Resident Evil 9 Requiem cosa devi sapere
Ora sappiamo molte cose su Resident Evil 9 Requiem, quindi possiamo porci alcune domande sul nuovo titolo della saga e provare a capire quali siano le ragioni di alcune scelte per Requiem.

Resident Evil 9 Requiem non è un semplice sequel, ma un’opera che vuole riconnettersi con il cuore nero del franchise.
Capcom ha deciso di riaprire il sipario sull’incubo originario e riportare i giocatori nel luogo che, più di ogni altro, rappresenta la paura allo stato puro.
Raccoon City non è solo un teatro di distruzione: è il simbolo di un intero genere videoludico.
Se pensate di sapere già cosa vi aspetta, probabilmente vi sbagliate.
In questo articolo troverete ogni dettaglio ufficiale, le teorie più discusse e qualche opinione ragionata su quello che sarà – a tutti gli effetti – l’evento horror della nuova generazione.
Ritorno a Raccoon City: 30 anni dopo l’Apocalisse
La domanda che ci siamo posti tutti è semplice: perché tornare a Raccoon City dopo tre decenni di macerie e fantasmi?
Capcom ha spiegato che Resident Evil 9 Requiem si svolgerà nel 2028, trent’anni dopo la distruzione ufficiale della città, eppure la verità è più complicata di quanto si pensasse.
Contrariamente alla leggenda popolare che parlava di un attacco nucleare, la città è stata rasa al suolo con ordigni termobarici.
Questa differenza tecnica può sembrare un dettaglio di contorno, ma cambia la sostanza: le bombe termobariche hanno una potenza distruttiva orizzontale devastante, ma non penetrano in profondità come un ordigno nucleare.
In altre parole, gran parte dei sotterranei è rimasta intatta.
Ecco cosa significa:
- Laboratori sigillati potrebbero nascondere creature sopravvissute per trent’anni.
- Documenti compromettenti sulle origini del T-Virus potrebbero essere ancora sepolti.
- Tunnel di evacuazione mai esplorati prima potrebbero rivelare altre verità sul collasso di Umbrella Corporation.
Il team Capcom, in diverse interviste, ha dichiarato di aver sentito una pressione enorme: riportare i giocatori dove tutto è iniziato non è solo una questione di nostalgia.
È un confronto con i propri fantasmi e con l’eredità di una saga che ha venduto decine di milioni di copie.
“È come riaprire una ferita”, ha detto un producer.
“Ma volevamo che fosse anche un requiem. Un tributo alle vittime, agli eroi e ai segreti mai svelati.”
Tra i luoghi simbolo che visiteremo:
- Il Wrenwood Hotel, teatro della morte di Alyssa Ashcroft.
- La centrale di polizia RPD, ora un rudere dove ogni corridoio nasconde un pericolo.
- Le gallerie sotterranee, dove The Connections potrebbero continuare esperimenti proibiti.
A mio avviso, questa scelta di ambientazione è tanto rischiosa quanto necessaria: se Resident Evil 9 Requiem deve affrontare il proprio passato, non c’è cornice più evocativa di Raccoon City.
Grace Ashcroft: l’eroina imperfetta di Resident Evil 9 Requiem
Il cuore narrativo di Resident Evil 9 Requiem non è un soldato, né un veterano.
È Grace Ashcroft, figlia della giornalista Alyssa Ashcroft, sopravvissuta al T-Virus e misteriosamente uccisa anni dopo.
Grace non è l’eroina che i fan si aspettavano: è giovane, insicura, un’analista dell’FBI che non ha mai affrontato nulla di simile.
Eppure, è proprio la sua fragilità a renderla interessante.
“Volevamo un personaggio che sentisse il terrore in modo genuino”, ha spiegato Koshi Nakanishi.
“Non un eroe d’azione, ma qualcuno che reagisse come reagirebbe chiunque.”
Nel trailer, Grace viene descritta come “speciale”.
Secondo alcuni leak, sarebbe portatrice di una mutazione genetica latente: un’ombra del T-Virus che sua madre contrasse durante i fatti di Outbreak.
Potrebbe trattarsi di:
- Una resistenza parziale.
- Un’immunità.
- O peggio, di una predisposizione a mutare.
Ciò che rende Grace intrigante è la sua dimensione emotiva.
Non combatte solo mostri, ma anche il peso di un lutto irrisolto e il timore di essere lei stessa un pericolo.
Nei filmati mostrati finora, Grace appare vulnerabile: trema, piange, cerca riparo, ma è capace anche di gesti di coraggio assoluto.
Personalmente, trovo questa scelta coraggiosa.
Dopo anni di protagonisti granitici e invincibili, Requiem propone un’eroina più umana e psicologicamente complessa, capace di rispecchiare le paure di chi gioca.
E se davvero fosse una portatrice inconsapevole di un virus ibrido, la sua stessa sopravvivenza potrebbe diventare la minaccia peggiore di tutte.
Il virus ibrido è una minaccia mai vista prima
Resident Evil ha sempre raccontato incubi virali: il T-Virus e il G-Virus hanno distrutto intere città, la Muffa di Resident Evil 7 ha riscritto le regole dell’infezione.
Eppure, Requiem sembra voler alzare l’asticella introducendo un virus ibrido, capace di fondere le peggiori caratteristiche dei patogeni precedenti.
Nei trailer abbiamo visto infetti con il volto contorto, ma anche occhi lucidi di coscienza, bocche che si muovono come a pronunciare parole familiari.
Alcuni leak sostengono che l’infezione non richieda morsi o contatto diretto: potrebbe diffondersi per via aerea o attraverso fluidi contaminati.
Immaginate un nemico che:
- Sa chi siete.
- Ricorda di essere stato umano.
- Sfrutta la memoria per manipolarvi emotivamente.
Secondo diverse teorie, dietro questo incubo si nasconderebbe Brandon Bailey, scienziato Umbrella scomparso e leggendario creatore di vari ceppi virali.
Bailey, insieme a The Connections, avrebbe combinato Progenitor Virus, Muffa e altre varianti per creare un patogeno capace di infettare l’organismo a più livelli: biologico, cellulare, cognitivo.
A mio avviso, è uno degli elementi più interessanti di Requiem.
Se Capcom riuscirà a gestire questo tema con il giusto equilibrio tra narrativa e gameplay, potremo trovarci davanti a una nuova frontiera del bioterrorismo nell’universo Resident Evil.
Il Gameplay di Resident Evil 9 Requiem tra prima e terza persona
Requiem non sarà solo storia.
Capcom ha scelto di creare un’esperienza flessibile e immersiva, con la possibilità di giocare sia in prima sia in terza persona.
Un approccio che unisce il senso di claustrofobia totale (RE7 e Village) alla gestione tattica e più cinematografica di RE4 Remake.
Il nuovo RE neXt Engine spinge il realismo a livelli mai visti:
- Modelli poligonali ultradettagliati: pori della pelle, espressioni facciali, sudore.
- Tessuti e capelli mossi dal vento e dall’umidità.
- Illuminazione dinamica che crea veri e propri labirinti di ombre.
In prima persona, ogni rumore diventa un allarme.
In terza persona, puoi analizzare l’ambiente e gestire risorse e fughe.
E poi c’è lui: il Persistent Chaser, un nemico implacabile che ricorda Mr. X e Nemesis ma con un comportamento più imprevedibile e un’intelligenza artificiale adattiva.
Durante alcune sezioni, l’oscurità diventerà totale: dovremo orientarci solo grazie ai suoni e al respiro del nostro inseguitore.
Il gameplay includerà:
- Puzzle ambientali complessi.
- Gestione dell’inventario.
- Crafting e potenziamento dell’equipaggiamento.
- Sezioni di esplorazione profonda, con pochissime munizioni.
Personalmente, trovo che questa scelta di design risponda a una delle richieste più pressanti della community: ritornare alla tensione costante del survival horror puro, con punte di adrenalina memorabili.
Leon Kennedy: il fantasma che aleggia
Leon S. Kennedy è il grande non detto di Resident Evil Requiem.
Capcom afferma che non sarà il protagonista, eppure, ogni trailer e ogni leak suggeriscono il contrario.
Leon è il volto di Resident Evil, ha affrontato Raccoon City, la setta di Los Illuminados, il collasso del bioterrorismo globale e ora, a 50 anni, potrebbe essere pronto per il suo ultimo ritorno a casa.
Il director Nakanishi ha dichiarato:
“Leon non è più adatto a incarnare la paura. È diventato troppo esperto.”
Tuttavia, secondo il leaker Dusk Golem – fonte estremamente attendibile – Leon sarebbe un secondo protagonista giocabile, forse sbloccabile in una fase avanzata.
Il personaggio incappucciato intravisto nei trailer potrebbe essere proprio lui. C’è anche chi sospetta che Capcom stia mantenendo il mistero per creare un momento di rivelazione spettacolare, come avvenne con Chris Redfield in Resident Evil 7.
Dal mio punto di vista, sarebbe un errore escluderlo completamente, Leon non è solo un personaggio: è un simbolo generazionale.
E quale occasione migliore di Requiem per confrontarsi con il suo passato e chiudere il cerchio narrativo di Raccoon City?
Il futuro di Resident Evil
Resident Evil Requiem non è solo un capitolo celebrativo.
È un punto di svolta: un test per capire se la saga può rinnovarsi e continuare a sorprendere dopo trent’anni di storia.
Il ritorno a Raccoon City è un richiamo potentissimo, ma è anche un atto di coraggio: accettare di confrontarsi con le origini, rischiando di deludere i nostalgici e i puristi.
Grace Ashcroft è il simbolo della nuova generazione, Leon e gli altri veterani rappresentano la vecchia guardia, tra queste due anime si gioca il futuro di Resident Evil: un futuro in cui il bioterrorismo diventa un orrore globale e dove i confini tra vittima e carnefice si sfumano.
Capcom ha promesso di chiudere alcuni archi narrativi lasciati in sospeso e di unire:
- Il Progenitor Virus.
- La Muffa.
- I resti di Umbrella.
- Le nuove cospirazioni di The Connections.
La vera domanda è: e se Grace non fosse una vittima, ma l’inizio di un nuovo incubo?
Se Requiem riuscirà a mantenere queste promesse, potrebbe davvero ridefinire le fondamenta dell’horror survival.
Preparati al tuo requiem con Resident Evil 9
Resident Evil 9 Requiem non è un semplice ritorno al passato. È un’opera che promette di chiudere cerchi narrativi, riaprire ferite e raccontare l’orrore in modi inediti e tu, sei pronto a tornare a Raccoon City?
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