Zenith – Recensione

Esplorare antiche caverne alla ricerca di inestimabili tesori, stringere alleanze con personaggi bizzarri dall’oscuro passato, commerciare e andare a caccia di epici equipaggiamenti e temibili armi ancestrali. E, s’intende, salvare il mondo dall’inevitabile rovina. Pane quotidiano per gli amanti di Rpg e Jrpg. Nulla di nuovo sotto il sole nemmeno per Angus Windell, mago e arcanologo specializzato in raid di recupero artefatti magici ed esplorazione dungeon. D’altra parte dopo una vita passata in tunnel umidi e foreste piene di zanzare a collezionare la giusta fortuna è comprensibile come lo stress accumulato in anni di attività e la prospettiva di una vita più agiata e senza artriti possano avere la meglio.

Nessuno dunque ha avuto da ridire quando Angus ha scelto di ritirarsi e di diventare pozionista, commercio dal guadagno sicuro e sempreverde considerato il numero di aspiranti eroi là fuori. Ma un bel gioco dura poco, specialmente quando una singola, piccola svista può mettere a repentaglio l’esistenza stessa dell’umanità. O quando il mondo pullula di adolescenti dai capelli improbabili e dal guardaroba discutibile che soffrono in massa di “ego del prescelto” cronico. Per non parlare di quando proprio da questi avventurieri ti tocca nascondere il più pericoloso degli artefatti del tuo passato.

No, a quanto pare per Angus Windell non è ancora giunta l’ora di godersi la pensione anticipata.

Dietro all’irriverenza e alla sagacia di Angus si nascondono le menti del team indipendente Infinigon, che contano oltre trent’anni di esperienza come sviluppatori e sono accomunati da un unico obiettivo: trovare un pratico rimedio a quella nostalgia canaglia di Rpg old school, proprio quelle pietre miliari di uno dei più acclamati generi videoludici. Superata a inizio anno la prova Greenlight su Steam, Zenith si appresta a strapparvi risate e applausi su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

Sin dai primissimi momenti di gioco intermezzi e siparietti comici sono garanzia di risate goliardiche: accoglierete con un sorriso genuino tutti i riferimenti alla pop culture che sarete in grado di indovinare e di cui l’intero gioco è pervaso. Da Zelda a Final Fantasy, passando per The Witcher e fino ai must del grande schermo del calibro de Il Signore degli Anelli o Indiana Jones (ma proprio per citarne solo alcuni), in Zenith ce n’è per tutti i gusti: ben presto vi ritroverete a parlare con passanti e NPC nella speranza di una citazione che vi riporti alla memoria i bei tempi andati. E state pur certi: nella maggior parte dei casi avrete successo!

Zenith
Gerard Riviera. Al vostro servizio!

Nel più classico degli incipit role playing, un tuffo nel passato lungo sette anni ci porta a fare la conoscenza del nostro eroe proprio durante il suo più celebre raid di recupero artefatti magici. Conquista che avrà ripercussioni drastiche sul futuro di Angus Windell… e dell’umanità. Un brevissimo tutorial ci mostra le scarne meccaniche base del gioco, standard del genere: il nostro mago potrà controllare gli elementi di fuoco, ghiaccio e terra attraverso armi e incantesimi infuse dei rispettivi elementi. Immancabili barra della salute e del mana, prima di subito non mancherete di notare come Zenith sembri uscito da uno screenplay anni ’90. Glitch e cali di framerate sono all’ordine del giorno e ci ricordano in ogni istante il budget ridotto all’osso con cui è stato concepito, scoglio comune a molte produzioni indipendenti.

I menu spogli, impratici e immancabilmente imperdonabili vi permetteranno di cambiare equipaggiamento, potenziare le abilità legate agli elementi grazie ai punti ottenuti dal level up e gestire gli inventari. Attenzione però, la quasi totalità delle scelte è definitiva: se impiegherete un punto abilità per migliorare quella palla di fuoco che tanto vi piace, quel singolo click necessario all’operazione sarà definitivo. Allo stesso modo si comportano commercio, compravendita di armi ed equip, gestione degli inventari e presso che qualsiasi azione comporti una opzione nel gioco. Nessuna tendina di conferma, non si torna indietro: considerando l’elevata quantità di denaro necessario per comprare equipaggiamento all’altezza delle nuove zone impervie che vi aspetteranno di foresta in caverna, non sarà raro caricare l’ultimo salvataggio per aver erroneamente comprato dal sagace mercante di turno quei calzoni che non sapevate già di possedere.

Zenith
Old school risulta anche la pressoché inesistente personalizzazione dell’equipaggiamento

Questo è solo uno degli esempi che permettono di comprendere meglio come tutto ciò che fa di Zenith un videogioco costituisca in realtà il suo tallone d’Achille: sin dalle primissime battaglie i nemici risultano eccessivamente potenti e le ridottissime opzioni di personalizzazione non vi permetteranno di variare stile di gioco o adattarlo alla situazione. Ben presto finirete per equipaggiare la spada di fuoco, il pugno di ghiaccio o martello della terra con le statistiche più alte e menare a destra e manca sorseggiando pozioni tra un dritto, rovescio o una ancor più rara parata senza strategia di sorta a sostenervi.

In men che non si dica i combattimenti (tanto nei dungeon quanto nella mappa del mondo in perfetto stile Final Fantasy) appariranno come unico ostacolo a separarvi dal prossimo siparietto comico: cercare la via più rapida e indolore per sconfiggere o superare un gruppo di nemici indemoniati diventerà la prassi. Ma il proseguo della trama che vi attende alle porte sarà stravagante, inaspettato e stravolgente al punto da farvi dimenticare le fatiche del gameplay scialbo e ripetitivo. Di quando in quando vi ritroverete alle prese con sezioni dall’aria platform o con qualche semplice puzzle la cui soluzione sarà sempre sotto il vostro naso. Anche in questi casi è sempre chiaro il riferimento a uno o più elementi della cultura fantasy a trecentosessanta gradi: l’intento degli ragazzi di Infinigon è chiaramente quello di compiacere il nostro lato nostalgico grazie alla parodia di quello che è un universo che ben si presta a essere scanzonato.

Zenith
Un Martello per domarli e nel buio incatenarli!

Ad accompagnare Angus nella sua avventura troveremo la rivisitazione in chiave comica di tutti gli archetipi del caso: e se come noi siete veterani e amanti del genere, quando vi ritroverete a due passi di distanzia dalla caricatura dei più noti avventurieri e protagonisti dei titoli Jrpg della golden age faticherete a soffocare euforici gridolini di piacere. Decine di personaggi poco ortodossi ed esilaranti, la cui caratterizzazione rappresenta uno dei punti di forza del gioco, spettano solo voi: ognuno di essi vi spingerà a proseguire verso la prossima tappa anche quando la battaglia vi avrà privato di ogni entusiasmo. Dimenticatevi qualsiasi tipo di missione secondaria: in Zenith siete l’eroe protagonista di una epica avventura (almeno sulla carta), e non tirocinanti sottopagati alle prese con la raccolta dell’ennesima pelle di coniglio!

Di ottima fattura la localizzazione: la lingua italiana ben si presta con i suoi dialetti e sfumature a dare il giusto tono e carattere tanto alle razze variopinte quanto alle innumerevoli tragicomiche evenienze. Mentre la campionatura dei suoni degli ambienti di gioco è povera, ripetitiva e in alcuni casi persino fastidiosa, meglio funziona la soundtrack che se pur poco originale ben accompagna le vicissitudini del nostro arcanologo.

Se siete amanti di Rpg e Jrpg cresciuti a pane e Final Fantasy, Zenith saprà placare la vostra sete di anni ’90 con un esilarante omaggio a quella che è stata la golden age di uno dei più complessi e rinomati generi videoludici e di quella pop culture satellite che ha caratterizzato più di un decennio e segnato centinaia di migliaia di adolescenze. Ma se Gerard Riviera, Claude o Fifus in alcun modo vi stuzzicano la fantasia o se cercate un gameplay dalla logica solida e dalla struttura versatile, fluida e piacevole, allora state lontani da Angus Windell e compagni e investite i 20 euro della versione base del gioco su altri lidi: trarrete poco piacere delle oltre venti ore di scorribande fantasy offerte da Zenith.

6.5

Pro

  • Umorismo irriverente
  • Script vincente che strizza l'occhio alla old school
  • Citazioni e riferimenti alla pop culture dietro ogni angolo

Contro

  • Tecnicamente inclassificabile
  • Debole meccanica gioco
  • Grafica d'altri tempi
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