Secret Agent Clank – Recensione Secret Agent Clank

Sulle orme di Daxter

La High Impact Games, società formata da ex dipendenti della Insomniac, ritorna dopo appena un anno da Ratchet & Clank: L’altezza non conta con quest’altro capitolo per PlayStation Portable, dedicato interamente al piccolo Clank. Ispirandosi al sopracitato esserino peloso, creato da Ready At Dawn, che dopo anni di gavetta come spalla dell’eroe Jak si è preso il suo spazio su PSP con un titolo dedicatogli, l’altro piccolo eterno secondo dei platform, Clank appunto, si impossessa della console che più gli si addice con uno stile e un’eleganza da… agente segreto. A dir la verità la trama di Secret Agent Clank sembra ricalcare in lontananza proprio quella del capitolo di Ready At Dawn (ovvero Daxter), con il fidato compagno di avventura finito in carcere ingiustamente e l’insolito neo protagonista subito pronto ad affrontare mille ostacoli per aiutarlo. Così come Jak nel gioco di Daxter, anche Ratchet viene rinchiuso e solo il suo inseparabile amico Clank, nella veste di super agente segreto, può riuscire a liberarlo. Come spin-off questo gioco si presenta abbastanza divertente e riprende in gran parte lo stile e le meccaniche dei primi capitoli per console maggiori, riuscendo ad inserire anche sezioni e obiettivi del tutto originali. La principale differenza si nota nell’approccio al combattimento, totalmente diverso dai vari Ratchet & Clank, mentre l’immancabile marchio di fabbrica della serie è dato dall’originalissimo arsenale di armi e gadget a disposizione del piccolo robottino in smoking. Le ambientazioni si adattano perfettamente sia all’atmosfera da agente segreto che al caratteristico stile semplice e colorato della saga, entrambe facce diverse della stessa medaglia che si contenderanno il consenso (e le critiche) dei fan più aperti alle novità e di quelli più legati all’ ”old style” della serie, posti gli uni di fronte agli altri da un gioco che difficilmente accontenterà entrambi allo stesso modo.

Una notte, al museo di Boltaire…

Qualcosa di grosso stava per accadere di lì a poco; per non si sa bene quale motivo, il piccolo Clank era stato inviato in missione segreta al museo intergalattico dove veniva custodita la gemma pura più preziosa dell’universo, l’Occhio dell’infinito. L’obiettivo del James Bond di latta sarebbe dovuto essere quello di proteggere questa gemma da qualcosa o qualcuno (anche se non si capisce come i servizi segreti fossero informati sul pericolo), ma nel tempismo l’agente Clank non si dimostra abile come nelle arti marziali: prima che possa intrufolarsi nell’area stabilita del museo, viene preceduto da un individuo incappucciato che cade ingenuamente nella trappola ad infrarossi, facendo scattare l’allarme e venendo catturato dalle guardie. La missione di Clank dovrebbe essere già conclusa, se non fosse che l’Occhio dell’infinito sembra essere scomparso dal museo e che l’individuo catturato dalle guardie fosse nientemeno che… Ratchet. L’eroe e fedele compagno di avventura dello stesso Clank sembra essere diventato un’altra persona: atteggiandosi a criminale intergalattico, si prende gioco della giustizia e grida ai quattro venti che l’Occhio dell’infinito è stato rubato proprio da lui. Il robotico agente segreto rimane sconvolto dalle dichiarazioni dell’amico e si convince che sotto sotto qualcosa non sta andando come dovrebbe. Inizia in questo modo la lunga avventura di Clank verso il suo duplice obiettivo: ritrovare l’Occhio dell’infinito, in quanto agente segreto, e liberare Ratchet, in qualità di suo migliore amico, pienamente convinto della sua innocenza. Ad aiutarlo ci penserà come da tradizione l’eccellente arsenale formato da armi insolite ma letali, che cresceranno di livello, come lo spirito della serie vuole, man mano che le userete, aumentando potenza e munizioni a disposizione, sino a trasformarsi, dopo il livello 3, in un’arma definitiva. In questo modo sarete spinti a crearvi uno stile tutto personale che preveda l’utilizzo mirato e preciso di un numero limitato di armi, ideale per potenziarle al massimo. Così le vostre bombe a catena diverranno un mortaio da polso, mentre la rosa groviglio muterà nel groviglio Kudzu, decisamente più letale, e via dicendo. Ovviamente Clank non sarà l’unico a poter disporre di armi, ma potrà anzi rifornire l’amico Ratchet con gioielli della distruzione come la pistola Freezer, il lanciamine o il missile Shock, tutti potenziabili e dotati di accessori complementari da acquistare ed integrare per risultati sempre più letali. Ratchet infatti, seppur nell’ambiente limitato della prigione, sarà protagonista di numerose sfide che lo vedranno nella maggior parte dei casi ignaro della sua condizione: di fatto non sa bene perchè si ritrova dietro le sbarre, ma deve comunque rimboccarsi le maniche per evitare di finire sotto i piedi dei suoi vecchi nemici, in “soggiorno” lì proprio per colpa sua. Oltre ai due protagonisti della serie, gli altri personaggi giocabili sono i Gadgebots e il Capitano Qwark: i primi si presentano come una squadra di tre minuscoli robot, senza arti superiori, capaci di infiltrarsi nelle zone più inaccessibili e di soccorrere Clank; il secondo invece sarà impegnato in una sorta di percorso parallelo a quello del protagonista e si occuperà più che altro di rivivere le sue fantomatiche avventure spaziali narrandole ad un giornalista per realizzare la sua biografia. Le missioni dei Gadgebots consistono in un susseguirsi di puzzle e rompicapi logici (ma nulla di impossibile) e rispondono più che altro alla formula “risolvere A per poter accedere a B”, con un procedimento sequenziale molto ordinato che riesce a far divertire il giocatore senza confonderlo. Essendo sprovvisti di braccia, questi robottini non utilizzano armi e attaccano utilizzando la propria testa metallica come un martello: sono molto efficienti anche per le loro dimensioni ridotte e per l’esemplare gioco di squadra. Qwark invece si inserisce di forza tra una missione e l’altra e catapulta il giocatore in una sfida senza una precisa logica: spesso i racconti sono solamente legati all’ultimo pianeta visitato da Clank o all’ultimo boss incontrato dallo stesso, ma nella maggior parte dei casi si tratta di cronache assurde e irreali, che vedono il buffo omone mascherato protagonista di imprese sbalorditive. Il Capitano Qwark, a differenza dei Gadgebots, utilizza spesso delle armi che cambiano di missione in missione (anche se non potenziabili), dalla classica pistola laser al letale tagliaerba, passando per l’ "aspira armi del nemico” fino al mega laser distruttore.

Testa o croce?

Così come il duplice obiettivo del tormentato Clank, diviso tra senso del dovere (per il recupero della gemma) e istinto emotivo (per la volontà di discolpare Ratchet), anche la natura stessa del gioco si presenta simile ad una medaglia a due facce. Da una parte infatti questo nuovo capitolo per PSP di High Impact Games conserva l’inconfondibile stile che ha sempre contraddistinto l’intera saga, con un Clank più astuto e disinvolto che mai, sarcastico, geniale e veramente protagonista, dotato di una personalità sorprendente: questo farà sicuramente la felicità dei fan più “datati” della saga che hanno accompagnato il timido robottino in ogni sua avventura al fianco dell’eroico Ratchet. Dall’altra parte però, Ratchet & Clank perde qui il proprio carattere frenetico e distruttivo che gli aveva dato tanto successo: Secret Agent Clank consiste difatti in un esperimento più azzardato di quanto si sarebbe potuto immaginare, che prova ad abbandonare la vecchia ma solida strada per intraprendere una via sconosciuta. In generale, Agent Clank può essere visto come un titolo pensato più per la massa (e una fascia di giocatori più giovani) che per i cari e vecchi appassionati dell’inseparabile duo. Questi ultimi, abituati ai tipici combattimenti contro interminabili schiere di nemici, forse storceranno un po’ il naso nel dover affrontare ciascun avversario in silenzio e singolarmente, pena una morte quasi sicura. Per ovviare a questo problema gli sviluppatori avevano pensato di sfruttare i piccoli intermezzi con protagonista Ratchet, ma i loro sforzi hanno generato solo una serie di frustranti e monotone sfide capaci solamente di dar vita alle mischie più caotiche e fastidiose che si potessero ottenere. Il “vecchio stile” dunque scompare quasi totalmente da questo titolo, che di veramente originale riesce a proporre solo le sezioni a ritmo o qualche missione dei personaggi secondari. La trama sembra iniziare molto bene, ma finisce con lo scadere in un noioso e gratuito vagabondare di pianeta in pianeta, costringendo il giocatore ad affrontare missioni e nemici sempre più ripetitivi e faticosi, per poi concludersi in maniera fin troppo prevedibile. In sostanza Clank, inteso come personaggio, con il suo carattere, il suo spirito e i suoi atteggiamenti, viene promosso a pieni voti per simpatia e personalità, ma come protagonista lascia molto a desiderare: costruire attorno a lui un platform o un action improntato alla distruzione di massa era impossibile, ma i risultati ottenuti sfruttando delle meccaniche stealth in un mondo platform con delle ambientazioni in parte deformed hanno finito per confondere e fuorviare anche gli sviluppatori. A dir la verità, però, questa visione del gioco sussiste fondamentalmente solo se si conosce e si apprezza la saga principale con protagonista Ratchet: per i neofiti invece Secret Agent Clank potrebbe rivelarsi più divertente del solito e magari riuscire a spingere il nuovo appassionato verso i capitoli principali, anche se restano comunque delle differenze sostanziali e in generale alcuni aspetti negativi come, fra gli altri, la ripetitività del sistema di combattimento e delle missioni.


Lo compro o no?

Sicuramente è un gioco valido, che riesce a divertire, molto ironico, con un perfetto doppiaggio in Italiano e tanti altri pregi. Tuttavia, non raggiunge livelli altissimi a causa di una serie di missioni lunga e monotona, delle sfide secondarie sempre uguali e un Ratchet troppo ripetitivo e poco convincente. I neofiti lo apprezzeranno sicuramente più degli appassionati, ma lo classificheranno quasi sicuramente come un titolo da passatempo, in attesa di tentativi più concreti e allettanti. Da provare, può rivelarsi divertente, ma non è il gioco dell’anno.

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