GhostWire: Tokyo – Abbiamo visto i primi 20 minuti

La nuova creatura di Tango Gameworks è sicuramente unica.

Ebbene sì, dopo il bellissimo Deathloop, un’altra delle più attese esclusive di PlayStation 5 sta per arrivare da uno studio di proprietà di Microsoft. Pare assurdo ma sono questi i tempi bizzarri in cui viviamo e in cui GhostWire: Tokyo (opera di Bethesda e Tango Gameworks, conosciuti per The Evil Within) sta per diventare realtà: la sua uscita è prevista per il 25 marzo e abbiamo potuto vedere i primi 20’ circa in anteprima per voi.

Una volta progetto della vulcanica Ikumi Nakamura (ve la ricordate frizzantissima sul palco dell’E3 2019?) che poi ha lasciato la società per ragioni non chiare qualche mese più tardi, GhostWire: Tokyo è un bizzarro ma interessante mix di generi e influenze che finisce per intrigare parecchio, soprattutto gli appassionati di cultura giapponese, incluso chi vi scrive. Al di là di essere ambientato nella capitale nipponica, infatti, il titolo pesca a piene mani dalle leggende e dalla cultura locale per le sue meccaniche, luoghi e personaggi. Potremo infatti incontrare simpatici Tanuki, le bamboline Teru Teru Bōzu (viste nel magnifico Weathering with You di Makoto Shinkai), altari Torii sparsi un po’ ovunque e persino gli Yo-Kai, spiriti della tradizione che a volte dovremo esorcizzare e invece altre volte finiranno per aiutarci, come nel caso di un simpatico gatto parlante che gestisce un Konbini (i piccoli supermercati aperti 24h di cui è disseminato il Sol Levante).

Akito in Borderland

La città di GhostWire: Tokyo nell’incipit del gioco viene invasa da strane presenze, avvolta da una fitta nebbia e la sua intera popolazione sparisce da un momento all’altro, praticamente come nella serie Netflix Alice in Borderland. L’unico “sopravvissuto” è il giovane Akito, un ragazzo come tanti che vuole trovare sua sorella. Il segreto di Akito è nella sua testa, dove è entrato uno spirito di un cacciatore di fantasmi deceduto, un po’ come succedeva con l’elfo che viveva in Talion ne L’ombra di Mordor e relativo seguito.

GhostWire: Tokyo

Questa insolita coppia quindi si lancerà all’esplorazione della città deserta, facendosi largo tra una serie di creature demoniache, inclusi simil-Slender Men con gli occhi a mandorla che affollano Shibuya, la prima location che esploreremo (non sappiamo quanto grande sia il mondo di gioco, ma abbiamo sicuramente visto anche la zona del Tokyo Skytree). E non saremo certo indifesi: Akito potrà usare dei misteriosi poteri eterei per combattere questi esoterici visitatori e liberare la città. La visuale di GhostWire: Tokyo è una prima persona che ci ha portato alla mente le magie del vecchio Dark Messiah of Might and Magic e Skyrim.

GhostWire: Tokyo

Akito potrà lanciare una serie incantesimi dai colori brillanti e dagli effetti diversi, oltre a servirsi di qualche altra arma (abbiamo visto un arco per esempio) per indebolire i mostri e infine estrarne il nucleo per sconfiggerli. Il ritmo sembra buono e i combattimenti intensi, ma i dubbi sulla possibile ripetitività del loop di gameplay ce li toglieremo solo nella versione finale. Per onor di cronaca dobbiamo dire che dopo quasi mezz’ora di filmato cominciavano ad affiorare, ma Tango Gameworks potrebbe avere degli assi nella manica che non ci ha ancora svelato. I poteri di Akito non saranno tutti dedicati al combattimento: sbloccando nuove abilità dopo aver acquisito esperienza (tutto molto classico, con tanto di livelli stile RPG) potremo levitare, salire su palazzi o leggere il pensiero dei cani. Sul serio!

Far Cry Shibuya

Ovviamente il mistero del gioco Bethesda verrà svelato nella versione finale, ma quello che è chiaro è il villain principale, un mascherato malintenzionato di nome Hannya che pare uscito da Ni-Oh. Per salvare Tokyo dovremo liberare una serie di zone dal suo dominio, in un modo che ricorda i titoli Ubisoft, svelando ogni volta nuove zone di una mappa open world. Sicuramente aspettiamo GhostWire: Tokyo al varco su elementi come la longevità e la varietà, oltre all’estensione del mondo di gioco. Per quanto la città sia realizzata magistralmente, con un look piacevole e realistico (abbiamo visto anche quello che sembrava ray tracing), potrebbe essere limitante poter esplorare solo Shibuya e dintorni alla lunga.

GhostWire: Tokyo

A venire però in soccorso qui sono le sezioni più originali del gioco, quando Akito entrerà in una specie di mondo onirico parellelo seguendo gli spiriti. Qui la fantasia degli artisti di Tango si è esaltata, con livelli coloratissimi al confine tra il reale e l’immaginario, nei quali abbiamo intravisto luoghi che assomigliano al Fushimi Inari-Taisha di Kyoto o il celebre altare dell’isola di Itsukushima vicino Hiroshima. Un bello spettacolo per gli occhi (e le orecchie, la colonna sonora sembra stratosferica) in generale quindi, tuttavia il gioco sa di vecchio e stantio in alcuni dettagli: le inesistenti animazioni di raccolta degli oggetti, lo schermo nero che appare quando si apre una porta (i caricamenti sono molto veloci in ogni caso), o magari la mancanza di interattività con gli ambienti.

Ghosthelpers

Risolvere il filone principale della storia sarà l’obbiettivo principale, ma siamo stati contenti di vedere come GhostWire: Tokyo provi a espandere il suo mondo con attività secondarie dove si aiutano gli spiriti più benevoli. Per esempio, la nostra demo ci vedeva esplorare una casa alla ricerca dello spirito della figlia di una vecchia signora, che solo riassaggiare il suo snack preferito avrebbe placato. Sulla quantità e varietà di questi contenuti verterà buona parte del successo del gioco, anche se siamo già stati piacevolmente sorpresi nello scoprirlo meno lineare di quanto ci aspettassimo.

GhostWire: Tokyo


In attesa di metterci sopra le mani a breve, GhostWire: Tokyo ci ha ammaliato, seppur con qualche piccola riserva. Il pedigree del team di sviluppo è immacolato, ma aver perso il direttore del progetto, la strana formula di un gameplay così unico e un concept più che bizzarro ci preoccupavano. Le preoccupazioni non sono sparite del tutto e il gioco ci continua a sembrare un prodotto per una piccola nicchia di videogiocatori, ma non vediamo l’ora di diventare un supereroe dell’occulto ed esplorare Tokyo in ogni suo angolo alla ricerca di spiriti da esorcizzare questa primavera.

Vai alla scheda di GhostWire: Tokyo
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