Call of Duty: Advanced Warfare – Anteprima

La frase “ma chi gioca Cod per la storia?!” è diventata ormai un intercalare tra una frase e l’altra in una discussione tra videogiocatori. La realtà dei fatti, invece, testimonia come la componente narrativa sia ancora molto apprezzata dagli acquirenti della nota serie. Anche Activision non si lascia trasportare dalle voci e i modi di dire, spingendo invece nella direzione opposta: i tre anni necessari per lo sviluppo di questo nuovo capitolo sono serviti ad analizzare quanto fatto sino a oggi e rielaborarlo in chiave moderna, ma soprattutto innovativa. Il compito di Sledgehammer Games è stato quello di dare un apporto fresco e inedito, che non poteva arrivare dalle stesse persone che hanno lavorato per più di un decennio a questa saga.

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Facile dire “cambiamo tutto in meglio”, ma quando hai di fronte un colosso come Call of Duty è sempre un problema enorme andare a toccare ogni minimo dettaglio. Durante un recente incontro avuto con Glen Schofield, general manager e cofondatore dello studio californiano, abbiamo avuto modo di approfondire un po’ quello che Advanced Warfare avrà da offrire per i lupi solitari. È quasi scontato ricordare che la nuova ambientazione ci catapulterà in un 2054 in cui un attacco terroristico su scala mondiale ha distrutto gran parte delle infrastrutture, lasciando le nazioni in stato di grave pericolo. Per stemperare questa incombente minaccia a cui i governi non sono riusciti a tenere testa, si fanno avanti gli eserciti privati; lo slogan “Il potere cambia tutto” non può essere più azzeccato, dato che non è più una questione di nazionalità, credo o politica, ma gli eserciti si muovono al soldo di imprenditori mossi esclusivamente dalla ricerca del denaro. La società militare più grande sul pianeta è la Atlas Corporations, guidata da un Jonathan Irons (interpretato da Kevin Spacey) che vuole a tutti i costi riportare la democrazia nel mondo, anche a costo di oltrepassare il potere dei governi. In tutto questo entra in gioco il protagonista, che a differenza dei precedenti Cod sarà l’unico altr’ego giocabile: si tratta di Jack Mitchell (interpretato da Troy Baker, ormai voce celebre nel mondo dei videogiochi), il quale entra a far parte dell’Atlas, dopo aver perso il braccio sinistro mentre era Marine durante il famigerato attacco terroristico.

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La storia pensata dai ragazzi di Sledgehammer Games ha come obiettivo l’immedesimazione del giocatore nel personaggio: l’unico protagonista, le vicende che scuoteranno la sua vita e il passare degli anni, servono a creare un collegamento che vada oltre alle poche ore di gioco effettive.

Prendendosi tre anni di tempo, ma soprattutto dividendo il lavoro con High Moon Studios, che si sono occupati della versione per PlayStation 3 e Xbox 360, e con Raven Software, che invece ha lavorato sul multiplayer, in Sledgehammer hanno voluto scrivere qualcosa che restasse nella memoria dei giocatori, qualcosa che non è fine solamente allo scopo di introdurre i giocatori alle meccaniche di gioco, ma che sappia veramente intrattenere. Allo stesso tempo era necessario mantenere il trand positivo di nuovi utenti, quindi si è pensato all’inedita ambientazione futuristica.

Un altro tassello fondamentale per aumentare l’immersione nell’atmosfera del titolo l’ha fatta la recitazione durante il motion capture: nonostante la tecnologia usata arrivi direttamente dal set di Avatar 2, Glen ha voluto sottolineare come portare una figura del calibro di Kevin Spacey non sia servita solamente per questioni d’immagine. Kevin ha infatti partecipato attivamente nel consigliare quali aggiustamenti andavano fatti e la sua presenza ha dato modo agli altri attori di raggiungere livelli più alti dell’aspettative iniziali.

Le missioni a cui abbiamo avuto modo di assistere, pur non spoilerando pressoché nulla sulla storia, ci hanno dato modo di confermare quanto il lavoro di mash tra novità e tradizione sia riuscito. Le situazioni sono le solite scriptatissime a cui siamo stati abituati in questo decennio, ma con l’aggiunta dell’esoscheletro EXO con le sue dinamiche capacità e anche delle Cycle granade, il tutto acquista connotati nuovi e da esplorare. Confermata l’adrenalina costante che permea tutto lo scorrere dei livelli, accompagnata da musiche di eccellente livello composte da Harry Gregson-Williams, compositore storico della serie Metal Gear Solid.

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Per quanto riguarda la componente multigiocatore non possiamo far altro che rimandavi al precedente articolo, completamente incentrato su questo versante, e confermare quanto il gioco sia diventato ancora più frenetico pad alla mano. Le modifiche apportabili all’equipaggiamento fanno sì che a seconda della modalità giocata, si possano creare loadout completamente diversi. Poter sfruttare la verticalità delle mappe e utilizzare le schivate potrebbero far tornare alla mente fin troppo Tifanfall durante le prime partite, ma in realtà qui il tutto è ancora più frenetico e imprevedibile. L’ultima novità annunciata da pochi giorni è la modalità cooperativa per quattro giocatori, che darà la possibilità di vivere un’esperienza ancora diversa, fatta di loot, classi e crescita RPGistica.

Ogni anno Call of Duty riesce a stupire e a mantenere intatto il DNA che lo caratterizza; Advanced Warfare non n’è da meno, anzi probabilmente è il capitolo che più taglia i fili col passato. Non ci resta che attendere la data d’uscita fissata per il 4 novembre per sapere quale sarà il risultato definitivo.

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