Dead Space Extraction – Recensione Dead Space Extraction

Ciò che ha reso famosa la saga di Dead Space è senza dubbio l’atmosfera che avvolge il giocatore sin dal momento in cui compaiono i titoli di presentazione: oscura, sinistra e misteriosa. Ogni titolo della serie infatti è capace di far saltare dalla sedia ed incutere timore anche nell’animo di chi, dei titoli horror, ne ha fatto il suo pane quotidiano.
Come ogni IP che si rispetti anche Dead Space ha un suo antefatto, un suo prologo che narra gli eventi antecedenti all’arrivo del celebre Isaac Clarke sulla Ishimura o meglio, ci rende protagonisti delle vicende di chi ha messo piede prima di lui sulla famosa stazione orbitante al momento dell’invasione dei terribili necromorfi. E’ proprio in Dead Space Extraction, sparatutto su binari uscito prima su Wii e solo in seguito su PS3 (disponibile sia sul PSN che all’interno della Limited Edition del secondo capitolo), che Visceral Games ci catapulta nuovamente all’interno dell’astronave più macabra e tetra dell’intero universo dove ci ritroveremo nuovamente a combattere per la nostra vita contro orde di alieni privi di alcuna forma di pietà.

La mamma non ti ha insegnato che non si raccoglie nulla da sotto terra?

E’ una giornata come le altre su Aegis VII quando dei minatori ritrovano, durante i loro scavi, un enorme artefatto dall’aspetto più unico che raro. Nei panni di Sam Caldwell, accompagnato dai suoi colleghi di lavoro, ci ritroveremo a dover aver cura per quanto riguarda l’estrazione del Marchio, nome che viene affibbiato al reperto ritrovato. In compagnia della nostra fida sparachiodi e tramite l’apporto dei moduli cinetici dei nostri compagni metteremo a punto il carrello per il trasporto del Marchio, proprio nel punto in cui, svariati giorni dopo, ci ritroveremo nei panni di Isaac giocando con il primo capitolo della serie. 
Tutto sembra procedere senza alcun intoppo, almeno fino a quando non è ora di caricare il ritrovamento sul carrello. Per una qualche strana causa infatti il Marchio reagisce improvvisamente, guastando più di un macchinario e procurando a tutti gli astanti, Sam compreso, strane visioni che oscureranno la nostra vista con la comparsa di strani simboli tutto intorno a noi. Lì per lì nessuno gli da tanto peso, preoccupandosi maggiormente delle macchine guaste che di tutto il resto. Male. Tutto cambia infatti quanto uno dei minatori che si ritrova dentro il complesso aggredisce Sam ed i suoi due colleghi, diretti verso i moduli da riparare. Ci si comincia a render conto che davvero qualcosa non va come dovrebbe e, di lì a pochi secondi, i tre ne hanno la conferma definitiva non appena altri minatori, armati dei loro futuristici e mortali attrezzi da lavoro, li assalgono nuovamente per poi perire sotto i colpi della nostra sparachiodi. Inutile aggiungere che per arrivare a riparare i moduli gravitonici guasti ne vedremo delle belle, fra le visioni che si fanno via via sempre più frequenti e gli strani incontri a contorno, dovremo farci strada accompagnati da una voce di ignota provenienza che ci porterà verso la nostra meta, ma non senza delle conseguenze poco piacevoli.
Tuttavia nel corso della nostra avventura giocheremo non solo il ruolo di Sam, ma anche di altri coloni, ammirando sotto diversi punti di vista come il morbo della pazzia liberato dal Marchio infesti Aegis, seguito a ruota dall’invasione dei necromorfi. 
L’intreccio è ben strutturato ed i colpi di scena non mancano per chi si avvicina alla saga per la prima volta, mentre per chi ha già fronteggiato gli orrori vissuti dall’ingegnere Clarke potrà notare un bel pò di riferimenti e rimandi ai capitoli portanti della serie.


                                                    Vecchie e nuove conoscenze…


Agisci in fretta…o muori

Una delle caratteristiche principali di Extraction è la prontezza di riflessi richiesta per chi controlli Sam e compagni. Avere il Playstation Move fra le mani o il Dualshock 3 non fa molta differenza sotto questo punto di vista: vagando da un ambiente all’altro, senza la possibilità di soffermarsi a piacere su qualche inquadratura, anche la raccolta degli oggetti sarà frenetica. Il ritmo degli eventi infatti non concede pause e ci forza a tenere gli occhi incollati sullo schermo, pronti ad agire velocemente nel caso in cui vedremo sbucare un armadietto o un necromorfo assetato del nostro sangue. Vi saranno soltanto alcuni (e pochi) momenti in cui potremmo spostare la visuale a nostro piacimento per qualche secondo, in modo da raccogliere gli oggetti tramite il supporto cinetico per poi passare nuovamente il controllo dei nostri movimenti all’IA. 
Ciò che durante gli scontri si rivelerà un utile strumento tattico è la stasi: oltre a fungere da elemento cruciale per la risoluzione di alcuni puzzle, tale abilità sarà infatti di grande aiuto se utilizzata sugli avversari in modo tale da rallentarli e darci qualche attimo di respiro, proprio come negli altri capitoli della saga. Tuttavia non potremmo ovviamente farne abuso in quanto la scorta di energia sarà limitata e si ricaricherà soltanto col passare del tempo.
Per difenderci dagli assalti nell’ombra sferrati dai nostri infernali avversari potremmo contare su un arsenale familiare che fra le tante armi disponibili conta sulla presenza della famosa lama al plasma, del fucile ad impulsi e del tagliatore, ma vi saranno anche nuovi innesti come la pistola P-SEC, automatica in dotazione ai poliziotti di Aegis, e la già citata sparachiodi. La selezione delle armi è rapida ed intuitiva, capace di non spezzare i ritmi dell’azione, così come lo switch fra il fuoco primario e secondario. Per cambiare modalità di fuoco infatti basterà ruotare il controller di 180°. Il Move nelle fasi di puntamento si rivela essere preciso ed affidabile in ogni situazione, dalle sparatorie frenetiche alla risoluzione dei piccoli puzzle disseminati nelle varie location, anche se per quanto riguarda la pressione dei tasti dedicati a ricarica e stasi bisogna prima fare un pò di pratica a causa delle loro piccole dimensioni. Di conseguenza l’utilizzo di un Navigation Controller è consigliatissima in quanto queste funzioni vengono scaricate proprio su di esso nel caso in cui ne si disponga. Quest’accoppiata ci permetterà di vivere in modo più avvolgente gli scontri: ci spingerà ad usare più spesso il metodo della ricarica veloce, tramite il quale saremo molto più reattivi (e che influirà sulla nostra votazione a fine capitolo) e di assaporare al meglio le sezioni dedicate ai piccoli enigmi commisti all’azione. Più volte ci troveremo infatti a forzare alcuni circuiti mentre dovremmo difenderci dagli attacchi dei necromorfi, mettendo alla prova le nostre capacità belliche, l’abilità nel tenere la mano più salda possibile ed il nostro sangue freddo. 
Altra caratteristica interessante di Extraction è la presenza di bivi. Durante il nostro disperato tentativo di fuga dall’invasione dei necromorfi infatti ci sarà data la possibilità, in determinate sezioni, di poter scegliere quale percorso intraprendere per poter raggiungere determinati obiettivi, dando così un punto in più all’indice di rigiocabilità di questo prologo. La pecca è data invece dal fatto che praticamente l’unica modalità interessante presente nel titolo è la Storia, con la possibilità di giocarla in cooperativa. L’alternativa infatti è costituita solo dalla modalità Sfida che consiste nel sopravvivere il più a lungo possibile agli assalti dei necromorfi fin quando ne avremo le forze. 
Teniamo anche in conto che l’avventura, anche se giocata ad alti livelli di difficoltà, non richiede più di 6 o 7 ore di gioco.

 
                                      Faremmo bene a smembrarlo in fretta…
 
Qualcosa si muove nel condotto…

Durante il nostro girovagare ciò che ci inquieterà maggiormente sono soprattutto i rumori che caratterizzano l’avvicinarsi dei mortali predatori. Più di una volta sobbalzeremo dalla sedia al solo sentili strisciare dentro i condotti di aerazione o emettere versi sinistri che annunceranno il loro terrificante arrivo. Le atmosfere cupe ed oscure si rifletteranno anche sui personaggi che ci seguiranno, rivelando apertamente i loro timori e le loro paure, facendoci respirare la tensione del momento come se fossimo a bordo dell’Ishimura grazie al buon livello del doppiaggio, interamente in italiano, anche se non vengono raggiunti i picchi degli episodi che vedono Isaac come protagonista.
Stessa considerazione va fatta per il comparto grafico: non si ha la stessa qualità del primo o del secondo capitolo ma, tenendo in conto che si tratta di un porting, possiamo affermare che il livello di dettaglio non lascia di certo a desiderare. I necromorfi, sia da interi che da squartati, sono stati realizzati con attenzione e si rivelano tanto terrificanti quanto disgustosi così come gli effetti splatter che caratterizzano l’intera serie.   
Ciò che invece manca sono gli stupefacenti effetti di luce dei capitoli principali, così come non avrebbe guastato lavorare un pò di più sugli attacchi fisici, realizzati soltanto come una triplice scia bluastra. In definitiva si può comunque dire che Visceral ha globalmente lavorato bene sotto questo punto di vista; ci sono alcune pecche sì, ma che non compromettono comunque la qualità grafica e sonora del titolo.


                                     I necromorfi e la pietà: due concetti diametralmente opposti

Alla fine del binario

I porting sono conosciuti per la poca attenzione degli sviluppatori che solitamente li caratterizza, tuttavia Extraction non fa parte di questa categoria. Il titolo mantiene i lati positivi della versione per Wii, migliorandosi visibilmente sotto la veste grafica e mantenendo l’atmosfera buia caratteristica della serie. Facendoci strada fra i corridoi degli impianti di Aegis VII o smembrando in modo più che macabro e violento i necromorfi sulla Ishimura di sicuro non ci annoieremo: Extraction riesce a venir fuori dalla classica concezione degli Shoot on Rail introducendo nuovi elementi e nuove idee sul genere, il tutto condito dal fatto di poter sfruttare le potenzialità del Move per movimentare e rendere più realistica l’esperienza di gioco. Uniche pecche la penuria di modalità di gioco e l’esigua durata della trama principale.

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