Marvel’s Avengers: il volto dietro la maschera
Un viaggio introspettivo nei personaggi di Marvel's Avengers.
L’economia è messa a dura prova, l’umanità è rinchiusa dentro casa a causa di una minaccia globale e un virus mai visto prima flagella la Terra. La realtà, a volte, non va tanto lontana dai fumetti. Una premessa del genere sarebbe credibile persino per un numero di Avengers ma, purtroppo, è la realtà dei fatti. In una circostanza del genere, però, ci piace pensare che gli eroi più potenti della Terra farebbero comunque la loro parte: chi sfruttando il proprio genio, chi invece aiutando come può il prossimo, anche nei gesti più semplici. Perchè essere Avengers significa molto di più di semplici botte da orbi, viaggi in giro per il mondo e superpoteri.
La verità, come recita un antico detto, sta sempre nel mezzo: la controparte umana, quella degli uomini e delle donne dietro la maschera, è importante tanto quanto quella dell’alter ego eroico. È la persona che definisce la maschera, è la persona che rende tale un eroe. Crystal Dynamics e Square Enix questo dovrebbero averlo ben inteso, visto che sulle ultime note dell’estate 2020 daranno vita a uno dei titoli più ambiziosi basato sul gruppo di supereroi Marvel visto finora. Dal canto nostro, proveremo a darvi un’idea di quelli che saranno i personaggi principali del titolo, facendoveli conoscere in modo più intimo e introspettivo.
Steve Rogers aka Capitan America
Chi segue le vicende cartacee di Cap sa già che tipo di personaggio sia: Steve viene spesso etichettato come boy scout, il classico eroe senza macchia che si schiera sempre per difendere la sua nazione, i suoi USA. Non tutti però sanno che Steve Rogers ha mollato più volte lo Scudo, andando contro quelli che erano gli ordini impartiti dagli Stati Uniti d’America. Steve è sì un soldato ma la sua fedeltà, prima delle istituzioni, va al suo popolo. Durante la sua carriera ha rinnegato più volte le istituzioni a cui ha restituito le sue vesti per seguire la sua via, quella che riteneva più giusta: uno degli esempi è il periodo dello scandalo Watergate, in cui Steve assume l’identità di Nomad, nome adottato proprio per lanciare un chiaro messaggio di sfiducia nei confronti degli USA.
Steve è un personaggio più complesso di quanto in realtà possa sembrare. Nell’universo Marvel, Capitan America è l’archetipo dell’eroe, dell’uomo che veste la maschera e combatte i malvagi, leader degli Avengers, guida e modello da seguire. Steve però è anche un personaggio molto più profondo e questo suo aspetto, nelle opere corali, viene spesso accantonato. Non diamo per certo che in Marvel’s Avengers tale punto di vista venga esplorato ma, dato che il gioco si aprirà proprio con lo scioglimento della formazione guidata da Cap, si può coltivare qualche speranza in tal senso: esplorare la psiche di Steve un po’ più a fondo sarebbe qualcosa che non ci dispiacerebbe affatto.
Tony Stark aka Iron Man
Mr. Stark è sicuramente una delle personalità più di spicco all’interno del team. Un self made man, almeno dal punto di vista “supereroistico”, che ha radicalmente cambiato atteggiamento di pari passo alla sua trasformazione da armatore ad Iron Man. Tony riesce a comprendere effettivamente il male di cui si stava rendendo fautore solo quando si trova vittima del suo stesso mondo, rendendo il personaggio molto umano. È dalla nascita di Iron Man che Tony inizia il suo percorso come pioniere della fusione fra uomo e macchina: crea un’immensità di modelli delle sue armature, migliorandole e adattandole alle varie necessità (l’Hulkbuster modulare vi dice qualcosa?), dotandole anche di varie intelligenze artificiali che si sono succedute nel tempo come Jarvis, Friday e persino una copia digitale di Tony.
Questo processo di upgrade, i passi per diventare migliore, non sono però stati privi di ostacoli di percorso: Tony è celebre non solo per essere una delle migliori menti dell’universo Marvel ma anche per i suoi problemi con l’alcolismo. Nella versione cinematografica questo problema è stato solo scalfito ma nel mondo originale del fumetto ha segnato profondamente Tony. Anche nel mondo videoludico questo aspetto è stato molto accantonato, preferendo mostrare la versione “supereroe con superproblemi” invece di una più vicina alla realtà. Avere una raffigurazione di un personaggio più vicina al vero è molto più affascinante, soprattutto per Tony in quanto la sua maschera non è proprio tale: tutti sanno che Tony Stark è Iron Man, proprio come Steve Rogers è Cap. Il binomio per Stark però è differente: Steve è un eroe di guerra, un simbolo americano forgiato in quella che ormai è divenuta leggenda, mentre Tony è un ricco industriale, facile bersaglio per l’opinione pubblica, elemento che durante l’A-Day potrebbe essere fondamentale per la disgregazione degli Avengers.
Thor aka… Thor
Così come i due personaggi appena trattati, Thor non avrebbe neanche bisogno di presentazioni: il Dio del Tuono, il Figlio di Odino, innamorato di Midgard e degli umani. Il rapporto fra Thor e gli abitanti della Terra nasce e diventa amore durante l’epoca vichinga: un giovane Thor, non ancora degno di sollevare Mjolnir ma armato della sua fida ascia Jarnbjorn, si fa le ossa lottando con i suoi fedeli, aiutandoli quando lo invocano a gran voce con le loro preghiere. Fra il clangore delle lame, le urla di dolore, il sangue, l’idromele e le donne, Thor diventa una vera divinità vichinga dedita alla battaglia, imparando anche i valori dell’amicizia e della lealtà. Non si libera però dell’arroganza, motivo per il quale Odino, il Padre di tutti, gli cancella la memoria e gli dona le vesti mortali del dottor Donald Blake. Solo dopo esser cresciuto ulteriormente, imparando cosa sono la compassione, l’umiltà e la perseveranza, Thor riacquista la possibilità di tornare sé stesso, recuperando i ricordi persi.
L’amore per i terrestri assume una forma ancor più tenace e simbiotica, quando Thor si innamora di Jane Foster, infermiera che ha conosciuto grazie all’apertura di una clinica nei panni di Don Blake. Dopo aver passato la sua giovinezza con gli umani, essere diventato uno di loro ed essersi innamorato di Jane, Thor resta il dio asgardiano che più di tutti ha a cuore il destino di Midgard e dei suoi abitanti, pur essendo a tutti gli effetti un alieno. Thor, più di Iron Man e Cap, non nasconde il volto dietro una maschera, sia letteralmente che metaforicamente: nessuna doppia identità, nessun velo sulle emozioni. Il Dio del Tuono lascia trasparire tutto: la sua furia, la sua felicità e la sua incertezza. È proprio quest’ultima – il costante dubbio di essere degno – che lo ha portato recentemente a perdere Mjolnir, a diventare Thor l’Indegno. Questo a testimoniare che nonostante Thor sia un essere extraterrestre millenario dagli immensi poteri è molto più umano di quanto lasci intendere e il suo percorso di continua formazione, almeno sulle sue avventure originali, lo ha riconfermato come un personaggio fulcro per la formazione degli Avengers.
Bruce Banner aka Hulk
Banner è uno dei personaggi più controversi, complicati e profondi che ci sia nell’universo Marvel. Hulk non è una maschera, Hulk è solo un’altra faccia di Bruce Banner, quella tenuta nelle profondità del suo io. Hulk è la personalità nata dal rancore e dalla rabbia che Bruce si porta dentro sin da bambino, soprattutto a causa del padre. Brian Banner è un uomo violento, inizialmente solo nei confronti del figlio e poi anche con la moglie Rebecca. Gli episodi si fanno sempre più frequenti e pesanti, tanto che Rebecca decide di scappare insieme al figlio ma Brian, in preda a una furia cieca, la uccide davanti agli occhi del piccolo Bruce. Testimone di questo evento, il piccolo viene pure minacciato dal padre nel caso in cui decidesse di testimoniare contro di lui. Bruce finisce così in mano agli zii per poi proseguire gli studi e diventare lo scienziato che tutti conoscono, fino all’incidente verificatosi in New Mexico che ha portato al risveglio di Hulk.
Il Gigante di Giada è un essere dalla forza potenzialmente infinita, roccioso, massiccio, così forte e potente grazie all’altrettanto enorme fragilità della psiche di Banner. Hulk, col passare del tempo, cambia forma, mentalità, modo di comportarsi e atteggiamento: Hulk evolve e muta, insieme a Banner. Proprio come dr. Jekyll e mr. Hyde, Hulk e Banner sono due personalità, manifestazione di un antico bipolarismo dello scienziato che, col passare del tempo, si aggrava e si frammenta ulteriormente. Proprio per questo motivo è lecito aspettarsi un Hulk particolare e diverso rispetto al classico “Savage Hulk”: in base a come si evolveranno gli eventi possiamo sperare in qualcosa di simile allo Sfregio Verde (nato nella saga Planet Hulk) o al Professore.
Natasha Romanoff aka Vedova Nera
Nata e concepita come superagente, Natasha è una superspia russa addestrata dal KGB, potenziata grazie al Trattamento Kudrin che le conferisce capacità atletiche fuori dal normale e invecchiamento rallentato. Natasha è inizialmente nemica degli Avengers, indottrinata dall’esercito russo e vittima di svariati lavaggi del cervello, grazie ai quali i servizi segreti sovietici se ne assicurano la più totale obbedienza. Proprio a causa di questi ultimi e della cancellazione dei ricordi subita, una volta venutane fuori, Natasha decide di cambiare schieramento diventando un agente SHIELD. Seppur la Vedova Nera sia diventata in seguito una supereroina a tutti gli effetti non condivide gli stessi metodi di gran parte dei suoi colleghi, senza farsi troppi problemi nell’usare metodi non proprio consoni con i suoi avversari, oltre al non aver nessuna remora nell’uccidere, complice il suo addestramento.
Natasha esce così dal clichè della “femme fatale”, diventando un personaggio molto più profondo, legandosi anche sentimentalmente ad altre personalità complesse dell’universo Marvel, come Bucky Barnes (Soldato d’Inverno) e Matt Murdock (Devil). Il suo passato torna però spesso a tormentarla, sia psicologicamente, a causa delle sue esperienze che riaffiorano nella sua mente, che nella realtà tangibile, per via dei servizi segreti russi, decisi a prendersi la loro vendetta, supportati dalle nuove candidate al programma Vedova Nera. Proprio quest’ultime potrebbero venir fuori nel prossimo film dei Marvel Studios, basato proprio sul passato di Natasha: chissà se Crystal Dynamics e Square Enix non ci riservino a loro volta qualche sorpresa in questo senso.
Kamala Khan aka Miss Marvel
Proprio come buona parte dei fan dei comics in generale, Kamala è una fan sfegatata dei supereroi. Originaria del Pakistan e trasferitasi in New Jersey con i suoi genitori, Kamala conduce una normalissima vita da teenager con normalissimi problemi da teenager, fra il liceo e le tradizioni ferree della famiglia. La sua vita cambia improvvisamente quando scopre di possedere dei geni Inumani, inizialmente sopiti, da cui derivano i suoi poteri.
Kamala inizia così la sua doppia vita da eroina in erba, ispirandosi a Carol Danvers, tanto da adottare il suo vecchio nome da battaglia: Miss Marvel. La giovane apprendista eroe prende a modello anche la vecchia maschera da Avenger e il costume di Carol, tanto da adottarne anche il simbolo. Tutto ciò per rimarcare quanto Kamala sia, nonostante le sue nuove responsabilità, un’ammiratrice della “vecchia guardia”, se così possiamo chiamarla: lo spirito e l’atteggiamento della giovane sono quindi molto simili a quelli dei fan che si approcceranno al titolo di Crystal Dynamics e proprio per questo i developer hanno scelto di inserire Kamala come un prezioso innesto all’interno della loro formazione. Molto probabilmente Miss Marvel sarà uno dei personaggi con i quali ci si potrà immedesimare meglio, riconoscendosi, per quanto possibile, nello spirito giovane ed estasiato alla vista dei suoi beniamini, da cui ha molto da imparare.
Ed eccoci alla fine di questo breve excursus sugli Avenger dietro la maschera che ci auguriamo vi sia servito, soprattutto ai meno cultori del fumetto supereroistico tra di voi, a meglio comprendere la profondità della caratterizzazione degli eroi Marvel che ci aspettiamo di trovare all’interno dell’ambizioso progetto Marvel’s Avenger.