi controllabili durante il gioco non presente nel film, può solo ringraziare Prime e mettere in atto il suo piano di conquista, reso evidente sin dalle sue prime missioni: tutto ciò sarebbe stato realizzato se non fosse stato per il pretendente al trono per eccellenza, Starscream, che gli renderà la vita difficile.
Il finale lascia tutto in sospeso (così come quello del film) ma dà ampie indicazioni su ciò che molto probabilmente andrà a costituire la seconda produzione cinematografica della serie.
Optimus Prime, trasformazione!
Chiudete un occhio per la grafica, un orecchio per il sonoro, gustatevi la trama, ma tenete sempre ben pronte le mani, perchè vi serviranno in ogni secondo del gioco. Transformers rispetta infatti il genere Action al quale appartiene, catapultandovi al centro di risse e battaglie missilistiche in ogni missione. Fattore ottimo, ma accompagnato da una giocabilità piuttosto fastidiosa.
Come già accennato, la visualizzazione dello schermo è piuttosto limitata: scordatevi di vedere facilmente i nemici a sinistra, tanto meno di dare una rapida occhiata dietro di voi per difendervi da eventuali attacchi alle spalle, in quanto per farlo dovrete girarvi e ciò richiederà un bel pò di tempo.
Il movimento del personaggio è come sempre deputato alla levetta analogica, abbastanza funzionale, mentre i tasti direzionali svolgono funzioni speciali come il cambio dell’arma, l’utilizzo dello "slancio" per attaccare i nemici vicini, salvare quando sarà possibile e, cosa importantissima, l’autopuntamento dei nemici: finire Transformers senza utilizzare costantemente il puntamento automatico sarà pressochè impossibile. La gestione della telecamera infatti è eccessivamente macchinosa e la sensibilità della levetta analogica non vi permetterà di indirizzarvi perfettamente verso il nemico, ma anche se ci riusciste non sareste in grado di spostarvi rimanendo sotto il suo costante attacco. Agganciando invece l’avversario potrete tenere bloccata la visuale con R e spostarvi anche lateralmente per evitare i suoi colpi mentre continuerete a sparargli. Nel cambio armi invece diviene fastidiosa la mancanza del ritorno all’arma precedentemente selezionata, in quanto potrete scorrere solo in un unico senso e se passerete per errore l’armamento che cercate dovrete ripetere il giro, mentre il vostro nemico vi starà felicemente facendo a pezzi. Lo "slancio", che consiste in un salto con conseguente carica verso il terreno, causerà danni solo ai nemici strettamente vicini e sprecherà una barra d’energia posta accanto all’indicatore dell’energon (l’energia vitale) in alto a sinistra dello schermo, ricaricabile solo proseguendo in forma veicolare; spesso vi sarà totalmente inutile e solo in alcuni combattimenti in cui i vostri avversari resteranno immobili potrete usufruirne con vantaggio.
Per quanto riguarda gli altri tasti si soffre la mancanza di una seconda levetta analogica e il suo rimpiazzamento indegno con i tasti Triangolo e Croce, a discapito quindi di qualche ulteriore aggiunta che non avrebbe guastato. Le funzioni in forma veicolare sono forse troppo semplici (acceleratore, retromarcia, arma da fuoco), quelle in forma robotica identiche per tutti e monotone: passerete i combattimenti a lanciare missili e a combattere corpo a corpo data l’inutilità pressochè totale delle altre capacità se non in particolari situazioni. Tuttavia, la frenesia degli scontri unita alla ben adeguata potenza dei nemici richiederà una certa abilità e dovrete stare attenti a mantenere sempre alta l’energia in vista dei combattimenti finali. La maggior parte delle missioni consisteranno nel distruggere determinati obbiettivi o proteggere uno dei vostri compagni, qualcuna vi impegnerà esclusivamente in combattimenti principali.
Elemento un pò fastidioso può essere la differenza del pulsante di fuoco dalla forma robotica a quella veicolare. Almeno agli inizi, quando vi troverete nel bel mezzo di un combattimento attaccati da più fronti sarete abituati a sparare a ripetizione cercando di distruggere i nemici; subito dopo vi sarà necessario trasformarvi in veicolo e continuare lo scontro, ma vi capiterà quasi sicuramente di schiacciare ripetutamente il Quadrato senza alcun risultato. Ci metterete un pò a ricordarvi del cambio del tasto fuoco e nel frattempo metà della vostra energia se ne sarà andata. Rimedierete a questo problema con la pratica, ma alle prime battute potrebbe condizionare anche notevolmente l’esito della vostra missione.
La funzione di salvataggio è abbastanza presente e non costringe ad interminabili partite per evitare di perdere tutti i dati nel caso si voglia fare altro uso della PSP e quindi vorrete uscire dal gioco. Inoltre le missioni non saranno mai troppo lunghe nè eccessivamente brevi, raramente vi peseranno o vi stancherete di quello scenario. Certo mettere da parte l’intero utilizzo dell’indicatore direzionale sinistro esclusivamente per salvare circa 3 volte a missione pone l’attenzione su quanto siano stati usati male i tasti e quanto qualche funzione e specialità in più avrebbero reso felici i giocatori.
Tutto sommato il sistema di gioco non è orribile, semplicemente conferma il livello dei restanti e già affrontati elementi, tutti sicuramente sotto le normali aspettative per un titolo del genere. Alla fine il capitolo non è estremamente difficile e si riesce a finire senza rovinarsi la vita, regala quella sfida adeguata che ci si aspetta ed è affrontabile anche nonostante i piccoli difetti elencati.
Portata: minima
Nonostante sia già stato rivelato che questo titolo per PSP ha deluso non poco, bisogna trattare l’aspetto della durata del gioco e della sua effettiva longevità. E’ diffuso fra i titoli per console portatili un concetto di videogame veloce e avvincente che sappia catturare subito e non duri troppo, così da non stancare il giocatore. Quando però nessuno di questi due propositi viene rispettato il prodotto perde una grossa fetta del suo valore assoluto; purtroppo Transformers è un bel gioco, senza eccessivi difetti concentrati, giusto qualche pecca qua e là, ma in effetti non soddisfa nessuno di quei due punti. E’ un titolo che non cattura moltissimo o comunque lo fa dopo aver preso dimestichezza con il sistema di gioco, complicato da apprendere e automatizzare. I suoi difetti e pregi si oppongono con equilibrio, portando ad appassionarsi solo i fan della serie, ma cosa peggiore, veramente grave, è che la sua durata è ridotta a qualche giorno scarso di gioco. Ciò non va sicuramente ad aiutare la situazione critica che lo riguarda e anzi inserisce un elemento negativo (anche se non di molto) in più. Non è eccessivamente corto, ma dal videogame di un film quale è Transformers ci si aspettava ancora una volta qualcosa di più. Stiamo parlando di un UMD il quale costo si aggira oltre i 40 euro: l’ultima cosa che deve fare è durare 4 giorni di gioco nemmeno troppo dedicato. La trama non è eccessivamente breve ma avrebbe potuto contenere qualche spezzone in più; manca inoltre qualsiasi tipo di minigioco o missione secondaria, nessun obbiettivo extra e nemmeno una non disprezzabile modalità Deathmatch che avrebbe potuto solo arricchire le caratteristiche di gioco. A rimedio di ciò gli sviluppatori hanno voluto inserire una sezione "Premi": un piccolo sottomenù che raccoglie varie categorie (bozzetti, musiche, screenshot ecc..) dove è possibile acquistare o sbloccare immagini originali, brani della colonna sonora o sfondi presi dal videogame. Una sezione della quale a stento vi accorgerete e che oltre i disegni originali contiene ben poco di interessante. Quasi inconsistente è poi la modalità multigiocatore che non basta a prolungare l’esperienza di gioco e non verrà utilizzata praticamente mai.
Ritorno su Cybertron
Concludendo, Transformers: The Game non regge il confronto con la pellicola cinematografica dalla quale deriva e non fa onore alla tradizione della saga. E’ un vero peccato che un gioco con così tante carte in regola per sfondare sul mercato sia stato realizzato così male, mettendo tra l’altro in cattiva luce i suoi protagonisti. Transformers è una serie che di per sè non è molto diffusa e conosciuta e il fallimento della trasposizione videoludica non aiuta a risollevarne le sorti o aumentarne i fan. Purtroppo le pecche sono gravi, frequenti e visibili, fastidiose per il gioco e deludenti per gli appassionati. Un gioco che avrebbe potuto sicuramente dare di più e che avrebbe dovuto farlo: in questo caso è proprio vero che l’abito non fa il monaco.